L’Italia addestra le forze di polizia della Cosa d’Avorio. Obiettivo guerra ai migranti
E’ la Costa d’Avorio il nuovo alleato del governo italiano in Africa occidentale per il rafforzamento delle politiche anti-immigrazione. Fuori dai riflettori mediatici, giovedì 7 ottobre a Roma, a conclusione di un vertice tra la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e la ministra degli Affari Esteri, dell’Integrazione africana e della Diaspora della Repubblica della Costa d’Avorio Kandia Kamissoko Camara, è stato sottoscritto un protocollo tecnico finalizzato “a rafforzare le capacità operative ivoriane di gestione delle frontiere e dell’immigrazione irregolare”.
“La stipula del
protocollo potrà contribuire a migliorare le capacità tecniche e operative
delle Forze di polizia ivoriane incaricate del controllo delle frontiere e di
altri traffici illeciti, così prevenendo i flussi migratori verso l’Europa”,
riporta la nota emessa dal Viminale. “L’accordo odierno dimostra l’impegno
concreto dell’Italia a supportare la Costa d’Avorio nella gestione del fenomeno
migratorio, nella consapevolezza che è solo unendo le forze che riusciremo a
contrastare il fenomeno criminale del traffico di migranti”.
Il
protocollo che reca in calce le firme del vicedirettore generale della Pubblica
sicurezza, la prefetta Maria Teresa Sempreviva, e del consigliere diplomatico
del Ministero dell’Interno ivoriano Franҫois Nebout, prevede l’implementazione
nel paese africano del cosiddetto “progetto Civit” per la “valutazione e
la trasparenza delle amministrazioni pubbliche” nonché la realizzazione di una serie
di misure per prevenire e contrastare l’immigrazione irregolare”: la creazione
di quattro nuovi posti di Polizia di frontiera lungo i confini terrestri della
Costa d’Avorio; la formazione e l’addestramento del personale preposto al
controllo delle frontiere; lo sviluppo di forme di cooperazione
transfrontaliera con i paesi confinanti; l’allineamento del sistema ivoriano di
“gestione integrata delle frontiere alle normative e agli standard
internazionali, anche in materia di diritti umani”.
La
firma del protocollo tecnico avviene
a quasi due anni di distanza dalla dichiarazione d’intenti per il contrasto all’immigrazione irregolare
sottoscritta sempre a Roma dalla ministra Luciana Lamorgese e dal ministro della Sicurezza e della
protezione civile ivoriano, generale Vagondo Diomandé (31 gennaio 2020). “La
dichiarazione d’intenti costituisce una cornice strategica che investe ampi
ambiti di cooperazione: dal terrorismo alla criminalità organizzata, a quella
informatica, dal traffico di stupefacenti e armi all’immigrazione irregolare e
alla tratta di esseri umani”, ha spiegato la ministra.
“Si
tratta del primo accordo in materia di
immigrazione e sicurezza firmato con un paese europeo”, ha invece enfatizzato
il generale Diomandé, conosciuto in patria con il soprannome di Monsieur
sécurité per essere il militare a cui il capo di Stato ivoriano Alassane Ouattara
(al suo terzo mandato presidenziale) ha affidato pieni poteri in tema di
controllo dell’ordine pubblico e delle frontiere.
Secondo quanto riportato dall’ufficio stampa del
Viminale, la dichiarazione d’intenti del 31 gennaio 2020 verteva
prioritariamente sul rafforzamento della collaborazione
in materia di rimpatri; l’implementazione di progetti di integrazione e
percorsi di formazione per i cittadini ivoriani in Italia; l’organizzazione di iniziative
di cooperazione tra le polizie dei due paesi per lo “scambio di informazioni
nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata”.
La
visita ufficiale in Italia del generale ivoriano Monsieur sécurité ha coinciso con lo svolgimento presso la Scuola Allievi
Agenti della Polizia di Stato di Caserta di un corso di formazione in tema di
“Contrasto alla criminalità organizzata”. Promosso dalla Direzione Centrale per
gli Istituti di Istruzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e dalla
Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, il corso
è stato riservato a venti funzionari di Polizia della Costa d’Avorio.
Dall’agosto del 2015 il
Viminale ha attribuito alla Scuola Allievi Agenti di Caserta la gestione
tecnica-logistica della “Scuola Internazionale di alta formazione per la prevenzione
ed il contrasto del crimine organizzato” in cui vengono formati periodicamente
i funzionari delle forze dell’ordine di paesi europei, africani e
mediorientali. Il corso riservato ai funzionari ivoriani ha preso il via il 20
gennaio 2020 e si è concluso giorno 31.
Il Viminale ha coperto tutte
le spese di viaggio, vitto e alloggio e ha curato in ogni dettaglio il
soggiorno degli ospiti: 15.450 euro sono stati spesi per acquisto dei biglietti
aerei andata/ritorno sulla rotta Abidjan-Casablanca-Roma, più annesso servizio
navetta da Fiumicino a Caserta; 6.400 euro per i servizi di interpretariato
francese/italiano; 2.880 euro sono andati all’acquisto di effetti letterecci; 2.600 per materiali di ferramenta vari; 1.400
euro per gli acquisti di materiali di cancelleria; 1.000 per la pulizia degli alloggi;
1.000 per l’acquisto presso lo store Decathlon di Marcianise di “vestiario
invernale per le attività extradidattiche del personale ivoriano”; 1.000 per la
copertura assicurativa anti-infortuni; 980 per la fornitura di 2 fan coil per gli alloggi nella
foresteria; 600 euro per il servizio catering in occasione del rinfresco offerto
per la visita alla Scuola di Polizia del generale-ministro
Vagondo Diomandé (fornitore
l’Istituto Superiore Galileo Ferraris di Caserta, “il cui dirigente scolastico
si è reso disponibile nell’ambito del già collaudato rapporto di collaborazione
intercorso negli anni precedenti”, si legge nella relativa determina di spesa
della Direzione della Scuola di Polizia). Nel corso del loro stage formativo ai
dirigenti poliziotti ivoriani è stata garantita pure una vista turistica
guidata alla città di Roma (500 euro per il noleggio dell’autobus) e alla
Reggia di Caserta (336 euro per i biglietti d’ingresso).
