Da Israele in Italia quaranta Carabinieri Robot
I nuovi veicoli terrestri a controllo
remoto per i reparti speciali anti-terrorismo dell’Arma dei Carabinieri? Li
produce in Israele una delle aziende leader nella realizzazione di soldati robot e macchine da guerra
interamente automatizzate. Il 6 marzo 2019 le riviste militari specializzate israeliane
hanno pubblicato il comunicato della società Roboteam di Tel Aviv in cui si
annunciava la fornitura al Comando generale dell’Arma di quaranta sistemi TIGR (Transportable Interoperatble Ground Robot) con relative
apparecchiature, servizi di manutenzione e formazione-addestramento del
personale predisposto all’uso.
“Il valore dell’accordo è stimato in
10 milioni di dollari circa”, riportava il comunicato del tutto ignorato dai
media italiani. “Il TIGR è un robot militare in grado di gestire pacchi
sospetti, materiali pericolosi e raccogliere informazioni, ma possiede anche
capacità avanzate di sorveglianza e osservazione diurna e notturna. Ogni veicolo da
combattimento pesa circa 80 kg., è in grado di muoversi in tutti i tipi di terreno
e in ogni condizione meteorologica ed è equipaggiato con due braccia che
possiedono grandi libertà di movimento e di sollevamento pesi. Una componente
significativa del sistema è il software che consente agli operatori di eseguire
attività complesse e avanzate nei campi di battaglia”.
Secondo quanto riferito ancora dai
manager di Roboteam, la partecipazione al bando di gara dell’Arma dei
Carabinieri “è stato fatto in collaborazione con il locale contractor BMD S.p.A,
un’impresa tecnologica italiana; quest’accordo è successivo ad altre commesse che
abbiamo ottenuto nelle scorse settimane in Giappone, Corea del Sud ed in altri
paesi”.
Sul sito ufficiale del Comando
Generale dell’Arma è possibile reperire copia del bando di gara per l’acquisto
dei veicoli robot, del verbale della commissione aggiudicatrice e dell’atto di
assegnazione della commessa. Dalla lettura di questi documenti si rilevano
tuttavia alcune strane incongruenze rispetto ai contenuti dell’annuncio
dell’azienda israeliana. Il bando di gara per la “fornitura di apparati
radiografici e robot medi” era stato pubblicato nel giugno 2018; nello
specifico venivano richiesti “n. 37 veicoli terrestri robotizzati a controllo
remoto destinati ad essere impiegati dalle squadre/aliquote artificieri
antisabotaggio per l’avvicinamento, il riconoscimento e la neutralizzazione di
ordigni esplosivi” e un identico numero di “apparati radiografici”. Le
forniture erano suddivise in due lotti; il lotto n.1, quello per i
veicoli-robot, prevedeva una spesa unitaria di 97.549 euro + Iva, per un
importo complessivo di 3.609.320 euro. “L’appalto è connesso al Programma
finanziato con fondi Ue (Fondo Sicurezza Interna 2014-2020 – Obiettivo
Specifico 5 Prevenzione e lotta alla
criminalità)”, riportava l’Arma dei Carabinieri nel bando di gara. “Titolo
del progetto: Potenziamento del comparto
artificieri-antisabotaggio per l’attività di contrasto al terrorismo”. Si mescolavano
cioè artificiosamente lotta alle mafie
e guerra globale al terrorismo.
Con “procedura ristretta accelerata”,
il Comando dell’Arma invitava alla gara dodici operatori economici nazionali e
stranieri, tra cui la BDM S.p.A. di Tivoli Terme (Roma), collaboratrice in Italia di Roboteam e la Vidisco Ltd di Or-Yehuda
(Israele), fornitrice in esclusiva dei sistemi a raggi X digitali per le forze
armate e di polizia israeliane. Per il lotto n.1 pervenivano solo le offerte di
gara di BMD e della Med-Eng Lcc di Ogdensburg-Delaware (Stati Uniti d’America)
in associazione con la ICP Newtech Ltd. di Kilbrittain Bandon, Cork (Irlanda). Il
30 gennaio 2019 venivano comunicati i punteggi attribuiti alle due partecipanti
alla gara: l’azienda romana si classificava al primo posto con 81,59 punti su
100, mentre al consorzio USA-irlandese la Commissione attribuiva 73,23 punti.
Il contratto di appalto veniva firmato con BMD S.p.A. il 18 luglio 2019 e il
relativo avviso era pubblicato otto giorni dopo: l’importo complessivo per i Carabinieri robot era di 3.501.040
(esclusa Iva), appena 100mila euro in meno del valore inizialmente previsto.
Molto maggiore era invece il “risparmio” ottenuto con il lotto n. 2, quello
relativo agli “apparati radiografici”, vinto dalla Gilardoni S.p.A. di Milano con
un’offerta di 1.283.160 euro contro i 2.123.254 previsti dal bando (seconda
classificata l’israeliana Vidisco Ltd).
In nessuno degli atti ufficiali,
dunque, si fa accenno alla Roboteam, né la “vincente” BMD di Tivoli la riporta
tra i propri possibili partner. Quest’ultima azienda opera poi di norma nella
mera “offerta di sistemi per la rilevazione ed identificazione
di sostanze pericolose (esplosivi, sostanze tossiche, narcotici ecc.) e dei
rischi radiologici e nucleari”. L’importo ufficiale della commessa è infine tre
volte inferiore di quanto annunciato dall’azienda israelianae e i veicoli-robot
acquistati sarebbero 37 e no 40; l’unico dato
certo è che il TIGR che entrerà in dotazione ai reparti anti-terrorismo dei
Carabinieri è stato ideato, progettato, sperimentato e realizzato da Roboteam.
