Italia-Egitto: i diritti umani vengono dopo la vendita delle armi
Nuovi affari multimilionari all’ombra delle piramidi
per Leonardo S.p.A., l’holding a capitale pubblico a capo del complesso
militare-industriale italiano. Dopo una lunga trattativa con i vertici militari
della Repubblica Araba d’Egitto sarebbe in dirittura d’arrivo la vendita al
paese nordafricano di 24 velivoli M-346 “Master”
prodotti negli stabilimenti di Varese-Venegono. Secondo il sito specializzato Africa Intelligence, “il
gruppo italiano che il mese scorso ha partecipato all’Air Power Symposium
organizzato al Cairo, starebbe per aggiudicarsi un contratto per la fornitura
dei caccia M-346 che saranno utilizzati dai piloti egiziani per addestrarsi
alla guida dei cacciabombardieri Rafale
recentemente ordinati in Francia”. Sempre secondo Africa Intelligence, il valore della commessa sarebbe di mezzo
miliardo di euro circa. (1)
L’M-346
è un velivolo bimotore e biposto con un’apertura alare di poco inferiore ai 10
metri; può raggiungere una velocità massima in volo di 1.093 km/h, a una quota
operativa di 13.715 metri sul livello del mare. Secondo i manager di Leonardo,
si tratta del “più avanzato velivolo per l’addestramento dei piloti: il sistema
integrato di bordo consente all’M-346 di emulare sensori, armi, forze simulate
e permette ai piloti di interagire in tempo reale con uno scenario tattico,
offrendo un impiego simile ai velivoli da combattimento di nuova generazione
come i cacciabombardieri Eurofighter Typhoon
prodotti dal consorzio di Leonardo, Airbus Group e Bae Systems e l’F-35A Joint Strike Fighter di Lockheed Martin”.
Il velivolo è però molto più di un caccia-addestratore: recentemente ne è stata
varata una nuova versione (l’M-346FA) in grado di sostenere operazioni di
combattimento e attacco. “Si tratta generalmente di missioni di supporto aereo
ravvicinato, anche in aree urbane e interdizione sul campo di battaglia, ma
pure di ricognizione tattica, supporto alle operazioni di soccorso di personale
in aree di combattimento, ecc.”, spiega Leonardo. L’M-346FA presenta sotto le
ali alcuni punti di attacco che
consentono di ospitare due missili aria-aria (gli
AIM-9 Sidewinder di produzione
statunitense), o nel caso di bombardamenti
contro obiettivi terrestri, munizioni da 500 libbre ciascuno (bombe a caduta libera Mk 82 o a guida laser Paveway).
Il
caccia M346 “Master” di Leonardo è già stato acquistato dalle forze armate di
Italia, Israele, Singapore, Polonia, Grecia (via Israele), Azerbaijan, Turkmenistan
e Nigeria. Normalmente prima di fornire i velivoli, il gruppo industriale
s’incarica della formazione dei piloti addestratori degli stati clienti presso
le Scuole volo dell’Aeronautica Militare italiana di Galatina-Lecce e
Decimonannu in Sardegna, quest’ultima “promossa” da qualche settimana a International Flight Training School
NATO. Più che probabile dunque che i primi step addestrativi del personale
egiziano si svolgeranno in Italia, rafforzando ancora di più i legami militari,
diplomatici e industriali tra Roma e il regime di Abdel Fattah Al-Sisi,
all’indice per le violazioni dei diritti umani e la repressione di ogni forma
di dissenso.
L’Air Power Symposium svoltosi il 28
novembre 2021 presso il quartier generale dell’Aeronautica militare egiziana e in
cui sarebbe stata perfezionata la commessa dei 24 velivoli “Master” è uno degli
eventi clou organizzati nell’ambito di Egypt Defense Expo (EDEX 2021), la fiera
dei sistemi di guerra promossa e organizzata dalla Presidenza della Repubblica
e dal Ministero della difesa egiziani, con il supporto finanziario dei maggiori
gruppi industriali mondiali del comparto militare, tra cui in particolare Fincantieri
S.p.A., headline sponsor della
kermesse. A EDEX 2021 il gruppo Leonardo è stato presente con un padiglione
espositivo e anche grazie due importanti società partecipate, Leonardo DRS
(produttrice di sofisticate tecnologie militari e d’intelligence, con quartier
generale a Parsippany, New Jersey) ed MBDA, il maggiore consorzio industriale missilistico europeo (in mano a Leonardo per
il 25% e per la restante parte ad Airbus Group e BAE Systems). Un investimento imponente in risorse
economiche e umane a testimonianza della consolidata partnership con
l’establishment militare del Cairo.
