La NATO guida il riarmo globale tra cyberwar e tecnologie quantistiche
Alea iacta est. Il
dado è tratto. Ciò che disse Cesare prima di varcare il Rubicone e iniziare la
guerra contro Pompeo, lo hanno ripetuto duemila anni dopo i Capi di Stato
maggiore della difesa dei 31 paesi membri della NATO più la new entry di
Svezia. Solo che stavolta sarà guerra totale e in ogni angolo del pianeta,
prima contro Mosca e poi contro Pechino. E se sarà necessario, generali e
ammiragli si dichiarano pronti ad usare le più sofisticate tecnologie di
distruzione di massa.
Il 17
e 18 gennaio i vertici delle forze armate dell’Alleanza si sono dati
appuntamento a Bruxelles per il Military
Committee NATO: all’ordine del giorno come accelerare il processo di
trasformazione delle strategie e delle “capacità di combattimento” e come
garantire l’implementazione immediata dei nuovi “piani di difesa” approvati al
summit di Vilnius della scorsa estate. E’ in atto una spasmodica corsa verso il
riarmo globale e la NATO si candida a divenire il motore della ricerca e dello
sviluppo delle tecnologie di morte, possibilmente in partnership con le grandi
holding del complesso militare-industriale e con un ampio numero di attori
della società “civile” (università, centri di ricerca, start up, agenzie
spaziali nazionali e internazionali, ecc.).
“Le
regole su cui si basa l’ordine internazionale sono sotto un’immensa pressione”,
ha esordito il vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoană, all’apertura
della sessione di lavoro del Military Committee dedicata alle “priorità della
deterrenza”. Geoană è pure ricorso al minaccioso frasario dei tempi più bui
della Guerra fredda, condendolo con suggestivi accenni geologici. “Le placche
tettoniche del potere stanno cambiando”, ha enfatizzato il vicesegretario NATO.
“Oggi, la nostra pace è minacciata. Guerra, terrorismo, instabilità e gli stati
autoritari minacciano i nostri valori. E come risultato ci troviamo di fronte
ad un mondo più pericoloso come non accadeva da decenni. In questa nuova era di
difesa collettiva, non solo difendiamo la sicurezza fisica della nostra
popolazione che conta un miliardo di persone: noi stiamo difendendo la libertà
e la democrazia (…) Abbiamo bisogno di una NATO ancora più forte di prima...”.
Nel
corso del suo intervento, Mircea Geoană ha delineato i punti prioritari del
processo di rafforzamento dell’architettura militare che saranno discussi dai
capi di governo dei paesi NATO in occasione del summit che si terrà a luglio a
Washington, un appuntamento destinato ad assumere una rilevanza storica anche
perché potrebbe riconsegnare la leadership assoluta dell’alleanza agli Stati
Uniti d’America. “Al prossimo vertice di Washington, noi andremo oltre: faremo
ciò serve per assicurare la sicurezza del nostro popolo, delle nostre nazioni e
del sistema basato sul diritto internazionale”, ha affermato il vicesegretario.
“Rafforzeremo la nostra difesa collettiva, specialmente nel settore aereo e
missilistico, e aumenteremo il nostro sostegno all’Ucraina”. (1)
Ad
enfatizzare l’importanza dei nuovi “piani di difesa” collettiva ci ha pensato
il presidente del Military Committee, l’ammiraglio olandese Rob Bauer. “Questi
sono i piani di difesa più completi che la NATO ha mai avuto dalla fine della
Guerra fredda”, ha spiegato Bauer. “Mai come adesso i piani difensivi della
NATO e delle nazioni aderenti sono stati così strettamente interconnessi (…)
Essi contengono i requisiti della struttura della forza militare (Force Structure Requirements), con cui è
stato fissato il numero e la tipologia degli equipaggiamenti e dei sistemi d’armi
richiesti, in tutte le regioni geografiche e i domini. Militarmente, i nuovi
piani di difesa richiedono più persone, più attività addestrative ed
esercitazioni, più arsenali e capacità operative, maggiori programmi di
investimento per la difesa”. (2) Dunque ancora più soldi per gli apparati di
guerra che verranno sottratti dai bilanci della sanità, dell’istruzione e del
welfare nell’ambito di un processo di militarizzazione sempre più soffocante
della società e dell’economia nordamericana ed europea.
