Affari di guerra imbarazzanti per Leonardo: accordo bellico con l’Arabia Saudita che bombarda lo Yemen
Una partnership sgradevole: il regno
waabita ha conquistato le vette mondiali per barbarità e violazioni
sistematiche dei diritti umani (196 esecuzioni capitali nel 2022, 54 nei primi
sei mesi del 2023), ma le industrie belliche e le forze armate italiane scelgono
di rafforzarlo
Il 4
febbraio scorso, in occasione del World
Defense Show 2024 (la kermesse internazionale degli strumenti di morte che
le autorità saudite organizzano ogni due anni a Riad), la holding Leonardo SpA
a capitale statale ha sottoscritto un Memorandum
of Understanding (MoU) con il Ministero degli Investimenti e l’Autorità
Generale per l’Industria militare dell’Arabia Saudita.
“L’accordo
ha l’obiettivo di discutere, sviluppare e valutare una serie di investimenti e opportunità
di collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa”, spiegano i
manager di Leonardo. “Il MoU copre ampi settori; spazio, velivoli aerei, radar,
sensori integrati e sistemi di guerra elettronica, sistemi a pilotaggio remoto,
tecnologie digitali, servizi e processi di industrializzazione, manutenzione,
riparazione e revisione per aerostrutture, assemblaggio di elicotteri. Esso
offre inoltre un focus su aree specifiche, sia nel settore del combattimento
aereo, che in quello dell’integrazione multi-dominio, campi dove Leonardo sta
sviluppando tecnologie di nuova generazione e implementando una serie di
progetti dimostrativi abilitanti”.
Il
nuovo accordo con il regime saudita è stato enfatizzato dal Presidente di
Leonardo SpA, l’ex ambasciatore Stefano Pontecorvo. “Questa firma rappresenta
non solo un’importante opportunità per consolidare la cooperazione sulla difesa
e rafforzare una visione comune sulle operazioni future del combattimento
aereo, ma anche una piattaforma per sviluppare congiuntamente nuove tecnologie,
attraverso l’esperienza e le capacità delle parti”, ha dichiarato Pontecorvo.
Per il
condirettore della holding armiera italiana, Lorenzo Mariani, il consolidamento
della collaborazione con il governo di Riad consentirà di lavorare in vista di nuove
soluzioni nel campo della ricerca e sviluppo, industriale e dei servizi. “Per
decenni Leonardo ha fornito al Paese piattaforme, sistemi, tecnologie, dal
trasporto aereo, al supporto all’industria energetica, agli elicotteri, fino a
sistemi elettronici e sensori, a cui si aggiungono sistemi per la difesa
marittima e cyber, oltre a un contributo chiave nel campo della difesa aerea”,
ha spiegato Mariani. “Questo accordo rappresenta l’ultimo passo nel rafforzare
le attività di Leonardo nel Regno, a partire dalla costituzione di un hub
regionale. Collaborando con partner locali, Istituti di ricerca e utenti
finali, Leonardo potrà generare sviluppo sostenibile e attività di produzione
nel Paese. Il MoU contribuirà significativamente alla Vision 2030 dell’Arabia Saudita finalizzata all’implementazione di
riforme senza precedenti nel settore pubblico, alla diversificazione
dell’economia, per consentire a cittadini e imprese di raggiungere pienamente
il loro potenziale e creare opportunità di crescita innovative”. Vision 2030 è il programma strategico di
sviluppo industriale promosso dalla dinastia Al-Saud, finalizzato in buona
parte ad un ulteriore rafforzamento del proprio apparato bellico.
Al World Defence Show di Riad, conclusosi
l’8 febbraio, erano presenti espositori provenienti da 65 paesi. Per l’Italia,
oltre a Leonardo, vi hanno partecipato numerose aziende del settore aerospaziale,
dell’elettronica militare e delle cyberwar ed una delegazione del ministero
della Difesa e delle forze armate. Gli stand della fiera delle armi sono stati
visitati il 5 febbraio dall’ammiraglio Federico Bisconti, vice-segretario
generale della Difesa e della Direzione nazionale degli armamenti. Bisconti ha
pure incontrato il viceministro della difesa saudita, nonché capo dell’Armament and Procurement, generale
Ibrahim Al Suwayed.
