Sigonella, la base gemella di Vicenza in Sicilia

Cosa lega Sigonella a Vicenza? Non solo le nuove caserme e case per i militari Usa, ma anche l’identità di chi vuole costruirle. Ecco una storia opaca di mattoni vicentini e “cavalieri” siciliani.

Mille casette a schiera, un imprecisato numero di residence, attrezzature per l’istruzione e lo svago, parcheggi coperti, impianti sportivi, due centrali telefoniche, cabine per l’energia elettrica, le immancabili “guardiole per il presidio di controllo e sicurezza”. È quanto previsto dal progetto di urbanizzazione approvato dalla giunta di centrosinistra del comune siciliano di Lentini (Siracusa) per ospitare 6.800 cittadini statunitensi (militari e famiglie al seguito) della base nucleare di Sigonella. Con un investimento che dovrebbe sfiorare i 300 milioni di euro, 91 ettari di rigogliosi aranceti dovranno lasciare il posto ad un megacomplesso residenziale con un volume di 670.000 metri cubi di costruzioni, superiore perfino a quello previsto dalla Us Army per la conversione a fini bellici dell’aeroporto El Molin di Vicenza.

Procede a colpi di variante ai piani regolatori il processo di espansione della maggiore delle infrastrutture della Marina Usa nel Mediterraneo. Dall’autunno 2003 la base di Sigonella è al centro di un vasto programma di potenziamento delle infrastrutture, il cosiddetto “Piano Mega IV”: una spesa di 675 milioni di dollari in 4 anni per ampliare le piste di volo per i cacciabombardieri, migliorare la logistica e creare migliaia di nuovi alloggi per i reparti di stanza in Sicilia. Due residence sono già stati consegnati nei territori di Belpasso e Mineo per un totale di 930 alloggi. Con Lentini sarebbero tre i megacomplessi per i militari Usa, quattro se si giungesse a realizzare anche quello analizzato e approvato dal consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia, comune alla falde dell’Etna.

In realtà in Sicilia è in atto una vera e propria gara all’oro americano. Sono già una decina i progetti approvati da comuni vicini a Sigonella per insediare complessi “chiusi ad uso collettivo” per i militari statunitensi. È come se si attendesse una moltiplicazione in tempi brevissimi degli addetti e dei rispettivi familiari, condizione che però non trova conferma nei documenti del Pentagono relativi ai piani di ammodernamento delle infrastrutture militari Usa all’estero. Ci troveremmo invece ad una consistente diminuzione del personale in forza a Sigonella. Il “Base Structure Report” del Dipartimento della Difesa alla data del 30 settembre 2005 fissa la presenza nella base siciliana di 2.310 militari e 788 tra civili e contractor. Due anni prima i militari erano invece 3.438 mentre i “civili” 829. Conti alla mano, pertanto, il personale di Sigonella è calato nell’ultimo biennio del 27,4%. La riduzione del numero dei militari statunitensi risponde al nuovo modello di “offesa” delle forze armate Usa: da una parte si risparmia sui reparti terrestri e navali per destinare la spesa allo sviluppo delle tecnologie di guerra aerea; dall’altra c’è uno spostamento di reparti su nuove basi “avanzate” (nel Golfo Persico, nei Balcani ed in alcuni scali aerei di Polonia, Bulgaria e Romania). Altro elemento è la “delega” alle società private (mercenarie) di molti dei servizi bellici un tempo attribuiti ai coscritti. Così assistiamo ad un trend negativo nelle presenze Usa in Sicilia e in buona parte delle infrastrutture allestite a livello internazionale, nonostante Washington sia impegnata in sanguinose guerre globali.

