Roma-Tel Aviv. Fratelli d’armi, alleati di guerra
Una partnership consolidata lega militarmente l’Italia a Israele. Un’alleanza Roma-Tel Aviv si è sviluppata all’ombra di Washington e della Nato, ma negli ultimi anni ha conseguito una maggiore autonomia per comuni interessi finanziari e industriali, grazie al patto strategico siglato tra il governo italiano e quello israeliano con il “memorandum” d’intesa in materia di cooperazione nel settore militare. L’analisi di Antonio Mazzeo per OrientXXI Italia.
Il primo aereo cargo delle forze armate degli Stati Uniti d’America per
rifornire le forze armate israeliane di armi, munizioni ed equipaggiamenti
militari è decollato dall’installazione aeronavale siciliana di Sigonella
venerdì 13 ottobre. Il secondo sabato 14 e il terzo domenica 151.
Ha preso il via così l’inedito ponte aereo - via Italia - tra il grande scalo
tedesco di Ramstein e la base aerea di Nevatim (deserto del Negev) nei pressi
della città di Beersheba, quartier generale degli squadroni dell’Aeronautica
militare di Israele equipaggiati con i nuovi cacciabombardieri F-35 a capacità
nucleare. Protagonista sempre un grande velivolo C-17A
“Globemaster III” di US Air Force (identificato
con il codice di volo RCH794) trasferito nel teatro europeo dall’aeroporto
di Tucson (Arizona) dopo lo scoppio del conflitto tra Hamas e Israele.
PONTE AEREO
SIGONELLA-ISRAELE
Prodotto dal colosso industriale Boeing, il C-17A “Globemaster III”
viene impiegato dall’Air Mobility Command (il Comando Mobilità Aerea delle
forze aeree USA) per i trasporti di uomini, armi e mezzi di guerra. In
grado di volare a una velocità massima di 817 km/h fino a 7.500 km di distanza,
il gigante dei cieli può imbarcare carichi di 76 tonnellate. Le ripetute soste
a Sigonella comprovano che l’Italia ha assunto un ruolo rilevante nelle
operazioni di Washington di rifornimento delle unità israeliane impegnate nei
bombardamenti contro le milizie e la popolazione di Gaza. Cosa sia transitato
e/o cosa sia stato caricato in Sicilia è top secret: il governo e le forze
armate italiane hanno scelto di non rispondere ai legittimi interrogativi
espressi dalle testate giornalistiche che hanno
documentato i transiti dei “Globemaster III” diretti a Nevatim.
Bocche cucite pure sui voli-spia che decollano quotidianamente dallo scalo
di Sigonella per raggiungere il Mediterraneo orientale fino a lambire le coste
israeliane e libanesi. Gli analisti hanno tracciato le operazioni
d’intelligence dei pattugliatori multi-missioni P-8A “Poseidon” di US Navy
e dell’Aeronautica militare del Regno Unito e, finanche, di un drone MQ-9A
“Reaper” di US Air Force. Questi aerei con e senza pilota sono in
grado di raccogliere tutte le informazioni sulle attività dei reparti “nemici”,
identificando i potenziali obiettivi da colpire con gli strike missilistici e
dei cacciabombardieri. Più che prevedibile che le immagini dei “target” vengano
trasferite al partner israeliano per la tragica campagna
d’autunno contro Hamas, Hezbollah e i civili palestinesi.
A conferma del diretto coinvolgimento italiano nel conflitto è giunta nelle
ultime ore la decisione di trasferire nelle acque del Mediterraneo orientale il
pattugliatore d’altura della Marina militare “Paolo Thaon di Ravel”; esso si
affiancherà alle altre unità già presenti nell’area: la nave anfibia e da
sbarco “San Giorgio” (può trasportare fino a 550 marò del Reggimento “San Marco”);
la fregata missilistica “Virginio Fasan” e il sommergibile “Pietro Venuti”
(classe U-212). Di fronte alle coste israeliane staziona inoltre la
flotta SNGM2 di pronto intervento della Nato e di cui fa parte la
fregata lanciamissili “Carlo Bergamini” della Marina italiana. Le unità
affiancheranno operativamente i due gruppi navali guidati dalle portaerei a
propulsione nucleare “USS Gerald Ford” ed “USS Dwight Eisenhower”,
che il Pentagono ha inviato a supporto delle operazioni aeronavali israeliane.
Nei giorni scorsi i caccia imbarcati sulla portaerei “Ford” hanno eseguito
alcuni attacchi in Siria contro presunte milizie filoiraniane.
IL MEMORANDUM D’INTESA
ITALIA-ISRAELE
Il sostegno pro-israeliano del governo Meloni è una riprova della
consolidata partnership strategico-militare e diplomatica tra Roma e Tel Aviv.
