Aerei fantasma Usa sulla rotta Pantelleria – Tunisia
Aerei
fantasma Usa sulla rotta Pantelleria – Tunisia
di Antonio Mazzeo
Missioni aeree top secret Usa sono state lanciate
il 26 marzo dall’aeroporto dell’isola di Pantelleria verso le aree della
Tunisia dove sono in corso violenti combattimenti tra le forze armate e le
milizie filo al-Qaida. La notizia è trapelata da Tunisi dove alcuni blogger,
consultando il sito Flightradar24.com che fornisce mappe
dettagliate sul traffico aereo “civile” a livello internazionale, hanno notato
la rotta del tutto anomala di un velivolo Super
King Air Beech 300 decollato dallo scalo di Pantelleria alle ore 10 circa di
giovedì 26 marzo, che dopo essersi diretto a ovest, è entrato nello spazio
aereo della Tunisia e sorvolare in modo circolare la provincia di Kasserine al
confine con l’Algeria e in particolare la regione montagnosa del Chaambi. Le evoluzioni aeree sono proseguite sino alle ore 15.45, quando il
Super King ha invertito la rotta rientrando a
Pantelleria. Il velivolo, secondo quando accertato a Tunisi, avrebbe svolto
analoghe missioni sul Chaambi (con piani di volo e orari simili) anche nei
giorni 21, 22 e 23 marzo.
Il Super
King Air 300 è un bimotore leggero prodotto
dall’azienda statunitense Beechcraft. Con un costo
unitario di poco superiore ai 7 milioni di dollari, il modello 300 è la
versione più grande e più potente della famiglia dei Super King. Con una lunghezza di 14 metri circa e un’apertura alare
di 17, il velivolo può trasportare sino a 15 passeggeri, ha un’autonomia di
volo di 3.340 km e può raggiungere una velocità massima di 545 Km/h
all’altitudine di 7.600 metri. In produzione dalla fine degli anni ’80, il
modello B300 è stato acquistato principalmente per svolgere operazioni
d’intelligence e sorveglianza nel settore marittimo da Stati Uniti d’America,
Algeria, Australia,
Canada, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Hong Kong, Iraq, Norvegia, Svezia,
Svizzera e Taiwan. Alla fine del 2010, l’esercito Usa aveva nel proprio
inventario undici velivoli King Air 300, comprati di seconda mano e modificati
in funzione ISTAR (Intelligence,
Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) per la “Tash Force
ODIN”, il battaglione aereo di pronto intervento anti-insorgenza, creato nel
2006 per i teatri di guerra più critici.
Il numero di matricola con cui risulta
registrato il velivolo (N351DY) consente d’identificarne il legittimo
proprietario, l’oscura società Aircraft Logistics Group
LLC, con sede a Oklahoma City. Priva di un proprio sito internet, la società
risulta essere controllata dal gruppo finanziario Acorn Growth Companies,
anch’esso di Oklahoma City, particolamente attivo nel settore aerospaziale e
della difesa e che in passato ha sottoscritto contratti con il Pentagono per lo
sviluppo di programmi di sorveglianza aerea e intelligence.
Quelle partite da Pantelleria sono dunque operazioni
di spionaggio eseguite da contractor delle forze armate Usa o da una delle
innumerevoli agenzie dei servizi segreti di Washington? E perché il velivolo
opera dalla piccola isola quando il Pentagono ha a disposizione in Sicilia la
grande stazione aeronavale di Sigonella, utilizzata in particolare per i
voli-spia degli aerei senza pilota “Global Hawk”? E chi ha dato
l’autorizzazione in sede governativa a utilizzare uno scalo e lo spazio aereo
italiano per i voli fantasma verso la Tunisia? Impossibile ottenere conferme o qualsivoglia
informazione dalle autorità civili e militari nazionali. I gestori dello scalo
pantesco affermano di non aver registrato alcuna attività nel settore riservato
al traffico passeggero “civile” e invitano a rivolgersi al vicino Distaccamento
dell’Aeronautica militare, il cui centralino telefonico non è però operativo
dalle ore 12 di venerdì sino al mattino di lunedì. Insistendo si ottiene un
contatto con il presidio aeroportuale dell’Arma dei Carabinieri che però dirotta
l’interlocutore al Comando dei carabinieri di stanza a Sigonella. Dalla grande
base siciliana, l’ufficiale di servizio spiega che le competenze sul traffico
aereo militare di Pantelleria sono in mano al 37° Stormo dell’Aeronautica
militare di Trapani Birgi. Come a Pantelleria, però, il centralino telefonico
del Comando è out per tutto il week
end e l’unico operatore militare individuato si dichiara impossibilitato a
fornire dati in merito e invita a
richiamare il lunedì mattina e chiedere direttamente del Comandante del
reparto.
Ciò che è certo è che nelle giornate in cui
sono state registrate le attività del velivolo
fantasma, tra le montagne tunisine sorvolate si sono intensificate le
operazioni militari dell’esercito contro le milizie islamico-radicali. Il 22
marzo un soldato tunisino è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti per lo
scoppio di una mina “dislocata dai terroristi vicino al confine con l’Algeria
nella provincia di Kef”, secondo quanto riferito dal portavoce delle forze
armate tunisine. Dall’aprile dello scorso anno, l’esercito ha lanciato una
vasta controffensiva proprio sulle montagne di Chaambi dove si nasconderebbero
le milizie legate ad Ansar al Sharia, organizzazione islamica che
Washington ritiene responsabile dell’attacco al consolato Usa a Bengasi (Libia)
l’11 settembre 2012 e ad Okba Ibn Nafaa, gruppo affiliato ad al Qaeda. Sulle
montagne di Chaambi, il 17 luglio dello scorso anno, 14 militari tunisini sono
stati colpiti a morte nel corso di un’azione lanciata dai gruppi armati ribelli;
altre 4 guardie di frontiera tunisine sono state assassinate nel febbraio 2015.
Il
Distaccamento aeroportuale di Pantelleria è stato visitato il 9
marzo scorso dal capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, gen.
Pasquale Preziosa, dal comandante della Squadra Aerea, gen. Maurizio Lodovisi, dal
direttore della Direzione per l’impiego del personale militare dell’Ami, gen.
Gianpaolo Miniscalco e dal comandante del 37° Stormo di Trapani Birgi, col.
Luca Capasso. “Nel corso della visita, il comandante del Distaccamento ha
evidenziato la lunga tradizione storica che lega la presenza dell’Aeronautica
Militare all’isola di Pantelleria, terra di frontiera nei confronti del
continente africano, la rinnovata missione dell’Ente e le capacità di supporto
logistico e tecnico-operativo che la base fornisce quotidianamente in
favore delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine”, riporta la nota emessa
dal Ministero della difesa.
Lo
scalo di Pantelleria è classificato come aeroporto militare “aperto al traffico
civile” ed opera sia in ambito militare nazionale che Nato. A Pantelleria, in
particolare, sono state ampliate recentemente le due piste di volo ed
ammodernato il mega-hangar ricavato all’interno di una collina confinante con
l’aeroporto, capace di ospitare sino ad una cinquantina di aerei da guerra.
Commenti
Posta un commento