Alla guerra in sinergia con le industrie ed i centri
di ricerca
I 31+1
Capi di Stato maggiore della difesa NATO hanno discusso e approvato le “indicazioni
aggiuntive” ai due Comandi strategici dell’Alleanza. Scopi e funzioni sono
stati sintetizzati dal generale Chris Badia, vicecomandante supremo dell’Allied
Commander Transformation (ACT), il comando con sede a Norfolk (Virginia),
preposto a condurre i processi di trasformazione strategica della NATO.
“Abbiamo la necessità che l’Alleanza e le nazioni membri siano più agili e più
flessibili”, ha spiegato Badia. “Per questo dobbiamo guardare a strutture di
comando in grado di adattarsi rapidamente alle minacce in continua evoluzione,
ad un’interoperabilità costante, a sistemi d’azione unitari pronti ad essere
impiegati fin dal primo minuto quando sarà necessario”.
“Poichè
la guerra di domani sarà ancora più complessa dal punto di vista dei molteplici
domini, abbiamo bisogno di essere ancora più rapidi da tutti i punti di vista e
migliori dei nostri avversari”, ha aggiunto il vicecomandante di ACT. “Otterremo
questo attraverso operazioni integrate multidominio, quindi conducendo un
conflitto senza soluzione di continuità in ambito navale, terrestre ed aereo.
Ma insieme a questi classici domini ce ne sono due nuovi, quelli cibernetico e
dello spazio”. E relativamente al settore spaziale e delle cyberwar, il
generale Chris Badia ha spiegato che la NATO punta ad accrescere la
cooperazione con gli attori non militari:
“In particolare nel settore spazio esistono diverse infrastrutture civili. Non
è necessario duplicare ogni cosa in questo campo ma al contrario è meglio
procedere verso un’estensione e trasformazione congiunta. Come possiamo
cooperare con il mondo civile e trovare tutte queste sinergie? Sincronizzando e
facendo convergere ad esempio gli attori militari e non militari e, non ultimo
per importanza, arrivando alla loro integrazione”. (3)
La
modernizzazione dell’apparato bellico della NATO punta parecchio sullo sviluppo
delle tecnologie quantistiche e della quantum
strategy. Al vertice dei ministri degli esteri della NATO del 28 novembre
2023 è stata approvata la prima strategia quantistica della storia
dell’Alleanza. “Le tecnologie quantistiche stanno per rivoluzionare il mondo
dell’innovazione e possono cambiare le regole del gioco della sicurezza, incluse
quelle delle guerre moderne”, spiegano i vertici della NATO. “Per questo la
quantistica è una delle aree tecnologiche che l’Alleanza ha priorizzato per le
sue implicazioni per la difesa e la sicurezza. Essa include l’intelligenza
artificiale, la raccolta dati e il computing, l’automatizzazione, le biotecnologie,
gli human enhancements (4), le tecnologie
ipersoniche, l’energia e la propulsione, i nuovi materiali, le future
generazioni di reti di comunicazione e spaziali”. Le prime aree d’intervento
della quantum strategy in campo
militare e sicuritario comprendono il telerilevamento, il “posizionamento
preciso”, la navigazione e la tempistica, in particolare per “rafforzare
l’identificazione dei sottomarini” e “potenziare e rendere più sicure le
comunicazioni dei dati impiegando una crittografia quantum-resistente”. Anche
in questi settori la NATO punta ad una sempre più stretta cooperazione con il
mondo accademico ed industriale onde “sviluppare un ecosistema transatlantico
di tecnologie quantistiche”. Sei delle 44 società già selezionate nell’ambito
del nuovo programma DIANA (Defence
Innovation Accelerator for the North Atlantic) a cui la NATO ha destinato
oltre un miliardo di euro, sono specializzate nella ricerca quantistica. (5) Un
polo accelerativo-innovatore del programma sta sorgendo a Torino in partnership
con la Città dell’Aerospazio del team Politecnico-Leonardo SpA.
