Maremoto AMAM Messina. C’è una nuova inchiesta giudiziaria
Al terremoto generato dall’inchiesta sul cosiddetto Terzo livello che avrebbe condizionato
la vita politica, amministrativa e diversi affari economici e urbanistici della
città di Messina, potrebbe seguire presto un’ondata di maremoto. Sì, perché e
di acque e acquedotti che si parla e dell’azienda preposta al rifornimento
idrico, interamente controllata dal Comune. C’è un nuovo filone d’indagine
aperto dalla Procura della Repubblica di Messina per verificare legittimità e
congruità degli appalti e degli affidamenti di cottimi fiduciari da parte
dell’AMAM - Azienda Meridionale Acque Messina ad alcune imprese siciliane nel
periodo compreso tra il 2013 e il 2016. L’esistenza dell’inchiesta e l’identità
di due degli indagati è trapelata incidentalmente nel corso del processo Terzo livello che vede imputati
chiave l’ex presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, noti
professionisti e commercialisti, imprenditori e l’ex presidente del Consiglio
d’amministrazione AMAM, Leonardo Termini. Chiamati a deporre come testi, l’ex
direttore generale dell’azienda acque ed acquedotti, ingegnere Luigi La Rosa, e
il funzionario AMAM ingegnere Francesco Cardile, hanno appreso dal Pubblico
ministero dottor Fabrizio Monaco di essere stati iscritti nel registro degli
indagati in relazione ad un procedimento connesso all’inchiesta sul Terzo livello, relativamente a una serie
di appalti affidati dall’azienda peloritana. “Si tratta del procedimento n. 3592/2017
con stralcio di relativi atti nell’ambito di questo processo e risulta ancora pendente”,
ha spiegato il Pm. Un vero e proprio colpo di scena che ha sorpreso gli
ingegneri La Rosa e Cardile, alcuni degli imputati e i difensori presenti in
aula. I due professionisti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e
l’udienza è proseguita con l’esame di altri testimoni.
Così, dopo l’ex presidente Termini, finiscono sotto i
riflettori l’ex direttore generale Luigi La Rosa che dopo aver abbandonato
l’AMAM per limiti d’età era stato chiamato dal Consiglio d’amministrazione a
collaborare “a titolo gratuito” con i nuovi vertici aziendali e il dirigente
Francesco Cardile, vera e propria memoria
storica di AMAM, responsabile del settore amministrativo e dei sistemi
informatici ed ex direttore generale facente funzioni dopo il pensionamento
dell’ingegnere La Rosa. Gli inquirenti contesterebbero ai due professionisti il
reato d’abuso d’ufficio, commesso in precedenza alla data del 24 giugno 2016.
Dagli atti depositati al processo sul Terzo
livello è possibile documentare che l’iscrizione nel registro degli
indagati risale al 12 giugno 2017 e che per il procedimento n. 3592/17 sono
stati denunciati dalla Procura della Repubblica anche l’ex presidente del
consiglio Emilia Barrile, l’ex consigliere comunale del Pd Angelo Burrascano,
gli imprenditori Mauro Leva e Maria Carmela Richichi (contitolari del capitale
sociale di Italsat S.r.l.); i legali rappresentanti della Cooperativa Sociale
Universo e Ambiente Giacomo Crupi e Giovanni Luciano; l’amministratore e socio
unico della Ecol 2000 S.r.l. Giuseppe Micali e il fratello Natale Micali,
amministratore dell’Intercontinentale Servizio Igiene S.r.l.; l’amministratore
della C.M.S. S.r.l. di Fiumefreddo di Sicilia, Salvatore Brischetto e uno dei
soci, Isidoro Maria Susinni; l’amministratrice e socia al 95% della Pettinato
S.r.l. Santa Tavilla e l’imprenditore edile originario di Fondachelli Fantina,
Giuseppe Pettinato; i coniugi Gaetano Celesti ed Angela Sacco, il primo
direttore tecnico e socio all’81,43% della Celesti Costruzioni S.r.l., mentre la
moglie amministratrice della stessa società e socia accomandataria delle
Edilcondotte S.a.S.. Il 26 febbraio 2018 i Pubblici ministeri Federica Rende e
Francesco Massara hanno ottenuto dal Gip del Tribunale di Messina la proroga
delle indagini, pertanto alla data odierna i termini sono definitivamente scaduti
e quindi la Procura deve decidere se chiedere l’archiviazione o mettere avviso
di chiusura indagini nella prospettiva di un nuovo processo. Sempre nel
febbraio dello scorso anno il Gip aveva disposto la separazione degli atti e l’iscrizione
a mod. 21 di autonomo fascicolo a carico di Emilia Barrile per il delitto di
cui all’art 322 comma secondo del codice penale (istigazione alla corruzione) e per quello previsto dagli artt. 56-353
(tentata turbata libertà degli incanti).
