L’Italia affida all’Accademia di Al-Sisi l’addestramento delle polizie africane
“Nei giorni scorsi con il nostro partner in Italia abbiamo rinnovato l’accordo di cooperazione per combattere il crimine organizzato e l’immigrazione illegale”. L’1 dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annuncia la firma a Roma di un protocollo che proroga sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana. A firmare l’accordo il capo dell’Accademia di Polizia del Cairo e stretto collaboratore del dittatore al-Sisi, gen. Ahmed Ibrahim e il responsabile della Direzione centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere del Ministero dell’Interno, Massimo Bontempi.
Sull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili
di inauditi crimini contro l’umanità – non ultimo il sequestro e omicidio di Giulio Regeni – Il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere un
imbarazzato silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a
capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini
e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e
armare nell’ombra i partner egiziani. Nel 2016, l’anno della morte di Regeni, i
poliziotti di al-Sisi sono stati “ospiti” di diversi centri della Polizia in Italia per una
decina di corsi di formazione (tra
essi pure una ventina di funzionari del National Security Sector del Cairo a
Brescia e altrettanti a Nettuno). Prendevano inoltre il via nello stabilimento
di Frosinone del gruppo Leonardo, i lavori di aggiornamento di quattro
elicotteri in disuso della Polizia, poi consegnati nel gennaio 2018, previo addestramento
dei piloti egiziani. Sempre
nel 2016, la Polizia ha inviato al Cairo un migliaio tra computer e stampanti e
20 apparati Phone Forensic Express completi di connection kit.
Nel 2017 i corsi a favore degli agenti del generale al-Sisi sono cresciuti
a 23 e sono stati erogati dal reparto speciale anti-terrorismo dei NOCS a Roma
e dalle Scuole di polizia di Cesena,
Brescia, Spinaceto, Pescara e Abbasanta-Oristano (in quest’ultima, la presenza
di poliziotti egiziani è stata accertata perlomeno sino al febbraio 2019). Il
13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale:
a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra
il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel
settore del controllo delle frontiere e
della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo
proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze
dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per
detenzioni arbitrarie, esempio recente quella dell’ex presidente Morsi, che in
questa Accademia ha perso la vita”, ha riportato l’on. Erasmo Palazzotto, oggi
presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio Regeni, in un’interrogazione
di fine novembre 2019.
Il
programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero
dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la
Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da
funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto
ITEPA (International
Training at Egyptian Police Academy)
ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto,
Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti,
Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia,
Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono
e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i
militari delle dittature latinoamericane.
Il Viminale ha
seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era
presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già
direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla
Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico
perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione
laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000
euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il
lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile
Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato,
Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso
vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).
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