Plasma anti-Covid dal Qatar alla Sardegna. Ricerca e affari con Santa Madre Chiesa
In
Qatar un centinaio di pazienti convalescenti da Covid-19 “donano” il loro
plasma che viene poi infuso in altrettanti malati gravi offertisi “volontariamente”
per i test di laboratorio. Successivamente il plasma viene imbarcato in un
aereo dell’Aeronautica militare italiana e trasportato sino ad un grande
presidio ospedaliero privato in Sardegna dove verranno quantificati gli
anticorpi neutralizzanti il coronavirus. Passa tra Doha e Olbia la nuova
frontiera della ricerca scientifica per contrastare l’epidemia che ha messo in
ginocchio il mondo intero. Sperimentazioni che pongono profondi dubbi etici ma
che legano insieme transnazionali, holding farmaceutiche, uffici diplomatici,
le forze armate e le segrete finanze della Santa Sede in quella che è ormai la
gara multimiliardaria per il nuovo vaccino anti-influenzale planetario.
Con
un comunicato ufficiale del Mater Olbia Hospital è stato reso noto un accordo
con le autorità governative del Qatar e l’Università Cattolica del Sacro Cuore
per sviluppare congiuntamente una ricerca sul plasma iperimmune. “Il progetto si propone di valutare la
sicurezza e l’efficacia della terapia con plasma in una coorte di pazienti
Covid-19”, spiega il centro sardo. “Lo
scopo è quello di dimostrare la caratterizzazione del ruolo degli anticorpi nello
sviluppo dell’immunità post-Covid-19, mediante un’analisi dettagliata della
risposta anticorpale specifica per Sars-CoV-2. I risultati della ricerca, che
prevede l’arruolamento di 100 donatori e 100 pazienti riceventi, contribuiranno
in modo significativo a standardizzare e migliorare la terapia con plasma”.
Più specificatamente, il
plasma dei pazienti in via di guarigione verrà raccolto e infuso su malati con
quadri severi da Covid-19 presso l’Hamad Medical Corporation di Doha. I
campioni di plasma verranno successivamente inviati al Mater Olbia Hospital dove,
mediante saggi Elisa, saranno determinati i titoli anticorpali e la
caratterizzazione qualitativa immunitaria. I campioni di plasma selezionati
saranno infine “infettati” da cellule con virus Sars-CoV-2 nel laboratorio di
Microbiologia dell’Università Cattolica di Roma che misurerà le capacità di risposta
inibitoria.
“Alcuni lavori condotti in
Cina hanno messo in evidenza le potenzialità di questo trattamento, in analogia
a quanto dimostrato in precedenza per altre infezioni virali gravi tra cui Sars
e Mers, causate da virus molto simili a Sars-CoV-2”, aggiunge il Mater Olbia. “Si
ritiene che gli anticorpi presenti nel plasma di pazienti convalescenti possano
esercitare un’azione neutralizzante sul virus nei pazienti Covid-19 gravi,
contribuendo in modo decisivo a un rapido miglioramento delle condizioni
cliniche e alla guarigione”.
La ricerca è finanziata dalla
Qatar Foundation Endowment (organizzazione “no-profit” che opera nel campo
della ricerca scientifica e dell’istruzione accademica, finanziata e
controllata dal governo dell’emirato), dall’Hamad Medical Corporation (il
principale gruppo fornitore di servizi sanitari e ospedalieri del Qatar) e dal Mater
Hospital di Olbia e ha un valore stimato di 500.000 euro. Collaborano al progetto l’Ambasciata della Repubblica
italiana a Doha e l’Aeronautica militare che ha fornito l’aereo cargo che
sabato 13 giugno - secondo l’Ansa -
ha trasportato il plasma dei pazienti qatarini in Italia, insieme ad un gruppo
di militari impegnati con la coalizione anti-ISIS nella grande base aerea di
Al-Udeid, a 50 km circa da Doha.
Gli studi
saranno coordinati da Hussam Al Soub e da Ali S. Omrani dell’Hamad Medical
Corporation e dal prof. Stefano Vella del Mater Olbia Hospital, già direttore
del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità ed
ex Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dal gennaio di quest’anno “rappresentante
italiano” al Programma Quadro di Ricerca Europeo Horizon 2021-2027, su nomina del MIUR e del ministero della Salute.
