Ucraina. Italia cobelligerante. Giunto a Sigonella sistema AGS per spiare la Russia
Escalation USA e NATO nel conflitto Russia-Ucraina mentre a Sigonella diviene pienamente operativo l’AGS - Alliance Ground Surveillance, il sistema avanzato di sorveglianza terrestre dell’Alleanza Atlantica basato su cinque grandi droni d’intelligence. A renderlo noto il colosso aerospaziale statunitense Northrop Grumman, ideatore e main contractor dell’AGS.
“La Nato AGS Management Agency (NAGSMA) ha
ricevuto in consegna il sistema completo per la piena operatività dei velivoli
a pilotaggio remoto assegnati alla AGS Force”, ha annunciato il 7 aprile 2022
la vice presidente e direttrice generale dell’azienda, Jane Bishop. “Questo
sistema è da oggi nella principale base operativa di Sigonella, in Sicilia, e
rappresenta una pietra miliare del programma Nato AGS. Esso è stato predisposto specificatamente per l’Alliance Ground
Surveillance e realizzato unicamente secondo le richieste Nato per assicurare ai
30 paesi membri dell’alleanza la consapevolezza delle situazioni critiche
d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento ISR”. (1)
Il
sistema AGS è basato sui droni RQ-4
“Phoenix” realizzati da Northrop Grumman a partire dall’aggiornamento
e potenziamento tecnologico dei modelli “Global Hawk Block 40” da oltre un
decennio nella disponibilità dell’US Air Force, anch’essi operativi dalla
grande stazione aeronavale siciliana. Questi nuovi velivoli sono lunghi 14,5
metri e possono volare in tutte le condizioni ambientali e ininterrottamente
per più di 30 ore, fino a 18.280 metri di altezza e a una velocità di 575 km/h.
Il loro raggio d’azione è di oltre 16.000 km. e possono trasportare un carico
fino a 1.360 kg. I droni sono alimentati da turbomotori Rolls Royce AE 3007H,
mentre alcune componenti chiave del velivolo sono state fornite da un consorzio
di industrie europee, tra cui Airbus Defence and Space (Germania), Kongsberg
(Norvegia) e l’italiana Leonardo (ex Finmeccanica). I sistemi radar e i sensori
dei droni sono stati realizzati da Raytheon e hanno una portata di 200 km, con funzioni SAR (Syntetic Aperture Radar) e GMTI (Ground Moving Target Indicator), consentendo di
individuare e tracciare gli “oggetti” in movimento nelle aree sotto
osservazione. (2)
Oltre ai segmenti aerei, il sistema
AGS è composto dalle stazioni di terra per la pianificazione e il supporto
operativo delle missioni. Il centro di comando e controllo, anch’esso
localizzato a Sigonella, è fornito di interconnessioni datalink e sistemi di
processamento dati e si interfaccia con l’ampia rete dei centri di intelligence
e riconoscimento dell’Alleanza Atlantica. L’AGS utilizza tre differenti
tipologie di telecomunicazioni satellitari: quelle denominate “Ku band” e
prodotte da LuxGovSat, una joint venture costituita dal governo del Lussemburgo
e da alcune industrie private del settore; le comunicazioni “Inmarsat”
predisposte da Airbus Norway; e le comunicazioni UHF - Ultra High Frequency
grazie ad un memorandum sottoscritto dal Comando NATO con quattro paesi membri
dell’alleanza. L’UHF è il sistema adottato dalla costellazione MUOS della
Marina militare USA, con un terminale terrestre per le comunicazioni satellitari
installato a Niscemi (Caltanissetta), sotto il controllo operativo-logistico
del Comando delle forze armate statunitensi di Sigonella. (3) Le informazioni
raccolte dai droni “Phoenix” possono transitare anche attraverso la rete
satellitare gestita dalla NATO Communications and Information Agency per poi essere trasferite a tutti i comandi centrali e periferici
dell’Alleanza e dei paesi membri.
