I Carabinieri alla conquista del Rwanda
Ma che ci stanno a fare i Carabinieri italiani in Rwanda, paese che dopo la guerra genocida del 1994 stenta a trovare la stabilità politica e a vedere affermati gli standard minimi di agibilità democratica e il rispetto e la protezione dei diritti umani?
Dal
10 al 12 ottobre il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, si
è recato in visita ufficiale in Rwanda per incontrare alcune delle maggiori
autorità militari. In particolare lunedì 11, presso il quartier generale della RNP
- Rwanda National Police di Kacyiru (distretto di Gasabo), il gen. Luzi ha
avuto un lungo colloquio con l’Ispettore generale ruandese delle forze di
polizia, Dan Munyuza, per “cementare la partnership tra le due istituzioni di
polizia militare”, così come riportano i maggiori quotidiani di Kigali. Al
meeting hanno partecipato anche l’ambasciatore italiano in Uganda, Rwanda e
Burundi Massimiliano Mazzanti e il viceispettore generale della polizia
ruandese, Felix Namuhoranye.
“La Rwanda
National Police e l’Arma dei Carabinieri collaborano strettamente e con
successo dal 2017, ma la cooperazione prospera su solide fondamenta grazie
all’antica amicizia tra il Rwanda e l’Italia”, ha dichiarato l’Ispettore
generale Munyuza a conclusione dell’incontro. “Noi siamo stati in grado di
lavorare insieme a favore della pace e della sicurezza dei nostri due paesi e
di altre nazioni. La RNP ha beneficiato parecchio dell’esperienza e della
competenza dei Carabinieri. Grazie all’accordo di cooperazione con l’Italia più
di 900 ufficiali di polizia sono stati addestrati sia in Rwanda che in Italia. L’addestramento
serve innanzitutto a stabilire quell’ambiente sicuro di cui il nostro popolo ha
bisogno”.
“In
quest’era di sorveglianza è più che mai necessaria una partnership di sicurezza
bilaterale o globale più forte che mai per rispondere ad un panorama criminale maggiore
e più impegnativo, specialmente per affrontare la minaccia del terrorismo
violento e dei crimini informatici”, ha concluso Dan Munyuza. “Dovremo
apportare miglioramenti nella condivisione delle informazioni e delle
esperienze in queste due aree critiche”.
Il
Comandante generale dei Carabinieri Teo Luzi ha assicurato che l’Italia
continuerà a impegnarsi a cooperare con la Polizia nazionale ruandese, definita
un’efficiente e moderna istituzione
legata ai Carabinieri da vincoli forti e fraterni. “Le relazioni tra le
nostre due istituzioni hanno raggiunto livelli di assoluta eccellenza”, ha
aggiunto il gen. Luzi. “Sono certo che continueremo a operare per raggiungere
obiettivi più ambiziosi. Il nostro impegno è di essere parte di un più ampio
contesto di supporto alle forze di polizia impegnate contro le minacce globali
per garantire sicurezza e stabilità”. Prima di lasciare il paese africano il
Comandante generale dell’Arma ha visitato la Scuola di addestramento della
polizia di Gishari, nel distretto di Rwamagana.
Sino
a qualche tempo fa erano rari gli incontri e i confronti tra i vertici delle
forze armate e di polizia di Italia e Rwanda. L’ufficio stampa della Difesa
ricorda che il 21 settembre 2016 alcuni ufficiali delle Rwanda Defence Forces,
guidati dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Charles Karamba, avevano
fatto visita alla base aerea di Galatina (Lecce), sede del 61° Stormo e della
Scuola di Volo dell’Aeronautica militare italiana. “Gli ufficiali del
continente africano hanno visitato le principali strutture predisposte per lo
svolgimento dell’iter istruzionale attualmente in uso: tra gli altri i
simulatori del velivolo d’addestramento MB339, le flights del 213° Gruppo Volo e le strutture dedicate al Ground Based Training System, il settore
terrestre del sistema addestrativo connesso al T-346, il nuovo caccia-addestratore
dell’Aeronautica”, riporta la nota. “Il personale della ditta Leonardo,
unitamente agli istruttori del 212° Gruppo Volo, ha illustrato il comparto di
simulazione, utilizzando il simulatore delle missioni del velivolo per
dimostrare le procedure normali e quelle di sicurezza essenziali per l’attività
di volo”.
Il 12
gennaio 2017, in occasione della vista a Roma di una delegazione di ufficiali
delle forze di polizia ruandesi guidata dall’allora Ispettore generale Emmanuel
K. Gasana, veniva firmato un accordo
tecnico di cooperazione tra l’Arma dei Carabinieri e la Rwanda National Police,
il primo tra i due paesi nel campo della difesa e della sicurezza.
“Considerato che i
Carabinieri italiani hanno una lunga esperienza e competenza nel settore della
gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza generale e che la Rwanda
National Police è impegnata a rafforzare le proprie capacità nella sicurezza
pubblica e generale, le due parti sono desiderose di rafforzare la loro
cooperazione nel campo dell’addestramento, in
accordo con le procedure di rilevante standard internazionale, e di scambiare
le migliori pratiche relative ai loro servizi istituzionali”, si legge nel
preambolo dell’accordo tecnico.
