Scandalo corruzione in Kuwait per jet comprati a caro prezzo dall’italiana Leonardo
Un’inchiesta giudiziaria in Kuwait sta creando non
poche preoccupazioni al management del gruppo industriale Leonardo S.p.A. e al Ministero
della difesa della Repubblica italiana. Nei giorni scorsi il governo del ricco
petro-emirato ha confermato la notizia trapelata nella stampa kuwaitiana: due
alti ufficiali delle forze armate sono indagati per corruzione relativamente all’acquisto
di 28 cacciabombardieri “Eurofighter Typhoon”
prodotti dal consorzio europeo Eurofighter GmbH (formato dalle holding Leonardo,
BAE Systems e Airbus Defence & Space).
L’Autorità
anti-corruzione kuwaitiana ha riferito che un generale e un colonnello
dell’esercito dovranno rispondere in sede processuale dell’accusa di aver
causato gravi danni al bilancio statale con la presunta emissione di fatture
che “eccedono il valore totale concordato nel contratto stipulato con la
società produttrice”, secondo quanto riportato dalla Kuwait News Agency (KUNA). Le indagini sarebbero state avviate dopo
le rivelazioni di un anonimo informatore sulla cattiva gestione dei fondi
destinati a pagare i cacciabombardieri.
Il
Kuwait aveva ordinato i 28 “Eurofighter Typhoon” nel 2016 firmando un contratto
con il consorzio europeo del valore di 8,7 miliardi di dollari, cifra molto al
di sopra di quanto pagato per gli stessi velivoli da altri paesi mediorientali.
Il Qatar, ad esempio, ha pagato 6,9 miliardi di dollari per 24 Eurofighter che
saranno consegnati a partire del prossimo anno. Per 72 cacciabombardieri l’Arabia
Saudita ha pagato invece non più di 6 miliardi di dollari anche se si tratta di
una versione meno aggiornata di quella ordinata dal Kuwait. Secondo il sito
specializzato Defensenews.com i
militari sauditi avrebbero pure concluso un accordo con il governo britannico
per la consegna nei prossimi dieci anni di altri 48 cacciabombardieri con una
spesa complessiva non superiore ai 5 miliardi.
Quello
dei “caccia gonfiati” non è il primo scandalo che investe le forze armate
dell’emirato arabo. Due anni fa, la sparizione
di 800 milioni di dollari provenienti dal fondo per gli “aiuti militari” ha
costretto alle dimissioni il governo e l’(ex) premier e l’(ex) ministro della
difesa sono stati rinviati a giudizio.
In
Italia, Leonardo S.p.A. ha emesso una nota dove si afferma che il “gruppo non è
oggetto di una indagine giudiziaria in relazione al programma Kuwait”. “Il
programma Eurofighter con il paese arabo sta procedendo in linea con le
aspettative e con successo sul fronte delle consegne e degli incassi”, aggiunge
la società industriale-militare. “A dicembre 2021 sono stati consegnati i
primi due velivoli, a cui seguirà la consegna degli altri come previsto dal
piano. La nostra relazione contrattuale con il Kuwait - il cui rapporto è
regolato da un contratto siglato nell’ambito di un più ampio rapporto fra le
istituzioni e le aeronautiche dei due Paesi - è sempre stata improntata a
canoni di massima trasparenza oltre che piena correttezza. Leonardo non ha
alcuna evidenza di criticità e ogni singola transazione è puntualmente soggetta
a procedure e verifiche di congruità”.
Nessun
commento invece dal ministero della Difesa che pure ha seguito passo dopo passo
l’iter contrattuale, la produzione dei velivoli e – direttamente – la
formazione in Italia dei piloti kuwaitiani. Un imbarazzato silenzio che collide
con l’enfasi mostrata appena un mese e mezzo fa in occasione della consegna
all’emirato dei primi due “Eurofighter Typhoon”. “Si tratta di un’ottima operazione
per l’Italia a dimostrazione del successo dei prodotti dell’industria nazionale
all’estero e rappresenta un importante passo per il consolidamento della
posizione dell’industria italiana nel mondo”, aveva commentato il ministro
della Difesa Lorenzo Guerini, il 14 dicembre 2021.
“La
consegna di questi primi due aeroplani avviene in un anno particolarmente
significativo per entrambi i Paesi, infatti il 2021 è l’anno del 60°
anniversario delle relazioni italo-kuwaitiane”, dichiarava lo Stato Maggiore
della difesa. “L’Eurofighter Typhoon è un velivolo caratterizzato da una gamma
ampia di capacità operative, realizzati da Leonardo in base alle specifiche
esigenze dell’Aeronautica Militare kuwaitiana. Leonardo con le sue attività
realizza circa il 36% del valore dell’intero programma con un ruolo chiave
nella componente aeronautica e in quella dell’elettronica di bordo. Inoltre è
protagonista del nuovo radar a scansione elettronica AESA che caratterizza gli
Eurofighter ordinati dal Kuwait, incrementandone performance e competitività”.