Contestualmente veniva prodotto dagli inquirenti un certificato del casellario
giudiziale di Emilia Barrile da cui si evince che la stessa, con sentenza del
Tribunale di Messina dell’11 febbraio 2005, irrevocabile dall’11 giugno 2005,
ha subito la condanna a un mese e 5.500 euro d’ammenda per violazione delle
norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia e delle
prescrizioni sulle costruzioni in zone sismiche, più altri 400 euro di multa
per invasione di terreni; alla Barrile è stato concesso tuttavia il beneficio
della non menzione.
La Sezione della Polizia Giudiziaria della P.S. di Messina ha
rilevato alcune sospette anomalie nella gestione dei bandi di gara AMAM e nelle
modalità di affidamento dei lavori a imprese esterne. “I lavori o servizi
commissionati sotto forma di affidamento diretto rappresentano nella quasi
totalità dei casi proroghe di appalti già aggiudicati ad una determinata ditta
per il tempo necessario all’espletamento delle nuove gare”, si legge nel rapporto
presentato il 4 maggio 2017 in Procura, a firma del vicequestore aggiunto Fabio
Ettaro. “A tal riguardo si ritiene che la prassi dell’AMAM di indire la nuova gara
solamente allo scadere della precedente possa costituire un’anomalia nella
gestione degli appalti. Infatti la maggior parte dei lavori o servizi prorogati
prevedendo una durata variabile tra i 6 e i 12 mesi, avrebbero consentito una
tempestiva programmazione e reso evitabile il continuo ricorso a proroghe con
affidamento diretto nelle more dell’espletamento di nuove gare”.
Sempre secondo gli inquirenti, queste criticità si sarebbero
evidenziate particolarmente nelle procedure
di gara aggiudicate alla C.M.S. S.r.l., importante azienda che ha sede nella
zona industriale di Fiumefreddo di Sicilia e che opera nella realizzazione,
riparazione e manutenzione di acquedotti, gasdotti, oleodotti ed opere di
irrigazione. Nel periodo 2013-2016, l’AMAM ha aggiudicato alla C.M.S. tre
cottimi, uno per annualità, aventi tutti il medesimo oggetto ovvero il servizio di gestione, controllo e presidio
degli impianti di sollevamento dell’acquedotto del Fiumefreddo,
Bufardo-Torrerossa, del serbatoio di Piedimonte Etneo e delle condotte
ricadenti nella provincia di Catania. “Sono queste tra le gare AMAM di
maggiore importo, con un valore di oltre 400.000 euro”, annota la Sezione della
Polizia Giudiziaria di Messina. “Nell’avviso di manifestazione d’interesse per
la gara 2015, l’AMAM richiedeva alle aziende alcuni requisiti minimi di
partecipazione (esperienze pregresse, espletamento negli ultimi tre anni
precedenti identici servizi, ecc.). Sebbene la procedura in questione si
caratterizzi per la pubblicità che dovrebbe consentire la più ampia
partecipazione possibile, in realtà sembrerebbe una procedura finalizzata all’affidamento
del servizio proprio alla ditta C.M.S.. La combinazione di due requisiti sopra
evidenziati, ovvero la precedente esperienza e la disponibilità di un’adeguata
officina nelle immediate vicinanze degli impianti da gestire, di fatto riducono
drasticamente qualunque forma di concorrenza. Tale ipotesi sembrerebbe provata
proprio dal fatto che a differenza delle precedenti gare ove si erano
presentate anche altre ditte, nella procedura in questione la C.M.S. è stata l’unica
a manifestare l’interesse a parteciparvi”.
