Gli aerei USA di Sigonella e i misteri dell’affondamento dell’incrociatore russo nel Mar Nero
L’affondamento dell’incrociatore russo “Moskva” a largo di Odessa dopo essere stato colpito da uno o più missili, mercoledì 13 aprile. Certamente l’evento più traumatico per le forze armate e l’opinione pubblica della Federazione Russa in questi due primi mesi di guerra all’Ucraina.
Sono
ancora fittissimi i misteri sulle dinamiche e sulle unità ucraine protagoniste
dell’attacco, top secret il numero delle vittime. Un elemento a dir
poco imbarazzante è però stato accertato: l’intera operazione militare contro la
nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata “monitorata” e
registrata a poche miglia di distanza da un pattugliatore marittimo Boeing P-8A
“Poseidon” della Marina militare USA, decollato qualche ora prima dalla
stazione aeronavale di Sigonella.
Sulla
centralità della grande base militare USA e NATO “ospitata” in Sicilia per le operazioni di intelligence nel
sanguinoso conflitto Russia-Ucraina si è soffermato un articolo comparso il 20
aprile sull’autorevole quotidiano londinese The
Times, prontamente ripreso dal francese Le
Figaro e - solo parzialmente - da alcuni organi di stampa italiani. Oggetto
dell’inchiesta le evoluzioni aeree in Mar Nero del pattugliatore “Poseidon” prima
e durante l’attacco contro l’incrociatore
lanciamissili russo. Una missione, quella dell’aereo USA partito da Sigonella,
che potrebbe aver contribuito in maniera determinante al “successo”
dell’operazione delle forze armate di Kiev.
“Un
Boeing P8 Poseidon era a meno di 100 miglia dal Moskva il giorno che l’incrociatore russo ha subito un
danneggiamento catastrofico”, esordisce The
Times. “Si crede che centinaia di marinai siano morti quando l’unità
ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata colpita da almeno un missile
ucraino anti-nave Neptune. Il suo
affondamento ha drammaticamente ridotto la probabilità di un assalto anfibio su
Odessa e ha inferto un colpo all’operatività della Russia nel Mar Nero”.
Il
quotidiano londinese ricostruisce dettagliatamente il volo del pattugliatore
marittimo di US Navy sin dal decollo dallo scalo siciliano. “Il 13 aprile, un
P8, identificato con il codice AE681B,
ha lasciato la base aeronavale USA di Sigonella, per dirigersi verso il Mar
Nero”, rivela The Times. “Esso è
stato tracciato per la prima volta in volo sul Mediterraneo alle ore 13.32
(fuso orario di Kiev). I dati forniti da FlightRadar24
mostrano che il P8 ha sorvolato i Balcani e la Bulgaria, per poi raggiungere la
costa rumena sul Mar Nero nelle prime ore del pomeriggio”.
“Il
velivolo è stato localizzato per l’ultima volta mentre volava sulla città di Valea
Nucarilor in Romania, a circa 12 miglia dalla frontiera con l’Ucraina, alle ore
15.27. A quel punto il P8 era a meno di un centinaio di miglia da dove è stato
colpito l’incrociatore Moskva. All’ora in cui è scomparso ai monitor di FlightRadar24, il P8 si era abbassato in
volo da un’altitudine di 29.000 piedi a 11.900 (da 8.840 a 3.627 metri, nda)”.
Sempre
secondo The Times, nelle successive
tre ore è stato impossibile per i radar tracciare la rotta del pattugliatore di
US Navy. “Alla fine esso è riapparso alle ore 18.23, mentre volava sulla costa del
Mar Nero in prossimità della città di Casimcea in Romania, a circa 37 miglia
dalla sua ultima posizione documentata”, spiega la testata inglese. “Dopo 19
minuti, il P8 ha spento ancora una volta il suo transponder, per riapparire 42
minuti più tardi vicino Abrud, nella Romania meridionale, alle ore 19.24, per
poi rientrare alla base di Sigonella. Il primo report noto su quanto stava accadendo
al Moskva risale alle ore 20.42, quando un volontario ucraino con legami con i
militari ha postato un messaggio su Facebook. Alle 22.31 il governatore ucraino
di Odessa ha fornito la prima conferma ufficiale sullo strike”.