Quest’anno ricade il ventesimo anniversario dalla firma del memorandum
d’intesa Italia-Israele in materia di cooperazione nel settore militare accordo
che pone particolare attenzione all’interscambio di materiale di armamento,
all’organizzazione delle forze armate, alla formazione e all’addestramento del
personale e alla ricerca e sviluppo in campo industriale-militare. La collaborazione
tra le forze armate israeliane ed italiane si è sviluppata particolarmente nel
settore delle esercitazioni aeree.
“L’Aeronautica d’Israele è stata schierata diverse volte in Sardegna e ha
svolto esercitazioni di notevoli dimensioni con l’Aeronautica italiana”,
riporta una nota del ministero della Difesa israeliano del 2 novembre 20182.
Le due forze aeree tengono regolarmente scambi di equipaggi e l’Aeronautica
italiana è impegnata ad addestrare i piloti israeliani presso l’International
Training Centre (ITC) di Pisa per il conseguimento dell’abilitazione
sul velivolo C-130J “Super Hercules”3.
Al contempo, personale italiano si reca ciclicamente presso la base aerea
di Palmachim (nei pressi della città di Rishon LeZion, sulla costa
mediterranea) per svolgere corsi alla conduzione dei velivoli a controllo
remoto. In più occasioni gli addetti militari israeliani sono stati ospiti del
Centro sperimentale volo e del Reparto medicina aeronautica e spaziale di
Pratica di Mare (Roma), due enti preposti alle prove in volo dei velivoli e dei
sistemi d’arma e all’addestramento e alla sperimentazione nel settore della
medicina aeronautica e spaziale.
A fine luglio 2022 quattro cacciabombardieri F-35 del 32° Stormo
dell’Aeronautica italiana di stanza nello scalo di Amendola (Foggia) sono stati
inviati nel deserto del Negev per partecipare a una complessa esercitazione
aerea (Lightning Shield, letteralmente Scudo di Fulmine) con
i velivoli “cugini” delle forze israeliane (gli F-35I “Adir” del 118° Squadrone
Sud e del 140° Golden Eagle) schierati proprio nello scalo di
Nevatim4.
Ai war games hanno partecipato pure i sofisticati velivoli d’intelligence e per
la guerra elettronica “Gulfstream G-500” dell’Israeli Air Force, attualmente
impegnati nelle attività di identificazione, sorveglianza e riconoscimento
delle milizie di Hamas a Gaza ed Hezbollah in Libano meridionale. Nel giugno
2021 erano stati sei
cacciabombardieri F-35 israeliani a esercitarsi in sud Italia (Falcon Strike) congiuntamente
ai velivoli delle aeronautiche di Italia, Stati Uniti d’America e Regno Unito.
Le forze aeree di Italia e Israele svolgono annualmente pure gli Airmen
to Airmen Talks, colloqui-incontri in cui vengono pianificate le attività
addestrative ed eventuali programmi di acquisizione comune di velivoli di
guerra. L’ultimo faccia a faccia si è svolto in Israele nel novembre 2022: il
Comandante logistico dell’Aeronautica militare, generale Roberto Comelli, ha
incontrato a Tel Aviv il suo omologo israeliano Shlomi Konforty per
“consolidare future cooperazioni militari nel settore della logistica e della
manutenzione delle infrastrutture e dei sistemi d’arma in dotazione nei rispettivi
paesi”, così come riporta la nota dello Stato Maggiore dell’Aeronautica5.
Hanno poi fatto seguito le visite alle basi aeree di Nevatim, Hatzerim e Tel
Nof (quest’ultima, nei pressi della città di Rehovot, è stata la prima ad
essere impiegata per trasferire al confine con Gaza oltre 1.600 militari dei
corpi d’élite subito dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre). Il generale
Comelli e il suo staff hanno infine raggiunto gli stabilimenti delle aziende
leader del complesso militare-industriale nazionale, IAI – Israel
Aerospace Industries, dove sono state illustrate le linee di ricerca e
sviluppo dell’industria aerospaziale israeliana.
L’import-export di sistemi militari tra Roma e Tel Aviv è cresciuto negli
ultimi lustri e le maggiori industrie belliche dei due paesi hanno promosso
innumerevoli programmi di coproduzione e finanche una fusione di capitali
finanziari per affermarsi nel mercato internazionale delle armi. Solo nel
triennio 2019-2021 il governo italiano ha rilasciato alle aziende nazionali
autorizzazioni al trasferimento di armi alle forze armate di Tel Aviv per il
valore complessivo di 80 milioni di euro6.