In
particolare, nell’ultimo quinquennio Leonardo S.p.A. ha venduto al
Ministero della difesa egiziano 32
elicotteri AgustaWestland, 24 di tipo AW149 multiruolo e 8 AW189, per un valore
complessivo di 871,7 milioni di euro. L’elicottero
AW149 è progettato per svolgere numerose missioni, tra le quali il trasporto
truppe, il rifornimento, l’intervento medico e l’evacuazione di feriti, le
operazioni delle forze speciali e di ricerca e salvataggio (SAR); il supporto
aereo e la scorta armata; il comando e controllo, l’intelligence, la
sorveglianza e il riconoscimento. Il velivolo può trasportare sino a 18
passeggeri o 12 soldati completamente equipaggiati e, in alternativa, carichi
sino a 2.720 kg. Può essere armato con mitragliatrici
da 7,62 mm o da 12,7 mm; pod esterni con cannoni da 20 mm; lanciarazzi o
missili anticarro. La versione AW189 presenta le stesse qualità tecniche dell’AW149 e di norma viene utilizzata per il
trasporto del personale VIP.
Nei
mesi scorsi, attraverso la partecipata MBDA, sono stati venduti al paese
nordafricano numerosi missili superficie-aria VL-MICA NG per essere impiegati a
bordo delle corvette della classe “Gowind” in fase di realizzazione nei
cantieri di Alessandria d’Egitto e delle fregate della classe “MEKO A-200”
ordinate dalla Marina egiziana in Germania. Acronimo di missile di intercettazione, di combattimento e autodifesa, il
VL-MICA è un sistema a lancio verticale anti-aereo e multi-obiettivo a medio
raggio (gittata sino a 20 km di distanza) e una velocità di Mach 3 (3.704 Km/h).
Esso era già acquistato nel 2017 dall’Egitto per armare le fregate della classe
“Gowind 2500” di produzione francese
(costo
400 milioni di euro). Queste stesse corvette
sono state armate pure con pezzi d’artiglieria da 76 mm prodotti da OTO-Melara,
società di La Spezia controllata da Leonardo.
Poco
meno di un anno fa MBDA ha venduto invece una cinquantina di missili a lungo
raggio SCALP per armare i cacciabombardieri Rafale,
Mirage 2000 ed Eurofighter Typhoon in dotazione all’Aeronautica
egiziana. Lo SCALP (Système de croisière
conventionnel autonome à longue portée) è un missile
da crociera aviolanciabile aria-superficie, armato con testata convenzionale,
“che può colpire il nemico in profondità, a prescindere dalla difesa aerea,
grazie alle sue caratteristiche stealth”, come
riporta il depliant illustrativo di MBDA. E’ stato progettato per essere
impiegato contro un ampio spettro di obiettivi: posti di comando,
infrastrutture aeroportuali e portuali, ponti, depositi di munizioni, navi e
sottomarini attraccati, ecc.. Con un costo unitario
stimato in 1,35 milioni di euro, il missile ha un raggio operativo sino a 500
km, anche se nel caso dei modelli esportati all’Egitto sarebbe stato ridotto a
300 km per renderlo compatibile con i sistemi di controllo a disposizione
dell’Aeronautica egiziana. Alimentato da un piccolo motore, il missile da
crociera può raggiungere la velocità massima di 800 km/h. Completamente autonomo,
lo SCALP si dirige sulle coordinate impostate prima del volo e una volta
sganciato non ha bisogno di ulteriori controlli. (2)
In
questi mesi il consorzio europeo MBDA sta negoziando con la Marina militare
egiziana la vendita della versione navale del missile guidato di quinta
generazione MMP a corto raggio. Ma anche Leonardo S.p.A. spera di conseguire un
secondo maxi-affare in Egitto dopo i “caccia-addestratori” M-346: la vendita di
altri 24 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon.
Il regime Al Sisi sembra infatti non voler badare a spese nonostante la grave
crisi economica e sociale che ha investito il paese. A maggio sono stati
ordinati 30 nuovi cacciabombardieri Rafale,
prodotti in Francia dal gruppo Dassault Aviation, con una spesa superiore ai 3,75
miliardi di euro, in buona parte “coperta” con i crediti garantiti al governo
egiziano da un pool bancario composto da BNP Paribas SA, Credit Agricole e Societe Generale.
