Dalla Sicilia alle guerre globali
Intervista di Pina La Villa ad Antonio Mazzeo, giornalista e autore di diverse inchieste e saggi sulla militarizzazione del territorio in Sicilia, sui migranti e sui diritti umani.
1) Ho appena
consultato uno dei tuoi primi libri, Sicilia armata. Basi, missili, strategie
nell’isola portaerei della Nato. E’ del 1991, circa 25 anni fa. Da allora i
tuoi articoli e le tue inchieste hanno seguito da vicino lo sviluppo delle
strategie della Nato e degli Stati Uniti sul fronte europeo e non solo. Poi è
arrivato il MUOS (Mobile User Objective System a Niscemi). C’è una continuità
fra la situazione che descrivevi nel libro e l’installazione del MUOS a Niscemi?
Sì,
anch’io ho riletto da poco quel volume ed è sconcertante che le denunce che
facevamo allora, i timori che esprimevamo sulla tendenza bellica verso cui
marciava l’Isola, non siano mai stati seriamente al centro delle attenzioni
delle forze politiche, sociali e sindacali o dei grandi organi di stampa
regionali e nazionali in questi 23 anni.
Eppure
dalla pubblicazione ad oggi, la Sicilia ha fatto da piattaforma avanzata per le
operazioni nei Balcani negli anni ‘90, per le guerre globali scatenate da Stati
uniti, Nato e paesi partner mediorientali dopo l’11 settembre 2001
(Afghanistan, Iraq, Yemen, Corno d’Africa, Libia, Siria, ecc.), per le recenti
crociate contro le migrazioni nel Mediterraneo.
Infine
è stata la volta del MUOS di Niscemi, della base di Sigonella promossa da
Washington e Bruxelles a capitale mondiale dei droni e del dislocamento, sempre
a Sigonella della neocostituita forza di pronto intervento del Corpo dei
marines, sempre più impegnata nei blitz e in operazioni sporche top secret in
Nord Africa e Somalia. Un’escalation senza fine, purtroppo, del processo di
militarizzazione che ha avuto effetti devastanti per la società, l’economia e
la politica siciliana e che temo già nei prossimi mesi avrà altri e più
pericolosi effetti nel vissuto di tutti i siciliani.
2) Contro il MUOS è
nato un forte movimento di cittadini che da un lato si battono per un
Mediterraneo di pace, dall’altro condividono un’idea di crescita e di sviluppo
che non distrugga il territorio e i suoi abitanti. Il movimento fa ormai storia
a sé, per le energie che ha mobilitato e per l’attenzione che ha alimentato
anche rispetto ad altre aree interessate dagli affetti della militarizzazione
del territorio. A fine gennaio il movimento sembrava sconfitto, ma il 23
febbraio è arrivata la sentenza del TAR. In cosa consiste esattamente la
decisione del tribunale?
Il
Tribunale Amministrativo Regionale ha ritenuto del tutto fondati i ricorsi
presentati da Legambiente e dai Comitati No MUOS contro i provvedimenti della
Regione Siciliana, presieduta da Rosario Crocetta, che il 24 luglio 2013
avevano revocato lo stop ai lavori di costruzione del megaimpianto militare
ordinato dalla stessa regione il 29 marzo precedente. Concretamente, il TAR di
Palermo ha evidenziato come le autorità regionali abbiano fondato i loro atti
senza seri e oggettivi studi sui rischi del MUOS per la popolazione e
l’ambiente e sul traffico aereo di ben tre scali siciliani, Comiso,
Catania-Fontanarossa e Sigonella. Il terminale terrestre del MUOS, realizzato
all’interno di un’area protetta, la sughereta di Niscemi, è dunque abusivo e
illegittimo.
3) Si può dire che,
alla fine, le lotte pagano?
Le
lotte, quando hanno obiettivi chiari e netti, rifiutano la delega alla politica
“istituzionale” e formale, sono autorganizzate e autogestite e sperimentano
pratiche coerenti (azioni dirette, disobbedienza civile, ecc.) pagano sempre. E
se anche alla fine arriva una sconfitta, i movimenti si autorigenerano per
affrontare nuove campagne, opporsi ad altri crimini della globalizzazione e
dello sviluppo capitalista. Seminano democrazia, autogestione, voglia di
esserci e decidere. Sono sempre e comunque una grande scuola di partecipazione
e democrazia diretta.
4) Cosa succederà
adesso, dopo questa sentenza?
Bisogna
essere sinceri sugli effetti reali della storica sentenza del Tar. Sapevamo di
avere ragione su tutti i 1.000 motivi per opporci all’installazione del MUOS e
non abbiamo mai dubitato che alla fine il Tar avrebbe accolto le tesi dei
legali no MUOS.
Ma
non ci siamo mai fatti illusioni: solo la lotta dei volti, dei sorrisi e dei
corpi potrà liberarci dal MUOStro di Niscemi e imporre al governo nazionale e
regionale un cambio a 360 gradi delle scelte politiche in ambito
internazionale.
La
sentenza legittima ulteriormente il senso e le pratiche delle nostre lotte e ci
consente ad affrontare a testa alta nuove e più difficili campagne di
mobilitazione per la pace, contro le basi militari che soffocano l’Isola e per
poter affermare l’Utopia di un’Isola che sia davvero il ponte di pace di tutti
i popoli del Mediterraneo.
Infine
discredita ulteriormente i mille provvedimenti restrittivi e la gratuita
violenza delle forze dell’ordine, il clima fortemente repressivo e fascistoide
instaurato a Niscemi contro le attiviste e gli attivisti No MUOS. Si è colpito
il Movimento a suon di botte e denunce mentre si sono chiusi entrambi gli occhi
di fronte le gravi e comprovate violazioni commesse nei lavori e
l’infiltrazione mafiosa nei cantieri del MUOS.
5) In uno dei tuoi
ultimi articoli ti sei occupato del riposizionamento delle basi e degli uomini
dell’esercito degli Stati Uniti in Europa. Che conclusioni ne hai tratto?
Quanto c’entrano queste decisioni con le “guerre globali del XXI secolo” e
quanto con la situazione in Ucraina?
Beh
direi che le scelte di riposizionamento della Nato e degli Stati Uniti
d’America sul Fronte Sud (Spagna e Italia) e ad Est sono l’ultimo tassello di
una feroce campagna di riarmo, di potenziamento dell’apparato bellico e di
affinamento delle strategie geo-militari globali avviata progressivamente dopo
il 1989 e resasi ancora più acuta dopo il 2001.
Il
rafforzamento del dispositivo bellico multinazionale in Georgia, Repubbliche
baltiche, Polonia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Ucraina non è iniziato
purtroppo con le violenze dei fascisti filo-governativi in Crimea e nell’Est
dell’Ucraina; è un processo lungo, intrapreso scientificamente da Washington e
le grandi potenze europee dopo al caduta del Muro di Berlino, con finalità
neocoloniali per asservire al Capitale occidentale le economie dei paesi
dell’Est Europa e accerchiare e soffocare il gigante russo. Con le conseguenze
orribili per i popoli orientali che oggi sono sotto gli occhi tutti.
Antonio Mazzeo ha pubblicato nel 2010 I padrini del
ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre) e nel 2013 Il
MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo (editpress). I suoi
articoli sono pubblicati, oltre che sul blog, anche sulle riviste
on-line www.girodivite.it e www.isiciliani.it
Intervista
a cura di Pina La Villa, pubblicata il 23 febbraio 2015 in www.ricostruirepc.it., http://www.ricostruirepc.it/dalla-sicilia-alle-guerre-globali-intervista-ad-antonio-mazzeo/
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