Veterani combattenti nelle scuole del Piemonte con i soldi della Regione e la benedizione di Crosetto
Veterani delle forze armate a disquisire
di Patria, Onore e Tricolore nelle
scuole del Piemonte con il contributo economico della Regione e la benedizione
del ministero della Difesa. “Il Piemonte finanzia un progetto delle
Associazioni d’Arma che porta militari nelle scuole a parlare di istituzioni,
di democrazia, di patria, attraverso la storia della Forze Armate”, annuncia con
un tweet il ministro Guido Crosetto. “A chi attacca parlando di spot
elettorale, voglio ricordare che le Forze Armate sono di tutti”.
Il progetto in questione che
ha destato più di una perplessità anche tra i leader piemontesi del Pd ha il
nome di Patres. Storia e Memoria: a promuoverlo negli istituti
scolastici la sezione di Torino dell’Associazione Nazionale
Artiglieri d’Italia (Anarti), in collaborazione con la Federazione delle
Associazioni d’Arma della Repubblica italiana (Assoarma).
“Questa iniziativa è
realizzata con il contributo della Regione Piemonte nell’ambito del Progetto Invecchiamento Attivo”, spiega
l’assessore Maurizio Marrone (già
capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune ed ex consigliere di Alleanza
Nazionale), deleghe alle Politiche sociali e
dell’integrazione socio-sanitaria, Emigrazione, Cooperazione decentrata internazionale, Opere post-olimpiche, ecc. ecc..
“L’interruzione del servizio
militare rischia di privare le nuove generazioni di un patrimonio ideale, ma
finalmente grazie al progetto Patres
la storia e l’orgoglio delle nostre Forze Armate entreranno nelle scuole
piemontesi a diretto contatto con studenti e studentesse: un filo tricolore che
si riannoda. Saranno realizzati incontri
didattico-culturali con gli studenti delle scuole, ma anche mostre, conferenze,
visite a musei, sempre nell'ottica di trasmettere i principi, i valori ed i
simboli della Patria, quali la Bandiera, l’Inno Nazionale, la Storia d’Italia
attraverso le sue Forze Armate ed i Corpi Armati dello Stato, i doveri verso la
Costituzione, il Sacrificio dei Caduti”.
A condire il minestrone dei principi
“educativi” nostalgico-retorici contribuisce la sezione provinciale Anarti di Torino.
“Il progetto Patres. Storia e Memoria
è ideato e costruito per promuovere un ruolo attivo dei nostri Soci
ultrasessantacinquenni nella organizzazione di attività culturali legate alla
valorizzazione della memoria nazionale e piemontese rivolta alle giovani generazioni”,
scrive l’associazione degli Artiglieri. “In tale contesto si intende
coinvolgere i giovani nella ricerca dei valori dei simboli patri italiani che
identificano univocamente l’Italia riflettendone la storia e la cultura,
ponendo in essere specifiche attività a partire dall’ultimo trimestre del 2023
e nel periodo gennaio-settembre 2024. Ciò anche nella considerazione che, nel
corso di eventi connessi con aspetti storico-culturali del nostro Paese nonché
con la memoria tramandata dai nostri Padri circa i valori di riferimento alla
nostra Costituzione, Carta Fondamentale
della Patria, si è notata la mancata partecipazione da parte di giovani”.
Il progetto delle associazioni
dei veterani combattenti è stato presentato in piazza Castello durante
le celebrazioni del 4 novembre, alla presenza delle autorità civili, militare e
religiose di Torino e di una folta delegazione di docenti e studenti del
Collegio San Giuseppe, scuola di “ispirazione cattolica” dell’infanzia, primaria,
secondaria di 1° grado e liceo scientifico. A conclusione della cerimonia si è
tenuto un incontro nel teatro dell’Istituto dal tema Caduti per la Patria, Fiore all’occhiello degli italiani, promosso ancora
dalle associazioni combattentistiche e “volto a fornire utili e concreti
elementi di informazione circa la figura del Milite Ignoto”. “E’ stato anche
illustrato il progetto di adozione del fiore Myosotis - Non ti scordar di me, quale simbolo di tutti i Caduti
per la Patria”, spiega la sezione torinese di Anarti. “Il fiore
all'occhiello quale simbolo dei Caduti per la Patria è già in uso in molti
paesi europei, tra cui Francia e Gran Bretagna, ed ora, proprio dal Piemonte
verrà promosso come simbolo anche in tutta Italia”.
