Messina, emergenza dispersione scolastica: dati terribili, c’è poco da stare allegri
I dati forniti in Commissione consiliare sono del tutto differenti da quelli del Distretto sociosanitario 26 del Comune. Numeri che confermano il fallimento delle politiche autoritarie e imprenditorial-aziendaliste dei dirigenti-manager
Leggo
stamani su Messinatoday che nel corso della commissione consiliare sulla
dispersione scolastica nella città di Messina (tenutasi nella mattinata di
giovedì 28 maggio), il presidente Placido Bramanti e l'assessora alle Politiche
Scolastiche Laura Tringali hanno avuto l'ardire di enfatizzare come la città
dello Stretto "si comporti meglio delle altre città siciliane, con
percentuali molto più basse delle singole province e quindi della media
regionale".
Secondo i
dati presentati in Commissione consiliare, per quel che riguarda la scuola
primaria, l’indice di dispersione scolastica, sul totale degli alunni iscritti,
è dello 0,45%, con la media regionale che si attesta allo 0,57. Passando poi
alla scuola secondaria di primo grado, la percentuale di Messina, 2,30%, è la
più bassa dell’isola.
In verità
Consiglio comunale e Giunta hanno assai ben poco da festeggiare. I dati sulla
dispersione scolastica forniti dal Distretto sociosanitario 26 del Comune di
Messina relativi al 2018 (gli ultimi presentati) - sono del tutto differenti e
direi proprio terrificanti. Nelle scuole primarie (5-10 anni) la
Battisti-Foscolo presenta l'indice di dispersione del 4,33% (ossia sei
bambine/i in carne ossa scomparse da scuola...), mentre l'IC Catalfamo si
attesta al 2,75%; sopra l’indice dell'1% ci sono pure l'IC di Santa
Lucia-Contesse, la centralissima Cannizzaro-Galatti e la Manzoni-Dina e
Clarenza.
Per quanto
riguarda gli istituti secondari di primo grado, nella scuola Catalfamo,
l'indice di dispersione raggiunge il 17,73% (25 studenti), all'IC Leopardi il
10,58% (19), alla Battisti-Foscolo il 7,89%, all’Albino Luciani il 6,21%, alla
La Pira-Gentiluomo il 5,46%.
Meglio
stendere un velo pietoso poi per quanto riguarda gli Istituti secondari di
secondo grado dove il fenomeno della dispersione – sempre secondo i dati del
Comune di Messina - è paragonabile a quanto accade nelle periferie delle
metropoli del terzo e quarto mondo. In città c’è intatti un istituto,
l'IIS Antonello il cui indice nel 2018 ha raggiunto il 38,57% (oltre 420
studenti desaparecid@s), ma sono davvero allarmanti pure gli indici registrati
all'ITIS Verona Trento (16,63%)all’IS Minutoli (12,65%) e all’ITC Jaci (0.65%).
Non credo sia irrilevante sottolineare come proprio l'Antonello (di cui, tra
l'altro, è oggi dirigente l'odierna assessora all'istruzione Tringali) è un
istituto che si fregia del titolo di "scuola-impresa" e ciò la dice
lunga sugli esiti del tutto fallimentari del processo in atto di
aziendalizzazione ed esternalizzazione di servizi e persino di vere e proprie
attività formative-educative che mina il mondo dell’istruzione – sempre meno
“pubblica” – in Italia.
Certo, i
dati raccolti e sistematizzati dal Distretto sociosanitario 26 del Comune di
Messina necessitano di essere ulteriormente verificati e analizzati
(auspicherei una commissione d’inchiesta indipendente da affidare al garante
dell’infanzia, insegnanti, pedagogisti, educatori, organizzazioni non
governative, sindacati di categoria, ecc.), ma se pensiamo a quanto accaduto
negli ultimi due anni scolastici a causa della pandemia da Coronavirus, è
impossibile credere che ci sia stata una riduzione sul fronte
abbandoni-dispersione, anche perché la DaD – e lo riconosce lo stesso Ministero
dell’istruzione – ha solo approfondito i gap e le distanze educative tra le
ragazze e i ragazzi provenienti da classi sociali ed economiche differenti e il
tasso delle diserzioni delle “lezioni” da remoto è inimmaginabile per chi non
opera nel mondo della scuola.
Che adesso
in Consiglio comunale si esalti Messina come la “migliore della classe in
Sicilia” la dice lunga sul cinismo, l'arroganza e l’irresponsabilità della
classe politica dirigente locale e, purtroppo conferma il totale fallimento
delle politiche autoritarie e imprenditorial-aziendaliste dei dirigenti-manager
del sistema scolastico cittadino.
Commenti
Posta un commento