L’affare più grosso risale però al 2012 quando Israele acquistò 30 caccia-addestratori
M-346 “Master” prodotti a Venegono Inferiore (Varese) negli stabilimenti di
Leonardo/Finmeccanica Spa.; i velivoli sono stati assegnati alle Tigri
volanti del 102° squadrone dell’Aeronautica di stanza nella base di
Hatzerim per preparare i piloti alla guida dei cacciabombardieri di nuova
generazione, ma sono stati utilizzati anche per attacchi al suolo con bombe e
missili aria-terra o antinave.
L’Aeronautica italiana ha invece acquistato in Israele due sofisticati
velivoli spia CAEW basati sulla piattaforma del jet Gulfstream G550
sviluppato dalla statunitense Gulfstream Aerospace, appositamente modificato e
potenziato da Elta Systems Ltd, società del gruppo IAI – Israel
Aerospace Industries. Valore della commessa 550 milioni di dollari, con
tanto di fornitura dei servizi di supporto e logistica a terra.
Leonardo DRS (la controllata di Leonardo Spa con sede ad
Arlington, Virginia) e la società aerospaziale israeliana Rafael Advanced
Defense Systems Ltd. hanno sottoscritto invece un accordo per fornire
all’Esercito e al corpo dei Marines statunitensi le tecnologie avanzate da
installare nei carri armati “Abrams” M1A1/A2 MBT (contratto del
valore di 80 milioni di dollari). Nello specifico Rafael si è fatta carico
della produzione del sistema Trophy APS per la
“protezione” dei veicoli terrestri da eventuali attacchi simultanei di razzi e
missili, mentre Leonardo DRS ha
fornito i caricatori automatici per il Trophy APS Per
la cronaca il sistema contromisure Trophy APS è impiegato
nei moderni carri armati “Merkava IV” che Israele dispiega per l’attacco
da terra della Striscia di Gaza.
A fine 2021, le autorità militari di Tel Aviv hanno perfezionato l’ordine
di acquisto di 12 elicotteri di addestramento avanzato AW119KX “Koala”
prodotti nello stabilimento USA di Filadelfia7 del
gruppo Leonardo. Il contratto ha incluso la fornitura di due simulatori per la
Scuola di volo dell’Aeronautica israeliana ospitata nella base di Hatzerim, più
il supporto logistico e manutentivo dei velivoli per 20 anni da parte italiana.
Leonardo ha pure consegnato alla Marina militare israeliana i cannoni navali
76/62 Super Rapido MF in grado di sparare fino a 120
colpi al minuto. I cannoni sono andati ad armare le nuove corvette della classe
“Sa’ar 6”. Come rilevato dal sito specializzato RID – Rivista
Italiana Difesa 8 la
Marina israeliana è stata tra i primi al mondo ad utilizzare il cannone Super
Rapido e 6 di questi sistemi sono ancora in condizioni operative e in
uso dal 1973 a bordo delle unità missilistiche delle classi “Sa’ar 4 e 5”.
L’ACCORDO DI FUSIONE
TRA LEONARDO DRS E RADA
Nell’ultimo biennio le relazioni militari-industriali tra Italia e Israele
si sono infittite al punto che nel giugno 2022 la controllata
statunitense Leonardo DRS ha firmato un accordo di fusione con RADA Electronic
Industries Ltd. società con sede a Netanaya (nei pressi di Tel
Aviv), specializzata nella produzione di radar tattici militari, software
avanzati, sistemi di sorveglianza delle frontiere e di difesa antiaerea e
anti-drone. Nello specifico DRS ha acquisito il 100% del capitale
sociale di RADA in cambio dell’assegnazione del 19,5% delle proprie
azioni ai titolari della società israeliana. Con la fusione il nuovo assetto
societario Leonardo-RADA punta a nuove commesse da parte del Pentagono; si
guarda inoltre con particolare attenzione alla crescente domanda internazionale
di droni-kamikaze, i velivoli a pilotaggio remoto che si fanno esplodere dopo
aver raggiunto l’obiettivo.
Il 6 ottobre 2022 i dirigenti di Leonardo DRS hanno reso
noto che la propria unità commerciale dei sistemi terrestri con sede a St.
Louis, Missouri, ha stipulato un accordo con un’altra società israeliana,
SpearUAV Ltd. per sviluppare una versione delle munizioni aeree Viper su
scala nanometrica. Nel giugno di quest’anno DRS RADA Technologies
ha ottenuto dal ministero della Difesa israeliano una commessa per la fornitura
di radar mobili avanzati per supportare le capacità di sorveglianza aerea e
pronto allarme delle forze armate. I radar saranno costruiti nello
stabilimento DRS RADA di Beit Shean9.