Nel dicembre 2019 si erano
svolti presso l’Ufficio per il coordinamento e pianificazione
delle forze di polizia di Roma, una serie di incontri riservati agli ufficiali di collegamento della Costa
d’Avorio che operano nei Paesi dell’Unione europea. “Nel corso delle attività sono
state approfondite le metodiche investigative e la storia delle organizzazioni
criminali di stampo mafioso, illustrate dalla Direzione centrale anticrimine e
dalla Direzione investigativa antimafia”, riporta la nota del Viminale. “Le
Direzioni centrali dell’immigrazione e dei servizi antidroga hanno contribuito
con un’analisi geopolitica delle migrazioni e sulla diffusione del traffico
illecito di sostanze stupefacenti e con uno studio delle intese bilaterali e
multilaterali in corso con i Paesi del continente africano. Sono stati forniti pure
contributi sul fronte delle nuove sfide del cyber crime e della protezione
delle infrastrutture critiche”.
Formazione
a 360 gradi quella assicurata dalla Polizia italiana nonostante l’ulteriore
peggioramento delle condizioni di agibilità politica democratica nella
Repubblica della Costa d’Avorio e le sempre più numerose denunce sui crimini e
le violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di sicurezza nazionali. Solo
nel corso delle ultime elezioni presidenziali dell’ottobre 2020 si sono
verificati gravissimi incidenti che hanno causato la morte di 87 persone.
I
partiti di opposizione avevano duramente criticato la decisione del presidente
Alassane Ouattara di ricandidarsi per la terza volta nonostante la costituzione
ivoriana ponesse il limite di due mandati consecutivi. Poi hanno deciso di
boicottare la campagna elettorale e il voto. “Le violenze sono scoppiate in numerose città della Costa d’Avorio e decine
di persone sono state uccise con il machete e le armi da fuoco”, ha denunciato Samira
Daoud, direttrice di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale.
“Inoltre sono stati arrestati decine di membri del partito di opposizione, tra
i quali il leader Pascal Affi N’Guessan. Il 3 novembre, 21 persone sono state
arrestate arbitrariamente nell’abitazione dello storico capo dell’opposizione
Henri Konan Bédié”.
“È la seconda volta in dieci anni che le
elezioni in Costa d’Avorio vengono macchiate da violenze”, ha concluso Samira
Daoud. “L’impunità che ha a lungo regnato in Costa d’Avorio offre terreno
fertile alle persone che commettono uccisioni e altre violazioni dei diritti
umani senza timore di doverne rispondere”.
Alle elezioni presidenziali
del 2011 le violenze costarono la vita a oltre 3.000 persone e causarono la
fuga oltre confine di 300.000 ivoriani. Più di un milione furono invece gli
sfollati interni. A fine 2020, dopo la rielezione di Alassane Ouattara, l’UNHCR
(l’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite) ha documentato la
fuga all’estero di oltre 8.000 cittadini ivoriani, la
maggioranza dei quali in Liberia. “Oltre il 60%
degli arrivi in Liberia è costituito da minori, alcuni non accompagnati”, ha
aggiunto l’UNHCR. “Si registra inoltre la fuga di anziani e donne
incinte, la maggior parte con pochi effetti personali e quantità scarse o nulle
di cibo e denaro”.
Pure il Dipartimento di Stato USA ha
manifestato forte preoccupazione per il clima di violenza in Costa d’Avorio. “Sono
state documentate numerose violazioni dei diritti umani”, si legge in un report
del marzo 2021. “Si tratta di
sparizioni forzate temporanee; condizioni di prigionia durissime e
potenzialmente letali; arresti e detenzioni arbitrari da parte delle forze di
sicurezza; rappresaglie motivate politicamente contro individui che risiedono
fuori dal paese; seri problemi in tema d’indipendenza del potere giudiziario; gravi
restrizioni della libertà d’espressione e di stampa; sostanziale limitazione
dei diritti di riunione pacifica e associazione; mancate inchieste e
procedimenti giudiziari contro i responsabili di atti di violenza contro donne
e minori; crimini a danno di lesbiche, gay, bisessuali, trans gender”.
Roma
invece non vede e non sente. Ma agisce. Dopo aver formato gli aguzzini libici e
quelli del dittatore egiziano Al-Sisi nella guerra sporca alle migrazioni e ai
migranti, per il Viminale e la polizia italiana è arrivata l’ora di intervenire
e operare nel Golfo di Guinea…
Articolo pubblicato in Africa Express il 9 ottobre 2021, https://www.africa-express.info/2021/10/09/addestramento-in-italia-per-militari-ivoriani-obiettivo-lotta-dura-ai-migranti/
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