Anche se è consentito
l’accesso alle informazioni a tutti i 30 partner Nato, l’AGS è stato finanziato
solo da 15 paesi (Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia,
Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania,
Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti): il sistema di sorveglianza terrestre è il
programma più costoso della lunghissima storia dell’organizzazione
internazionale, oltre 1,7 miliardi di dollari secondo le stime risalenti al
2008, ma che con gli ultimi stanziamenti potrebbe aver superato una spesa
complessiva di 2 miliardi.
I cinque droni “RQ-4D
Phoenix” sono giunti uno alla volta in Sicilia a partire dal 21 novembre 2019;
l’ultimo il 12 novembre 2020. La capacità
operativa iniziale dell’AGS è stata conseguita il 15 febbraio 2021; dieci
giorni dopo, durante un volo d’addestramento di un drone “Phoenix” nel
Mediterraneo centrale, il Comando delle forze navali NATO (MARAIR) di stanza a Northwood (Regno Unito) ha comunicato il
successo dell’integrazione del sistema AGS nella rete di connessione tra gli
operatori di Sigonella e i centri di telecomunicazione di MARAIR e del NATO Air Command and Combined Air Operations
Centre di Torrejon (Spagna). “In futuro – ha aggiunto il Comando Nato – le
comunicazioni MARAIR-AGS saranno
migliorate con il collegamento alle unità navali e ai velivoli pattugliatori
marittimi”. (4) Nel novembre 2021 i droni AGS hanno completato la loro
prima missione della durata di 24 ore; da allora i tempi di volo sono andati
crescendo ulteriormente, sino a superare nelle più recenti operazioni anche le
30 ore. Entro il 2024 i “Phoenix” potranno effettuare
missioni di volo sino a 100 ore complessive a settimana coprendo un’ampia area
del pianeta: dall’Oceano Atlantico sino al Mar Nero e la Crimea e dal Mare del
Nord e il Baltico sino al Sud Africa.
Per il programma AGS è già
presente a Sigonella uno staff di 375 tra miliari e civili di 24 paesi ma il
loro numero è destinato a crescere sino a 600 unità. Nella base siciliana
funzionerà pure una specie di Centro di formazione e addestramento dei piloti
dei droni, degli analisti dei dati d’intelligence, degli operatori dei sensori
e del personale addetto alla manutenzione del sistema Nato (Sigonella Premier Training Centre).
Quando sarà pienamente operativo, il Centro ospiterà 22 istruttori che potranno
formare sino a 80 allievi l’anno.
“I membri dello staff si
occuperanno dei dati raccolti insieme a un piccolo numero di persone del
programma AGS che operano presso il Comando delle operazioni dell’Alleanza a
Mons, Belgio e presso il Comando delle operazioni aeree alleate di Ramstein,
Germania”, ha dichiarato il responsabile dell’Alliance Ground Surveillance, generale Houston Cantwell.
“L’architettura del sistema
AGS assicura la piena consapevolezza di quanto avviene nei teatri operativi ai
comandanti delle forze ivi dislocate”, spiega l’ufficio stampa NATO. “L’AGS
sarà in grado di contribuire ad un ampio raggio di missioni come ad esempio la
protezione delle forze terrestri e delle popolazioni civili, il controllo delle
frontiere e la sicurezza marittima, la lotta contro il terrorismo, la gestione
delle crisi e l’assistenza umanitaria in caso di disastri naturali”. Inoltre (e
soprattutto), grazie alle informazioni decodificate dal nuovo sistema di
“sorveglianza terrestre”, l’Alleanza sarà in grado di ampliare lo spettro delle
proprie attività nei campi di battaglia e rafforzare la capacità
d’individuazione degli obiettivi da colpire con gli strike aerei e
missilistici. (5)
I velivoli senza pilota NATO
operano congiuntamente ai droni-spia “Global Hawk” e Broad Area Maritime Surveillance e ai droni killer “Reaper” che le
forze armate degli Stati Uniti hanno dislocato a Sigonella. Dal 2018 nella base
siciliana è operativo pure l’UAS SATCOM
Relay Pads and Facility per le telecomunicazioni via satellite con tutti i
droni che le agenzie di spionaggio statunitensi e il Pentagono schierano in tutto
il pianeta. La facility di Sigonella consente la trasmissione dei dati
necessari ai piani di volo e di attacco dei nuovi sistemi di guerra, operando
come stazione gemella del sito
tedesco di Ramstein e del grande scalo aereo di Creech (Nevada).