Innumerevoli e delicatissime
le aree di mutua cooperazione individuate dall’art. 2 del memorandum: la gestione dell’ordine pubblico; l’anti-terrorismo;
le operazioni
di sostegno alla pace, la sicurezza
aerea e del traffico stradale; l’investigazione della criminalità informatica e ambientale; l’acquisizione di moderne attrezzature di polizia e
lo scambio di documenti, pubblicazioni e materiali scientifici nel campo del
controllo della folla, della gestione di dimostrazioni e meeting pubblici, di situazioni di rivolta nel rispetto dei
diritti umani, della gestione dell’ordine pubblico in generale; il
cybercrimine; le tecniche per le intercettazioni legali e per combattere il terrorismo
e altri pericoli legati al crimine organizzato; il comando e il controllo; l’attività
forense; le nuove tecnologie; l’addestramento di unità cinofile; il controllo
del territorio; l’equipaggiamento, la logistica e l’engineering; lo scambio di
esperti per iniziative organizzate dalle due parti, inclusi corsi, seminari,
workshop e meeting ad hoc; l’assistenza nella costruzione di capacità di
sicurezza; l’istituzione di desk permanenti e specializzati presso le
rispettive istituzioni di formazione; la partecipazione a progetti finanziati
da controparti o donatori nazionali e internazionali”.
A firmare l’accordo tecnico
per i Carabinieri italiani l’allora Comandante generale Tullio Del Sette, poi insignito di una delle maggiori
onorificenze militari statunitensi, la Legion of Merit. La motivazione? “L’eccezionale
e meritoria attività svolta a supporto della Combined Joint Task Force della missione Inherent Resolve, dal 1º
marzo 2015 al 1º marzo 2016, nel corso di una fase cruciale della battaglia
Alleata contro lo Stato Islamico dell’Iraq, ove ha creato le condizioni per la
realizzazione di attività addestrative, di supporto ed assistenza alle
articolazioni della polizia irachena”.
Sempre il
generale Tullio Del Sette si recava in Rwanda il 24 febbraio 2017 per
incontrare ancora una volta l’ispettore capo della Polizia ruandese Emmanuel K. Gasana e visitare il quartier generale della
RNP di Kacyiru e alcuni centri operativi di “protezione ambientale” nel Parco
nazionale di Virunga. Nei mesi di novembre e
dicembre dello stesso anno si teneva a Kigali il primo corso di formazione dei
Carabinieri a favore della polizia ruandese. “Si è trattato di un pacchetto formativo della durata complessiva di 4/5
settimane, finalizzato a fornire competenze specifiche nella prevenzione e nel
contrasto del danno ambientale e a
formare operatori di polizia con elevata capacità di movimento e controllo del
territorio in aree impervie o caratterizzate da presenza di elementi ostili”,
spiegava il Comando generale dell’Arma. Rivolto a una cinquantina di poliziotti
ruandesi, il corso veniva coordinato da cinque istruttori della 2^
brigata mobile carabinieri, la stessa già impiegata nello scacchiere di
guerra afgano e nella violenta repressione delle manifestazioni NoG8 a Genova del
luglio 2001.
Il
24 aprile 2018 l’Ispettore generale Emmanuel K. Gasana si recava
un’altra volta a Roma per incontrare il neocomandante dei Carabinieri generale Giovanni
Nistri e fare le prime valutazioni sulle attività di formazione avviate dalle
due istituzioni militari. Sette mesi più tardi era il generale Nistri a volare
in Rwanda; a fare gli onori al quartier generale della RNP di Kacyru il nuovo
capo della Polizia ruandese, Dan Munyuza. Il Comandante dell’Arma dei Carabinieri
veniva accompagnato a conoscere alcune strutture delle forze di polizia: il National Police College (NPC) nel distretto di Musanze;
il Centro di formazione anti-terrorismo di Mayange; il Peace Support Training Center istituito
all’interno della Scuola di formazione di Gishari per addestrare le unità
assegnate alle operazioni di peacekeeping; il Centro “Isange One
Stop” creato per fornire assistenza medica e legale ai minori vittime di abusi.
Per
“rafforzare la cooperazione bilaterale” l’Ispettore ruandese Dan Munyuza e il
generale Giovanni Nistri si incontravano ancora a Roma, l’1 e il 2 aprile 2019.
Nel corso della sua missione in Italia, Munyuza aveva modo di recarsi in visita
ad alcuni importanti centri dell’Arma dei Carabinieri, tra cui l’Operation Control Room e la Scuola
Ufficiali di Roma. L’ultimo meeting tra i vertici delle due istituzioni, come
abbiamo visto, risale al 10-12 ottobre scorso.