Legittimi i sospetti che dietro la progettazione di nuovi residence per i militari di Sigonella si nascondano operazione meramente speculative. Nel caso del megaprogetto di Lentini c’è però una fitta ragnatela d’interessi che accomunano e non solo strategicamente, la grande base di Sigonella a Vicenza, rendendolo particolarmente credibile. A presentare il piano per l’approvazione in consiglio comunale ci ha pensato la Scirumi Srl, società con sede a Catania in via XX Settembre 42 presso lo studio del professore Gaetano Siciliano, già presidente dell’ordine dei commercialisti ed odierno presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Catania. Tra i soci della Scirumi compare invece la Cappellina Srl, società nella titolarità della famiglia di Mario Ciancio Sanfilippo, l’ultimo dei cavalieri di Catania, già alla guida della Fieg (la Federazione degli editori di testate giornalistiche), proprietario dell’impero industriale-editoriale de La Sicilia ed azionista di tutti i quotidiani e di buona parte delle emittenti radiotelevisive che operano nel Sud Italia. Da sempre Ciancio e le sue testate sono stati tra i più fervidi sostenitori dei processi di militarizzazione del territorio siciliano, sponsorizzando inoltre le più devastanti opere implementate o progettate nell’isola, prima fra tutte il Ponte sullo Stretto di Messina.

Altro importante socio della Scirumi Srl è la Maltauro Costruzioni di Vicenza, azienda attiva nel settore delle grandi opere pubbliche e private con un portafoglio lavori di circa 220 milioni di euro all’anno. La Maltauro ha operato ad Aviano per l’ampliamento della base della Us Air Force ed è in gara a Vicenza per accaparrarsi i lavori per la nuova megabase Usa. La società di costruzioni veneta è particolarmente attiva in Sicilia. Nel novembre 2006 ha rilevato l’impresa Ferrari di Genova, la quale, a sua volta, aveva acquisito due aziende storiche in mano ai chiacchierati “cavalieri” dell’apocalisse mafiosa di Catania (Gaetano Graci e Giuseppe Costanzo): l’IRA e la Fratelli Costanzo. Proprio la Ferrari e l’ex IRA sono state al centro di importanti indagini relative all’infiltrazione di Cosa Nostra nei lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Messina-Palermo. La Maltauro Costruzioni ha inoltre realizzato la nuova casa circondariale di Siracusa, un liceo scientifico a Rosolini (altro piccolo comune del siracusano), ed il tronco autostradale Palermo-Caltavuturo sulla A/19. Sempre in Sicilia la società di Vicenza ha appena concluso i lavori di Etnapolis, il maggiore centro commerciale di tutto il Mezzogiorno d’Italia. Ricadente nel comune di Belpasso – lo stesso dove sorge da due anni un residence con 526 unità abitative per i militari di Sigonella – Etnapolis è un vero e proprio scempio urbanistico-territoriale con i suoi 270.000 metri quadrati di superficie e parcheggi per oltre 6.000 auto. La Maltauro ha anche aderito al consorzio pubblico-privato “EtnaFiere Spa” che prevede di realizzare ancora a Belpasso, nei terreni adiacenti ad Etnapolis, un centro fieristico di 180.000 metri quadrati.

Tra i soci della S.p.A. fieristica compare Banca Nuova, istituto interamente controllato dalla Banca Popolare di Vicenza. Banca Nuova ha pure fatto parte del pool di banche che hanno concorso al finanziamento del megacentro commerciale di Belpasso. Costituita a Palermo nel 2000, Banca Nuova è oggi uno degli istituti di credito più aggressivi nell’isola. Prima ha assorbito la Banca del Popolo di Trapani, poi ha rilevato dal Gruppo Intesa una ventina di sportelli sparsi in tutta la Sicilia, buona parte dei quali già appartenuti alla Banca Agricola Etnea del cavaliere di mafia Gaetano Graci. Coincidenza vuole che il presidente della Banca Popolare di Vicenza sia l’industriale vinicolo Giovanni Zonin, proprietario dei più prestigiosi vigneti siciliani. Il 9 gennaio 2007, durante la breve visita a Vicenza dell’ambasciatore Usa in Italia, Ronald P. Spogli – oggetto un “sopralluogo” alla base di Ederle e all’aeroporto El Molin - Zonin è stato l’unico imprenditore locale ad essere ammesso ad un colloquio privato con il diplomatico. L’incontro, manco a dirlo, è avvenuto presso la sede centrale della Banca Popolare di Vicenza.

Articolo pubblicato in Carta n. 6, 17 febbraio 2007

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