In provincia di Verona la stazione NATO “cugina” del MUOS di Niscemi
Lughezzano è una piccola
frazione del comune di Bosco Chiesanuova, posta a 580 metri sull’altopiano
della Lessinia, la fascia montuosa a nord di Verona, prealpi venete. E’ qui che
sorge la stazione di telecomunicazioni satellitari “cugina” del MUOS di
Niscemi: identiche le funzioni strategico-militari e analoghi i devastanti
impatti sull’ambiente e la salute umana generati dalle emissioni
elettromagnetiche. Unica differenza, la titolarità delle installazioni e delle
gigantesche antenne: la NATO nel caso di Lughezzano, la Marina militare degli
Stati Uniti d’America in Sicilia.
Il centro satellitare di Bosco Chiesanuova è classificato
dall’Alleanza Atlantica con il codice “Satcom Ground Station F14” ed è stato
realizzato a partire del 1978 per divenire pienamente operativo nel 1985
all’interno del network di infrastrutture di telecomunicazioni (una ventina
circa) che la NATO contava al tempo in tutta Europa. A
capo dell’intero sistema la NATO
Communications and Information Agency (NCI), l’agenzia
che predispone le tecnologie di telecomunicazione
e informazione satellitare per le missioni e le esercitazioni dell’Alleanza “in
contesti remoti privi delle necessarie infrastrutture comunicative”. Funzioni
simili sono svolte dal Pentagono con la nuova costellazione di terminali
terrestri e satelliti “MUOS”, acronimo di Mobile
User Objective System, il sistema per interconnettere tutti gli “utenti
mobili” (cacciabombardieri, sottomarini nucleari, droni, singoli militari
dotati di appositi palmari, ecc.) in qualsiasi area operativa essi si trovino. La
NATO
Communications and Information Agency,
inoltre, dirige e coordina lo sterminato spettro delle missioni C4ISR (Comando,
Controllo, Comunicazioni, Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento), di
guerra cibernetica (cyber war) e della cosiddetta “difesa anti-missile”. Un
terminale strategico della NCI Agency ha sede nel nuovo sito di Lago Patria a
Giugliano, tra le province di Napoli e Caserta, sede dell’Allied Joint Force
Command (AJFC) e centro d’intelligence alleato per le operazioni in Africa.
Medio Oriente ed Est Europa.
La versione
“terzo millennio” dell’installazione veneta è scaturita dalla decisione nel
2004 del Comando di Bruxelles di riorganizzare l’assetto delle
telecomunicazioni strategiche via satellite con la conseguente riduzione del
numero delle stazioni terrestri e il contemporaneo ampliamento di quelle
destinate ad estendere all’infinito la propria vita operativa: Lughezzano e le
Satcom di Kester in Belgio, Atalanti, Grecia e Izmir, Turchia. Con il programma
di potenziamento delle telecomunicazioni satellitari denominato Upgrade Sgs and Sgt, la NATO predispose per
la base veronese l’installazione di tre nuove antenne satellitari, due dal
diametro di 16 metri e la terza di 11,8 metri, da sommarsi a quella già
esistente.
In
vista dell’ampliamento della stazione satellitare, il 14 febbraio 2014 il 5° Reparto Infrastrutture del Ministero della
Difesa con sede a Padova formalizzò il decreto di esproprio definitivo per
complessivi 7.868 mq. di terreni nel comune di Bosco Chiesanuova,
intestati a 15 proprietari. Il 20
novembre 2015, la NATO Communications and Information Agency firmò
con il Ministero della Difesa italiano un Memorandum
of Agreement per regolare tutte le attività previste per la realizzazione
della “nuova” infrastruttura a Lughezzano, in particolare le modalità di affidamento
dei lavori e “risoluzione delle problematiche ambientali”, di acquisizione
delle tecnologie satellitari e dell’assistenza tecnica per un tempo di 20 anni
dall’installazione degli impianti. A sottoscrivere l’accordo il general manager
della NCI Agency, il generale Koen Gijsbers, e l’allora Capo della
Divisione Sistemi C4I delle forze armate italiane, ammiraglio Ruggiero Di Biase,
oggi alla guida del neo-costituito Comando Cyber dello Stato Maggiore della
Difesa.