Per ospitare gli hangar, le officine, i centri di manutenzione e di comando e controllo del sistema AGS, la Nato ha finanziato la realizzazione a Sigonella di un complesso programma infrastrutturale con 14 nuovi edifici che saranno completati entro il prossimo anno. “Oltre alle installazioni fisse, Sigonella ospiterà anche le unità mobili per esigenze expeditionary, peculiarità del sistema Nato, che comprendono due Deployable UAV Control Element (DUCE), due Transportable General Ground Station (TGGS) e sei Mobile General Ground Station (MGGS)”, spiega RID – Rivista Italiana Difesa. “Le TGGS e le MGGS sono pensate per poter attingere alle rilevazioni dei droni AGS direttamente a livello tattico e processare i dati in favore di unità a livello di divisione e battaglione, e la NRF - NATO Response Force (la forza di pronto intervento dell’Alleanza in via di completamento, nda) ne sarà presumibilmente il primo beneficiario”. Secondo gli analisti di RID, con la piena operatività dell’Alliance Ground Surveillance la Nato avrà la possibilità di avere sempre in missione due droni (uno presumibilmente sul fronte orientale ed uno sul fronte sud/Mediterraneo). “Sul fronte sud, uno dei target principali dell’AGS è senz’altro il dispositivo militare realizzato in Libia dai mercenari della Wagner e dai consiglieri russi”, aggiunge RID. “Si tratta di una serie di postazioni difensive che da Sirte si spingono a sud nel cuore del Fezzan fino alle basi di Jufra, dove è schierata un’aliquota di bombardieri tattici Su-24 e caccia MiG-29, e Brak Al Shati”. (6)
Ma non è il continente africano il principale teatro operativo odierno dei droni AGS. Precedentemente all’invasione russa in Ucraina e ancora di più dopo il 24 febbraio 2022, i velivoli senza pilota ospitati a Sigonella vengono utilizzati quotidianamente dalla Nato per “sorvegliare” e monitorare tutti i movimenti delle forze armate di Mosca in territorio ucraino, in Bielorussia e nelle regioni più occidentali della Federazione Russa.
La prima operazione d’intelligence sui
cieli del Mar Nero è stata tracciata dagli analisti di ItaMilRadar il 13 gennaio 2021. Dopo essere decollato da Sigonella
alle ore 11 locali, un RQ-4D “Phoenix”
ha sorvolato il Mediterraneo per dirigersi verso il mar Nero e “sparire”
per tre ore ai radar dopo l’inusuale spegnimento dell’ADS-B transponder che lo rende di norma tracciabile. (7)
E’ ancora sul mar Nero che un drone AGS ha superato le
24 ore di volo consecutive il 16 novembre 2021.
Con l’aggressione all’Ucraina le missioni in est Europa hanno assunto un ruolo
centrale nella strategia Nato di “dissuasione” e “contenimento” anti-Russia.
Tra le missioni di guerra più significative “tracciate” da ItaMilRadar c’è quella effettuata il 22 marzo da un RQ-4D “Phoenix” (denominato in codice Magma) congiuntamente a un “Global Hawk”
di US Air Force, anch’esso decollato da Sigonella (Forte 10). Mentre quest’ultimo ha operato sul mar Nero e poi sul
confine tra la Romania e la Moldavia, il drone AGS ha sorvolato un’area
prossima ai confini occidentali dell’Ucraina per poi “sparire” ai radar dopo la
disattivazione dell’ADS-B
transponder.
Anche il 6 aprile è stata “tracciata” una missione in coppia da parte di un “Global Hawk”
di US Air Force e un “Phoenix” AGS. Il primo velivolo, dopo il decollo da
Sigonella, ha raggiunto la Polonia orientale, la Romania, la Moldavia e infine
il mar Nero. Il drone Nato si è invece diretto subito verso il mar Nero per
l’ennesima operazione top secret dopo l’oscuramento del sistema di rilevamento
ai radar. (8)
Le operazioni di spionaggio dei droni di Sigonella contro
target russi in Crimea e in Ucraina
sono ritenute dagli analisti militari di enorme importanza per quelli che
potrebbero essere gli esiti finali dei combattimenti tra le forze armate di
Kiev e quelle di Mosca. E c’è pure chi ritiene che le informazioni sensibili
raccolte dalla NATO e da US Air Force e successivamente trasferite ai comandi
delle forze armate ucraine possano aver determinato alcuni dei “successi” nei
contrattacchi contro i mezzi da guerra russi.
