La NATO e i nuovi gioielli di morte della base di Sigonella
La Nato organizza nuovi sistemi di controllo mondiale. La base di Sigonella è stata scelta come centro di comando e controllo dei velivoli senza pilota che possono operare dall’Oceano Atlantico al Medio Oriente, dal Baltico sino al Sud Africa. Intanto alcune della aziende chiamate ai lavori per il nuovo centro AGS Nato ricevono fondi a pioggia dall’Alleanza Atlantica, dalle Agenzie ONU, dalle forze armate per ristrutturare, potenziare, realizzare misure di difesa passiva e attiva, recinzioni armate, sistemi di videosorveglianza, in mezzo mondo...
Cinque droni per le prossime guerre
della NATO. Sono i Phoenix del nuovo
sistema di “sorveglianza terrestre” AGS, gioielli di morte del complesso
militare-industriale statunitense, schierati da qualche mese nello scalo di
Sigonella. La stazione aeronavale siciliana è stata scelta infatti come main base e centro di comando e
controllo dei velivoli senza pilota che possono operare dall’Oceano Atlantico
al Medio oriente, dal Baltico sino al Sud Africa. Per l’ambizioso e
costosissimo programma dell’Alleanza Atlantica sono in corso imponenti lavori
infrastrutturali che cambieranno il volto di Sigonella. In cantiere la realizzazione di 14
edifici in una superficie complessiva di 26.700
metri quadrati, per ospitare centrali radio, uffici, caserme, hangar e officine
di manutenzione dei droni NATO.
I lavori per la stazione AGS sono
stati affidati nel maggio 2018 all’Astaldi S.p.A. di Roma, una delle maggiori
società di costruzioni italiane con interessi un po’ in tutto il mondo, da
tempo però in grave crisi finanziaria al punto di dover richiedere l’ammissione
alla procedura di concordato quattro mesi dopo l’acquisizione del contratto di
60 milioni di
euro a Sigonella. La nuova centrale dei droni AGS ha rappresentato certamente
una boccata d’ossigeno per il gruppo romano: proprio alla vigilia della firma con la NATO, gli
azionisti hanno deliberato un aumento di capitale di 300 milioni di euro per coprire parte
dell’esposizione debitoria, varando altresì un piano industriale con cessioni
di rami aziendali, la riduzione del numero dei Paesi presidiati (preferenza verso quelli caratterizzati da costi del
lavoro più contenuti in Est Europa e Cile) e una “ristrutturazione del debito” finanziata da alcuni gruppi bancari
(Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Banco Bpm). La “nuova” Astaldi
adesso fa gola al principale gruppo italiano, Salini-Impegilo, mentre i bilanci
2018-19 approvati dal consiglio di amministrazione registrano un
portafoglio ordini di 6,6 miliardi di euro, grazie alle commesse
dell’AGS NATO, la Linea 4 della Metropolitana di Milano, la Galleria di Base
del Brennero e alcune nuove tratte ferroviarie ad alta velocità nella linea
Napoli-Bari e la Bicocca-Catenanuova in Sicilia.
Da Vicenza a Palazzolo
Acreide i sub-appalti per la capitale modale dei droni
Per i lavori a Sigonella che si concluderanno a fine estate
2021 Astaldi ha selezionato diversi sub-contractor italiani. La progettazione e la produzione del sistema
strutturale di 11 corpi di fabbrica sono andate allo StercheleGroup che conta su due
società, la Sterchele S.p.A. di Isola Vicentina, produttrice
di componenti per l’edilizia prefabbricata e la S.D. S.r.l.
di Monticello Conte Otto per la carpenteria
metallica.
Per la progettazione degli impianti elettrici
e dei sistemi idrici e antincendio del Centro di comando e controllo dei droni
AGS, Astaldi si è affidata invece alla C2G S.r.l. di Palazzolo Acreide (SR),
società costituita
dagli ingegneri Davide e Stefano Calleri. Ancora più rilevante il ruolo assunto
da una delle società di consulenza e architettura di edifici e sistemi più nota
nel panorama nazionale, Integra AES S.r.l. di Roma: ad essa è andata la
progettazione generale del nuovo complesso NATO, nonché la direzione lavori e il
coordinamento della sicurezza. Project director per l’esecuzione
delle opere è stato nominato l’ing. Luca Montesi, odierno presidente del Cda di
Integra ed ex presidente della Commissione urbanistica dell’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Roma.
Dalla sua creazione nel 2007, Integra AES ha progettato
infrastrutture in Europa, Medio Oriente, Asia Centrale e Nord Africa per conto
di enti statali, istituzioni finanziarie, agenzie ONU, forze armate e
organizzazioni militari. “L’area di intervento più rilevante riguarda
l’attuazione di misure di difesa attiva e passiva (recinzioni, torri di guardia,
videosorveglianza, misure di sicurezza per il rilevamento di intrusi, ecc.),
realizzate con i più avanzati standard internazionali di sicurezza,
specialmente con quelli stabiliti dallo US Department of Defense”, riporta
la brochure di presentazione di Integra.