“Per ogni annualità esaminata dal 2013 al 2016 si è visto che
il Direttore Generale Luigi La Rosa, nella fase di indizione della gara, ha
puntualmente prorogato il servizio in corso per i tempi strettamente necessari all’espletamento
delle procedure di gara per periodi variabili dai 30 ai 90 giorni”, aggiungono
gli inquirenti. “Per tali proroghe sono stati impegnati gli importi
corrispondenti ai ribassi d’asta offerti dalla ditta aggiudicatrice della gara
prorogata, cioè sempre la C.M.S.. Ciò che desta maggiore perplessità è poi il
ripetersi di disfunzioni correlate alla programmazione degli affidamenti del
servizio di gestione, controllo e presidio dell’impianto acquedottistico,
trattandosi di un servizio di primaria importanza e assoluta necessità ed
avendo durata annuale potrebbe esser indetto con maggior tempestività. E’
accaduto invece che per quanto riguarda le procedure esaminate i primi atti necessari
allo svolgimento delle gare, ovvero le richieste
autorizzazione al legale rappresentante siano state protocollate e quindi
fino a prova contraria inoltrate proprio nei periodi coincidenti con la fine
del servizio in corso”.
Altra azienda committente AMAM sotto indagine è l’Italsat
S.r.l. di Messina, con oggetto sociale la raccolta, il trattamento e lo smaltimento
dei rifiuti e la gestione delle reti fognarie. In particolare è a questa che nel
2014 l’allora direttore generale Luigi La Rosa, “attesa l’urgenza”, assegna i
lavori di realizzazione del sistema di ricircolo delle fontane monumentali comunali
La Pigna e Gennaro (importo 10.540 euro). “La messa in funzione delle suddette
fontane darà la possibilità alla cittadinanza di una migliore vivibilità della
città oltre che ad un ritorno d’immagine e di efficienza alle istituzioni e a
questa Azienda”, motivava la scelta l’odierno indagato. Sempre nel 2014,
l’Italsat di Mauro Leva e Maria Carmela Richichi otteneva affidamento diretto
del servizio di clorazione acque potabili distribuite dall’azienda, “in
pendenza di effettuazione della nuova gara” (durata 90 giorni con un impegno di
spesa poco inferiore ai 42.000 euro). Previa richiesta di autorizzazione al
cottimo fiduciario da parte dell’ingegnere La Rosa, la commissione di gara ha poi
affidato alla stessa azienda la potabilizzazione
delle acque (anni 2014-2015) per un importo di 188.356 euro. Al bando di
gara si erano presentate solo due società, la Italsat S.r.l. e la Gullifa
Francesco, quest’ultima però era stata esclusa per la mancata presentazione della
polizza fideiussoria. Nel 2015 la società di Mauro Leva e Maria Carmela
Richichi ha ottenuto da AMAM un altro cottimo fiduciario per la clorazione
acque (anni 2015-2016), stavolta per un importo di 181.000 euro. “In questo
caso Italsat è stata l’unica società a manifestare interesse alla
partecipazione alla gara”, annota la Polizia di Stato. “Occorre sottolineare che nella
procedura in questione il Dirigente Generale La Rosa ha inoltre prorogato alla
ditta Italsat per un periodo di mesi due, tempo necessario all’espletamento delle
procedure di gara per l’affidamento del servizio, lo svolgimento del medesimo
servizio precedentemente aggiudicato; per tale proroga è stato autorizzato l’impegno
di spesa di 23.294 euro”.