La Federazione delle
Associazioni d’Arma della Repubblica italiana (Assoarma), partner del progetto Patres. Storia e
Memoria è presieduta dal generale di Corpo d’Armata (in
congedo) Mario Buscemi, già Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito,
Comandante del Contingente militare nel Kurdistan iracheno nel 1991 (Operazione Airone) e pure coordinatore
degli interventi delle forze armate in Somalia, Mozambico e Albania. Del generale
Buscemi si ricorda un suo recente intervento sulle pagine di Rivista Militare, periodico dell’Esercito
italiano (in https://www.assoarmanazionale.it/attachments/article/46/spunti%20di%20riiflessione.pdf). Particolarmente
indignato per l’archiviazione di un procedimento penale contro un gruppo di
femministe ree di “essersi fatte fotografare con le vesti alzate, senza
indumenti intimi e con le pudenda ben
esposte, in presenza di un ragazzino” (l’8 marzo 2017 davanti al Vittoriano a
Roma), il presidente di Assoarma lamentava il differente trattamento che invece
sarebbe stato riservato agli appartenenti delle forze armate coinvolti in
procedimenti giudiziari. Tra gli esempi citati, la tragedia del DC9 di Ustica (Nel dubbio i media e tutta l’intellighenzia
avvalorano con assoluta certezza l’ipotesi missile, per personali interessi e
di conseguenza per colpire le gerarchie militari e le Istituzioni che esprimono); i crimini militari contro la
popolazione somala durante l’operazione Restore
Hope del 1992-93 (la più difficile
missione del dopoguerra …. viene artificiosamente trasformata in una vicenda
scandalosa che la stampa sintetizza con il ripetuto riferimento alle “malefatte
della Somalia”); la strage di Nassiryia in Iraq nel 2003 (il tragico attentato terroristico che ha
provocato la perdita di tanti militari, si risolve nella condanna di un
generale, colpevole in sede civile dopo la piena assoluzione in sede penale, di
non aver svolto “con perizia” l’azione di controllo sull’effettiva attuazione
degli ordini che lui stesso aveva impartito, con una valutazione del tutto
gratuita ed estremamente soggettiva); l’omicidio di Stefano Cucchi, il caso
Cerciello, ecc. (fatti riprovevoli che scatenano
l’indignazione della stampa e dei media in generale, rifiutando il concetto di
“mele marce” e cercando di estendere di fatto a tutta la compagine militare dei
Carabinieri la responsabilità dell’accaduto).
Così il generale Mario Buscemi
si faceva latore “di talune esigenze che dovrebbero essere prese in esame e
doverosamente risolte per tutelare l’azione dei comandanti a tutti i livelli”.
Quali? “Ci si riferisce soprattutto ad una certa forma di scudo giuridico da
attribuire ai comandanti impegnati in situazioni operative particolarmente
delicate”, spiegava Buscemi. “Il conseguente possibile verificarsi di eventi
negativi, ivi compresa la perdita di vite umane, non può chiaramente essere
attribuito a colpa di chi ha preso le specifiche decisioni. Non si può infatti,
senza tener conto della costante incertezza delle situazioni, ricorrere a
procedimenti o giudizi sommari che talvolta sfiorano l’assurdo ma hanno facile
successo sull’opinione pubblica o su chi può essere interessato a ricevere
ipotetici risarcimenti per il danno subito”.
“Un’altra forma di doverosa
tutela dell’operato dei comandanti dovrebbe riguardare il sostegno economico da
fornire all’interessato per ottenere una difesa efficiente o per i risarcimenti
da elargire in caso di riconosciuta responsabilità non dolosa nell’esercizio
delle funzioni cui era stato chiamato”, concludeva il presidente di Assoarma. “Nella
fattispecie di Nassirya, il comandante è stato condannato al pagamento di
risarcimenti dell’ordine di molti milioni di euro che non potranno mai essere
coperti con le risorse economiche di un normale pensionato statale. Si sarà
così infangata l’immagine di un validissimo ufficiale generale, come
unanimemente riconosciuto, senza ottenere alcun vantaggio pratico a favore di
chi lo aveva accusato…”.
Messaggi precisi per insegnanti,
studenti e genitori piemontesi: i veterani a scuola interpreteranno la Costituzione
a modo e interesse loro.
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