Fiumi di soldi e strade per Sicilia e Calabria con fondi del Ponte?

Arrivano 1,3 miliardi di euro per le infrastrutture in Sicilia e Calabria. Lo rende noto un comunicato della Presidenza del Consiglio al termine della riunione a Palazzo Chigi indetta dal premier, Romano Prodi, per stabilire priorità e scelte sulle nuove destinazione dei fondi precedentemente destinati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Arrivano 1,3 miliardi di euro per le infrastrutture in Sicilia e Calabria. Lo rende noto un comunicato della Presidenza del Consiglio al termine della riunione a Palazzo Chigi indetta dal premier, Romano Prodi, per stabilire priorità e scelte sulle nuove destinazione dei fondi precedentemente destinati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. L’incontro, si legge nella nota, “ha permesso di definire concretamente l’adozione dei progetti infrastrutturali che permetteranno alle due regioni di veder sviluppare le reti di mobilità e di servizio”. Verrà inoltre “garantito lo stanziamento necessario ad avviare le opere infrastrutturali riguardanti le strade provinciali delle due regioni interessate”. Per queste ultime si prevede un contributo finanziario di un altro miliardo di euro, già previsto nella scorsa Finanziaria.

Alla riunione odierna hanno partecipato, tra gli altri, i ministri delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, dei Trasporti Alessandro Bianchi, il viceministro allo Sviluppo economico con delega per il mezzogiorno, Sergio D’Antoni, il viceministro alle Infrastrutture Angelo Capodicasa e il sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri, i presidenti della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, e della Calabria, Agazio Loriero.

Delle risorse previste per il Ponte, alla Sicilia andranno 906 milioni di euro. Nel dettaglio, 720 milioni - equamente ripartiti - andranno alle aree metropolitane di Catania, Messina e Palermo. Gli altri 190 milioni andranno come quota parte per il completamento della superstrada Agrigento-Caltanissetta.

Alla Calabria andranno invece 388 milioni, per la superstrada 106 Jonica (completamento di un lotto e progettazione di altri due) e per il sistema viario e gli attracchi di Villa San Giovanni.

Relativamente al miliardo previsto per la viabilità provinciale, il ministro Di Pietro ha assicurato che nel giro di pochi giorni verrà emanato un decreto, d’intesa con il ministro Bersani, per sbloccare i primi 500 milioni e definire la ripartizione delle risorse.

Nel corso della conferenza stampa di fine vertice il governatore Cuffaro ha tuttavia sottolineato che "avremmo preferito che queste risorse fossero utilizzate per il Ponte". Immediata la replica del viceministro D`Antoni: “Il Ponte si potrà fare, ma solo con risorse del mercato. E lavoriamo anche per arrivare a quel risultato. Intanto facciamo queste opere, che sono prioritarie e indispensabili”. L’esecutivo non scioglie dunque le ambiguità sino ad ora mantenute sul Ponte sullo Stretto. Solo una “congelazione” o “cristallizzazione” come si preferisce dire alla Stretto di Messina Spa. Per l`opera nessuna definitiva cancellazione dai futuri piani infrastrutturali.

Scontate le critiche alla decisione del governo da parte di Forza Italia. “Quella prospettata da Di Pietro è una presa in giro. I soldi del Ponte di Messina devono essere impiegati in Sicilia, perchè se finiscono nel bilancio dell’Anas saranno impiegati chissà dove, ma non certo da noi”, ha dichiarato a caldo il delfino siciliano di Berlusconi, Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale. “Succederà come per la costruzione dell’autostrada Catania-Ragusa. L’Anas i quattrini li aveva già. E allora dove sono finiti? Poi l’Anas dichiarava di non avere più soldi per il Sud e per evitare l’abbandono delle strade del Mezzogiorno venivano stornati i fondi del Fas. In questo modo le risorse ordinarie per le regioni meridionali regolarmente finivano al Nord`.

Articolo pubblicato il Terrelibere.org il 4 ottobre 2007

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