Alle industrie belliche israeliane guarda con particolare interesse il
ministero della Difesa italiano per potenziare il proprio arsenale di missili
anti-tank. Lo scorso anno è stata varata dal Parlamento la seconda fase del
programma di acquisizione di 124 lanciatori e 165 missili Spike Long
Range (a lungo raggio) più relative parti di ricambio. I sistemi
controcarro saranno prodotti dalla società Rafael e saranno consegnati entro la
fine del 2029 per equipaggiare una decina di reggimenti di fanteria.
La prima fase di acquisizione del sistema missilistico made in
Israele era stata approvata nel 2019; complessivamente è prevista la
spesa di 426 milioni di euro. Lo Spike LR è la versione
portatile dell’omonimo sistema missilistico ampiamente utilizzato nelle
operazioni belliche israeliane; con un raggio d’azione di 4.000 metri “consente
l’ingaggio di mezzi corazzati, ovvero di sistemi attivi antimissile ma sono
impiegabili in tutto lo spettro delle operazioni militari, in qualunque
condizione metereologica, nonché in ambiente contaminato NBC (nucleare,
batteriologico e chimico) o in presenza di disturbi elettromagnetici”, come
spiegano i manager di Rafael.
MISSILI SPIKE PER
L’ESERCITO ITALIANO
L’Esercito italiano impiega i missili Spike dal
2009, quando furono acquistati 53 sistemi di lancio e 165 missili MR a
medio raggio. Nel 2014 furono consegnati ai reparti di terra pure 20 lanciatori
e 870 missili Spike LR, mentre nel 2017 altri due
lanciatori MR/LR. Lo Stato Maggiore dell’Esercito sarebbe intenzionato ad
acquisire anche il missile aria-superficie controcarro Spike II LR di
“quinta generazione” per armare il futuro elicottero d’attacco AH-249
commissionato a Leonardo Spa (la consegna di 45 esemplari è fissata entro il
2035). Da poco sperimentato, lo Spike II LR avrebbe
una gittata fino a 16.000 metri e una capacità di perforazione maggiore del 30%
rispetto alle versioni precedenti del missile.
Ai reparti speciali delle forze armate italiane saranno consegnati pure i
più sofisticati droni-kamikaze già impiegati da Israele a Gaza e nel sud del Libano.
Il 13 dicembre 2022 la Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea ha
pubblicato gli estremi del contratto sottoscritto a metà luglio dalla Direzione
degli armamenti aeronautici del ministero della Difesa per acquisire il
“Sistema di Munizioni a guida remota denominato Loitering Ammunition Hero-3010 e
relativo supporto tecnico-logistico”.
A firmare il contratto del valore di 3.878.000 euro la società RWM Italia
Spa, con sede legale a Ghedi (Brescia), azienda produttrice di bombe e
munizioni interamente controllata dal colosso industriale tedesco Rheinmetall. RWM Italia
opererà per conto di UVision Air Ltd., società israeliana produttrice di droni
e sistemi bellici automatizzati e semi-automatizzati con quartier generale e
stabilimenti a Tzur Igal. Nello specifico verranno acquisite le Loitering
Ammunitions “Hero-30” complete di testate esplosive e i relativi
sistemi di controllo. L’azienda israeliana assicurerà i pacchetti addestrativi
per gli operatori e la manutenzione delle munizioni.
Tecnologie belliche made in Israele anche per le forze
speciali dell’Aeronautica militare italiana (il 17° Storno Incursori di
Furbara); a fine novembre 2022 il ministero della Difesa ha annunciato
l’acquisto di 800 fucili d’assalto “Negev 7 LMG”
(Light Machine Guns)” prodotti dall’azienda IWI –
Israel Weapon Industries di Ramat HaSharon. La consegna dei fucili dovrebbe
concludersi entro la fine del 2023.
Qualche mese fa anche l’Esercito italiano ha firmato un contratto di 10,48
milioni di euro con l’israeliana Elbit Systems per l’acquisizione di 4.300
colpi completi calibro 120X570 da destinare ai carri armati “C1 Ariete” e ai
blindati “Centauro II”. Le nuove munizioni sono “multiuso” e ad “alta
letalità” per perforare bunker, fortificazioni e mezzi corazzati (possono
penetrare fino a 200 millimetri di doppio cemento armato). Anche questi colpi
esplodenti sono già stati impiegati dalle forze armate israeliane
negli attacchi terrestri con i carri armati “Merkava 3 e 4”. E le odierne
operazioni a Gaza faranno da ennesimo banco di prova e vetrina per i fedeli
partner e clienti di Roma, Washington & C.
Articolo pubblicato in OrientXXI Italia il 3 novembre 2023, https://orientxxi.info/magazine/articles-en-italien/roma-tel-aviv-fratelli-d-armi-alleati-di-guerra,6843?fbclid=IwAR2pLBEbB06VRQoSBOYc9VWLhGYjUqbKG3DD08UVifiheOWpuVlrDfZPr-U
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