“In conclusione la Italsat ha espletato il servizio di
clorazione per il periodo d’interesse senza soluzione di continuità, ovvero
negli anni 2014-2015 e 2015-2016 ma anche in precedenza il servizio era stato
espletato dalla medesima ditta”, aggiungono gli inquirenti. Proprio
relativamente all’attività di clorazione svolta da Italsat, l’allora Presidente
del Cda di AMAM, il commercialista Leonardo Termini, aveva precisato l’1 marzo
2017 ai giudici peloritani che l’acquisto del cloro e delle attrezzature per la
sua immissione nei serbatoi era a carico dell’azienda. “Pertanto si tratta di
un servizio di mera esecuzione che si potrebbe svolgere mediante personale
interno previa formazione dello stesso ma che viene conferito a una ditta
esterna per il sottodimensionamento dell’organico a differenza del passato”,
riferiva Termini. L’affermazione non ha tuttavia del tutto convinto gli
inquirenti che nel loro report alla Procura della Repubblica annotano che “il
personale stabilmente impiegato dalla Italsat S.r.l. è di sole quattro unità e
quindi atteso che il ricorso ad una ditta esterna sarebbe stato determinato da
carenze di organico dell’AMAM, il reale apporto di manodopera sembrerebbe assai
marginale”.
All’Intercontinentale Servizio Igiene S.r.l., amministratore
unico l’imprenditore Natale Micali, l’Azienda Meridionale Acque Messina ha
commissionato un gran numero di lavori: nel 2013 il servizio autoespurgo della 5^
e 6^ Circoscrizione comunale (impegno di spesa 11.500 euro); nel 2014 la
manutenzione ordinaria delle reti fognarie della 3^ e 4^ Circoscrizione (44.819
euro), la pulizia delle vasche e dei sistemi di aspirazione del depuratore di
Mili (la gara di 148.200 euro è stata vinta grazie a un ribasso record del 43,92%),
con affidamento diretto ancora il
servizio autoespurgo della 5^ e 6^ Circoscrizione (32.375 euro), la scerbatura
e pitturazione degli impianti idrici e fognari del Comune di Messina (50.000
euro). Nel 2015 l’AMAM ha invece affidato alla società di Natale Micali i lavori
di rifacimento della rete idrica di alimentazione del serbatoio Portella a
servizio dei villaggi collinari della zona Nord (177.000 euro, a cui poi con
perizia tecnica di variante si sono aggiunti altri 23.010 euro); i lavori per
il ripristino della funzionalità delle reti fognarie della 1^ e 2^
Circoscrizione (117.325 euro); i lavori di somma
urgenza per il ripristino del canale di convogliamento dei fanghi di uscita
dal depuratore di Mili (50.200 euro). Nel 2016, l’Intercontinentale Servizio
Igiene s.r.l. si è invece aggiudicata la gara per l’esecuzione del servizio di
autoespurgo delle Circoscrizioni 1^ e 2^ con un’offerta di -33.3% rispetto alla
somma impegnata nel bando (183.000 euro). Nello stesso anno, l’AMAM ha affidato
alla Ecol 2000 S.r.l., nella titolarità di Giuseppe Micali, fratello di Natale
Micali, i lavori di ripristino della funzionalità delle reti fognarie della 1^
e 2^ Circoscrizione comunale (importo a base d’asta 150.000 euro, offerta con
un ribasso dell’11,13%).