E’ nelle zone più devastate da
sanguinosi conflitti che la società capitolina opera maggiormente. In
Afghanistan, ad esempio, Integra è presente da oltre un decennio progettando infrastrutture
e compound militari, misure di force
protection, sistemi di produzione e distribuzione elettrica, ecc.. Sui
progetti realizzati viene mantenuto il massimo riserbo data la loro rilevanza
geo-strategica, ma è certo che tra essi compaiono quelli per il nuovo Centro
per le operazioni congiunte delle unità militari internazionali; numerose
facility di comando, controllo, comunicazione e intelligence; il quartier
generale delle forze armate afgane; caserme e alloggi per le truppe; infrastrutture
aeroportuali; le piste, il nuovo terminal passeggeri e la torre di controllo dello
scalo aereo di Kabul, ecc.. Nel 2019 ad Integra AES sono inoltre stati affidati i lavori di potenziamento dei sistemi
di controllo video e protezione del quartier generale delle forze di polizia a
Kabul (torri di sorveglianza a prova di esplosione, strutture ricettive per il
personale e sistemi antincendio), nonché la progettazione esecutiva del nuovo
sistema elettrico di due importanti installazioni militari. Con il dichiarato
fine di “aumentare le opportunità di business in Afghanistan”, sempre lo scorso
anno Integra AES ha aperto una propria filiale nella capitale.
La società opera pure in Iraq da quattro anni a supporto delle
aziende italiane presenti, gestendo i campi base dislocati in location
disagiate e realizzando strutture abitative, ricreative, impianti sportivi,
infrastrutture viarie e soprattutto le relative “misure di protezione
antiterrorismo”. Integra AES opera in particolare presso la diga di Mosul situata lungo il
fiume Tigri, alla cui messa in sicurezza concorre il gruppo di costruzioni Trevi
S.p.A. di Cesena, sotto la protezione della missione militare italiana in Iraq.
“Il nostro intervento è finalizzato alla costruzione di aree operative a
sostegno delle forze armate e dei lavori di manutenzione straordinaria della
diga, il cui eventuale cedimento per mancata riparazione dello stato di usura
provocherebbe migliaia di vittime, inondando la regione fino a Baghdad”,
spiegano i titolari di Integra.
A Baghdad la società ha invece potenziato i sistemi di sicurezza
di una base militare e progettato i lavori del nuovo centro di addestramento
della Polizia irachena (Camp Dublin), finanziato grazie ai fondi
dell’Unione europea ed inaugurato il 9 maggio 2018 dall’allora ministra
della Difesa Roberta Pinotti. Oggi la Scuola di formazione ospita un
contingente dei Carabinieri impegnati nell’addestramento delle forze di polizia
irachene. Sempre relativamente ad aree di conflitto e/o post-conflitto,
nell’aprile 2019 Integra è stata incaricata in Siria della ristrutturazione di
un edificio che ospita uffici, mentre in Kosovo ha progettato l’ampliamento
dello scalo internazionale di Pristina.
Dalle basi USA e NATO
ai campi profughi delle Nazioni Unite
Presumibilmente con contratto NATO, la società ha eseguito lo
scorso anno uno studio di fattibilità del Wide
Areas Surveillance System di una base aerea militare in Nord Europa per rilevare e tracciare “potenziali intrusi” con
termo e videocamere, radar a microonde ad alta definizione, ecc.. Fondi NATO
anche per le opere realizzate nel biennio 2018-19 ad Augusta (SR) presso il
pontile ad uso militare internazionale lungo 600 metri utilizzato anche per
l’attracco di sottomarini a propulsione e capacità nucleare (impianti
antincendio, apparecchiature elettromeccaniche e di controllo/comunicazione).
Sempre in ambito militare Integra AES è intervenuta nella
progettazione di infrastrutture varie all’interno degli aeroporti esistenti in
territorio italiano; nello scalo di Frosinone, ad esempio, tra il 2003 e il 2007
ha concorso alla realizzazione di un hangar per gli elicotteri NH500. Nel maggio 2016 la
società si è pure aggiudicata la progettazione del nuovo sistema idrico e
antincendio della Caserma “Galiano” della Guardia di Finanza a Roma, mentre tre
anni più tardi ha eseguito i lavori di bonifica amianto presso l’ex caserma “Donato” nel Municipio
XI di Roma, successivamente consegnata all’Arma dei Carabinieri. Nel settembre
2019, nell’ambito della
riqualificazione del compendio militare “Caserma Cerimant 8” a Tor Sapienza
Roma, Integra AES si è aggiudicata la progettazione, il coordinamento della
sicurezza e la direzione dei lavori.
