Dal 2016 i Carabinieri addestrano l’intelligence e la polizia segreta del Qatar
Chi concorre alla formazione
delle forze speciali e della guardia personale dell’emiro del Qatar nella
“lotta al terrorismo” o nella “gestione dell’ordine pubblico”? L’Arma dei
Carabinieri…
Istituita nel 2004 dall’allora
sovrano Sheikh Hamad bin Khalifa Al-Thani che abdicò a favore del figlio nove
anni dopo, la Lekhwiya è il corpo
d’élite delle forze di sicurezza qatarine che sovrintende a delicate operazioni
d’intelligence e di “controllo interno”. A seguito dell’Accordo tecnico firmato a Doha il 14 marzo 2016 dal generale Fahad
Rashed Al-Ali, Comandante della Lekhwiya
Security Force, e dall’allora Comandante generale dei Carabinieri, gen.
Tullio Del Sette (già Capo di gabinetto della ministra della difesa sen.
Roberta Pinotti), Qatar e Italia hanno avviato programmi di “cooperazione nell’ambito
dell’addestramento e dello scambio delle migliori pratiche in relazione al
servizio di istituto”.
“L’Arma dei Carabinieri,
Forza di Polizia con Status Militare, vanta una vasta esperienza e competenza
nella gestione dell’Ordine Pubblico e Sicurezza Generale e la forza di sicurezza
interna Lekhwiya del Qatar è impegnata nel garantire la Incolumità Pubblica”,
si legge nel preambolo all’art. 1 dell’Accordo
tecnico. ”Le due Parti – spiega l’art. 3 - assicureranno la condivisione
della propria documentazione, pubblicazioni e materiale scientifico in
relazione al controllo degli assembramenti, gestione di manifestazioni e
raduni, disordini, sempre nel rispetto dei diritti umani, alla gestione dell’Ordine
Pubblico in genere, della criminalità informatica, a tecniche di
intercettazione nei termini di legge, tecniche di contrasto al terrorismo ed
alla criminalità organizzata, comando e controllo, scienze forensi, nuove tecnologie,
reparti cinofili, controllo del territorio, gestione del traffico,
equipaggiamenti, logistica ed ingegneristica; scambi, inclusi corsi, seminari,
gruppi di lavoro, convegni ad hoc, con particolare riguardo all’addestramento
del personale di Polizia ed alla mutua assistenza nella formazione di competenze
nell’ambito sicurezza”.
L’Arma dei Carabinieri e la Lekhwiya si impegnavano inoltre a
promuovere l’organizzazione di incontri e gruppi di ricerca, ancora una volta “in
relazione al controllo degli assembramenti, gestione di manifestazioni e
raduni, disordini, ecc.”, e a partecipare insieme a “progetti finanziati da
controparti nazionali ed internazionali o donatori”. L’accordo è entrato in
vigore il giorno stesso della sua firma, senza la ratifica da parte degli
organi di governo e/o legislativi (non ci risulta che il Parlamento italiano lo abbia mai discusso) e ha validità
temporale illimitata.
La partnership tra i
Carabinieri e le forze armate e di sicurezza qatarine aveva preso il via con la
visita ufficiale alla Scuola Allievi
dei Carabinieri di Roma, il 4
ottobre 2010, di una delegazione militare dell’emirato capeggiata dal generale
Rashed Abdullah Al-Obaid. Tre anni più tardi la Lekhwiya
veniva ammessa nell’Associazione Internazionale delle Forze di Gendarmeria e di
Polizia con Status Militare, istituzione nota con l’acronimo “FIEP” dalle
iniziali in lingua francese dei quattro paesi che la fondarono nel 1994 (Francia,
Italia, Spagna e Portogallo). Attualmente FIEP riunisce le forze di polizia
militare di 17 paesi: ai fondatori e al Qatar si sono aggiunti Turchia, Olanda,
Romania, Giordania, Marocco, Tunisia, Palestina, Ucraina, Argentina, Cile, Brasile
e Gibuti. Nell’aprile 2018, al Qatar è stato affidata l’organizzazione del
meeting annuale di FIEP, interamente dedicato allo sviluppo di nuove
tecnologie, logistica e sistemi d’informazione “nella lotta al terrorismo”.
