Sigonella, al via i lavori per la nuova megastazione di telecomunicazioni delle forze armate USA
Entrerà in funzione a Sigonella nella primavera 2024 uno dei principali centri di comunicazione delle forze armate USA a livello mondiale. Il Pentagono ha reso noto di aver firmato il 29 settembre 2020 un contratto per la realizzazione di una nuova Stazione di telecomunicazioni satellitari all’interno della grande base aeronavale siciliana. I lavori sono stati affidati alla Wolff & Muller Government Services Italia S.r.l. di Milano e prevedono una spesa compresa tra i 39 milioni e 700 mila e i 42 milioni di dollari, quasi il 50% in meno di quanto era previsto nel progetto predisposto nel marzo 2019 dal Dipartimento di U.S. Navy e poi autorizzato dal Congresso degli Stati Uniti d’America (77 milioni e 400 mila dollari).
“La nuova infrastruttura di telecomunicazioni nella NAS - Naval
Air Station di Sigonella comprenderà pure una facility per le informazioni
sensibili e riservate (Sensitive
Compartmented Information Facility - SCIF) e consentirà di effettuare comunicazioni
- vocali e di dati - più sicure e affidabili alle unità navali, sottomarine,
aeree e terrestri della Marina militare USA, a supporto delle sue operazioni
reali e delle esercitazioni in tutto il mondo”, spiega il Pentagono. “Il nuovo
centro ospiterà anche un’area per le telecomunicazioni satellitari, una per le attrezzature
di sicurezza criptografica e un’altra ancora per i sistemi meccanici e di
generazione di energia elettrica. Questo progetto è finalizzato a rafforzare
significativamente le capacità funzionali e il supporto operativo della base a
favore dei sistemi strategici della Flotta USA. L’installazione di terminali
multibanda della Marina militare all’interno del nuovo edificio migliorerà
l’efficienza del sistema; la nuova facility consoliderà le esistenti
infrastrutture per le telecomunicazioni satellitari del Comando della U.S.
Naval Computer and Telecommunications Station (NCTS) Sicily”.
La nuova infrastruttura di Sigonella includerà anche spazi
riservati alle attività di manutenzione e all’addestramento del personale, uffici
amministrativi, caveu di sicurezza e per la protezione del cablaggio, magazzini,
un intero piano riservato alle aree operative, una multimedia room con capacità di video-teleconferenza e un’area
protetta interna. I tralicci e le grandi antenne satellitari saranno posti sul
tetto della nuova costruzione.
“L’edificio verrà protetto contro tutte le interferenze elettromagnetiche
e Tempest (in gergo
militare le modalità di protezione e sicurezza dei materiali e delle apparecchiature
di telecomunicazioni che emettono radiazioni elettromagnetiche – EMR, NdA)”, aggiunge il Dipartimento della Difesa. “I sistemi di
controllo includeranno quelli per la cybersecurity in accordo con i criteri
odierni previsti dalla Difesa. I sistemi informativi comprenderanno le
apparecchiature per le telefonate di sicurezza e non, per la trasmissione dei
dati classificati e non, per le comunicazioni televisive via cable. Si
prevedono inoltre apparecchiature per la radiofrequenza, le video-teleconferenze
e la diffusione radio”. Accanto al nuovo centro di telecomunicazioni sorgerà un
parcheggio per 200 veicoli circa. Complessivamente le infrastrutture
occuperanno una superficie di 6.607 metri quadri, contro i 2.685 metri quadri occupati
sino ad oggi a NAS Sigonlla dal Centro di telecomunicazioni di U.S. Navy.
“Quando il nuovo progetto sarà completato, verranno demoliti alcuni edifici esistenti
all’interno della base (si tratta di quelli identificati con i numeri 581, 585,
580, 579, 750, 580TR4, 580TR3 e 580TR2) e le funzioni che adesso vi sono
ospitate saranno ricollocate nella nuova facility”, spiega il Pentagono.
Imponente anche il costo delle apparecchiature elettroniche e dei sistemi di
comando, controllo, comunicazione ed intelligence (C4I) che saranno installati
a partire del 2023 nella nuova stazione di Sigonella: per esse è stata infatti
autorizzata una spesa aggiuntiva di 57 milioni di dollari.