Tre
giorni dopo è stata la volta del segretario della Difesa e direttore nazionale
degli armamenti, il generale Luciano Portolano: a Riad ha incontrato il Capo di
Stato Maggiore della difesa, generale Fayyadh al-Ruwaili, con il quale ha avuto
un “colloquio cordiale e proficuo su temi di mutuo interesse, quali quelli
relativi a Difesa, Sicurezza e collaborazione industriale di settore”.
Luciano
Portolano ed alti rappresentanti dello Stato Maggiore delle forze armate
italiane erano già stati ricevuti dal generale Fayyadh al-Ruwaili in occasione
del Joint Consultative Committee, il
comitato consultivo militare tra Arabia Saudita e Italia, tenutosi il 4 al 5
dicembre 2023. In quell’occasione il Capo di Stato Maggiore della
petromonarchia aveva pubblicamente espresso la propria soddisfazione per le “eccellenti
relazioni” tra i due paesi. “Il generale Portolano ha assicurato la piena
disponibilità e collaborazione in campo militare, enfatizzando l’importanza
dell’interoperabilità dei nuovi programmi superando il concetto di interforze,
e proiettandosi a quello di All Domain,
attraverso l’integrazione di tutte le capacità e le risorse della Difesa”,
riporta l’ufficio stampa del Ministero della difesa italiano.
Il 25
gennaio 2023, il generale Fayyadh al-Ruwaili
era stato ospite a Roma del ministro Guido Crosetto. Nei giorni precedenti, una
delegazione del Corpo sanitario delle forze armate dell’Arabia
Saudita aveva visitato l’Istituto di Medicina Aerospaziale (IMAS) dell’Aeronautica
Militare per “osservare, comprendere e studiare le procedure di selezione e
delle visite mediche effettuate presso l’Istituto”.
I grandi
affari di Leonardo SpA in Arabia Saudita
Dopo la recentissima missione in terra araba, i manager di Leonardo e dell’intero comparto militare-industriale italiano sono convinti di poter ottenere nuove commesse miliardarie da parte del belligerante regime saudita. “A Riad siamo presenti con il nostro ufficio di rappresentanza, la nostra controllata Selex ES Saudi Arabia, e con succursali dedicate al settore bancario; inoltre, abbiamo personale nelle basi militari del Regno e presso Aramco, la principale società nel settore degli idrocarburi, nella regione orientale”, spiega Leonardo. “Forniamo soluzioni tecnologiche al Regno dell’Arabia Saudita, a partire dagli elicotteri VIP fino ai sistemi per la gestione del sistema bancario islamico.
Abbiamo fornito elicotteri per il
trasporto alla Reale Aeronautica saudita. Per oltre 40 anni abbiamo fornito l’avionica
e i principali sistemi di comunicazione dei cacciabombardieri Typhoon e Tornado
operati dall’Aviazione. Siamo leader nel campo delle soluzioni ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target
Acquisition e Reconnaissance) e offriamo all’Arabia Saudita i nostri
velivoli senza pilota per la sorveglianza aerea, oltre a garantire servizi di
assistenza, formazione e manutenzione sul posto”.
Il
gruppo Leonardo ha pure fornito alle forze armate di Riad i sistemi radio per le
missioni tattiche e le comunicazioni strategiche e quelli a diffusione
troposferica e satellitari per la Guardia Nazionale.
Il
maggiore affare per il gruppo italiano è rappresentato però dalla vendita ai
sauditi di 72 cacciabombardieri “Eurofighter
Typhoon”, per il valore complessivo di 6,5 miliardi di euro. Il
contratto fu firmato nel 2007 dal consorzio europeo “Eurofighter” con sede a
Monaco di Baviera, controllato per il 46% dal gruppo tedesco-spagnolo Eads, per
il 33% da Bae Systems (Regno Unito) e per il restante 21% da Alenia Aeronautica/Leonardo.
La consegna dei velivoli è stata completata nel 2017.