Nell’autunno
2015 veniva stipulato un agreement tra il Comando Generale dei
Carabinieri, la Qatari Lekhwiya e
Studiare Sviluppo (società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che svolge
attività di assistenza nell’ambito di programmi di cooperazione interregionale)
per organizzare a Livorno un corso di formazione a favore dei qatarini su “Tecniche di protezione ravvicinata delle
Autorità” (11-24 ottobre). L’anno successivo, presso il Center of
Excellence for Stability Police Units - CoESPU di Vicenza (Centro
di formazione delle unità di polizia dei paesi africani e asiatici,
cofinanziato e gestito dall’Arma dei Carabinieri e dal Comando di US Army
Africa), venivano ospitati 20 rappresentanti della Lekhwiya per un corso di due settimane su Fighting in built - up areas.
Sempre al CoESPU di Vicenza, ufficiali della
gendarmeria qatarina partecipavano nel novembre 2018 all’11th International
Military Police (insieme a colleghi
provenienti da Albania, Italia, Burkina Faso, Mauritania, Corea del Sud e Ucraina)
“per scambiare dottrine e creare un nuovo concetto di MP, con meno M e più P”;
e al 6th Course on Stability
Policing in International Crisis Management Operations (con Italia,
Mauritania e Ucraina) “per conoscere meglio le dottrine d’intervento delle
forze multinazionali, Nato, Ue e Onu”. Ancora la Qatari
Lekhwiya era tra gli “ospiti” del Centro di formazione Carabinieri-Us
Army per la 12^ edizione dell’International Military Police Course, con le gendarmerie di Armenia,
Bosnia ed Erzegovina, Burkina Faso, Ciad, Corea del Sud, Italia, Mali,
Mauritania, Pakistan, Senegal e Ucraina.
Da un
paio di anni i poliziotti-militari qatarini compaiono anche tra i frequentatori
dei corsi internazionali offerti dall’Istituto Superiore di Tecniche
Investigative (ISTI) della Scuola marescialli
dei Carabinieri di Velletri, in collaborazione con le agenzie Onu, l’Osce (Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) e il nostro ministero degli
Affari esteri e la cooperazione internazionale. Lo scorso anno, oltre che dal
Qatar, sono giunti a Velletri rappresentanti delle gendarmerie di Albania,
Serbia, Macedonia, Bosnia, Montenegro, Francia e Uganda, mentre nel caso degli
Emirati Arabi, sono stati i carabinieri-istruttori dell’ISTI a recarsi ad Abu
Dhabi per impartire lezioni di polizia scientifica.
Di particolare rilievo è
stata pure la visita ufficiale in Qatar, il 10 maggio 2018, dell’allora Comandante Generale dell’Arma, generale Giovanni
Nistri. In compagnia dell’ambasciatore italiano a Doha, Pasquale Salzano, il
Capo dei Carabinieri incontrava, tra gli altri, “per uno scambio
di vedute su diverse questioni di mutuo interesse”, il Primo ministro e responsabile del dicastero
dell’Interno Sheikh Abdullah bin Nasser bin Khalifa Al-Thani.
Il 17 dicembre dello stesso
anno, il generale Giovanni Nistri effettuava una seconda visita a Doha per
firmare un accordo tecnico di collaborazione militare, stavolta con il
Comandante della Guardia dell’Emiro, generale Hazza bin Khalil al
Shahwani. Due giorni più tardi l’allora Comandante
Generale dell’Arma sedeva nel palco d’onore, con sua altezza reale Sheikh Tamim
bin Hamad al-Thani e i suoi più stretti congiunti, in occasione della solenne
parata militare per le celebrazioni della Festa nazionale del Qatar.
