Il Pentagono insiste con interventi nel Corno d’Africa. Arrivata la portaerei Nimitz
Le acque più armate e militarizzate del pianeta a fine 2020? Quelle del Corno d’Africa. Il 28 dicembre, l’United States Africa Command, il Comando militare per le operazioni USA nel continente africano ha reso noto il trasferimento a largo della Somalia del gruppo navale d’attacco guidato dalla portaerei a propulsione nucleare “Nimitz” per fornire un sostegno operativo alla Joint Task Force Quartz, la forza di pronto intervento attivata dal Pentagono in Corno d’Africa. Del Nimitz Carrier Strike Group fanno parte oltre alla portaerei “Nimitz” e ai sessanta velivoli da guerra imbarcati (cacciabombardieri, aerei spia, ecc.), gli incrociatori lanciamissili “USS Princeton” e “Philippine Sea” e il caccatorpediniere “Sterett”.
Il gruppo aereonavale proviene dal
Golfo Persico dove ha effettuato una serie di esercitazioni congiuntamente alle
forze armate di Oman e Bahrein. “Il Nimitz
Carrier Strike Group è stato schierato nell’area operativa controllata
dalla V Flotta USA per garantire la stabilità e la sicurezza nella Regione
Centrale, mettendo in connessione il Mediterraneo e il Pacifico attraverso
l’Oceano Indiano occidentale e i tre stretti marittimi critici per il libero
flusso del commercio globale”, riporta US Africom. “Il gruppo aereonavale porta
incredibili capacità belliche all’Operazione Octave Quartz, il cui scopo è quello di ricollocare le forze
militari USA presenti in Somalia in altre località operative dell’Africa
Orientale mentre continuiamo a mantenere la pressione contro le minacce regionali
e i gruppi estremisti violenti e a supportare le forze armate dei paesi partner”.
La
componente aeronavale dell’Operazione Octave Quartz è costituita dal Makin Island Amphibious Ready Group, il
gruppo anfibio di pronto intervento guidato
dalla nave d’assalto “USS Makin Island” con i
cacciabombardieri F-35B Lightning II e AV-8B Harrier e i convertiplano MC-22B
Osprey e di cui fanno parte pure le unità da trasporto “San Diego” e “Somerset”
con a bordo gli uomini della 15th Marine
Expeditionary Unit del Corpo dei Marines. A fianco dei due gruppi
aeronavali il Pentagono ha schierato a largo della Somalia pure la nuova unità
di base mobile per le spedizioni della Marina militare USS Hershel “Woody”
Williams con 260 uomini, numerosi elicotteri d’attacco MH-53 ed MH-60 e i
velivoli senza pilota MH-8 Fire Scout.
La Joint Task Force Quartz è stata attivata a largo delle acque somale
subito dopo la visita in Africa Orientale del comandante dell’U.S. Africa
Command, il generale Stephen Townsend, a metà dicembre. Nel corso dei suoi
incontri con i leader politici e militari Kenya, Somalia e Gibuti, il gen.
Townsend ha spiegato che il “ritiro” dei 700 militari schierati in territorio
somalo “non rappresenta uno sganciamento degli Stati Uniti dall’Africa
Orientale”. “Noi continuiamo ad essere impegnati ad aiutare gli alleati
africani per costruire un future più sicuro”, ha dichiarato il comandante di US
Africom. “Restiamo sempre pronti a colpire gli Al-Shabaab in ogni momento e in
ogni luogo sia necessario”.
Le intenzioni di Washington di
schierare un’invincibile armata in
Corno d’Africa non solo per mostrare i muscoli ma anche per portare a termine
una serie di strike in territorio somalo trovano conferma dall’attacco aereo
condotto alla vigilia di Natale contro un presunto compound degli al-Shabaab nelle vicinanze di Saakow, cittadina nel
sud della regione del Medio Giuba. “L’attacco, condotto in coordinamento con il
Governo federale della Somalia, ha danneggiato il compound e diversi combattenti di al-Shabaab sono fuggiti, e ciò
consente di contrastare così le loro attività nefaste”, ha dichiarato
l’ammiraglio Heidi Berg, direttore dell’intelligence del Comando di U.S.
Africom. “Nessun civile è stato ferito o ucciso nel corso di quest’operazione.
Gli sforzi per disgregare le attività nemiche continueranno così come l’attenzione
verso ogni minaccia in Africa Orientale. Al-Shabaab cerca non solo di
distruggere la governance e la sicurezza in Somalia, ma colpisce civili
innocenti in Kenya e in altre aree e pertanto continueremo a monitorare e
opporci a questa rete terroristica”.
Le forze USA avevano effettuato
altri due attacchi in Somalia il 10 dicembre, distruggendo alcuni campi
di miliziani nei pressi di Jilib, a 110 km a sud circa dalla città di Kismaayo.
Secondo il Pentagono, nei due attacchi sarebbero stati uccisi “otto terroristi
noti per il loro importante ruolo nella produzione di esplosivi ed ordigni
improvvisati trasportati da veicoli utilizzati frequentemente per colpire
civili innocenti”. Con l’arrivo del gruppo aeronavale guidato dalla portaerei
“Nimitz” è presumibile che nei prossimi giorni saranno lanciati nuovi massicci
attacchi in territorio somalo.
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