Nasr 19, giochi di guerra dei bersaglieri spediti in Qatar
Lo Stato Maggiore dell’Esercito lo ha
definito “il più importante rischieramento di forze terrestri da combattimento
italiane in Medio Oriente dal ritiro del contingente Antica Babilonia schierato in Iraq tra il 2003 e il 2006”. All’inizio
del settembre 2019, 800 militari e più di un centinaio di mezzi pesanti tra
carri armati, blindati e cannoni sono stati inviati ad esercitarsi nell’arido
deserto del Qatar, insieme alle truppe d’assalto qatarine. I war games si sono
svolti per oltre un mese nel maxi-poligono di Al Ghalail, a sud della capitale Doha. Nome in codice della maxi-esercitazione
bilaterale, NASR 19, protagonisti i
bersaglieri della Brigata “Garibaldi” di stanza in Campania e in Calabria e la 2^ brigata
delle Forze Terrestri del Qatar. A coordinare l’intera operazione, a fianco
dello Stato Maggiore della Difesa, i rappresentanti della Farnesina e
l’onnipresente ufficio diplomatico italiano in Qatar. “Grazie a NASR 19 – riferiva l’allora ambasciatore
Pasquale Salzano - si rafforza la collaborazione non solo tra le forze armate,
ma complessivamente fra lo Stato del Qatar e la Repubblica italiana”. “Abbiamo
accettato rapidamente l’invito del Qatar perché la zona d’esercitazione offre caratteristiche idonee allo svolgimento di
attività che, per numero di veicoli cingolati e ruotati impiegati e per volume
di fuoco, non sarebbe possibile sviluppare presso aree addestrative presenti
sul territorio italiano”, spiegava invece il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,
generale Salvatore Farina, presente alle azioni di fuoco insieme al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. “L’esercitazione
rappresenta il momento culminante di un’intensa attività di cooperazione tra i
due Paesi che, nel rinsaldare i reciproci rapporti di amicizia, hanno avviato
un intenso scambio di visite e addestramenti congiunti. Lo scopo principale di
questo importante evento addestrativo, oltre a valutare le modalità di
rischieramento nell’area del Golfo Persico di un dispositivo pesante dell’Esercito,
è quello di innalzare il livello di integrazione e interoperabilità delle unità
affinando sia le procedure da attuare a in ambito Posti Comando, sia i
procedimenti d’impiego delle unità”.
L’esercitazione è stata ovviamente anche
un’ottima occasione per provare dal vivo la potenza distruttiva dei principali
sistemi di guerra terrestre in dotazione alle forze armate italiane anche nella
prospettiva di una loro acquisizione da parte del Qatar. “Nell’ambito delle attività addestrative, sono state altresì testate alcune
delle capacità che verranno poste in alta prontezza a favore della NATO”,
spiega ancora lo Stato Maggiore. “In particolare, le compagini di fanteria
pesante della Brigata Garibaldi, hanno impiegato cingolati VCC 80 Dardo, carri armati C1 Ariete, VBM Freccia, mortai da 120 mm e da 81 mm, Veicoli Tattici Leggeri
Multiruolo (VTLM) Lince, sistemi contro carro Milan e Spike, obici FH70, lanciatori G-MLRS (Guided Multiple Launch Rocket
System), i semoventi PZH 2000, artiglierie di ultima generazione con
possibilità d’impiego di munizionamento a guida GPS e a lunga gittata, capaci
di colpire obiettivi di dimensioni ridotte…”. Si tratta in buona parte di armamenti
prodotti e/o commercializzati dalle aziende leader del complesso
militare-industriale nazionale, Oto Melara - Leonardo (ex Finmeccanica) ed
Iveco Defence Vehicles in testa. Made in
Italy anche i munizionamenti da 155 mm con gittate elevatissime (sino a 100
km di distanza) sperimentati per la prima volta in un campo di battaglia: i
proiettili per cannoni tipo “Vulcano”, progettati e realizzati negli
stabilimenti Oto Melara di La Spezia. “Inoltre – aggiunge il portavoce
dell’Esercito italiano - la componente Genio della Garibaldi, durante
l’incontro con la controparte locale, ha presentato il nuovo veicolo di seconda
generazione Orso in alcune sue
varianti, con una successiva dimostrazione sul terreno delle capacita dei
sistemi robotizzati per l’identificazione di presunti ordigni esplosivi
osservati ed individuati sul terreno”. L’Orso
è il Veicolo Tattico Medio Multiruolo (VTMM) realizzato da Iveco DV di Bolzano
e dall’azienda tedesca Krauss Maffei Wegmann per il trasporto militari ed obici
leggeri, la guerra elettronica, il supporto logistico e l’assistenza sanitaria.
