Devastazioni Radar in Sicilia. Nuovi sistemi militari a Favignana e Portopalo di Capo Passero
In Sicilia ci si interroga sulle ragioni del furore ecoclasta che acceca la coscienza delle forze armate: i luoghi più belli dell’Isola trasformati in tragiche icone della Guerra e della Morte. Dopo il MUOStro nella riserva naturale di Niscemi, i cannoneggiamenti a Punta Bianca (Agrigento), le esercitazioni nel bosco di Piazza Armerina, il potenziamento infrastrutturale del poligono di Punta Izzo ad Augusta e le selve di antenne e i funghi di acciaio sorti a Lampedusa e Pantelleria, nuovi potenti impianti radar rischiano di sfregiare irrimediabilmente l’isola di Favignana (Egadi) e Portopalo di Capo Passero (Siracusa).
Il 21 settembre 2021 l’Ufficio
Generale del Centro di Responsabilità amministrativa della Marina Militare
(MARIUGCRA) ha pubblicato l’esito della gara di “acquisizione di due sistemi
radar trasportabili da integrare nella Rete Radar Costiera (RCC) della Marina
Militare nei siti di Favignana (Trapani) e Portopalo di Capo Passero”. A
realizzare i nuovi impianti sarà la GEM Elettronica S.r.l. di San Benedetto del
Tronto (Ascoli Piceno), società leader nella produzione di apparati radar e
sensori navali, controllata per il 30% dall’holding del complesso
militare-industriale Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica). Il valore del contratto
sottoscritto dalla Marina Militare è di 2.266.580 euro + IVA (22%) e l’appalto
è connesso ad un programma finanziato dal Fondo Sicurezza Interna 2014-2020 (progetto
Italian surveillance capabilities -
Increasing of radar capability performance in Sicily).
“I sistemi radar implementati nelle sedi di Favignana
e Capo Passero garantiranno la continuità dell’attività di sorveglianza 24 ore
su 24, 7 giorni su 7, e tutte le informazioni saranno disponibili anche
all’interno dell’NCC italiano”, riporta il Ministero dell’Interno a cui è
affidata la gestione del Fondo Sicurezza UE. Il decreto di finanziamento dei
nuovi impianti è stato firmato il 25 maggio 2020, mentre la gara di
aggiudicazione è stata indetta il 14 aprile 2021. In verità l’appalto è stato affidato a GEM
Elettronica senza che sia stato pubblicato l’avviso di indizione di gara nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione
europea in quanto – come spiega la Marina Militare - “i lavori, le forniture o
i servizi possono essere forniti unicamente da un determinato operatore
economico perché la concorrenza è assente per motivi tecnici”.
Nel contratto il Ministero
della Difesa richiede alla società di elettronica la “comunanza degli elementi
tecnici/tecnologici e delle sotto-parti con i sistemi radar MM/TPS-756DV(1),
MM/TPS-756DV(2)-Sentinel, MM/SPN-760, MM/SPN-755”; l’integrazione nel Sistema
Logistico della Marina Militare e la fruibilità nella catena logistica dei
radar già in servizio sulle unità navali e presso gli altri siti della Rete
Radar Costiera; l’interoperabilità e l’integrazione dei dati nel sistema della
Centrale di Sorveglianza Costiera di CINCNAV (il Comando in Capo della Squadra
Navale con sede a Santa Rosa, Roma); la configurazione per il controllo da
remoto dei sistemi radar “sia per la funzione di gestione operativa sia di
supervisione tecnica”, utilizzando strutture e hardware/software già in
dotazione alla Forza Armata. Le nuove antenne radar saranno predisposte per
operare in banda X e in banda Ka, cioè con le porzioni dello spettro
elettromagnetico delle microonde compreso, rispettivamente, tra i 7 e i 12,5
GHz e tra i 27 e i 40 GHZ.