Come alimentare il fratricida conflitto russo-ucraino
Al
prossimo vertice NATO di Washington, generali e ammiragli sperano di arrivare
con intese di cooperazione ancora più stringenti con alcuni paesi partner,
estendendo e rafforzando ulteriormente l’alleanza de facto in ambito europeo, asiatico ed oceanico. Non a caso al
Military Commettee di Bruxelles hanno partecipato i Capi di stato maggiore di Austria,
Australia, Corea del Sud, Giappone, Irlanda, Nuova Zelanda e Svizzera, paesi
partner del cosiddetto Interoperability
Advocacy Group. “Ad essi offriamo accordi di difesa individuali che
contemplino lo scambio di informazioni classificate e la partecipazione alle
attività addestrative”, spiega la NATO.
Ma è
ancora una volta l’Ucraina ad essere al centro delle mire espansionistiche
dell’Alleanza nell’esplosivo fronte orientale. Al meeting di Bruxelles i
vertici dell’Alleanza hanno incontrato i responsabili delle forze armate di
Kiev nell’ambito del NATO-Ukraine Council
lanciato il luglio scorso a Vilnius, per fare il punto sul sanguinoso conflitto
con la Russia esploso due anni fa. Nonostante l’evidente fallimento della
controffensiva ucraina e gli insostenibili costi in termini di vite umane e
risorse finanziarie e infrastrutturali, la NATO ha assicurato che sosterrà
ancora il governo Zelensky con ulteriori aiuti in armi e munizioni. “Abbiamo
consegnato una vasta gamma di sistemi di difesa aerea all’Ucraina e oggi
riaffermiamo il nostro impegno a rafforzare ulteriormente le difese ucraine”,
ha dichiarato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. “Condanniamo
duramente gli attacchi russi con missili e droni contro i civili ucraini, anche
con l’uso di armi provenienti dalla Corea del Nord e dall‘Iran. Per due anni di
fila, Putin sta cercando di logorare l’Ucraina con attacchi massicci, ma egli
non ci riuscirà. La crudele campagna della Russia rafforza solo la
determinazione dell’Ucraina. Mosca intensifica i suoi strike sulle città e i
civili ucraini, ma noi continueremo a fornire assistenza ai coraggiosi ucraini affinché
essi possano respingere la guerra di aggressione della Russia”. (6)
Ancora
più ciniche e brutali le parole dell’ammiraglio Rob Bauer: pur di giustificare
il cieco appoggio a Kiev, egli è giunto a mistificare ciò che realmente avviene
nei campi di battaglia. “L’Ucraina ha inflitto gravi perdite alla Russia: sono
più di 300.000 le vittime russe, tra morti e feriti”, ha dichiarato il
presidente del NATO Military Committee. “Migliaia di carri armati e blindati
russi e centinaia di aerei sono stati distrutti. Le forze armate ucraine sono riuscite
a liberare parti significative del loro paese, cacciando via i russi da circa
il 50% del territorio che avevano occupato all’inizio del conflitto. Un altro successo
è rappresentato dal fatto che gli ucraini sono stati capaci di condurre
attacchi in profondità, distruggendo funzioni chiave dei russi. Senza possedere
una reale marina militare, è stata respinta la flotta russa del Mar Nero e
l’apertura di un corridoio del grano è stata un’altra vittoria enorme (…) Il
solo modo di ottenere una soluzione negoziata duratura è rafforzare la
posizione ucraina nel campo di battaglia”. (7)
Il 18
gennaio, a conclusione dei lavori del Military Commette, il comandante supremo
delle forze alleate in Europa, il generale statunitense Christopher Cavoli, ha
ritenuto doveroso rivelare due fatti importanti che con tutta probabilità
incideranno pesantemente sulle già critiche relazioni NATO-Russia. La prima
notizia riguarda l’Italia e il ruolo sempre più rilevante che ha assunto nelle
scelte geostrategiche dell’Alleanza. “Voglio dare un aggiornamento
sulla Forza di Reazione Rapida della NATO (Allied
Reaction Force), una componente fondamentale per la realizzazione dei
nostri piani militari”, ha esordito Cavoli. “La Forza di Reazione Rapida è
capace di effettuare uno spettro completo di missioni e serve da riserva
strategica per il dispiegamento in tempi strettissimi. Nell’autunno dello
scorso anno, la NRDC-Italy è stata selezionata come quartier generale.