Con delibera della Giunta della
Regione Sardegna del 26 marzo 2020, il Mater Olbia Hospital è stato individuato
quale struttura emergenziale anti-Covid per l’area settentrionale dell’Isola.
Ciò comporta il trasferimento di ingenti risorse pubbliche a favore dell’ospedale
per approntare nuove strutture di terapia intensiva e un reparto di malattie
infettive con 15 posti letto. Per ovviare alla carenza di personale medico e
paramedico specializzato, il ministero della Difesa ha anche trasferito nel
centro di Olbia 3 medici e 8 infermieri militari.
Grandi interessi privati in
mano straniera con l’immancabile aiuto del sistema pubblico quelli del Mater Olbia Hospital. La grande struttura è di
proprietà della Qatar Foundation Endowment e della Fondazione
Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma, nella titolarità
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il controllo societario è
esercitato in verità da un’oscura società registrata il 13 dicembre 2013 nel
paradiso fiscale del Granducato del Lussemburgo, la Innovation Arch. Questa,
secondo Mauro Pili, politico e giornalista in un articolo pubblicato dall’Unione Sarda, detiene il 75% del
capitale sociale (10 milioni di euro) della Mater Olbia S.p.A. di Cagliari; il restante
25% è in mano alla Fondazione del Policlinico “Gemelli”. Al centro ospedaliero
di Olbia, la regione Sardegna ha destinato finanziamenti per 86 milioni di euro
nel biennio 2019-2020, a cui vanno poi aggiunti quelli “straordinari” per
contrastare la pandemia da Covid-19.
Presidente del consiglio
d’amministrazione del Mater Olbia è il manager Rashid Al-Naimi, vicepresidente della Qatar Foundation Endowment,
presidente del Qatar MICE Development
Institute (società di consulting e promozione industriale) e di Gulf Bridge
International (holding privata che controlla la rete di cavi sottomarini che
collegano i paesi del Golfo Persico all’Europa, all’Africa e all’Asia). Rashid
Al-Naimi è pure membro del Cda di Vodafone Qatar ed ha operato come direttore
generale per conto della RasGas Ltd di Doha, una delle maggiori società internazionali
produttrice ed esportatrice di gas naturale liquefatto (GNL).
Vice presidente e
amministratore delegato di Mater Olbia Hospital è Giovanni Raimondi, pure
presidente dell’IRCCS
– Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma, istituzione intrinsecamente
legata all’Università Cattolica del Sacro Cuore e all’Istituto di Studi Superiori “Giuseppe Toniolo” di
Milano e fedelissimo di Comunione e Liberazione. Del Cda del “Gemelli”, fanno
pure parte – tra gli altri - il rettore e
presidente del consiglio d’amministrazione della Cattolica, Franco Anelli (CL);
il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi; il presidente (dimissionario) del
Banco Popolare di Milano, Carlo Fratta Pasini (CL); il presidente emerito della
Corte costituzionale, Cesare Mirabelli e io giornalista ed ex sottosegretario
di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, fedelissimo berlusconiano
e Premio America della Fondazione
Italia-Usa. Tutti esponenti del mondo cattolico.
Per
comprendere l’identità e il peso dei proprietari dell’impero Gemelli-Cattolica
basta rilevare composizione e nomina dei membri del consiglio d’amministrazione
dell’Università Cattolica, la struttura-madre: 11 su 17 sono nominati dall’Istituto “Giuseppe Toniolo” creato nel 1920 da
padre Agostino Gemelli, francescano e fondatore dell’Ordine dei Missionari
della regalità di Cristo. Altri tre rappresentanti sono invece nominati,
rispettivamente dalla Santa Sede, dalla Conferenza Episcopale Italiana e
dall’Azione Cattolica. Dulcis in fundo il rappresentante del governo italiano,
il dottor Guido Carpani, già Capo gabinetto della Presidenza del Consiglio e
dei ministeri della Salute e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare,
ma anche ex consigliere d’amministrazione del Mater Olbia nonché vicepresidente
dell’Istituto Toniolo e consigliere d’amministrazione dell’Università Cattolica.
Articolo pubblicata in Africa Express il 24 giugno 2020, https://www.africa-express.info/2020/06/24/qatar-sardegna-alla-ricerca-del-vaccino-anti-covid-e-affari-di-santa-madre-chiesa/
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