Lo scambio d’intelligence Washington-Bruxelles-Kiev
è stato rivelato dall’autorevole Air Force Magazine, il mensile dell’Air Force Association pubblicato
ad Arlington, Virginia. “Gli assetti di intelligence, sorveglianza e
ricognizione degli Stati Uniti e della Nato sul fianco orientale dell’Alleanza stanno
fornendo informazioni tattiche all’Aeronautica militare ucraina, anche se
gli Stati Uniti sono molto attenti a evitare passi che possano essere
interpretati come un’escalation”, scrive la rivista notoriamente vicina al
Dipartimento della Difesa. “Un ufficiale che ha parlato ad Air Force
Magazine in condizioni di anonimato ha riferito che l’US Air Force e la
Nato stanno conducendo un po’ di
discussioni con le forze aeree ucraine”.
“L’ISR
(intelligence, sorveglianza e riconoscimento, nda) scambiato con l’Aeronautica militare dell’Ucraina dagli Stati
Uniti e dalla Nato include i dati raccolti dal NATO Alliance Ground Surveillance (AGS) e quelli raccolti dagli
aerei radar AWACS nello spazio aereo del fianco orientale dell’Alleanza, così
come dai satelliti, dai sistemi radar, radio e telecomunicazioni”, prosegue Air Force Magazine. “I dati vengono poi usati dall’Aeronautica
ucraina per sviluppare un quadro aereo di ciò che sta volando e dove, ha
aggiunto l’ufficiale. L’U.S. Air Force sta fornendo anche i dati registrati dai
sensori di una trentina circa di caccia statunitensi, inclusi gli F-15, gli
F-16 e gli F-35 che stanno operando nelle missioni di polizia aerea nel fianco
orientale della Nato. Essi possono vedere
in profondità fino all’Ucraina, ha spiegato l’ufficiale”. (9)
Autorevoli
conferme alle indiscrezioni raccolte dai giornalisti di Air Force Magazine sono giunte dai vertici delle forze armate
statunitensi. Nel corso di un’audizione al sottocomitato per le forze armate
del Congresso (18 marzo 2022), il direttore della
Defense Intelligence Agency, generale Scott Berrier, ha spiegato
che lo “scambio di informazioni e intelligence tra gli Stati Uniti e l’Ucraina è
rivoluzionaria nei termini di ciò che possiamo fare”. Il generale di US Army Paul
Nakasone, a capo del Cyber Command e
della NSA - National Security Agency
(la più potente agenzia di sicurezza statunitense alle dipendenze del
Pentagono) ha invece dichiarato: “nei miei 36 anni di attività militare, non ho
mai visto uno scambio migliore di intelligence accurata, tempestiva e utile
come quanto sta accadendo in Ucraina”. (10)
Sigonella
è l’occhio e l’orecchio USA e NATO nel conflitto russo-ucraino. Molto più, dunque,
di una collaborazione italiana a favore di Zelenski e dell’establishment
politico-militare di Kiev: si tratta di cobelligeranza, senza se e senza ma.
Note:
(3) http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2021/07/i-droni-ags-sigonella-e-la-sicilia.html
(5) https://ac.nato.int/archive/2021/NATO_DSG_AGS
(7) https://digit.site36.net/2021/01/15/libya-and-russia-nato-spy-drones-fly-first-missions/
(8) https://www.itamilradar.com/2022/04/06/drones-at-work/
Articolo pubblicato in Pagine Esteri l’11 aprile 2022, https://pagineesteri.it/2022/04/11/primo-piano/ucraina-italia-cobelligerante-giunto-a-sigonella-sistema-ags-per-spiare-la-russia/
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