Attualmente le sue unità si stanno addestrando in preparazione del nuovo ruolo
assegnato”. NRDC-Italy è l’acronimo di NATO
Rapid Deployment Corps, il Comando multinazionale delle forze di pronto
intervento che ha sede a Solbiate Olona (Varese) e di cui fanno parte più di
400 militari provenienti da 18 paesi dell’Alleanza.
La
più grande esercitazione bellica della “nuova” NATO
Il generale Christopher Cavoli si è dichiarato ottimista che
l’infrastruttura ospitata in territorio italiano possa ottenere la
“certificazione” di quartier
generale ad interim dell’Allied Reaction Force, a partire dalla
prossima primavera. Da qui il secondo annuncio shock. “La certificazione è
prevista a conclusione dell’esercitazione di deterrenza Steadfast Defender 2024 che
prenderà il via la prossima settimana e proseguirà fino a tutto maggio”, ha
affermato il Comandante delle forze alleate in Europa. “Steadfast Defender sarà
l’esercitazione più grande da decenni a questa parte e vi parteciperanno
approssimativamente 90.000 militari di tutti e 31 i paesi membri dell’Alleanza
e della Svezia, nostro buon partner. L’alleanza dimostrerà la sua abilità nel rafforzare
l’area euro-atlantica grazie al trasferimento transatlantico di truppe dal Nord
America. Questo rafforzamento avverrà in uno scenario di conflitto emergente
simulato contro un avversario di quasi pari forza. Steadfast Defender sarà una chiara dimostrazione della nostra unità,
forza e determinazione nel proteggere i nostri valori e le regole su cui si
basa l’ordine internazionale”. (8)
La
cerimonia che ha sancito il via alla mega-esercitazione militare è stata
celebrata mercoledì 24 gennaio a bordo della nave da sbarco “USS Gunston Hall”, in
partenza da Norfolk per l’Europa. Secondo l’ufficio stampa della NATO a Steadfast Defender
2024 prenderanno parte una cinquantina
di unità navali, dalle portaerei ai cacciatorpediniere, così come più di 80
aerei da combattimento, elicotteri e droni e almeno 1.100 veicoli da
combattimento tra cui 133 carri armati e 533 veicoli di fanteria. Un
dispiegamento di forze che non si era mai visto in Europa dopo la fine della
Guerra fredda: all’esercitazione NATO “Trident Juncture” nel 2018, la più
rilevante dopo la caduta del Muro di Berlino, avevano partecipato “solo” 50.000
militari.
Buona
parte dei war games si svolgeranno in Germania, Polonia, Romania, Norvegia e
nelle Repubbliche baltiche. Le unità di pronto intervento terrestri, aeree e navali
simuleranno la controffensiva a un possibile attacco “nemico” sul fronte
orientale. Nel mirino dei reparti d’assalto il “corridoio Suwalki” che
attraversa la frontiera tra Polonia e Lituania tra l’enclave russa di
Kaliningrad e la Bielorussia, ritenuto come uno dei punti più “critici” della
NATO in caso di conflitto con Mosca. (9)
Mentre il Pentagono non ha
ancora fatto sapere quanti uomini e mezzi trasferirà in Europa per le
esercitazioni di Steadfast Defender, le
autorità di Londra hanno comunicato la presenza di 20.000 militari britannici
più un imponente numero di mezzi navali (anche una portaerei della classe Queen
Elizabeth), sottomarini, cacciabombardieri di
ultima generazione (gli F-35 a capacità nucleare), aerei d’intelligence e un’ampia gamma di forze terrestri. (10)
A conferma della propria intenzione di rafforzare il
dispositivo bellico nella prospettiva di un “inevitabile” scontro con la
Russia, la NATO sta affidando commesse miliardarie per la produzione di
sofisticati sistemi militari. Poche settimane fa la NATO Support and Procurement Agency (NSPA), l’agenzia
che si occupa di appalti logistici per l’Alleanza Atlantica, ha firmato un
contratto del valore di 5,5 miliardi di dollari con COMLOG (joint venture tra
l’azienda statunitense RTX Raytheon e la holding europea produttrice di sistemi
missilistici MBDA) per la produzione di un migliaio di sistemi terra-aria
“Patriot” che saranno consegnati prevalentemente ad una coalizione di paesi tra
cui Germania, Paesi Bassi, Romania e Spagna. Buona parte dei missili saranno