Oltre che all’Esercito italiano, il nuovo VTMM è stato venduto alle forze
terrestri del Libano. Con NASR 19, Orso
e Vulcano sono stati promossi
all’attenzione del florido mercato delle petromonarchie del Golfo.
L’esercitazione italo-qatarina si è
conclusa il 27 ottobre 2019. In contemporanea all’ultima fase dei cannoneggiamenti,
in Piemonte, nel comprensorio di Baudenasca (Pinerolo), gli Alpini del 3°
reggimento della brigata “Taurinense” e i genieri guastatori del 32° reggimento
davano vita all’esercitazione “Gold Fenix”, unitamente a un centinaio di militari
dell’esercito francese e dell’Emirato del Qatar. “L’esercitazione ha avuto lo
scopo di elevare la capacità operativa del personale di muovere, vivere e
combattere in ambiente urbanizzato, in contesti multinazionali ad alta
intensità”, riporta il comunicato emesso dallo Stato Maggiore dell’Esercito. “Attraverso
il confronto con realtà militari diverse, sono state applicate e migliorate le
capacità di movimento in un ambiente particolarmente difficile, implementandole
successivamente con l’addestramento al superamento di ostacoli sia naturali,
come ad esempio le falesie di roccia, sia artificiali, tramite le strutture
addestrative in dotazione al 3° reggimento Alpini”. Ognuno offre, cioè, quello
che ha: i militari qatarini le sabbie del deserto, quelli italiani i grandi
agglomerati urbani e le vette alpine. La globalizzazione delle guerre moderne…
Un mese dopo il duplice appuntamento,
il 19 novembre 2019, il generale Salvatore Farina effettuava una seconda visita
ufficiale in Qatar per incontrare il Capo di
Stato Maggiore della Difesa, generale Ghanim Shaheen Al Ghanim e visitare
il Centro di addestramento delle forze terrestri dell’emirato. “Il generale
Farina ha potuto osservare i principali mezzi ed i sistemi di simulazione che
vengono impiegati dal Centro”, riferiva il Ministero della Difesa.
Successivamente la massima autorità dell’Esercito italiano si recava nell’area addestrativa
di Al Ghalail per “assistere” ad un’altra maxi-esercitazione, Eastern Action, protagoniste le forze
terrestri qatarine e i militari della 38^ Divisione di fanteria della Guardia
nazionale dello Stato dell’Indiana (Usa). “Il generale Farina ha fatto infine
visita al Collegio Militare Ahmed Bin Mohammed fondato nel 1996 da Sua
Altezza l’Emir Sheikh Hamad Bin Khalifa Al Thani per preparare i cadetti per l’esercito
e la polizia”, aggiungeva la nota della Difesa. “Al termine dell’incontro, il
Capo di Stato Maggiore Esercito ha espresso parole di stima per lo
stabile e duraturo rapporto di collaborazione tra le Forze Terrestri del Qatar
e l’Esercito Italiano, sottolineando l’attuale senso di amicizia e
cooperazione e confermando la disponibilità ad incrementare - nel prossimo
futuro - quelle che sono attività addestrative congiunte, con lo
scopo di rendere sempre più interoperabili i due eserciti”.
Per consolidare e strutturare la cooperazione bilaterale tra gli eserciti di Italia e
Qatar si era tenuto a Roma il 16 e 17 gennaio 2019 il 1°
Steering Committee tra una delegazione dell’Ufficio Attività Internazionali
dello Stato Maggiore e i vertici militari dell’emirato. “L’incontro, oltre
a costituire l’occasione per incrementare la collaborazione nei settori di
reciproco interesse, in primis in quello addestrativo e formativo, ha
consentito di gettare le basi per la realizzazione dei primi Army Staff Talks che si terranno in
Qatar nel mese di maggio e pianificare l’esercitazione congiunta NASR 2019 prevista per il prossimo
autunno”, riferiva la Difesa. “Infine, allo scopo di incrementare la conoscenza
della controparte sulle capacità di Comando e Controllo dell’Esercito Italiano,
è stata realizzata presso l’11° Reggimento Trasmissioni in Civitavecchia, una
dimostrazione capacitiva sull’impiego di tecnologie nazionali all’avanguardia
nello specifico settore”.