“La stazione di telecomunicazione esistente a NAS Sigonella è
stata costruita nel 1966”, spiegano i vertici militari USA. “L’edificio è di
dimensioni assai ridotte e non soddisfa i bisogni delle odierne tecnologie. Sono
stati effettuati adeguamenti negli anni nel tentativo di accrescere le capacità
di telecomunicazione e ridurre i gap dei sistemi elettrici e meccanici (…) e che
hanno comportato però alti costi e lo spreco di tempo utile”. A convincere
della necessità di costruire una nuova installazione molto più ampia ed
efficiente, ci sarebbero stati pure diverse problematiche alla sicurezza degli
impianti ospitati e, incredibilmente, anche l’“invasione” di molesti felini e
roditori delle aree off limits. “Nel corso dei mesi invernali, gatti selvatici
e ratti trovano ingresso nell’edificio attraverso le condotte e le tubature”,
riporta il Dipartimento della Difesa. “Questi roditori strappano a morsi i cavi
delle fibre ottiche, rompono gli isolanti dall’esterno e poi divorano le fibre,
interrompendo così le comunicazioni. Inoltre essi diffondono germi e malattie
in tutto l’edifico rendendolo insalubre. Quest’ultimo è connesso inoltre al
sistema fognario dell’Aeronautica militare italiana e spesso subisce gli
effetti delle eventuali perdite e le acque nere traboccano al suo interno”. Quando
i lavori saranno conclusi, il personale statunitense di stanza nella grande
stazione aeronavale siciliana raggiungerà le 3.322 unità contro le 3.021 unità
censite il 30 settembre 2018, con un aumento dunque del 10% in meno di cinque
anni.
I radar e le antenne satellitari della U.S. Naval Computer
and Telecommunications Station (NCTS) Sicily sono ben visibili all’interno della
grande area di NAS II. La stazione per le telecomunicazioni strategiche fu inaugurata
a Sigonella nell’agosto del 1958 e venne poi più volte ampliata e potenziata. “I
principali cambiamenti avvennero nell’ottobre 1991, quando fu stabilita a
Niscemi la Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) a cui fu attribuita la
responsabilità di supportare la Marina Militare degli Stati Uniti e le forze
alleate nel Mediterraneo, in Asia sud-occidentale, nell’Oceano Indiano e
nell’Oceano Atlantico”, riporta la scheda del Comando di NAS Sigonella. “Nello
stesso periodo, NAVCOMMSTA Sicily assunse il nome odierno di NCTS Sicily per
rispondere ai continui e numerosi progressi tecnologici che si erano realizzati
in quegli anni”.
“La missione di NCTS Sicily, strategicamente
localizzata, è quella di fornire il supporto alle comunicazioni critiche delle
forze armate USA, NATO e delle coalizioni alleate che operano nelle aree sotto
la responsabilità dei comandi di AFRICOM, CENTCOM ed EUCOM”, aggiungono i vertici
della Marina USA. “NCTS Sicily si rapporta ai comandi di U.S Navy e all’U.S.
Cyber Command e rappresenta un centro superiore di guida e controllo in una
regione mondiale vitale”.
“In qualità di unità tattica avanzata
sotto il Comando dell’U.S. Navy Fleet Cyber Command e della U.S. 10th Fleet, la
missione di NCTS Sicily è quella di pianificare continuamente, sincronizzare ed
eseguire le azioni richieste nel campo elettromagnetico (EM) e del cyberspazio,
in modo da generare le condizioni di vantaggio delle forze armate USA e di
quelle dei paesi partner”, ha riferito l’1 novembre 2020 Brian Evans, comandante
della U.S. Naval
Computer and Telecommunications Station di Sigonella. “NCTS Sicily è un
comando operativo di guerra. Il nostro scopo è quello di operare, assicurare e
difendere le reti della Marina e accedere all’ampio spettro EM. Da quasi 50
anni NCTS Sicily è anche responsabile di tutti i sistemi di telecomunicazione
della base di Sigonella, assicurando l’accesso alle reti internet e al sistema
del Defense Switched Network (DSN) NCTS Sicily gestisce la facility di
trasmissione che sorge in un’area di 600 acri a Niscemi e assicura le
operazioni di uno dei quattro terminali terrestri del nuovo sistema di
telecomunicazione satellitare MUOS; assicura le comunicazioni con i velivoli per
il pattugliamento marittimo e con le unità navali; opera come nodo della
Defense Information System Agency per una connessione multi-path resiliente tra NAS Sigonella e la rete informativa
globale del Dipartimento della Difesa”.
Commenti
Posta un commento