In Niger una nuova base per i droni Usa
US Africom, il comando delle
forze armate statunitensi per il continente africano avrà presto una nuova base
in Niger dove dislocare i famigerati droni killer. A conclusione della sua
visita a Washington, il presidente del Niger Mahamadou Issoufou ha formalizzato
con l’amministrazione Obama l’accordo che autorizza i militari Usa ad
utilizzare lo scalo aereo “Manu Dayak” di Agadez, città che sorge nel cuore del
Sahara, per il decollo e l’atterraggio di droni armati con sofisticati missili
aria-terra. Personale militare statunitense opererebbe già da qualche tempo ad
Agadez per potenziare le infrastrutture aeroportuali. Nel febbraio di
quest’anno, la Defense Logistics Agency
del Pentagono ha richiesto il trasferimento a “Manu Dayak” di più di 7 milioni
di galloni di carburante per velivoli, mentre a luglio l’US Air Force ha
predisposto un piano di ammodernamento e ampliamento delle piste per 10 milioni
di dollari.
“La nuova base di Agadez
consentirà ai droni Usa di avvicinarsi maggiormente al corridoio desertico che
lega il nord del Mali al sud della Libia, la rotta chiave per i trafficanti di
armi e droga e per i combattenti dei gruppi islamici che si spostano attraverso
il Sahara”, scrive il Washington Post, citando
alcuni importanti analisti statunitensi. “I militari Usa vogliono aumentare i
loro voli di riconoscimento sulla Libia, dove le fazioni islamiche e le milizie
tribali hanno distrutto il paese. Grazie alla base di Agadez sarà più facile raggiungere
il vasto territorio desertico della Libia meridionale, dove molti combattenti
islamici si sono radunati dopo essere stati espulsi dal Mali”. Attualmente
buona parte delle operazioni di telerilevamento Usa in Libia sono assegnati ai
velivoli senza pilota “Predator” che decollano quotidianamente dalla base
siciliana di Sigonella.
Nel 2013 il governo del
Niger aveva già concesso alle forze armate Usa l’utilizzo di una infrastruttura
militare prossima all’aeroporto internazionale della capitale Niamey (500
miglia a nord-ovest da Agadez) per lo stazionamento di 120 militari e di alcuni
droni killer, modello “MQ-9 Reaper”, impiegati per missioni in Libia, Mali, sud
Algeria, Nigeria. A Niamey è pure presente un piccola flotta di droni “Harfang”
dell’aeronautica militare francese, che opera congiuntamente con gli Usa per
individuare e colpire le fazioni armate
anti-governative in Mali.
Il Dipartimento della difesa
e la Cia hanno stazionato droni d’attacco e velivoli spia in altri paesi
africani. La principale base operativa sorge a Gibuti, dove risiedono più di
2.000 militari statunitensi impegnati nei conflitti che lacerano il Corno
d’Africa. Meno di un anno fa, su richiesta del governo del piccolo paese
africano, l’US Air Force ha trasferito nello scalo aereo di Chabelley, a una
decina di chilometri a sud-ovest della capitale gibutina, gli otto droni
“Reaper” impiegati per i bombardamenti in Somalia e Yemen. In precedenza i
velivoli killer decollavano dalla grande base di Camp Lemonnier, intralciando
però pericolosamente il traffico civile dell’aeroporto internazionale di
Gibuti. Per l’anno fiscale 2014, il Pentagono ha previsto una spesa di 13
milioni di dollari per provvedere al potenziamento infrastrutturale di
Chabellay, compresa la costruzione di un’ampia area per lo stoccaggio delle
munizioni destinate ai droni. Sempre da Chabellay opererebbero i due velivoli
senza pilota “Predator A Plus” che l’Aeronautica militare italiana avrebbe
trasferito un mese fa in Corno d’Africa per concorrere alle operazioni Ue e
Nato contro la pirateria e, più segretamente, alla vasta controffensiva che US
Africom ha sferrato in Somalia contro i gruppi armati islamici di Al Shabab.
Droni
statunitensi vengono rischierati per missioni operative anche sulla pista
etiopica di Arba Minch, in Ciad, Mali, Mauritania, Kenya, Uganda e
nell’arcipelago delle Seychelles (Oceano Indiano). Secondo quanto rivelato da
alcune testate giornalistiche statunitensi, il centro che coordina l’intero
sistema di rilevamento e targeting
dei velivoli senza pilota Usa in Africa si troverebbe in Burkina Faso,
all’interno della zona militare dell’aeroporto di Ouagadougou.
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