E i Marines Usa si esercitano alle guerre con il MUOS di Niscemi
Hanno preso il via a marzo e
si concluderanno a fine autunno le esercitazioni di guerra dei marines Usa per
testare il funzionamento delle nuove tecnologie applicate al MUOS (Mobile User Objective System), il sistema di
telecomunicazione satellitare di proprietà ed uso esclusivo del Pentagono che
può contare su un terminale terrestre all’interno della base militare di
Niscemi, Caltanissetta. A sovrintendere alle attività addestrativo-sperimentali
il Marine
Corps Systems Command con sede nella base di Quantico, Virginia, con la
collaborazione della I^ Marine Expeditionary Force, la task force aerea, marina
e terrestre dislocata a Twentynine Palms, California.
Scopo delle complesse
esercitazioni è quello di verificare l’efficienza della rete MUOS in vista di
un potenziamento delle telecomunicazioni via-satellite dell’US Marine Corps, a
supporto dei propri comandi e delle unità “combattenti”. E’ stato utilizzato in
particolare un aggiornato sistema radio
multibanda AN/PRC-117G e un kit di antenna che permette accessi simultanei alla
rete MUOS. Con i test si stanno valutando le modalità di
funzionamento del sistema satellitare durante
le attività militari: vengono simulati veri e propri “ambienti operativi di
guerra” con attacchi aerei e colpi di mortaio, con il controllo a distanza dei
centri di comando del Corpo dei Marines.
“I
test con le nuove apparecchiature del MUOS hanno superato le
aspettative”, ha dichiarato il colonnello Jeff
Decker, manager dei sistemi radio-terrestri del Marine Corps Systems
Command. “Abbiamo provato il nuovo sistema satellitare per
comprendere non solo ciò che è possibile fare con le sue infrastrutture, ma
anche per vedere come possiamo utilizzarle per accrescere la letalità delle
forze navali e delle unità dei Marines e poterci preparare così a
impiegarli nel modo migliore in missioni reali. Il MUOS è simile a un sistema di telefonia cellulare
funzionante in cielo che consente la copertura dell’intero globo terrestre. Esso
sta cambiando il modo con cui guardiamo all’architettura tattica satellitare”.
Altrettanto soddisfatto anche
il sergente Mason J. Roy, responsabile per le operazioni e le comunicazioni
strategiche della I^ Marine Expeditionary Force. “L’idea di poter inviare un video o una foto dal campo di battaglia a un
centro di comando, utilizzando il MUOS, consente ai comandanti di adeguare in
tempi rapidi le strategie da applicare nei campi di battaglia, assicurando la
migliore riuscita delle missioni e la protezione delle nostre truppe”, ha
commentato Roy.
Dal
Comando dei sistemi aerei e navali di Us Navy di Patuxent River, Maryland, giunge invece
la notizia dell’affidamento alla divisione difesa del gruppo industriale Boeing
Co. di un contratto per integrare i sistemi di trasmissione dati al MUOS a
bordo dei pattugliatori marittimi anti-sommergibile P-8A “Poseidon”, alcuni dei
quali già operativi in Sicilia nella stazione aeronavale di Sigonella. Il P-8A è
la versione militare del Boeing 737: può volare ad altitudini molto elevate ed
è in grado d’intercettare i sottomarini in immersione e di colpirli con i
siluri MK 54. La Marina militare Usa ne prevede l’uso in tandem con l’ultima
versione dei droni “Global Hawk” prodotti da Northrop Grumman, gli RQ-4N “Triton”
per la sorveglianza a lungo raggio delle aree marittime, anch’essi destinati ad
operare da NAS Sigonella.
Realizzato dall’holding militare-industriale
Lockheed Martin, il MUOS consente di mettere in
collegamento l’intera rete militare statunitense (centri di comando, controllo e
logistici e gli oltre 18.000 terminali radio esistenti, tutti gli utenti mobili come droni,
cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi, missili
Cruise, ecc.), accrescendo esponenzialmente la velocità e il numero delle
informazioni e dei dati trasmessi
nell’unità di tempo. La costellazione satellitare assicura le comunicazioni audio, video e dati
in ultra alta frequenza (Ultra High Frequency - UHF); la tecnologia di trasmissione è quella adattata dalla telefonia cellulare
di terza generazione (3G) Wideband Code Division
Multiple Access (WCDMA). Il
MUOS si è affiancato al sistema UFO (Ultra High Frequency Follow-On), in
via di dismissione per “limiti di età” (è entrato in funzione nel 1993). Rispetto all’UFO, il MUOS assicurerebbe maggiore
mobilità, facilità di accesso e migliore qualità dei servizi.
Le telecomunicazioni in UHF (dai 30 MHz ai 3 GHz) sono
utilizzate da tutte le agenzie militari statunitensi per le operazioni tattiche
che coinvolgono gli aspetti C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer,
Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento) Le trasmissioni in banda UHF, oltre ad essere compatibili con il maggior numero
di strumenti bellici, penetrano attraverso il fogliame delle giungle e gli ambienti
urbani più facilmente delle altre frequenze; grazie ad esse, i militari possono
comunicare e combattere indipendentemente dalle condizioni climatiche e
atmosferiche.
L’architettura del MUOS si basa su un
ponte terra-spazio-terra che comprende quattro satelliti geostazionari (più un
quinto in orbita di riserva) e quattro terminali terrestri. I satelliti mantengono
costante nell’arco delle 24 ore la loro posizione nello spazio a più di 36.000
Km dalla terra. Le stazioni terrestri consentono invece le connessioni e i controlli interfaccia tra
i satelliti MUOS e la rete Tlc del Dipartimento della Difesa. Questi terminali sono stati realizzati
all’interno di quattro infrastrutture nella disponibilità della Marina militare
Usa: a Chesapeake, nei pressi di Norfolk, Virginia;
nella Naval Computer and
Telecommunications Area Master Station Pacific di Wahiawa (isole Hawaii); nell’Australian Defence Satellite Communications
Ground Station (ADSCGS) di Kojarena, (Australia); nella Naval
Radio Transmitter Facility (NRTF) di Niscemi, strettamente dipendente dalla grande base
Usa di Sigonella.
Secondo i dati forniti da Lockheed Martin, per la
realizzazione e messa in funzione del sistema satellitare sarebbero stati spesi
sino ad oggi 7 miliardi di dollari.
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