“La Marina Militare
necessita di assicurare la copertura nel controllo degli spazi marittimi
prospicenti i siti RRC siciliani in caso di indisponibilità dei sensori
principali mediante l’acquisizione e l’installazione di due sistemi radar
basati su shelter trasportabili, comprensivi dei componenti HW/SW e
relativi moduli elettronici/meccanici, garantendone l’interoperabilità con i
sistemi di Comando e Controllo (C2) ubicati presso la Centrale di Sorveglianza
Marittima di CINCNAV”, si legge nella scheda tecnica predisposta per i nuovi
impianti di Favignana e Portopalo. “Il nuovo sistema radar costiero deve
assicurare la scoperta e sorveglianza marittima continuativa, l’identificazione
e il tracciamento navale; un’efficienza prolungata e ridotte necessità
manutentive; la configurazione in shelter amovibile/trasportabile, con
estensione di garanzia a cinque anni dell’intero sistema radar”. Tutti i
materiali oggetto di fornitura dovranno corrispondere al Sistema di Codificazione NATO e l’azienda contraente dovrà farsi
carico dell’erogazione di un corso di addestramento per il personale della
Marina assegnato alle operazioni di rilevamento.
GEM Elettronica dovrà inoltre
garantire che la portata radar strumentale non sia inferiore a 90 NM (miglia
nautiche), “con distanza minima di rilevazione bersagli dall’antenna
uguale/inferiore a 50 mt. e discriminazione tra bersagli uguale/inferiore a 50
mt”. Le caratteristiche dei due sistemi dovranno assicurare il processamento di
“almeno 1.000 tracce” con “soglie di filtro automatico per ottimizzare la
discriminazione delle tracce reali e ridurre la probabilità di false tracce”. Nessun’altra
informazione viene fornita sulle caratteristiche tecniche e sulle emissioni elettromagnetiche
delle antenne.
Nei due siti siciliani saranno
realizzati i basamenti per installare l’unità mobile/shelter, gli impianti
elettrici e i “parafulmini”. Notevole l’impatto visivo dello shelter: le dimensioni
esterne previste sono di 2.991 mm (lunghezza), 2.438 mm (larghezza) e 2.428 mm (altezza).
“Dovrà essere completo di 8 blocchi angolari in acciaio fuso, con tetto in
acciaio stampato, ad arco; pareti corte e lunghe ondulate in senso verticale;
base costruita con profili a sezioni aperte; struttura inferiore in lamiera
d’acciaio piegata; longheroni tubolari superiori”, aggiunge la scheda della
Marina. “Il modulo dovrà essere impermeabile e avere la protezione contro la
corrosione. Vernici e loro applicazione dovranno dare una garanzia - in termini
di qualità, durata e resistenza alla corrosione di cinque anni”.
“Nella parte superiore lo
shelter deve avere una piccola area vetrata (doppio vetro) per il passaggio
della luce e controllo visivo sull’esterno. Dovranno essere istallati due
estintori a polvere da 6 Kg. Il piano di calpestio dovrà essere in PVC a tutto
consumo, totalmente incollato su adeguato supporto e saldato nelle giunte in
modo che sia stagno, bloccato alle estremità contro le pareti esterne da
adeguato profilo o battiscopa. L’alimentazione dell’impianto elettrico deve
essere garantita attraverso la fornitura di energia elettrica da rete o da un
generatore esterno di adeguata potenza. All’interno dello shelter dovrà essere
garantita un’adeguata illuminazione con luce neutra dai 3.500° K ai 4.000° K e
luce emessa di colore tendente al bianco tramite l’utilizzo di plafoniere da
150-200 lux oltre a corpi illuminanti da parete IP55 di tipo autoalimentato con
batterie interne, per l’illuminazione di emergenza, con autonomia minima di 2h
e ricarica in 12h”.
All’impianto sarà aggregato un
gruppo generatore (220V/50Hz 6Kw) carrellabile a benzina/diesel quale
alimentazione di backup in caso di avaria alla rete dello shelter principale. E’
previsto inoltre un impianto di connessione telefonica e internet e un modem
esterno di almeno 4G e un sistema di climatizzazione “in grado di assicurare,
con tensione di alimentazione 220V/50Hz, a fronte di una temperatura esterna da
- 5°C a + 43°C, una temperatura interna da + 18°C a + 24°C”.
La minuziosa descrizione
dello shelter (in palese contrasto con l’assoluta segretezza sulle
caratteristiche tecniche dei radar) lascia dunque prevedere forti impatti
visivi e sonori. Secondo il cronogramma predisposto dalla Marina Militare i due
sistemi dovranno essere sottoposti a collaudo improrogabilmente entro il 31 maggio 2022 per divenire pienamente
operativi entro il 30 giugno.
