Il Pentagono invia nuovi rifornimenti di armi alla Somalia
Escalation bellico-militare USA in Somalia. Sessantuno
tonnellate di armi (fucili d’assalto AK-47 di produzione ex URSS e mitragliatrici
pesanti) e relative munizioni sono state
donate dal Pentagono all’Esercito nazionale della Somalia. Lo rende noto in un
comunicato l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America a Mogadiscio. Gli armamenti
sono stati trasferiti a bordo di due aerei cargo C-17 di US Air Force; i
velivoli sono atterrati il 28 febbraio scorso nell’aeroporto internazionale “Aden
Adde” della capitale somala. Ad attenderli il Responsabile affari esterni del
corpo diplomatico USA Tim Trinkle, il ministro della difesa della Somalia Abdulkadir
Mohamed Nur Jama e il Capo di Stato maggiore delle forze armate, generale
Odowaa Yusuf Rageh.
“L’assistenza
militare supporterà le operazioni correnti dell’Esercito della Somalia contro
le milizie di al-Shabab negli Stati di Galmadug e Jubaland e della Brigata di
fanteria avanzata Danab di cui è stato avviato il processo di reclutamento”,
scrive l’Ambasciata USA in Somalia. “La donazione di armi e munizioni
rappresenta una delle priorità della partnership USA con la Somalia (…) La
consegna verrà notificata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da
parte del Governo federale somalo in stretto coordinamento con l’Ufficio di
cooperazione alla sicurezza dell’Ambasciata USA a Mogadiscio in accordo con le
risoluzioni ONU”.
Secondo
quanto riportato dal sito specializzato Defense
News, in un comunicato ufficiale sottoscritto congiuntamente con gli altri
partner di riferimento nella gestione delle operazioni di sicurezza in
territorio somalo (Qatar, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito), il
Pentagono si è impegnato a sostenere gli sforzi della Somalia nella gestione
dei sistemi d’arma e delle munizioni nel caso in cui il Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite revocasse l’embargo di armi pesanti al paese africano.
L’ONU ha rinnovato l’embargo nel novembre 2022 anche se però ne ha alleggerito gli
effetti: oggi la Somalia può importare infatti missili terra-aria e anticarro e
droni da combattimento.
Il
sempre più evidente sostegno USA alle operazioni offensive dell’esercito somalo
avviene alla vigilia del ritiro dal paese delle forze armate dell’Unione
Africana e dell’affidamento delle
responsibilità di difesa alle autorità somale entro la fine del 2024. Washington
intende sostenere pienamente la “guerra totale” dichiarata dal presidente Hassan
Sheikh Mohamud contro i militanti di al-Shabab che controllerebbero una parte importante
di territorio somalo. La controffensiva militare ha il sostegno formale dei
paesi confinanti: Etiopia, Kenya e Gibuti.
Attualmente
nel paese africano sono presenti circa 450 militari USA; essi sono stati
schierati nel corso del 2022 su decisione del presidente Joe Biden che ha revocato
l’ordine di ritiro del suo predecessore Donald Trump. I reparti statunitensi
stanno sostenendo l’intervento dei militari somali e della coalizione multinazionale
dell’Unione Africana con operazioni di intelligence, l’addestramento militare e
gli attacchi diretti con l’ausilio di droni killer.
Sono
i sempre più frequenti dispacci del Comando delle forze armate USA per il
continente africano (US Africom) di Stoccarda, Germania, a confermare il
dirompente interventismo statunitense in Corno d’Africa. Due strike con
velivoli senza pilota “su richiesta del Governo federale della Somalia” e “a
supporto delle operazioni dell’Esercito nazionale contro al-Shabaab” sono stati
effettuati da US Africom il 14 e il 17 dicembre 2022 nei pressi della città
costiera di Cadale, regione centro-meridionale di Shabellaha Dhexe, a circa 250
km da Mogadiscio. Nel corso dei due attacchi sarebbero stati uccisi quindici
membri delle milizie armate jihadiste. Un terzo attacco con droni killer, ancora
nei pressi di Cadale, è stato ordinato dal Pentagono il 23 dicembre 2022 e
avrebbe causato la morte di sei miliziani di al-Shabaab.
“US
Africa Command ha condotto stamani uno strike di auto-difesa collettiva a circa
260 km a nordest di Mogadiscio, vicino Galcad, dove le unità dell’Esercito
nazionale somalo sono impregnate in un pesante combattimento a seguito di un complesso,
esteso ed intensivo attacco da parte di un centinaio di combattenti al-Shabaab”,
riporta una nota emessa il 20 gennaio 2023. “Le azioni combinate da parte delle
forze alleate schierate sul terreno e l’attacco aereo hanno prodotto la
distruzione di tre veicoli e la morte di una trentina di terroristi”.
Tre
giorni dopo il Comando USA di Stoccarda si è assunto la paternità di un nuovo
attacco con l’uso di droni armati in una “regione remota” nei pressi di Xaradheere,
396 km a nordest di Mogadiscio “dove le forze armate somale stanno conducendo
un’operazione contro le milizie armate”. Due i membri di al-Shabaab assassinati.
