Nuovi droni della Marina per l’Operazione Mare Nostrum
L’Operazione Mare Nostrum si conferma come dispendioso
poligono aeronavale per sperimentare i sistemi a pilotaggio remoto acquistati
dalle forze armate italiane. Per intercettare le imbarcazioni dei migranti, ai Predator dell’Aeronautica militare sono
stati affiancati nuovi droni schierati sulle navi da guerra che pattugliano il
Canale di Sicilia. “La Marina Militare, nell’ambito dell’Operazione Mare
Nostrum, può contare su di un’ulteriore importante capacità operativa”,
annuncia il Ministero della difesa. “Si tratta dell’aeromobile a pilotaggio remoto
Camcopter
S-100, dal mese di agosto imbarcato sulla nave anfibia San Giusto e giornalmente impiegato”.
Nello specifico, sulla grande unità da sbarco e pronto
intervento della Marina, sono operativi due mini droni-elicotteri prodotti dall’azienda
austriaca Schiebel Elektronische Gerate GmbH. Con un costo unitario stimato di
4,2 milioni di euro, i Camcopter S-100, lunghi 3,4 metri e pesanti 200 kg, hanno
un’autonomia sino a 6 ore e possono raggiungere la distanza massima dalla nave
di 40 miglia nautiche a una velocità di 130 kmh, volando sino a 12.000 piedi d’altezza.
I velivoli sono equipaggiati con sensori elettrottici, scanner IR, radar ad
apertura sintetica che consentono la raccolta dati e l’identificazione in tempo reale dei natanti di interesse. I mini elicotteri e le apparecchiature
di telerilevamento vengono controllati in volo tramite due stazioni installate
all’interno della centrale operativa della San Giusto. “Tali immagini possono
essere a loro volta inoltrate ai Comandi Operativi a terra favorendo i processi decisionali di chi
detiene il comando e il coordinamento delle operazioni in mare”, spiega il
Ministero della difesa. “Il Camcopter,
grazie ai propri sensori, una rilevante autonomia, un favorevole rapporto
costo-efficacia e l’assenza di rischio per il personale coinvolto, migliora e
potenzia sensibilmente le capacità operative
del dispositivo navale. Il progetto di introduzione in servizio di aeromobili a pilotaggio remoto sulle unità
navali, fortemente voluto dalla Marina, è destinato ad acquisire una
sempre maggior rilevanza operativa nei prossimi anni”.
Il programma del Campcopter
S-100 prese il via nell’aprile 2012, quando dal pattugliatore lanciamissili
“Bersagliere”, in rada a La Spezia, fu fatto decollare un prototipo sperimentale
del mini elicottero. Successivamente, lo Stato Maggiore della Marina formalizzò
l’acquisizione in leasing di due velivoli a pilotaggio remoto “per le esigenze
di Intelligence, Surveillance and
Reconnaissance (ISR) delle unità navali, sia in attività prettamente
militari che civili, quali la Ricerca e Soccorso (SAR) o il soccorso in caso di
calamità naturali”. I droni sono stati consegnati dalla Schiebel nel febbraio di
quest’anno e a maggio la Marina ha intrapreso una serie di test a bordo della San Giusto per valutare l’interoperabilità del
Camcopter con i sistemi
elettronici imbarcati, le sue capacità di decollo e atterraggio, la rumorosità
e altri parametri operativi. Alle prove hanno preso parte tecnici e ingegneri dell’azienda
austriaca produttrice, piloti del 4° Gruppo Elicotteri della Marina di stanza a
Grottaglie-Taranto e il personale del Centro Sperimentazione Aeromarittimo (CSA – Air-Land Test Center) di Luni, La
Spezia. L’uso del mini-elicottero è uno dei punti
chiave della collaborazione tecnico-operativa tra la Marina militare italiana e
quella francese. “La cooperazione tra i due Paesi ha una forte
tradizione”, ha esordito il comandante delle forze aeree della Marina, contrammiraglio Giorgio Gomma, durante la
sua recente visita alla stazione aeronavale francese di Hyerès. “L’entrata in
servizio di nuovi velivoli tecnologicamente all’avanguardia quali l’elicottero
NH90 e il Camcopter rappresentano
un’opportunità per rafforzare sempre di più questa collaborazione tra la Marina
Militare e la Marine Nationale, e in particolare, tra le due Aviazioni
Navali”.
Oltre che
negli stabilimenti austriaci della Schiebel, il velivolo a pilotaggio remoto è
prodotto su licenza dalla Schiebel Aircraft in Russia. Il Gruppo Schiebel,
fondato a Vienna nel 1951, è un importante produttore di sistemi bellici, in
particolare robot e velivoli senza pilota (UAV). Dell’aeromobile ceduto in
leasing alla Marina italiana, esistono due versioni, una per fini di ricognizione
e l’altra per operazioni di attacco, con Camcopter
S-100 amati di missili leggeri multiruolo. Il drone-elicottero è utilizzato
attualmente delle Marine militari di Cina, Emirati Arabi, Germania, Giordania, Libia,
Pakistan e Stati Uniti e dalla Guardia costiera russa.
Sulle unità da guerra italiane, verrà schierato
presto un altro modello di velivolo a pilotaggio remoto. Il 18 settembre 2013,
l’azienda statunitense Insitu (sussidiaria di Boeing) ha annunciato di essersi
aggiudicata un contratto con la Marina militare italiana per la consegna di due
sistemi completi ScanEagle e dei
relativi servizi di addestramento. Il velivolo, con
un’autonomia di 20 ore e una velocità di crociera di 140 km/h, non necessita di pista per il decollo o
l’atterraggio. Il lancio avviene tramite una catapulta pneumatica che può
essere facilmente localizzata a bordo di unità navali. Lo ScanEagle è utilizzato per fini di intelligence, sorveglianza e
ricognizione (Isr): è dotato di sofisticati sistemi di rilevamento
elettro-ottici, telecamere all’infrarosso e sistemi integrati di comunicazione.
A partire del 2005, la piattaforma è stata schierata ripetutamente in alcuni
degli scacchieri di guerra più sanguinosi (Afghanistan Iraq, Libia, ecc.). I
principali operatori sono l’US Navy, la Guardia coste e il Corpo dei marines
degli Stati Uniti, le Marine di Australia, Canada,
Colombia, Giappone, Gran Bretagna, Malesia, Paesi Bassi, Polonia, Singapore,
Spagna e Tunisia. Ogni sistema ScanEagle
ha un costo di circa 3,5 milioni di dollari e comprende quattro velivoli aerei
a pilotaggio remoto, una stazione di controllo a terra, un terminale video
remoto e le relative attrezzature di lancio e ricovero.
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