Del programma di installazione
dei due impianti radar, gli amministratori dei due comuni investiti sono stati tenuti
del tutto all’oscuro dagli organi militari. La loro rilevanza
strategico-militare e i prevedibili devastanti effetti sul territorio, l’ambiente
e la salute hanno prontamente allarmato ambientalisti e associazioni No War.
Forte preoccupazione per la realizzazione degli impianti in due aree della regione
di straordinaria bellezza naturale e paesaggistica è stata espressa da Leandro
Jannì, presidente di Italia Nostra Sicilia.
“Si sta compiendo l’ennesima
operazione di militarizzazione in Sicilia, con l’intenzione di deturpare due
paradisi come Favignana e Portopalo di Capo Passero”, ha dichiarato l’europarlamentare
siciliano Ignazio Corrao del gruppo Greens/EFA. “E’ indegno per un paese
democratico il velo di silenzio che circonda questa operazione. Il Governo deve
fornire immediatamente le informazioni tecniche che permettano la valutazione
degli impatti da parte di periti indipendenti. Ho chiesto alla Commissione europea
di intervenire urgentemente per valutare il danno che i radar, pagati con i
fondi UE, potrebbero provocare su siti vincolati per la ricchezza della
biodiversità, che la stessa Unione Europea dovrebbe tutelare. Serve però una
mobilitazione dei cittadini e delle istituzioni a tutti i livelli per difendere
i due territori”.
Dure critiche sono state
espresse contro le autorità siciliane da Roberto Bauccio del PCI siciliano. “Il
Governo regionale non ha dubbi quando deve scegliere tra la salvaguardia
dell’ambiente e i desideri, per quanto assurdi siano, delle forze armate:
sceglie i militari”, afferma Bauccio. “Sta succedendo dovunque da Portopalo a
Favignana. A Punta Bianca, nell’agrigentino, la proposta di istituzione della
Riserva naturale lascia esistente il poligono militare di Drasy, anzi
addirittura incide su piccole porzioni di essa”.
“Ancora
una volta la Sicilia viene scelta come piattaforma militare e calpestando la
volontà delle popolazioni e il paesaggio unico e irriproducibile”, scrivono in
una nota Mimmo Cosentino, Francesco Pasqua, Alessandra Cappello e Davide Licari
del PRC siciliano. “Considerata l’ingente spesa effettuata per le stazioni
radar l’impatto sarà notevole. Perciò invitiamo le cittadine e i cittadini e
gli enti locali a mobilitarsi contro l’ennesimo scempio perpetrato a danno
della nostra terra. Rendiamo la Sicilia una piattaforma di pace, di storia e di
cultura e non un avamposto di guerra. La nostra collocazione geografica,
infatti, ci permette di essere i promotori di un percorso di pace e di
cooperazione con tutti i paesi mediterranei e del Medio Oriente, contro la
crescente colonizzazione dei mari che condividiamo con i popoli che si
affacciano sul Mediterraneo. Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione,
come sempre nella nostra Storia, e il rispetto alla vocazione naturale
dell’isola”.
Da Favignana il sindaco
Francesco Forgione ha chiesto al Ministero della Difesa e al Governo regionale “delucidazioni
e informazioni al fine di avere certezze sull’impatto ambientale e sulla tutela
della salute dei cittadini che vivono nell’isola”. “E’ chiaro – aggiunge Forgione
- che come amministrazione comunale ci opporremo a nuovi processi di militarizzazione
del nostro territorio in contrasto con la vocazione naturalistica, ambientale e
turistica delle isole Egadi”. “Siamo sotto
attacco, come se non bastava il mega impianto eolico off-shore”, scrivono in
una nota i componenti del Comitato che si oppone al “parco eolico” davanti
le Isole Egadi. “L’intenzione di installare un potentissimo radar
militare a Favignana, nell’Area Marina protetta più grande d’Europa,
rappresenta un danno enorme alla nostra immagine. Vogliono trasformare le Egadi
in una piattaforma di guerra, così come è stato fatto negli ultimi anni alle
nostre sorelle, Lampedusa e Pantelleria. Dobbiamo fermarli”.