“Velivolo
da combattimento multiruolo bimotore, supersonico, il Typhoon è un autentico
concentrato di tecnologie fortemente innovative; grazie ai sensori di bordo i
piloti hanno una superiore consapevolezza della situazione, oltre ad una
capacità operativa net-centrica”, decantano i manager Leonardo. Caratteristiche
sperimentate con un immane tributo di sangue in territorio yemenita da parte
dell’Aeronautica saudita che ha poi richiesto altri 48 cacciabombardieri Eurofighter
e armamenti di supporto (valore 12 miliardi di euro). La trattativa si è arenata a
fine 2018 a seguito del divieto del governo tedesco di esportare armi
all’Arabia Saudita, dopo l’uccisione in Turchia
del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. Il veto è stato rimosso nei
mesi scorsi dall’amministrazione Sholz e adesso il consorzio industriale
europeo punta a chiudere l’accordo con Riad entro la fine dell’anno.
Intanto
i piloti sauditi continuano ad addestrarsi e formarsi nelle “prestigiose”
scuole di volo dell’Aeronautica Militare italiana. “Da diversi anni tale azione
è concretizzata con l’istruzione di cadetti piloti della Royal Saudi
Air Force presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, la Scuola
di Volo del 70° Stormo di Latina, del 61° Stormo di
Galatina e l’adempimento dei rigorosi controlli medici presso gli Istituti di
Medicina Aerospaziale di Roma e Milano”, spiega lo Stato maggiore della difesa.
Inoltre dal 2021 sono stati avviati presso lo scalo militare di Pratica di Mare
(Roma) i corsi di formazione per gli allievi pilota dell’Arabia Saudita a bordo
degli aerei multimissione ed intelligence, mentre dal 2022 presso il 72° stormo
di Frosinone si svolgono le attività formative per il conseguimento del brevetto
di pilota militare “linea elicotteri”.
Proprio
a Frosinone il 30 ottobre 2023 l’Aeronautica italiana ha “diplomato” quattro
frequentatori della Royal Saudi Air Force. “I giovani piloti hanno svolto
un lungo periodo di formazione in Italia, presso il Centro Aviation English di Loreto,
successivamente presso il 70° stormo di Latina per il brevetto di pilota di aeroplano
e la fase II – Primary Pilot
Training (finalizzata alla individuazione delle linee su cui saranno
impiegati – fighters, pilotaggio remoto RPA, elicotteri, trasporto) presso
il 61° stormo”, aggiunge lo Stato Maggiore. “Dopo la fase II, i piloti
idonei per le linee elicotteri o trasporto, vengono indirizzati rispettivamente
presso il 72° stormo di Frosinone dove si svolge la fase addestrativa sugli
elicotteri TH500B e UH-139; oppure presso il CAE MultiCrew di Pratica di Mare utilizzando
il velivolo P180 Avanti e il simulatore di volo statico AL-SIM”.
Alla
cerimonia di consegna dei diplomi era presente il comandante
dell’Accademia Aeronautica saudita, generale Hazim Bin Gheshiyan. Rivolgendosi
agli ospiti stranieri, il generale Silvano Frigerio (alla guida del
Comando delle Scuole dell’Aeronautica Militare della 3^ Regione Aerea), ha sottolineato
come i rapporti con le forze aeree del paese arabo risalgano a quasi un secolo
fa. “Nel 1933 abbiamo formato in
Italia il primo pilota saudita”, ha ricordato Frigerio. “Oggi la nostra
cooperazione si basa su un’eredità di amicizia, per creare nuove generazioni di
piloti e ingegneri che possano contribuire a rafforzare questa collaborazione e
promuovere la pace”.
Sì, quella
pace dei camposanti dove riposano i
corpi dei bambini yemeniti dilaniati dai bombardamenti della Reale aeronautica
saudita.
Articolo
pubblicato in Africa ExPress il 10
febbraio 2024, https://www.africa-express.info/2024/02/10/affari-di-guerra-imbarazzante-per-leonardo-armi-allarabia-saudita-che-bombarda-lo-yemen/?fbclid=IwAR2WExK0e7r244KFKjsfRv-lCExIwVQqabXqtu9-vO_bVwOKu7TOGXL3bpw
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