Con stabilimenti e laboratori nel
distretto industriale di Tel Aviv e in Maryland (USA), l’affermata azienda
produttrice dei più avanzati sistemi militari automatizzati vanta fatturati multimilionari
e commesse con le forze armate e di sicurezza di una ventina di paesi (Stati
Uniti, Israele, Australia, Canada, Polonia, Thailandia, Singapore, Gran
Bretagna, Svizzera, ecc.). I veicoli a controllo remoto
high-tech sono sempre più utilizzati per il controllo delle frontiere tra Israele, Gaza e il Libano,
tra gli USA e il Messico e nei sanguinosi scacchieri di guerra in Afghanistan,
Siria ed Iraq. Recentemente le forze armate israeliane hanno introdotto il
robot tattico di Roboteam denominato Soldier
of Iron (soldato di acciaio) nelle unità d’elite della fanteria. “Creare robot che migliorino e potenzino le abilità
umane è la nostra visione”, spiegano i manager di Roboteam. E intanto l’azienda
ha annunciato l’apertura della prima unità di ricerca e controllo di software
per l’Intelligenza Artificiale “da destinare alle forze combattenti”.
Le identità dei
componenti del board e degli azionisti della società riservano inquietanti
sorprese. Presidente del consiglio d’amministrazione è da qualche tempo Heidi
Shyu, già vicesegretaria per le acquisizioni, la logistica e la tecnologia
dell’Esercito USA durante l’amministrazione Obama. Direttori esecutivi sono
invece gli ex generali Charles T. Cleveland (in forza all’U.S. Army Special
Operations Command dal 2012 al 2015) e Kenneth J. Glueck (già comandante del
Corpo dei Marines).
Responsabile amministrativo della filiale nordamericana è invece Sharar
Abuhazira, già comandante dell’esercito israeliano durante le operazioni di
guerra a Gaza nell’estate 2014 (egli operava presso la compagnia di fanteria
responsabile delle operazioni in ambiente urbano e anti-tunnel).
Fondatore e
azionista di Roboteam è Elad Levy, già comandante delle forze speciali
dell’Aeronautica militare d’Israele ed una laurea in Ingegneria meccanica (robotica) presso l’istituto di tecnologia
“Technion”di Haifa, il centro di ricerca più rinomato del complesso
militare-industriale-accademico israeliano. “Il Ministero della Difesa d’Israele
è il nostro principale cliente”, ha spiegato Elad Levy alla testata online Globes Israel Business News. "Io non posso fornire i nomi, ma
posso dire che il 100% del management di Roboteam è fatto di ex ufficiali. Senza
le forze armate israeliane noi oggi non saremmo qui. L’Amministrazione per lo Sviluppo dei Sistemi d’Arma e le Infrastrutture
Tecnologiche investe parecchio in Roboteam. Le nostre vendite al Ministero
della Difesa sono pagate anche con l’aiuto in denaro degli Stati Uniti
d’America. Roboteam ha ricevuto decine di milioni di dollari da investitori privati,
tra cui società con sede a Shangai e Singapore. Un importante investitore è la Generali Financial Holding, rappresentata nel consiglio
d’amministrazione da Itamar Borowitz. Essa ha fatto un investimento iniziale…”.
Per la cronaca, la Generali Financial
Holding è un fondo d’investimenti gestito da Generali Investments S.p.A., le cui quote sono interamente possedute
dal noto omonimo gruppo finanziario e assicurativo di Trieste. Dalle fonti di
cronaca è possibile documentare che gli investimenti delle Generali a favore di
Roboteam sono stati due: il primo nel novembre 2015 per 12 milioni di dollari,
il secondo nel settembre 2016 per 50 milioni. Itamar Borowitz, membro del Cda dell’azienda
produttrice di robot militari, è invece una delle figure più autorevoli del
sistema produttivo e accademico israeliano. Direttore esecutivo dell’azienda
farmaceutica Mapi-Pharm Ltd., Borowitz ha guidato per più di venticinque anni
la Phoenix Assurance Company Ltd., il maggiore gruppo assicurativo d’Israele. E’
inoltre membro del Consiglio esecutivo della Hebrew University di
Gerusalemme e general partner di
Crossroad Venture Capital, braccio operativo per gli investimenti nel settore high-tech
del Gruppo Generali in Israele (finanzia le principali compagnie medico-sanitarie,
farmaceutiche, delle telecomunicazioni e dei sistemi informatici, delle energie
rinnovabili, delle biotecnologie, ecc.).
Sino ad oggi Crossroad Venture Capital ha contribuito
con oltre 100 milioni di euro alla ricerca e allo sviluppo delle startup
israeliane; dodici milioni, come abbiamo visto, sono finiti direttamente a
Roboteam nel novembre 2015. Il fondo d’investimento del Gruppo Generali è
gestito attualmente da Allegro S.à.r.l., società “indipendente” con
sede in Lussemburgo (fondatore
e presidente del Cda è Manuel Hauser, già a capo di UBS Fund Services -
Luxembourg S.A.).
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