realizzati nello stabilimento MBDA di Schrobenhausen (Germania). Il sistema
“Patriot” sarà impiegato per neutralizzare aerei ed elicotteri ed intercettare
missili balistici tattici a grande distanza. Dopo l’invasione russa del 24
febbraio 2022, la NATO ha schierato batterie del sistema missilistico
terra-aria in alcuni paesi dell’Europa orientale. Consegne dei “Patriot” sono
state fatte anche alle forze armate ucraine. (11)
Si svuotano i granai e si riempiono gli arsenali
A fine
dicembre il Dipartimento di Stato USA ha approvato la vendita alla NATO Support
and Procurement Agency di 940 missili terra-aria FIM-92K “Stinger” e relativo
equipaggiamento per il valore stimato di 780 milioni di dollari. I sistemi
missilistici saranno realizzati negli States dai colossi Raytheon e Lockheed
Martin. I FIM-92K “Stinger” sono una variante migliorata dell‘omonimo sistema
di difesa aerea portatile con maggiori capacità di acquisizione, tracciamento ed
ingaggio degli obiettivi. Per la sua versatilità possono essere impiegati in
ampi contesti ambientali da parte di singole unità, veicoli terrestri o
piattaforme aeree contro aerei, elicotteri e droni.
Sempre
la Nato Support and Procurement Agency ha siglato nei giorni scorsi un
contratto per l’acquisto di circa 220.000 proiettili di artiglieria da 155
millimetri. Il valore della commessa supera l’1,2 miliardi di dollari e rientra
nell’ambito delle iniziative varate dall’Alleanza per rafforzare le capacità di
“deterrenza” dei paesi membri e sostenere direttamente l’Ucraina nella guerra
contro la Russia. Nel periodo compreso tra il luglio e il dicembre 2023 la NATO
aveva già stipulato contratti per munizioni per 10 miliardi di dollari. Lo
scorso novembre l’agenzia NSPA ha acquistato pure sei Boeing E-7A “Wedgetail”
(basati sull’aeromobile civile B-737), velivoli di comando e controllo di
prossima generazione che sostituiranno i più vecchi E-3A Awacs (Airborne Warning and Control System), gli
aerei radar della NATO che operano dalle basi militari di Geilenkirchen
(Germania), Konya (Turchia), Aktion (Grecia) e Trapani-Birgi (Italia). (12)
Al
rafforzamento delle dotazioni di munizioni degli alleati europei della NATO
darà un importante contributo il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America.
A fine dicembre è stata firmata una modifica a un precedente contratto affidato
a Raytheon per la fornitura di ulteriori munizioni guidate di precisione “StormBreaker”
(SDB II o GBU-53/B) per 344 milioni di dollari circa. Il contratto prevede le
vendite militari estere a favore di Italia, Germania, Finlandia e Norvegia.
La consegna delle bombe “StormBreaker” sarà completata entro l’agosto 2028.
(13)
Note:
(1) https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221905.htm?selectedLocale=en
(2) https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221753.htm?selectedLocale=en
(3) https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_221779.htm
(4) Per human
enhancements, i settori scientifici e di ricerca della cosiddetta “umanistica
digitale” intendono il potenziamento delle prestazioni umane, fisiche,
intellettive, cognitive ed emotive per mezzo di un uso intenzionale delle nuove
tecnologie e delle conoscenze tecnico-scientifiche.
(5) https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221601.htm?selectedLocale=en
(6) https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221643.htm?selectedLocale=en
(7) https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_221779.htm
(8) Ibidem.
(11)
https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221626.htm
(12)
https://www.avionews.com/item/1256116-nato-acquista-220-000-proiettili-di-artiglieria.html
(13)
https://aresdifesa.it/stormbreaker-per-italia-ed-altri-alleati-nato/
Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 26 gennaio 2024, https://pagineesteri.it/2024/01/26/mondo/la-nato-guida-il-riarmo-globale-tra-cyberwar-e-tecnologie-quantistiche/
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