Rilevanti anche le somme capitalizzate dalla Pettinato
Costruzioni S.r.l. di Messina, amministratrice unica e socia al 95% la signora Santa
Tavilla, coniuge del dominus-dirigente della società, Giuseppe Pettinato. Nel
2013 l’AMAM ha affidato alla ditta i lavori di somma urgenza per il ripristino della funzionalità dell’impianto
fognario posto nel torrente Vallone a San Filippo Inferiore (55.000 euro). “In
questo caso le perplessità derivano dalla mancanza sia di un evento particolare
che di una tempistica nell’intervento congruente con il ricorso all’istituto della
somma urgenza”, annota la Sezione della Polizia Giudiziaria. L’anno successivo,
la Pettinato Costruzioni ha vinto il bando di gara per la manutenzione
ordinaria delle reti idriche della città, zona Nord e Sud (245.765 euro
impegnati, ribasso 10%). Sempre nel 2014, l’AMAM le ha affidato gli stessi
lavori di manutenzione in continuazione al precedente cottimo, per un importo
di 37.000 euro.
Pesanti i rilievi della Polizia di Stato nei riguardi della
Cooperativa Sociale Universo e Ambiente, ritenuta vicinissima all’allora
Presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. “L’analisi
della documentazione ha consentito di rilevare diverse anomalie negli
affidamenti da parte di AMAM; ci si riferisce soprattutto al frequente ricorso
ad affidamenti diretti e proroghe di cottimi fiduciari che consentivano alla
medesima ditta di gestire in modo ininterrotto, nel periodo d’interesse, vari
servizi di pulizia”, si legge nell’informativa del 4 maggio 2017. “Questo dato
oggettivo non può esser interpretato prescindendo dal ruolo politico rivestito
da Emilia Barrile e dal potere di influenza che ne deriva (si ricorda che AMAM è
una partecipata del Comune di Messina), ma ancor di più da specifici interessi che la predetta sembra
avere in AMAM e che esulano da possibili trattamenti di favore nei confronti
della cooperativa”. Le indagini hanno pure accertato che le due figlie di
Emilia Barrile, Rosaria Triolo e Stefania Triolo, hanno lavorato e percepito
redditi da lavoro dipendente dalla Cooperativa Universo e Ambiente in periodi
diversi tra il 2010 e il 2012 e che l’amministratore unico della coop dal
giugno 2012 al gennaio 2016 è risultato essere Giacomo Crupi, cugino acquisito
della Barrile.
Dulcis in fundo la Celesti Costruzioni S.r.l. di Messina, società che nel
periodo compreso tra il 2013 e il 2016 ha messo la propria firma su ben 15
lavori commissionati da AMAM, per un importo complessivo di oltre un milione e
100.000 euro. L’azienda controllata dall’imprenditore Gaetano Celesti e dalla
moglie Angela Sacco si è aggiudicata in particolare nel 2013 i lavori di somma urgenza per il ripristino dell’acquedotto
del Fiumefreddo, zona Letojanni e d’intervento per l’eliminazione
dell’infiltrazione idrica nei locali del Tribunale di Messina. “Nel verbale di
somma urgenza non è presente alcun riferimento alla data effettiva di
constatazione urgenza a Letojanni e presso il Tribunale peloritano né di quando
effettivamente siano stati effettuati i lavori”, evidenziano gli inquirenti. Alla
Edilcondotte S.a.S. che vede Angela Sacco socia accomandataria e Gaetano Celesti
socio accomandante, sono stati affidati invece nel giugno 2016 i lavori di
manutenzione ordinaria delle reti idriche dei Villaggi Sud del Comune di
Messina (l’azienda ha presentato un’offerta con un ribasso dell’11,1% rispetto
all’importo a base d’asta di 190.000 euro). Presidente della commissione
giudicatrice di quella gara era l’allora direttore generale AMAM facente funzioni, l’ingegnere Francesco
Cardile.
Articolo pubblicato in Stampalibera.it il5 ottobre 2019, http://www.stampalibera.it/2019/10/05/ce-una-nuova-inchiesta-sullamam-tutti-i-nomi-degli-indagati-colpo-di-scena-al-processo-terzo-livello/?fbclid=IwAR3wK9b7Qw08BKhiVPG2ZYFLBm-vBEQa9NUsTzYM6pOLteP_yv-j7Fy8uEk
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