Lo
Stato Maggiore riportava anche una dichiarazione rilasciata da Alessandro
Profumo, amministratore delegato dell’holding industriale. “Gli Eurofighter che
abbiamo realizzato per la Forza Aerea del Kuwait sono i più avanzati mai
prodotti nella storia del programma europeo”, spiegava Profumo. “Equipaggeremo
il paese con una importante capacità di difesa aerea e, in sinergia con
l’Aeronautica Militare, abbiamo addestrato i loro piloti nei nostri centri di
formazione in Italia realizzando infrastrutture all’avanguardia in Kuwait per
ospitare e manutenere una flotta di 28 velivoli. La milestone che celebriamo
oggi è il risultato di una proficua collaborazione tra i due paesi che ha visto
lavorare in maniera sinergica Istituzioni, Forze Armate e Industria”.
La cerimonia di consegna dei primi due cacciabombardieri
si è svolta a Torino-Caselle il 9 dicembre 2021, alla presenza
dell’ambasciatore kuwaitiano Sheikh
Azzam Al-Sabah, del vicecomandante delle forze aeree Bandar Al-Mezyen, del
direttore della divisione aerei di Leonardo Marco Zoff, e del presidente del
Cda del consorzio Eurofighter, Herman Claesen.
Il
trasferimento in Kuwait è stato reso possibile grazie al supporto
dell’Aeronautica che ha garantito il rifornimento in volo dei velivoli con due
tanker KC-767 del 14° Stormo di Pratica di Mare e la scorta aerea con due
Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto.
“Sono
diversi i programmi di cooperazione internazionale già avviati con il Kuwait
rivolti in particolare al settore della formazione del personale presso le
strutture dell’Aeronautica”, aggiungeva lo Stato Maggiore della difesa. “In
particolare l’addestramento di allievi piloti kuwaitiani ed il successivo
addestramento avanzato propedeutico alla conversione operativa sul caccia
Eurofighter avviene presso il 4° Stormo di Grosseto. Inoltre, alcuni istruttori
dell’Aeronautica Militare insieme ai piloti collaudatori di Leonardo,
supporteranno l’addestramento iniziale dei piloti della Kuwait Air Force presso
la base di Al Salem”.
Questa
la benevola narrazione della Difesa ma, in verità, la vicenda della commessa
dei cacciabombardieri ha presentato zone d’ombre sin dalle origini. La notizia della
vendita al Kuwait dei 28 velivoli fu data l’11 settembre 2015 dal consorzio
Eurofighter GmbH, ma il contratto fu firmato solo il 5 aprile 2016 dal vice premier
e ministro della Difesa, Sheikh Khaled Al-Jarrah al-Sabah e dall’allora
amministratore delegato di Leonardo, Mauro Moretti, alla presenza della
ministra della Difesa, Roberta Pinotti (Pd).
Il contratto
prevedeva la fornitura di 22 velivoli monoposto e 6 biposto, più relative
attività logistiche, di manutenzione e addestramento degli equipaggi e del
personale a terra, per un valore complessivo di 9,062 miliardi di dollari. La
consegna dei caccia era prevista a partire dalla fine del 2019 per completarsi entro il 2022, dopo la conclusione dei lavori di
realizzazione di officine, hangar e di una nuova pista di volo presso lo scalo
militare di Ali Al Salem.
Il lungo
periodo trascorso tra l’annuncio dell’accordo e la firma del contratto fu tormentato
dal timore che le autorità kuwaitiane volessero recedere dall’acquisto dei
caccia. Indiscrezioni stampa riferirono che a Kuwait City alcuni parlamentari avessero
ritenuto troppo cari i caccia di Eurofighter. Che qualcosa non andasse per il
verso giusto lo si capì quando fu fatta saltare all’ultimo momento la firma del
contratto in occasione della visita ufficiale nell’emirato della ministra
Pinotti, il 31 gennaio 2021. Una settimana dopo Leonardo S.p.A. ammise pubblicamente
il ritardo nella stipula degli accordi e solo il 1° marzo l’Assemblea nazionale
kuwaitiana si pronunciò a favore della commessa.
Secondo
Defencenews.com, il congelamento del
contratto fu imposto dallo State Audit Bureau, ente simile alla Corte dei Conti,
nell’attesa che Leonardo e il consorzio
europeo Eurofighter fornissero una descrizione dettagliata dei costi relativi al
supporto tecnico, all’addestramento, ai pezzi di ricambio e alla realizzazione
delle infrastrutture destinate alla nuova flotta dei velivoli.
Le
motivazioni del lungo stop furono confermate il 4 febbraio 2016 a Defencenews.com dal Preside della
facoltà di Scienze politiche della Kuwait University, Mubarak Al-Abdullah. “L’accordo
è stato sospeso dallo State Audit Bureau e ci sono perplessità tra i
parlamentari per l’alto costo dei velivoli e perché non sembrano rispondere
alle esigenze manifestate dall’Aeronautica militare”, dichiarava il docente. “L’Eurofighter
è stato preferito ai caccia statunitensi F/A-18 Super Hornet, ma ci sono ancora
ufficiali della forza aerea che preferiscono questi ultimi”.
Adesso
l’autorità giudiziaria kuwaitiana vuol fare luce sulle reali ragioni per cui
prevalse alla fine la scelta dei caccia di produzione europea nonostante il
loro altissimo costo.
Articolo pubblicato in Africa ExPress
il 28 gennaio 2022, https://www.africa-express.info/2022/01/28/scandalo-corruzione-in-kuwait-per-jet-comprati-a-caro-prezzo-dallitaliana-leonardo/
Commenti
Posta un commento