Mercoledì
2 febbraio amministratori, cittadini e pescatori di Portopalo di Capo Passero
hanno dato vita a una manifestazione nella zona del porto dove sono in corso i
lavori per il nuovo radar. “Vogliamo che le autorità politiche e militari ci
spieghino le motivazioni per l’installazione dell’impianto e quali danni potrebbe
causare alla popolazione”, ha dichiarato il sindaco Gaetano Montoneri. “Siamo
preoccupati per i rischi causati da un campo elettromagnetico che si trova
a due passi dal centro abitato. Siamo in attesa che il Comando di Marisicilia e
il Prefetto di Siracusa ci forniscano le informazioni sulle caratteristiche
e l’orientamento delle antenne. Chiediamo inoltre che ARPA Sicilia verifichi l’eventuale
nocività delle onde elettromagnetiche”.
A Portopalo erano entrate in funzione negli ultimi anni
altre due antenne radar militari. L’ultimo impianto è operativo dal maggio 2021:
l’antenna è stata acquisita dalla società Leonardo S.p.A. per un importo di 586.000
euro, mentre i lavori infrastrutturali della stazione in contrada Porto sono stati affidati alla ditta “Anzà” con sede
a Belpasso (Catania), con una spesa di 435.481 euro +IVA.
In verità la località che sorge nel punto più a sud
della Sicilia è da oltre dieci anni al centro di svariati progetti di ammodernamento
e potenziamento delle infrastrutture militari esistenti. Nell’ottobre
2011 fu installato un impianto di videosorveglianza antintrusione presso il 6°
NCR (Nucleo Controllo
e Ricerca Interforze) per un importo di 111.669 euro + IVA. Sempre nella
sede del 6° NCR di Capopassero nel novembre 2017 furono effettuati lavori di messa in sicurezza
del comprensorio mediante la demolizione di 2 altane e della copertura
dell´autorimessa (importo 32.342
euro). Altre opere di “bonifica” e sbancamento nell’area della spiaggia Pizzuta sono stati effettuati a fine 2018 in
vista dell’installazione del penultimo radar di Portopalo (48.608 euro). Più
recentemente (10 giugno 2021), il Ministero della Difesa aveva bandito una gara
per affidare i lavori di “manutenzione straordinaria edile ed impiantistica con
adeguamento antisismico e riqualificazione energetica della Palazzina Comando
del 6° NCR” per un importo a base d’asta di 1.369.168 euro + IVA. Il 15 settembre
2021 la Difesa ha però comunicato la revoca della procedura di gara.
L’attenzione
riservata dallo Stato Maggiore a Portopalo di Capo Passero è
certamente dovuta per la sua posizione geostrategica nel Mediterraneo centrale,
ma soprattutto per la presenza del 6º Nucleo Controllo e Ricerca NCR. Di che si tratta?
Di una delle “eccellenze” del sistema di intelligence e spionaggio delle forze
armate italiane. Di NCR in Sicilia ce ne sono altri tre:
il n. 5 a Messina, il n. 7 a Pantelleria e il n. 9 a Lampedusa. Dipendono
tutti dal Centro Intelligence Interforze (C.I.I.) di Castel Malnome (Roma), a
sua volta subordinato al 2° Reparto Informazioni e Sicurezza dello Stato
Maggiore della Difesa che ha unificato e posto sotto il proprio controllo le
diverse strutture spionistiche militari. Nello specifico sono assegnate al Centro intelligence interforze le
funzioni di raccolta ed elaborazione dei dati di intelligence, in stretto collegamento
con l’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza esterna), il servizio di controspionaggio
per le operazioni all’estero.
“Il Centro I.I. ha partecipato a tutte le
attività operative di rilievo a tutela dei presidi e delle attività delle Forze
armate, favorendo ai
nostri contingenti in teatro operativo ed ai comandi multinazionali un prezioso
contributo in termini informativi”, scrive lo Stato Maggiore. “Esso opera
in stretto coordinamento con le agenzie del Sistema di Informazioni e
Sicurezza della Repubblica e in cooperazione
internazionale con
i Paesi alleati”.
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