(3)
I Rafale
saranno forniti nell‘ultima versione F3-R con sistemi tecnologici e software
più avanzati rispetto a quelli posseduti dai 24 cacciabombardieri acquistati
nel 2015 e attualmente in dotazione ai reparti dell’Aeronautica egiziana di
stanza nella base aerea di Gebel el-Basur, vicino al Cairo (impiegati in
combattimento contro le milizie islamici-radicali in Libia orientale). I nuovi
velivoli saranno armati con i missili aria-aria Meteor e Mica NG
e con i missili da crociera aria-superficie SCALP, tutti prodotti dal consorzio
europeo MBDA e dunque anche da Leonardo S.p.A. che otterrà così i suoi profitti
dalla commessa di Dassault Aviation. La dotazione dei sistemi missilistici e di
una partita di bombe di nuova generazione AASM Hammer (prodotte dalla francese Safran Electronics & Defense)
dovrebbe comportare una spesa aggiuntiva di 200 milioni di euro. (4)
Secondo alcuni analisti all’orizzonte potrebbe profilarsi pure una terza
tranche di Rafale così da consentire
all’Aeronautica militare egiziana di disporre entro il 2026 di un centinaio di
questo tipo di cacciabombardieri. E come se non bastasse sempre in Francia verranno
acquistati presto altri sistemi bellici avanzati, a partire dai satelliti di
osservazione terrestre FalconEye e dai velivoli muti-ruolo e
cisterna (MRTT) A330 prodotti da Airbus. Lo
scorso 7 dicembre il Presidente Abdel Fattah Al-Sisi ha incontrato personalmente
Eric Trappier, amministratore delegato di Dassault Aviation, in vista di un
ulteriore sviluppo della cooperazione in ambito industriale-militare. (5)
Come
ricorda il SIPRI, il prestigioso istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma,
l’Egitto è oggi il terzo importatore al mondo di armi ed equipaggiamento
bellico, dopo Arabia Saudita e
India. Nell’ultimo quinquennio le importazioni di armi sono cresciute del 136% rispetto
al periodo compreso tra il 2011 e il 2015. Analisi
Difesa ha fatto un elenco delle principali acquisizioni effettuate tra il
2015 e il 2020: solo in Francia sono stati spesi dall’Egitto oltre 8 miliardi
di euro (due portaelicotteri da assalto anfibio della classe Mistral, una fregata FREMM, quattro
corvette Gowind, 24 velivoli cargo tattici Airbus C295, 24 cacciabombardieri Rafale, droni SAGEM Patroller e un satellite per comunicazioni prodotto da Airbus Space
Systems/Thales Alenia Space (quest’ultima controllata per il 33%
dall’immancabile Leonardo).
Altri
4,5 miliardi di euro di sistemi d’armi sono stati acquistati in Germania
(quattro sottomarini Type 209/1400 e sei fregate MEKO) e 2,5 miliardi negli
Stati Uniti d’America (aggiornamento di 43 elicotteri da attacco Apache, veicoli protetti MRAP e missili
aria-terra Hellfire). L’Egitto si è
rifornita d’armi anche in Russia (7,5 miliardi di dollari per 26 caccia Sukhoi
Su-35, 46 elicotteri da attacco Kamov KA-52, 50 Caccia Mig 29M2 e vari sistemi
missilistici da difesa aerea, più una
spesa non quantificata per 500 tank T-90S, 14 elicotteri da trasporto Mi-8MT/Mi-17
e il satellite da osservazione EgyptSat-2);
in Bielorussia (droni armati Burevestnik);
in Cina (droni killer Wimg Loong) e
finanche in Corea del Nord (missili balistici a medio raggio Hwasong 7/Rodong 1).
Dulcis in fundo l’Italia dove i generali e gli ammiragli di Al Sisi oltre ai 32
elicotteri AgustaWestland di Leonardo hanno acquistato due fregate FREMM di
Fincantieri S.p.A. per poco meno di un miliardo di euro. (6)
(6)
https://www.analisidifesa.it/2021/03/legitto-e-il-terzo-importatore-mondiale-di-mezzi-per-la-difesa/
Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 16 dicembre 2021, https://pagineesteri.it/2021/12/16/mondo/italia-ed-egitto-i-diritti-umani-vengono-dopo-la-vendita-delle-armi/
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