I velivoli killer USA tornavano a colpire ancora l’area di Xaradheere il 25
gennaio. La portata di quest’ultima operazione bellica veniva enfatizzata da
una dichiarazione pubblica del Segretario della Difesa, Lloyd J. Austin III. “Su ordine del Presidente, i militari USA
hanno eseguito un attacco nel nord della Somalia in cui hanno trovato la morte alcuni
membri dell’ISIS tra cui Bilal-al-Sudani, un leader dell’organizzazione
terroristica in Somalia ed elemento chiave della rete globale dell’ISIS”,
riferiva il capo del Pentagono. “Al-Sudani era responsabile della crescente
presenza dell’ISIS in Africa e del finanziamento delle operazioni del gruppo in
tutto il mondo, incluse quelle della fazione ISIS operante nella provincia di Khorasan,
in Afghanistan. Quest’azione rende gli Stati Uniti d’America e i suoi partner
più liberi e più sicuri e riflette il nostro costante impegno a protezione
degli americani dalla minaccia del terrorismo in patria e all’estero”.
Anche
la Casa Bianca ha diffuso un
comunicato sullo strike in Somalia del 25 gennaio 2023. “Al-Sudani ha
una lunga storia da terrorista”, esordisce l’ufficio stampa di Joe Biden. “Prima
di operare con l’ISIS, egli era stato identificato dal Dipartimento del Tesoro
per il suo ruolo all’interno degli Shabaab: facilitava i combattenti stranieri
a raggiungere i campi di addestramento dell’organizzazione jihadista e collaborava
al finanziamento degli estremisti violenti stranieri in Somalia”. Sempre
secondo la Casa Bianca, originariamente era stata pianificata la cattura di
Al-Sudani “ma la risposta delle forze ostili all’operazione ha portato alla sua
morte”.
“Il
Dipartimento della Difesa ha presentato il piano d’intervento in un breafing al
Presidente”, aggiunge lo staff di Biden. “Egli ha condiviso il piano con il
direttore nazionale di intelligence, il direttore del Centro anti-terrorismo,
il vicedirettore della CIA e i responsabili del team per la sicurezza”. La Casa
Bianca ha stimato in una decina i “terroristi” uccisi nell’attacco contro Bilal-al-Sudani.
A
febbraio 2023 il Comando di US Africom ha rivendicato altri tre attacchi con
droni in Somalia: il primo - giorno 10 - a 45 km a sudovest di Hobyo (472 km di
distanza da Mogadiscio); il secondo - il 15 febbraio - vicino Bacadweyne (460 km
a nordovest della capitale); il terzo - il 21 - nello Stato di Galmudug. Complessivamente
sarebbero stati assassinati ventiquattro membri di al-Shabaab. “Dato che tutti
gli strike sono stati effettuati in luoghi remoti della Somalia, possiamo
affermare con certezza che nessun civile è stato ucciso”, prova a rassicurare
il Pentagono. “Il Governo federale della Somalia e l’US Africa Command continueranno
a prendere le migliori misure per prevenire vittime civili. La protezione dei
civili rimane una condizione vitale dei comandi operativi per promuovere una
maggiore sicurezza per tutti gli africani”.
Per
estendere tra la popolazione il consenso alle operazioni militari USA,
Washington sta accrescendo pure la quantità di “aiuti umanitari” destinati alle
autorità somale. “Gli Stati Uniti sono uno dei numerosi paesi che
contribuiscono agli sforzi di stabilizzazione economica e all’assistenza umanitaria
e militare del Governo Federale”, spiega Washington. “Il Comando di US Africom
è il braccio militare dell’intero approccio governativo USA con I partner
africani. Diplomazia, sviluppo e difesa sono i tre elementi (3D) dell’intervento condotto dalle
molteplici agenzie governative statunitensi per accrescere la cooperazione e il
sostegno dei nostri partner: le soluzioni condivise per le sfide per la
sicurezza, incluse quelle contro l’estremismo violento o il terrorismo”.
Per
il Pentagono la Somalia assume sempre più un ruolo centrale per la “stabilità”
di tutta l’Africa orientale. “Le forze armate assegnate al Comando di US
Africom addestrano, accompagnano e assistono le unità militari alleate
aiutandole a conseguire gli strumenti che necessitano per sconfiggere le
milizie di al-Shabaab, il più grande e mortale network di al-Qaeda nel mondo. US
Africom e le forze alleate continueranno a valutare i risultati di queste
operazioni e forniranno informazioni addizionali a secondo dei casi. Non
saranno però rilasciati dettagli specifici sulle unità coinvolte e sugli
assetti impiegati in modo da rendere sicuri gli interventi”. E la guerra nel
martoriato paese africano si fa ancora più sanguinosa e secretata.
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 14 marzo 2023, https://www.africa-express.info/2023/03/14/nuovo-rifornimento-di-armi-dal-pentagono-alla-somalia-per-contrastare-i-terroristi-al-shebab/
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