Guerre future. In corso la più grande esercitazione navale nella storia del Medio oriente
Riposta in soffitta la “lotta al terrorismo internazionale”, i dottor Stranamore di Washington mostrano i muscoli e le cannoniere nei mari di mezzo mondo contro i nemici di sempre, Russia, Cina, Iran, Corea del Nord. Lunedì 31 gennaio ha preso il via in Bahrein quella che è stata enfaticamente definita dal Pentagono come la “più grande esercitazione navale multinazionale” nella storia del Medio oriente. IMX - International Maritime Exercise 2022 – così è denominata – vede la partecipazione di oltre 50 unità di guerra e 9.000 militari di una sessantina di paesi, sotto il Comando Centrale delle Forze Navali degli Stati Uniti / V Flotta (NAVCENT) di stanza a Manama, la capitale del Regno del Bahrein, e il Comando della VI Flotta USA di Napoli che sovrintende alle operazioni navali nell’Oceano Atlantico orientale, nel Mediterraneo e nel continente africano.
Quella di
quest’anno è la settima edizione di IMX;
l’esercitazione viene svolta a cadenza biennale in una vasta area geografica
che comprende il Golfo Persico, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano settentrionale
con tre dei corridoi strategici per il traffico marittimo mondiale, lo Stretto di Hormuz, il
Canale di Suez e lo Stretto di Bab-al-Mandeb tra Gibuti e lo Yemen. IMX 2022 si concluderà il prossimo 17
febbraio.
Alla cerimonia di inaugurazione nella grande stazione
navale USA di Manama erano presenti il principe ereditario del Bahrein Salman
bin Hamad, pure vicecomandante supremo delle forze armate, e il viceammiraglio Brad
Cooper, comandante di NAVCENT e della V Flotta USA. “L’esercitazione navale pone in rilievo l’importanza di proteggere il traffico
marittimo internazionale dalle minacce che hanno un impatto negativo sul
commercio mondiale e non possiamo che ringraziare gli Stati Uniti per il ruolo
assunto in quest’ambito e per aver espresso la necessità di unificare gli
sforzi internazionali per rafforzare la sicurezza nella regione”, ha dichiarato
il principe Salman bin Hamad. Per il viceammiraglio Cooper, IMX 2022 “è un’occasione unica per
accrescere le capacità operative congiunte, rafforzando i legami marittimi e
dimostrando determinazione nel preservare l’ordine internazionale basato sulle
regole”. Flotte armate e war games, dunque, soprattutto per attenzionare e
“difendere” l’approvvigionamento e il trasporto del greggio nella conflittuale
regione mediorientale.
L’appello di Washington e del petro-regno del Bahrein al
rafforzamento dei dispositivi bellici nel Golfo Persico è stato raccolto da una
lunga ed eterogenea lista di paesi e organizzazioni internazionali. A IMX 2022, oltre alle forze armate USA e
del Bahrein, sono presenti navi da guerra o osservatori provenienti da tutti i
continenti: per l’Europa ci sono Belgio, Danimarca, Francia, Georgia, Germania,
Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito; per il Medio Oriente Arabia Saudita,
Emirati Arabi Uniti, Giordania, Israele, Oman, Turchia e Yemen; per l’Africa Comore,
Egitto, Gibuti, Kenia, Madagascar, Marocco, Mozambico, Nigeria, Ruanda, Seychelles,
Senegal, Somalia, Sudan e Tanzania; per l’Asia Bangladesh, Corea del Sud,
Filippine, India, Giappone, Kazakistan, Mauritius, Pakistan, Singapore, Sri
Lanka e Thailandia; per il continente americano Brasile, Canada, Colombia e Uruguay;
per l’Oceania la Nuova Zelanda.
Protagonista ovviamente della maxi-esercitazione la
NATO, presente attraverso l’Allied Maritime Command (Marcom), il Comando centrale delle forze marittime con
quartier generale a Northwood (Inghilterra) alle dipendenze dell’Allied Joint
Force Command di Napoli; il Nato Shipping Center che
ha il compito di creare stretti legami tra l’Alleanza Atlantica e le grandi
compagnie di navigazione; i due Standing NATO Maritime Groups, i gruppi navali
permanenti composti da unità dei paesi con accesso nell’Oceano Atlantico (SNMG
1) o destinati ad operare nel Mediterraneo orientale e nel Golfo di Aden (SNMG
2).
L’Unione Europea partecipa a IMX 2022 con le unità militari incorporate nella missione EU NAVFOR Somalia (operazione Atalanta) di “prevenzione e repressione degli atti di pirateria
marittima” lungo le coste del Corno d’Africa. Ci sono infine alcune importanti
istituzioni internazionali come Interpol (l’organizzazione delle forze di polizia
dedita al contrasto del crimine); OCIMF (il Forum di oltre cento compagnie
petrolifere interessate al trasporto e al
terminaling dei prodotti petroliferi); i centri di informazione e controllo del
traffico marittimo nelle aree dell’Africa orientale, Australe e dell’Oceano Indiano,
RMIFC e RCOC, rispettivamente con sede in Madagascar e alle Seychelles; UNODC, l’agenzia delle Nazioni Unite per il
controllo della droga e la prevenzione del crimine con quartier generale a Vienna.
E l’Italia?
Certo non poteva mancare alla chiamata alle armi di USA, NATO e petro-partner.
A IMX 2022 il
tricolore svetta sulla fregata missilistica FREMM “Carlo Margottini”, unità al comando dello Standing NATO Maritime Group Two
(SNMG2) di cui fanno parte anche le fregate “Göksu” della Marina militare turca e “Blas de Lezo” di quella spagnola. E
svetta anche a prua della fregata multiruolo “Carlo Bergamini” da fine gennaio
tornata nel Golfo di Aden per fare da unità flagship
della task force di EU NAVFOR Atalanta contro la
pirateria.