Dopo l’Ok del Comitato misto-paritetico della Regione
Veneto, il 2 maggio 2016 il Comando delle Forze di Difesa Interregionale Nord
emise il decreto di proroga per ulteriori cinque anni della validità delle
servitù militari sulla porzione di territorio di Bosco Chiesanuova occupato
dalla Satcom. Il 14 settembre 2016 furono avviati i lavori di ampliamento del
sito; prime contractor l’holding del complesso militare-industriale nazionale Leonardo (ex Finmeccanica), insieme alla controllata
Telespazio, a ViaSat S.p.A. di Roma, al gruppo industriale francese
Saint-Gobain e al colosso tedesco Siemens AG. Alla progettazione ed esecuzione
“chiavi in mano” delle opere venne chiamata la Deleo S.r.l. di Cambiago
(Milano), mentre i subappalti furono affidati ad alcune imprese venete (Beton
Lessinia S.r.l, Scavi Valpantena s.n.c. di Annichini e Tezza, Ferrari BK).
“Il progetto porterà
alla creazione di una nuova base NATO molto attrezzata, adeguata all’attuale
evoluzione della componente trasmissiva e tecnologica e seguita da personale
esperto”, dichiarò ai media l’allora comandante di SGS F14, il tenente
colonnello Diego Fasoli. Per ottenere
qualche informazione in più sulle funzioni assegnate all’installazione, si
dovrà attendere il comunicato ufficiale della NCI Agency del 16 marzo 2017. “Stiamo lavorando in Belgio e in Italia per potenziare
le stazioni satellitari che ci collegano con le forze di pronto intervento NATO, compresa l’operazione navale dell’Alleanza
Sea Guardian che contribuisce ad
arginare il traffico di essere umani nel Mar Egeo”, riferì Gregory
Edwards, direttore dei Servizi infrastrutture dell’Agenzia NATO. “Entro un anno, la NCI Agency assegnerà
un grosso contratto del valore di 1,5 miliardi di euro per ampliare la banda di
trasmissione e un ulteriore contratto di 200 milioni per i terminali terrestri
a supporto della NATO Response Force, pianificata per dislocarsi in qualsiasi
parte del mondo in brevissimo tempo. I dispiegamenti per le operazioni sono divenuti un po’ il fine principale delle
comunicazioni satellitari della NATO”.
“Grazie
a queste enormi parabole, tutte racchiuse da radome - la caratteristica
copertura sferica bianca che le protegge dalle intemperie - transiteranno tutte
le comunicazioni verso le basi NATO, soprattutto del Medio Oriente: Afghanistan
e Iraq”, aggiunse il tenente colonnello Fasoli in un’intervista a L’Arena, il 22 ottobre 2017. E sempre al
quotidiano veronese, l’ingegnere Csaba Grunda di NCI Agency, spiegava il 16
marzo 2017 che la base di Lughezzano avrebbe fatto da “spina dorsale” delle
comunicazioni NATO, facendo da “centralino di smistamento dei dati che arrivano
e partono verso i satelliti geostazionari”, ricevendo e trasmettendo così “verso
i luoghi dove non c’è altra possibilità di comunicazione, come le navi in mezzo
all’oceano, gli aerei, le unità militari che operano in posti isolati”.
I lavori di potenziamento e ampliamento della stazione
di Lughezzano sono stati completati nella primavera 2018 e l’inaugurazione
della “nuova” base è stata celebrata alla presenza delle autorità comunali e di una
delegazione di studenti delle scuole del circondario. A differenza di quanto
avvenuto a Niscemi e in tutta la Sicilia, dove contro il programma MUOS si sono
mobilitate decine di migliaia di persone e decine di amministrazioni comunali, sono
state rarissime le voci levatesi nel veronese in opposizione ad
un’installazione di rilevanza planetaria per la guerra globale e che ha generato
innumerevoli problematiche di ordine ambientale (devastazione del territorio,
consumo di suolo e risorse idriche, inquinamento elettromagnetico, ecc.).