Secondo
quanto dichiarato a The Times da
alcuni analisti militari, velivoli come i P-8A “Poseidon” sarebbero soliti disattivare i loro
transponder, per non essere localizzati dai radar, quando entrano in una zona
di conflitto. “Amelia Smith, un’analista statunitense indipendente dei dati
aerei, ha affermato che la presenza del P8 il 13 aprile era inusuale, ma non del tutto fuori dall’ordinario”,
scrive il quotidiano. “Lei ha anche detto che in quella giornata c’è stato un
numero leggermente maggiore di velivoli USA che hanno sorvolato le coste del
Mar Nero”. The Times ha ottenuto
conferma da un alto ufficiale delle forze armate USA, mantenuto anonimo, sulla
conduzione di “alcuni limitati pattugliamenti aerei a largo delle coste della
Romania, in linea con il nostro supporto al Fianco est della Nato”, ma non sono
stati forniti dettagli sulle finalità delle operazioni svolte in quella giornata.
“Il
Segretario della difesa USA, Lloyd Austin, ha ammesso questo mese che gli Stati
Uniti stanno fornendo intelligence ai militari ucraini nella regione del
Donbas, la prima ammissione pubblica che sono state condivise informazioni
classificate con Kiev”, sottolinea The
Times. “Il Boeing P8 Poseidon che costa 330 milioni di dollari circa, è il
più sofisticato velivolo dell’arsenale USA per individuare i sottomarini e le
unità da guerra di superficie. Esso utilizza sonoboe contro le unità nemiche e
può essere equipaggiato pure con sofisticati radar APY-10. Anche se le sue
capacità operative sono secretate, è parere degli esperti che un P8 può mappare
con i radar un’area di 10.000 metri quadri da una distanza di più di 220 miglia,
è ciò significa che il Moskva poteva essere tracciato perfettamente il giorno
del suo affondamento”. Ancora più inquietante quanto scrive invece il
quotidiano francese Le
Figaro: “Il P8 Poseidon è pure
armato con missili antinave AGM-84 Harpoon e siluri Mark 54. Sono simili ai
sistemi impiegati a bordo del velivolo equivalente francese ATL2, utilizzato
con il gruppo aeronavale da febbraio ad aprile 2022 (nel Mediterraneo
orientale, nda), guidato dalla
portaerei Clémenceau”.
L’impiego cobelligerante dei
pattugliatori “Poseidon”, congiuntamente ai droni Global Hawk di US Air Force e
AGS Nato (anch’essi dalla base siciliana di Sigonella), è divenuto frenetico soprattutto
dopo l’attacco missilistico contro l’incrociatore russo. “Negli ultimi due
giorni abbiamo registrato diverse nuove missioni dei Poseidon a largo delle
coste di Bulgaria e Romania, dopo la prima missione risalente al 12 aprile
scorso”, scrivono gli analisti di Itamilradar.com
nel loro report del 21 aprile, quando è stata tracciata l’ultima operazione top
secret sul Mar Nero di un P8. “Molto
probabilmente essi stanno monitorando la situazione nel Mar Nero di fronte ad
Odessa per conoscere le intenzioni della flotta russa riguardo a un possibile
sbarco nei pressi della città ucraina (che oggi, dopo
l’affondamento del Mockva e il ritiro in mare aperto delle unità russe, sembra
meno imminente di qualche giorno fa)”.
I “Poseidon” sono stati
consegnati alla Marina militare USA a partire dal marzo 2012. Predisposti per la
lotta
antisommergibile ed antinave e per le attività di intelligence, sorveglianza e
ricognizione (ISR), i P8 sono stati realizzati da Boeing modificando i velivoli
737/800 impiegati nel settore commerciale. Alla produzione dei pattugliatori hanno
pure contribuito altre importanti aziende del comparto militare come Northrop
Grumman, Raytheon, Spirit AeroSystems, BAE Systems e GE Aviation.
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