Un altro meeting si teneva ancora una volta in
Italia a fine aprile. L’ospite d’onore era stavolta il generale
Mohamed bin Ali Al Ghanem, Comandante delle Forze Terrestri del Qatar. “Durante l’incontro avvenuto a Palazzo
Esercito, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina,
ha espresso parole di stima per lo stabile e duraturo rapporto di
collaborazione tra i due eserciti di Qatar e Italia”, si legge nella nota
emessa dalla Difesa. “Il generale Farina ha focalizzato l’attenzione sull’addestramento
congiunto avvenuto recentemente con i paracadutisti e i piloti dell’aviazione
qatariota, a dimostrazione del fatto che la cooperazione bilaterale tra i due
Paesi è ormai solida e ben strutturata. L’incontro ha rappresentato anche
l’occasione per affinare ed integrare alcuni aspetti riguardanti
l’esercitazione NASR 2019 prevista in
Qatar nel mese di ottobre (…) nell’ambito di una campagna di combattimento che
vedranno interessate unità di Fanteria, Cavalleria e Artiglieria attraverso
l’impiego di varie piattaforme quali Dardo,
Freccia, Ariete, Centauro, MLRS,
PZH 2000 e assetti Counter UAS”. Dopo il vertice, il generale Mohamed
bin Ali Al Ghanem si recava in visita alla Scuola
Fanteria di Cesano di Roma dove vengono formati i volontari in ferma prefissata
e il personale proveniente dai reparti operativi. Obiettivo, la possibilità di
ospitare nei “corsi formativi” i fanti dell’esercito qatarino, così come già
accade in altri istituti delle forze armate italiane (l’ISSMI – Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze e l’IASD –
Istituto Alti Studi della Difesa entrambi con sede a Palazzo Salviati a Roma e
l’Accademia Navale di Livorno).
Il 5 novembre 2019 era il Capo di Stato Maggiore
della Difesa del Qatar, generale Ghanim Shaheen Al-Ghanim, ad essere ricevuto
in pompa magna dai vertici dell’Esercito all’aeroporto di Viterbo, sede del
Comando della Brigata Aviazione, del 1° Reggimento AVES “Antares” con gli
squadroni elicotteri e gli aerei a pilotaggio remoto Shadow-200 e della Scuola
Marescialli dell’Aeronautica militare. “Il comandante dell’Aviazione
dell’Esercito, generale Paolo Riccò, ha accolto il Capo di Stato Maggiore del
Qatar, giunto a Viterbo per conoscere da vicino la realtà che vede impegnati i
suoi uomini in un percorso di formazione e addestramento sugli elicotteri UH-90”,
rilevava l’addetto stampa della Difesa. “L’Aviazione dell’Esercito, nell’ambito
degli accordi internazionali tra Italia e Qatar, concorre all’addestramento
degli equipaggi di volo e del personale di supporto manutentivo della linea
UH-90A delle Forze Armate del Qatar e la visita di ieri ha rappresentato un
modo per ripercorrere quanto fatto nel corso di questo primo anno di lavoro
insieme”. Nello
specifico, a partire dal marzo 2019, i piloti e i tecnici delle Qatari Emiri
Air Force vengono addestrati a Viterbo dal personale del 3° Reggimento Operazioni
Speciali “Aldebaran”. L’UH-90A è la versione terrestre
(TTH) del NATO Helicopter per
gli anni novanta (NH90), l’elicottero multiruolo
medio pesante sviluppato dal consorzio internazionale NHIndustries, costituito
dall’italiana Leonardo, dalla franco-tedesca Eurocopter e dall’olandese Stork
Fokker Aerospace. Impiegato a partire dal 2007
dalle forze armate tedesche e dall’Esercito italiano, il velivolo è stato poi ordinato
da altri paesi, tra qui appunto il Qatar (16 modelli TTH per il trasporto truppe
e armamenti e per le operazioni speciali e 12 nella versione navale NFH per la
guerra antisommergibile). Gli elicotteri saranno consegnati all’emirato a
partire del 2022 e saranno armati con mitragliatrici M143D “Dillon”, missili “Marte”
MK2/S (MBDA Italia) e siluri MK 46 (MBDA) ed MU90 “Sting Ray” (BaeSystems). Il
consorzio NHIndustries, di cui Leonardo-Finmeccanica detiene il 32% del
capitale, ha anche venduto 20 elicotteri UH-90A all’Oman.
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