Nuove avventure militari italiane in Corno d’Africa
L’Italia
ha donato all’esercito somalo 54 mezzi da guerra di seconda mano nell’ambito di
un programma di cessione di equipaggiamento che include anche vestiario e altre
dotazioni militari. La consegna è avvenuta a Mogadiscio lo scorso 5 marzo: si
tratta di autocarri e veicoli multiruolo corazzati MAV 5 4x4 prodotti dalla Carrozzeria
Boneschi Srl e da Iveco Spa, in grado di trasportare sino a sei persone e utilizzati
la prima volta dalle forze armate italiane proprio in Somalia nel 1993, con
l’Operazione Ibis. I mezzi saranno utilizzati dalle forze armate somale in
attività di ordine pubblico e contro le milizie anti-governative degli al
Shabaab.
Attualmente
l’Italia partecipa alla missione d’addestramento EUTM Somalia (European Union Training Mission) dell’Unione
europea, con 78 militari impiegati in vari ambiti. “Oltre alla formazione militare di base, a quella
specialistica e a quella finalizzata alla leadership, EUTM fornisce al
ministero della difesa ed alle forze armate nazionali della Somalia consulenza
strategica sullo sviluppo del settore della sicurezza, anche per quanto
riguarda la gestione del personale, la pianificazione strategica e la
legislazione relativa alla difesa”, spiega il Ministero della difesa. Prorogata
dal Consiglio dei ministri degli esteri europei fino al 31 dicembre 2016, la
missione Ue ha contribuito sinora alla formazione di circa 4.000 militari
somali e opera in stretta collaborazione con il Comando militare statunitense
per il continente africano (US AFRICOM) ed AMISOM, la missione militare
dell’Unione africana in Somalia. Dal gennaio dello scorso anno la base di EUTM è
stata trasferita dall’Uganda nel complesso portuale-aeroportuale di Mogadiscio,
mentre tutte le attività addestrative sono condotte presso il Jazeera Training Camp, sito a una
ventina di chilometri dalla capitale. EUTM comprende a sua volta due missioni Ue
complementari: EUNAVFOR Somalia - Operazione Atalanta contro la pirateria al
largo delle coste somale ed EUCAP Nestor “per lo sviluppo delle capacità nel
settore della sicurezza marittima nel Corno d’Africa e nell’Oceano indiano
occidentale”. Dal 6 agosto 2014 al 3 marzo 2015, l’Italia ha dispiegato per
EUNAVFOR nell’aeroporto di Chabelley, Gibuti, i velivoli a pilotaggio remoto Predator
A+ del 32° Stormo dell’Aeronautica. I droni sono stati impiegati in ben 28 interventi
(con oltre 300 ore di volo) per la raccolta dati d’intelligence, la ricognizione
e la sorveglianza in mare e sulla terra ferma.
Le forze armate italiane guidano da più di due anni le attività
di EUTM in Corno d’Africa. Dall’8 marzo scorso, Bruxelles ha nominato comandante
della missione il generale di brigata degli alpini Antonio Maggi, che ha
sostituito il gen. Massimo Mingiardi. “EUTM Somalia rischia
di fallire nelle sue finalità addestrative e di equipaggiamento del Somali
National Army (SNA) se gli Stati Uniti e l’Unione europea non assicureranno
congrui finanziamenti a lungo termine”, ha dichiarato il gen. Mingiardi, prima di lasciare
il proprio incarico. Nello specifico, il militare
ha invitato Bruxelles ad impiegare i 2,5 milioni di euro stanziati nel 2015 per
EUTM, nell’acquisizione di attrezzature “non letali” e nella costruzione in
Somalia di caserme, alloggi e altre infrastrutture. Intanto, lo
scorso mese di febbraio, i militari italiani di
EUTM Somalia hanno donato una serie di attrezzature ai soldati somali che
hanno frequentato i corsi tenuti a Mogadiscio: blu guns (repliche di armi in plastica blu, necessarie per
l’addestramento di base individuale e di squadra), scudi e caschi protettivi,
maschere antigas e altri accessori per le operazioni anti-sommossa e di ordine
pubblico. Nell’aprile 2014, l’Italia aveva consegnato alle forze di polizia
somale pure 30 veicoli blindati.
Decine
di ufficiali somali sono addestrati in questi mesi a Livorno presso le apposite
strutture del Comfose, il Comando Forze Speciali dell’Esercito, dagli incursori
del 9° Reggimento d’Assalto “Col Moschin”, reparto d’eccellenza della
Brigata Folgore. Le attività rientrano nel programma di cooperazione militare
rivolto alla Somalia, avviato dopo la firma a Roma, nel settembre 2013, di un
Memorandum bilaterale nel settore Difesa e gli accordi messi a punto con la visita
a Mogadiscio, il 10 ottobre 2014, dell’allora Capo di stato maggiore,
ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Contestualmente ha preso il via a Gibuti la missione
addestrativa MIADIT dell’Arma dei Carabinieri, “volta a favorire la stabilità e
la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno d’Africa,
accrescendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo del
territorio da parte delle forze di polizia somale”. I moduli formativi per 150-200
agenti somali alla volta, hanno una durata di 12 settimane e sono curati da un
team di 30 militari dell’Arma. L’ultima fase di MIADIT ha preso il via il 24
febbraio scorso ed è stata estesa pure a 40 elementi delle forze di polizia gibutine
con istruttori provenienti dal GIS - Gruppo Intervento Speciale (specializzato
in operazioni antiterrorismo), dal 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania” e dai
ROS dei Carabinieri. Nell’ambito dell’accordo sottoscritto tra le forze amate
italiane e quelle di Gibuti, nel giugno dello scorso anno sono stati consegnati
al piccolo paese africano pure sei blindati 4x4 “Puma” e una decina di obici
semoventi M-109L da 155 millimetri prodotti da Oto Melara, dismessi in Italia
dopo l’acquisto dei nuovi semoventi Pzh-2000.
Il decreto del governo Renzi del 10 febbraio scorso
che ha rifinanziato le missioni militari all’estero fino al 30 settembre 2015, ha
destinato complessivamente 21.235.771 euro a favore di EUTM Somalia, EUCAP
Nestor, al funzionamento della base logistica dell’esercito italiano a Gibuti (operativa
dal 2013) e alla proroga dell’impiego di personale militare in attività di
addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane. Altri 29,4 milioni di
euro sono stati stanziati per la partecipazione delle unità navali della Marina
alla missione antipirateria “Atalanta” nel Golfo di Aden. Fuori bilancio la
spesa necessaria ad aprire, quest’anno a
Mogadiscio, una missione autonoma italiana di “consulenza e assistenza militare”
delle forze armate somale, come auspicato dai vertici della difesa qualche mese
fa.
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