Ancora nella capitale, Integra ha coordinato nel 2009 i
lavori di realizzazione della Casa dello Scout dell’Agesci con una capienza
di oltre 150 posti letto, nonché la ristrutturazione del centrale Palazzo dell’Ex Unione
Militare (2010-12), convertito ad uso commerciale dal Gruppo Benetton. Negli
stessi anni l’ing. Luca Montesi, in qualità di presidente Integra,
curava l’ambizioso piano urbanistico “Roma Capannelle” per la costruzione nella
zona dell’Ippodromo di 166 unità abitative. Nel 2014 Logica ILS, società appartenente al Gruppo
Integra, partecipava alla ristrutturazione di un immobile adibito a casa vacanze in Via Porta Cavalleggeri,
vicino alla Basilica di San Pietro; l’anno successivo l’azienda sottoscriveva
con BNL/BNP Paribas un accordo per la fornitura di servizi
di project management
per le attività di manutenzione del patrimonio immobiliare del gruppo bancario in
tutto il territorio nazionale.
Rilevante l’espansione di Integra AES nella sponda sud del
Mediterraneo. Dal 2005 al 2008 la società ha concorso alle opere di
restauro del cimitero
cattolico di El Hammangi a Tripoli, in stato di abbandono per più di 30 anni, dopo
un accordo tra le autorità italiane e l’allora regime di Gheddafi. Cinque anni
più tardi ritroviamo Integra nella redazione di uno studio di fattibilità sugli
interventi da apportare ai sistemi di protezione e controllo perimetrali di
alcuni siti industriali top secret “con annesse zone abitative e ad uso uffici,
localizzati nel deserto del Nord Africa, in particolare in Tunisia, Algeria e
Libia”, nonché la “realizzazione di bunker attrezzati da utilizzare come luogo
di ricovero in caso di necessità”. Ad Amman, in Giordania, la società ha invece
realizzato la guest house di SESAME, il
primo centro di ricerca internazionale con un acceleratore di particelle in
Medio Oriente, frutto della collaborazione di Cipro, Egitto, Iran, Israele,
Giordania, Pakistan, Autorità Nazionale Palestinese, Turchia e dell’Istituto italiano
di Fisica Nucleare (INFN). La foresteria, inaugurata nel dicembre 2019, è
stata interamente finanziata dal MIUR e dall’INFN. Di recente l’azienda romana
si è affacciata pure in Israele, con la speranza di partecipare ad importanti progetti di prossima
realizzazione, come ad esempio lo sviluppo della rete ferroviaria e dei
trasporti metropolitani leggeri, il trattamento delle acque, l’incremento delle
capacità di desalinizzazione, lo sviluppo delle infrastrutture energetiche.
A riprova che ormai la linea di demarcazione tra umanitario e
militare si è dissolta un po’ ovunque e che le grandi organizzazioni
internazionali perseguono sempre di più dinamiche e funzioni iper-sicuritarie,
da un lustro Integra è un contractor di fiducia delle Nazioni Unite e di alcune
sue note agenzie. L’azienda ha siglato un accordo a lungo termine con il World
Food Programme e l’UNICEF per la fornitura di servizi di architettura,
ingegneria, progettazione e consulenza in tutta l’area europea e MENA (Medio
Oriente e Nord Africa). Nel luglio 2020 la partnership si è allargata alla FAO
(Food and Agriculture Organization), organizzazione per cui sei anni fa aveva
progettato la sala conferenze all’interno del quartier generale a Roma.
Per il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia tra il 2017 e
il 2018 Integra ha progettato le infrastrutture scolastiche e gli impianti
elettrici nei campi per i profughi siriani di Za’atari e Azraq, in Giordania;
mentre per il WFP la società ha progettato i nuovi
impianti di stoccaggio alimentare in Afghanistan. A Kabul, nel giugno 2019, si è aggiudicata la
progettazione di un “muro di confine resistente alle esplosioni” per un
edificio delle Nazioni Unite; tre mesi più tardi, Integra AES ha ottenuto
invece il progetto per i nuovi uffici dei team del World Food Programme.
Nel marzo 2020 Integra è stata chiamata infine ad operare a
Mogadiscio (Somalia) per la realizzazione di strutture operative delle Nazioni
Unite, un’occasione - come dichiarato dal gruppo – che “consolida la presenza
in Corno d’Africa e accresce l’interesse per le opportunità offerte nella parte
sub-sahariana”. Pecunia no olet e
magari con qualche infrastruttura in più per i rifugiati in fuga dai conflitti
si riuscirà a mandar giù senza troppi problemi di coscienza i lavori per la più
grande base dei droni di morte o quelli per gli avamposti USA e NATO per le
guerre in Africa e in Medio oriente…
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