“La parata è iniziata con il volo di numerosi tipi di
velivoli da guerra, elicotteri da combattimento, aerei da trasporto, e team
acrobatici ed è proseguito con l’ingresso dei veicoli corazzati delle forze
armate, tank, sistemi missilistici e di telecomunicazione, equipaggiamenti
della polizia militare e anti-terrorismo, e con una mostra delle imbarcazioni e
dei moderni vessilli delle forze navali dell’Emiro”, riportano le cronache di
quel giorno. “Nel corso dell’evento, i
paracadutisti della forza di sicurezza interna Lekhwiya hanno effettuato una serie di lanci da aerei”. Tra gli
ospiti VIP, oltre al generale Nistri, i rappresentanti delle forze armate
partner dell’Emirato in diverse e controverse operazioni in Nord Africa e nel
Golfo Persico: il Capo di Stato maggiore dell’Esercito del Pakistan, gen. Qamar
Javed Bajwa; il Comandante dell’US Air Force di stanza nella grande base aerea
qatarina di Al Udeid, gen. Joseph Guastella; il vicecomandante delle forze
aeree della Gran Bretagna, gen. Stuart Atha; il vicecapo di Stato maggiore
dell’Esercito del Kuwait, gen. Sheikh Abdullah al-Nawaf al-Sabah; il Comandante
delle forze terrestri d’Algeria, gen. Sidan Ali; il vicecomandante della Royal
Moroccan Army, colonnello Jido Abu Zeid; i ministri della Difesa della Tunisia,
Abdelkrim Zbidi, e della Turchia, Hulusi Akar.
Per la Festa nazionale dell’Emirato, edizione 2018,
l’Arma non si limitava alla sola presenza del suo primo Comandante. Per tre
giorni, (17, 18 e 19 dicembre), la Banda Musicale dei Carabinieri si esibiva
infatti nei teatri e nelle piazze di Doha con ben 85 musicisti e la direzione del
maestro-colonnello Massimo Martinelli. “Questi concerti sono uno dei tanti
esempi delle eccellenti relazioni bilaterali e un segno della nostra lunga
amicizia basata sulla reciproca fiducia e ammirazione”, le parole
dell’ambasciatore Pasquale Salzano. “Ciò che le autorità e il popolo del Qatar
apprezzano dei Carabinieri è che essi rappresentano un’istituzione nello tempo
innovativa ed ancorata ai suoi valori e tradizioni. Dedizione, impegno e
passione inspirano sempre i membri dell’Arma nei loro compiti di protezione e
assistenza delle persone, in Italia e all’estero”.
Il 13 settembre 2019 era il
comandante della Guardia dell’Emiro, Hazza bin Khalil al Shahwani, a recarsi in
visita in Italia per incontrare il generale Giovanni Nistri. “La visita
avviene a poco di un anno dalla firma dell’accordo di cooperazione congiunta
tra Italia e Qatar, nel quadro del rafforzamento delle relazioni bilaterali tra
i due paesi nel comparto militare”, riportava la nota emessa dall’ambasciata
italiana a Doha. “La cooperazione tra Italia e Qatar ha assistito negli ultimi
anni ad un particolare slancio nel comparto della difesa come rappresentato dal
contratto firmato nel giugno 2016 da 5 miliardi di euro per la fornitura, in
cinque anni, di sette unità navali destinate alla Marina militare dell’emirato”.
C’è un post sul profilo
istituzionale di facebook del Comando Generale dei Carabinieri che la dice
lunga su come e quanto sia legata l’Arma al sovrano del Qatar e ai suoi reparti
d’élite. La sua pubblicazione risale al 21 gennaio scorso, in occasione della
missione nel Golfo del Presidente della repubblica, Sergio Mattarella. “La
dimensione internazionale dell’Arma non è data solo dalle competenze nella
protezione e costruzione di sicurezza all’estero, ma anche dalla capacità di
aver ben impressionato altri Paesi col modello Carabinieri, come accaduto in
Qatar dove il Presidente Mattarella è in visita ufficiale”, si legge. “Oggi,
nel corso di un incontro, l’emiro Tamim bin Hamas al Thani ha ricordato di
quando il padre, visitando l’Italia nel 2000, incontrò proprio Mattarella,
allora Ministro della Difesa, e rimase colpito dall’Arma dei Carabinieri, al
punto da creare un corpo simile nello Stato qatariota”. Un apparato di controllo e pronto intervento (custode della sicurezza interna, così come si autodefinisce), che
risponde in tutto e per tutto al Capo di un regime ancora assai distante dai
principi democratico-liberali o dal rispetto degli standard base in tema di
diritti umani.
Articolo pubblicato in Africa Express il 10 giugno 2020, (“Dossier
Silvia Romano”), https://www.africa-express.info/2020/06/10/dal-2016-i-carabinieri-addestrano-lintelligence-e-la-polizia-segreta-del-qatar/
Commenti
Posta un commento