Droni a Sigonella per le guerre Nato in Africa e Medio oriente
A
partire dal prossimo anno, la base siciliana di Sigonella sarà utilizzata per le
missioni dei droni di sorveglianza aeronavale del nuovo sistema AGS (Alliance
Ground Surveillance) dell’Alleanza
Atlantica. Lo ha annunciato il segretario generale della Nato, Jens
Stoltenberg, a conclusione della sua visita in Italia, dove ha pure incontrato il
presidente del Consiglio Matteo Renzi. La Nato aveva previsto che la capacità operativa iniziale del sistema
AGS sarebbe stata raggiunta a Sigonella nel 2017; secondo Stoltbeng, però, le operazioni
d’intelligence, sorveglianza e ricognizione dei velivoli senza pilota saranno
anticipate di un anno. “Desideriamo intensificare la nostra capacità di presa
di coscienza delle situazioni con una maggiore sorveglianza sul terreno con l’uso
di droni e faremo riferimento a Sigonella a partire dal 2016”, ha dichiarato
Stoltenberg. Il primo banco di prova dei velivoli-spia sarà sicuramente la
Libia, dove secondo il segretario generale Nato, il deteriorarsi della crisi
politico-militare “determina nuove minacce alla sicurezza europea” per cui si dovrà
garantire “una difesa costante ed una sorveglianza massiccia”. “Adesso la
situazione in Libia è fuori controllo, con due governi separati e diversi
gruppi armati, tra cui alcuni affiliati allo Stato islamico”, ha aggiunto Stoltenberg.
“Ma la Nato è pronta a sostenere le autorità libiche fornendo consulenze sulla
difesa e la creazione di istituzioni per la sicurezza”.
L’AGS fornirà informazioni
in tempo reale per compiti di vigilanza aria-terra a supporto dell’intero
spettro delle operazioni Nato nel Mediterraneo, nei Balcani, in Africa e in Medio
oriente. Il sistema AGS si articolerà in stazioni di terra fisse, mobili e
trasportabili per la pianificazione e il supporto operativo alle missioni e da
una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo remoto RQ-4 “Global
Hawk” Block 40, prodotti dall’azienda
statunitense Northrop Grumman. La stazione aeronavale
di Sigonella ospiterà sia il Centro di comando e controllo dell’AGS che l’intero
apparato logistico e i velivoli senza pilota. Lunghi 14,5 metri e con
un’apertura alare di 40, i “Global Hawk” Block
40 potranno volare in qualsiasi condizione meteorologica per 32 ore consecutive,
a 18,3 km d’altezza. Grazie al radar ad
apertura sintetica ad alta definizione MP-RTIP, i droni rileveranno e tracceranno
ogni oggetto a terra e i missili da crociera a bassa quota. Il nuovo sistema s’interfaccerà
con l’articolata rete operativa della Nato a livello planetario e con tutti i
centri di comando, controllo, intelligence, sorveglianza e riconoscimento alleati.
La stazione guida AGS di Sigonella
opererà in cooperazione con i “Global Hawk” e i droni-killer “Predator” che l’US
Air Force schiera da diversi anni nella base siciliana e potrà contare pure sul
supporto dei velivoli senza pilota “Sentinel” in dotazione alle forze armate
britanniche ed “Heron R1” che la Francia ha prodotto congiuntamente ad Israele.
Dal 2018 Sigonella entrerà a far parte pure del programma di ricognizione su
larga scala BAMS (Broad Maritime Area Surveillance) che la
Marina militare Usa sta per attivare grazie ai pattugliatori marittimi a lungo
raggio Boeing “P-8A Poseidon” e ad una nuova generazione di droni-spia ancora
più sofisticati, gli MQ-4C “Triton”, anch’essi di produzione
Northrop Grumman. Per la realizzazione in
Sicilia di una serie d’infrastrutture che consentano di ospitare le componenti di
volo del BAMS, la US Navy ha
stanziato 29.730.000 dollari per l’anno fiscale 2015. Grazie a questo nuovo programma, la marina degli Stati Uniti d’America punta a
rafforzare la propria superiorità strategica nello svolgimento di missioni
prolungate ISR (intelligence, sorveglianza e riconoscimento) su vaste regioni
oceaniche e costiere, per localizzare e intercettare unità navali di
superficie e sottomarini potenzialmente ostili.
Al programma AGS, il più
costoso nella storia dell’Alleanza, hanno aderito sino ad oggi solo 15 paesi
dell’Alleanza atlantica: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania,
Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania,
Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti. Per l’AGS, la Nato ha firmato nel maggio del 2012 un contratto da 1,7
miliardi dollari. Al team industriale guidato da Northrop Grumman
partecipano con quote assai ridotte pure EADS Deutschland GmbH (Cassidian), Kongsberg
e l’italiana Selex Es (Finmeccanica). Con una commessa di appena il
10% del valore complessivo del contratto AGS (140 milioni di euro), Selex ES predisporrà
la componente fissa e mobile del segmento di terra e contribuirà al
collegamento dati su banda larga con le piattaforme aeree del sistema di
sorveglianza.
La prima simulazione operativa dell’AGS è stata realizzata
nel luglio 2014 nel corso della grande esercitazione aeronavale Unified Vision UV14 che la Nato ha realizzato
in nord Europa in cooperazione con il
Comando delle forze Usa per il continente europeo e un team di tecnici di
Northrop Grumman e delle altre aziende contractor. “Grazie ai Global Hawk di US
Air Force decollati dalla base di Sigonella, le simulazioni in alta risoluzione
del sistema AGS hanno supportato le attività del Joint Force Commander in quella che è stata la più grande esercitazione
militare in Europa per testare e valutare le capacità della Nato nell’implementare
e coordinare i sistemi ISR (Intelligence,
Surveillance and Reconnaissance) e raccogliere ed elaborare informazioni dallo
spazio, dall’aria, dalla terra e dal mare”, ha rilevato il Comando Nato di
Bruxelles.
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