L’invincibile
armata USA-NATO-UE e dei più fedeli partner mondiali si distribuirà con differenti
task force in quattro aree geografiche, guidate rispettivamente da Emirati
Arabi, Egitto, Kenya ed Oman. A Pakistan e Regno Unito il compito di affiancare
il viceammiraglio Brad Cooper nella conduzione dei war games. “Le attività si
combineranno con l’esercitazione annuale Cutlass
Express che l’U.S. Naval Forces Europe-Africa sta svolgendo nelle acque
dell’Africa orientale e dell’Oceano indiano occidentale”, spiega l’ufficio
stampa del Comando Centrale delle Forze Navali USA. “Le
attività addestrative avranno principalmente lo scopo di rafforzare le capacità
di comando e controllo nelle operazioni navali e di contromisure mine. IMX 2022 non è però soltanto la più
grande esercitazione marittima mai svolta in Medio Oriente ma è anche la
maggiore esercitazione con imbarcazioni e velivoli senza pilota al mondo, con
più di 80 sistemi a guida remota di 19 nazioni partecipanti”.
Nel corso di IMX
è prevista in particolare la sperimentazione in differenti scenari operativi complessi degli ultimi ritrovati
tecnologici nel campo delle guerre navali semi-automatizzate (droni, robot, intelligenze
artificiali, ecc.). L’area del Golfo Persico da tempo è stata convertita in un
vero e proprio laboratorio-poligono dei sistemi a pilotaggio remoto delle forze
navali USA. Meno di un anno fa l’US Navy ha attivato in Bahrein la Task Force 59
per sovrintendere all’impiego dei nuovi sistemi d’arma automatizzati, l’ultimo
dei quali è il Saildrone
Explorer Unmanned Surface Vessel (USV), imbarcazione-robot lunga 7 metri
e larga 5 che, in linea all’ipocrita narrazione green delle forze armate e del capitale transazionali, sfrutta il
vento per spostarsi e l’energia solare per alimentare i computer e i sensori di
bordo. La sperimentazione del Saildrone
ha preso il via nel Golfo di Aqaba a dicembre; l’imbarcazione è destinata a
missioni a lungo raggio di sorveglianza sottomarina grazie ad un sofisticato
sonar che consente di perlustrare gli oceani sino a una profondità di 7.000
metri.
La Task Force 59 di US Navy, anche
con la collaborazione di Bahrein e Giordania, sta verificando la funzionalità
di altri nuovi sistemi automatizzati, come ad esempio i “Man-Portable Tactical Autonomous Systems Mantas T-12” (speciali imbarcazioni
impiegate per il pattugliamento, la sorveglianza e l’intelligence) e i “Devil
Ray T-38” (unità che possono viaggiare sull’acqua ad alte velocità, sino a 132
Km/h). Secondo quanto dichiarato da US Navy, i mari mediorientali sono stati
scelti per i test delle imbarcazioni-droni per ragioni di tipo geostrategico e
climatico-ambientale.
Presente per la prima volta
nella storia all’International
Maritime Exercise – IMX, la Marina
militare di Israele che ha dislocato alcune navi lanciamissili e sottomarini
nel Mar Rosso. “L’esercitazione rafforzerà la nostra sicurezza marittima e farà
avanzare la nostra cooperazione regionale”, ha dichiarato il portavoce delle
forze armate israeliane. E, a sorpresa, il ministro della difesa Benny Gantz il
2 febbraio è giunto in visita ufficiale in Bahrein per incontrare le massime
autorità del Regno e firmare un accordo di cooperazione militare il cui
contenuto è top secret.
Dopo la firma dei cosiddetti Accordi di Abramo che hanno normalizzato le relazioni politiche,
economiche e militari con alcuni paesi del Golfo e del continente africano
(Bahrein ed Emirati Arabi prima, Marocco e Sudan dopo), Israele ha
intensificato il numero e la qualità delle esercitazioni svolte congiuntamente
al Comando NAVCENT della V^ Flotta USA di Manama. Gli odierni war games
rappresentano un’occasione storica per “cooperare” con le forze armate di Paesi
con cui Gerusalemme non ha ancora stabilito rapporti diplomatici formali, come
ad esempio Arabia Saudita, Oman, Comore, Gibuti, Somalia e Pakistan. Un passo
avanti verso l’Abramo due, dunque,
con gli occhi e le orecchie puntati sull’acerrimo nemico nel Golfo Persico, il
regime di Teheran.
“Gli Iraniani sono indipendenti in mare e devono
essere tenuti lontani dal Mar Rosso così da non violare la libertà di
navigazione di Israele o compiere atti di terrorismo marittimo”, ha dichiarato
a The Jerusalem Post un alto
ufficiale della Marina israeliana alla vigilia di IMX 2022.
“L’Iran sta tentando di consolidarsi nella regione non
solo in ambito terrestre ma anche in mare dove ha già utilizzato droni e altre
piattaforme per effettuare attacchi”, ha aggiunto l’ufficiale israeliano.
“Nonostante le forti tensioni e gli scontri tra la V Flotta USA e le unità
navali iraniane nel Golfo Persico, Teheran sta lavorando per accrescere le sue
capacità marittime e modernizzare la Marina, con nuove unità di superficie e
nuovi sottomarini”. Lo schieramento della flotta israeliana nel Mar Rosso è più
di un monito per l’Iran. Dai war games al rischio della guerra totale i tempi e
le distanze si fanno davvero brevi.
Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 4 febbraio 2022, https://pagineesteri.it/2022/02/04/africa/guerre-future-in-corso-la-piu-grande-esercitazione-navale-nella-storia-del-medio-oriente/
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