Le
forze di polizia nazionali ruandesi hanno potuto contare in tutti questi anni
anche su uno dei centri di formazione internazionale d’eccellenza dell’Arma dei
Carabinieri, il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police
Units) che ha sede a Vicenza nella caserma “Antonio Edoardo
Chinotto”. Fondato il 1º marzo 2005 dal Ministero degli Esteri e dal
Ministero della Difesa con la collaborazione del Dipartimento di Stato e
l’esercito USA, il CoESPU è indirizzato
a formare e addestrare prevalentemente il personale militare proveniente da
paesi mediorientali e del continente africano nella gestione dell’ordine
pubblico e delle missioni d’intervento di peacekeeping
e peace enforcing in teatri critici.
La
prima sessione di formazione del CoESPU a
favore del personale di polizia ruandese risale all’autunno del 2014 e ha riguardato
23 ufficiali che sono stati poi impiegati nell’addestramento degli
agenti della RNP assegnati alla missione degli osservatori delle Nazioni Unite in Sud Sudan. Una seconda sessione
è stata realizzata nella primavera del 2015: tre ufficiali-formatori dei
Carabinieri in forza al Centro d’eccellenza di Vicenza, guidati dal colonnello
Francesco Borretti, sono stati inviati al quartier generale della Polizia
nazionale di Kacyiru per svolgere il training dei futuri trainer.
Il 13 marzo 2019
una delegazione della polizia ruandese, tra cui il direttore del
dipartimento di formazione Robert Niyonshuti e il responsabile della Scuola
d’addestramento di Gishari Vianney Nshimiyimana, veniva ospitata nella caserma
“Chinotto” di Vicenza. Due corsi di formazione intensiva a favore del personale
ruandese venivano svolti ancora una volta a Vicenza dal 17 al 28 maggio e dal
10 giugno al 9 luglio 2021. Tema delle lezioni CoESPU le Operazioni ad Alto Rischio. “In partnership strategica con il Dipartimento
di Stato statunitense nell’ambito della sua iniziativa GPOI - Global Peace
Operations, il corso punta ad accrescere le abilità e le capacità di un team
specializzato composto da otto addestratori della Rwanda National Police nel
settore delle armi speciali e delle tattiche di polizia e delle manovre ad alto
rischio, in vista del loro futuro impiego in operazioni multinazionali di
supporto alla pace”, riporta il comunicato emesso dall’ufficio stampa di
CoESPU.
La
rilevanza data dal Centro di formazione dell’Arma dei Carabinieri e del
Dipartimento di Stato USA alla formazione della polizia ruandese è sottolineata
da un lungo articolo pubblicato recentemente da CoESPU
Magazine (2-2021), il periodico informativo del Center of Excellence for Stability Police
Units di Vicenza. “Lo sviluppo di una serie di attività
finalizzate a rafforzare le capacità della Rwanda National Police in campo
addestrativo e della ricerca dottrinale sulla Stability Policing viene effettuata anche in collaborazione con il CoESPU”,
riporta Magazine. “Nel gennaio 2021, durante
la visita della delegazione del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, è
stato firmato l’accordo per pianificare innanzitutto un workshop a Kigali, tenuto
poi in aprile da un team del CoESPU e, in aggiunta, un’attività preparatoria a
favore di un’unità specializzata della Polizia ruandese che sarà inviata in Sud
Sudan all’inizio del 2022”.
“Un gruppo di formatori
composto da personale del Dipartimento addestramento del CoESPU è volato alla
volta di Gishari per visitare la Scuola di formazione della Polizia e prendere
conoscenza delle strutture dove saranno tenuti i corsi di formazione”, si legge
ancora nella rivista. “La visita ha evidenziato l’eccellente preparazione del
personale e l’efficienza dei veicoli e delle attrezzature esistenti, in
particolare l’area destinata allo svolgimento delle attività addestrative”.
“La relazione è cresciuta ulteriormente
e recentemente, in occasione di un workshop tenutosi dal 12 al 16 aprile a
Kigali, le due istituzioni hanno deciso di stabilire un hub addestrativo per le
operazioni di peacekeeping. L’hub punta ad elevare l’esistente Centro per le operazioni di pace
ruandese agli standard internazionali in modo da rafforzare i risultati delle
forze di polizia del Rwanda che operano nel continente africano e fuori di
esso. La Rwanda National Police ha più di un migliaio di ufficiali, di cui 230 sono
donne, attualmente impegnati in operazioni di peacekeeping in varie parti del
mondo. Essi operano in quattro missioni delle Nazioni Unite in Sud Sudan, Repubblica
Centrafricana, Haiti e Repubblica del Sudan. L’hub beneficerà della conoscenza
e dell’esperienza del CoESPU dei Carabinieri. Il programma dell’hub includerà
il training dei trainers in accordo con
le necessità esistenti in particolari contesti di intervento e corsi sulla
protezione di civili, donne e bambini, ecc.”.
Nei mesi scorsi unità della polizia ruandese sono state trasferite in
Mozambico per operare nell’ambito della controversa missione internazionale “antiterrorismo”
che ha preso il via nella tormentata regione di Cabo Delgado, nel nord-est del paese,
vero e proprio eldorado delle transnazionali degli idrocarburi.
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 17 ottobre 2021, https://www.africa-express.info/2021/10/16/i-carabinieri-alla-conquista-del-ruanda-ma-che-ci-stanno-a-fare-li/
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