Quando nell’estate del 2017 alcuni cittadini chiesero
all’amministrazione
di Bosco Chiesanuova di verificare la “sostenibilità” delle nuove
infrastrutture, fu organizzato un incontro a cui fu invitato il comandante
della base che fornì una versione del tutto edulcorata (e per certi versi
risibile) degli impatti prodotti. “Non
esiste alcuna criticità per la salute dovuta ai campi elettromagnetici perché il
segnale parabolico punta dritto al satellite, senza dispersioni”, dichiarò il
tenente colonnello Fasoli. “Per quanto riguarda l’impatto visivo-ambientale,
installeremo una recinzione in legno che delimiterà il perimetro della stazione
satellitare. Inoltre, per mitigare ulteriormente l’impatto delle future
strutture dall’esterno, verrà eseguita una piantumazione, voluta espressamente
dalla Regione Veneto. Così facendo, non si andrà a rovinare l’aspetto estetico
della zona, che ospiterà l’aggiunta di nuovo personale assegnato alla base,
apportando un flusso consistente di persone che si sposteranno e si
integreranno senza problemi, come è sempre stato, sul territorio della
Valpantena e della Lessinia” (fonte: Veronanetwork.it
del 7 febbraio 2017). Per la cronaca, dall’agosto
2018 il tenetene colonnello Diego Fasoli ha assunto l’incarico di
comandante del Gruppo servizi supporto operativi presso il 3°Stormo dell’Aeronautica
di Villafranca-Verona, “rafforzando ancora di più il collegamento tra la base
aeronautica e l’ente NATO di Lughezzano”, come si legge nel sito
dell’Aeronautica italiana.
Di opinioni del tutto
diverse è Mao Valpiana, presidente del Movimento
Nonviolento e responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona, già consigliere
regionale del Veneto e del comune scaligero. “La Lessinia è un
territorio stupendo, paradiso dell’escursionismo e della speleologia, ricco di
flora e fauna, panorami mozzafiato dalle Alpi al Lago di Garda e nei giorni
limpidi anche la laguna di Venezia, e pieno di archeologia, storia, cultura,
tradizioni, con resti della minoranza etnica e linguistica dei cimbri”, spiega
Valpiana. “Quelle quattro enormi palle bianche che oggi sfregiano la quiete
incontaminata dei vaj della Lessinia, sono uno scandalo. Non solo umiliano e
distruggono un paesaggio altrimenti integro, ma portano i venti di guerra, i
segreti militari, i piani bellici direttamente nel territorio montano veronese.
Oltre all’inquinamento da onde elettromagnetiche, le quattro antenne abnormi
producono molti altri danni, anche di tipo culturale ed educativo. La base, con
il falso biglietto da visita di volersi aprire
al territorio, ha instaurato un dialogo con la scuola con attività rivolte
soprattutto agli studenti di ogni ordine e grado per mostrare i compiti
dell’Agenzia NATO per le telecomunicazioni e le tecnologie informatiche,
incluse visite e sessioni di alternanza scuola lavoro presso la base di
Lughezzano. Questa proposta formativa
tende ad esaltare la carriera militare, le armi e, più in generale, la guerra
come strumento di risoluzione dei conflitti, in contrasto con l’articolo 11
della Costituzione. La scuola ripudia la
guerra dovrebbe essere un principio fondamentale inalienabile. Gli studenti
devono andare nel Parco a fare esperienze e istruirsi; i militari non sono
preposti all’educazione…”.
Mao Valpiana esprime pure
il suo disappunto per le “mitigazioni” apportate dalle forze armate. “L’ultima
iniziativa del comando della base è l’installazione di una ulteriore recinzione
ecologica, costituita da dei pali di
legno, che vorrebbe creare continuità con
il paesaggio”, conclude il presidente del Movimento Nonviolento. “Basta
vedere il contrasto tra le quattro palle ciclopiche e lo steccato bucolico, per
rendersi conto che oltre al danno ci stanno propinando anche le beffe. Quella
base deve lasciare posto al Parco Naturale Regionale della Lessinia…”.
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