“Che ci importa di Regeni”: missili italo-francesi, altri affari d’oro con L’Egitto
Ancora un oltraggio alla memoria del ricercatore Giulio Regeni, massacrato cinque anni fa dal regime di Abdel Fattah al-Sisi. Dopo l’arrivo in Egitto - il 30 dicembre 2020 - della prima delle due fregate FREMM vendute da Fincantieri S.p.A., il 6 gennaio 2021 è stata consegnata alla Marina da guerra egiziana una corvetta multi-missione con a bordo missili, cannoni e siluri prodotti da aziende controllate da Leonardo-Finmeccanica, altra holding del complesso militare-industriale controllata in parte dallo Stato italiano.
La corvetta della classe “Gowind 2500” e denominata
ENS Port Said è stata realizzata ad
Alessandria d’Egitto dai cantieri navali dell’Alexandria Shipyard Company,
società controllata dal Ministero della difesa egiziano, in cooperazione con il
gruppo industriale francese Naval Group. A presenziare alla cerimonia di
consegna dell’unità il giorno dell’Epifania, il comandante in capo della Marina militare,
viceammiraglio Ahmed Khaled Hassan.
Sono stati invece progettati e
prodotti in Francia e in Italia i sistemi d’arma installati a bordo della
corvetta: oltre a due cannoni navali da 20
mm della francese “Nexter Narwhal”, spiccano in particolare un cannone “Oto
Melara 76/62” realizzato nello stabilimento di La Spezia di Leonardo-Finmeccanica,
16 missili superficie-aria “VL MICA
SAM” e 8 missili superficie-superficie “Exocet MM40” Block-3 del consorzio industriale europeo MBDA,
controllato da Airbus Group e BAE Systems (75%) e dall’italiana Leonardo (25%).
Completano l’arsenale di morte due lanciatori tripli per siluri di cui non sono
state fornite ulteriori informazioni, anche se è possibile che si tratti del
sistema antisommergibile “MU-90” del consorzio EuroTorp, controllato per il 50%
dalla WASS di Livorno, anch’essa di proprietà del gruppo Leonardo.
“Siamo onorati di consegnare la corvetta Port Said della classe Gowind che così da oggi potrà entrare in
servizio con la flotta navale egiziana per svolgere le sue missioni di
combattimento”, hanno dichiarato i manager di Alexandria Shipyard Company. “I
lavori per la Port Said hanno preso
il via nel settembre del 2018 ed essa è la prima nave da guerra costruita
interamente con professionalità egiziane grazie alla fruttuosa cooperazione e
al trasferimento di tecnologia con la Francia, rappresentata in questo caso
dalla società cantieristica Naval Group. La corvetta è stata equipaggiata per
imbarcare elicotteri, droni e 65 uomini d’equipaggio e svolgerà missioni di
sorveglianza, guerra di superficie e sottomarina, protezione e scorta navale, di
polizia contro i traffici illegali e la pirateria. Le sue caratteristiche
tecniche e i suoi moderni armamenti le consentono inoltre di condurre tutte le
possibili missioni di combattimento in mare e di supporto e protezione delle
forze terrestri schierate nelle aree costiere, potenziando le capacità delle
forze navali e la difesa della sicurezza nazionale dell’Egitto”.
Le corvette della classe “Gowind 2500”
(o “El Fateh” come sono state denominate dalla Marina egiziana) sono lunghe 102
metri e larghe 16, hanno un dislocamento di 2.600 tonnellate, una velocità
massima di 25 nodi e un raggio operativo di 3.700 miglia nautiche. Il contratto
sottoscritto nel giugno 2014 dalle forze armate egiziane e dalla società
francese Naval Group ha previsto la consegna di quattro unità, con una spesa di
un miliardo di euro circa, a cui si sommano i costi per i sistemi d’arma
imbarcati, stimati in 700 milioni di euro. La prima corvetta “Gowind” ENS El Fateh è stata interamente costruita nei cantieri di Lorient,
nella regione francese della Bretagna ed è stata consegnata all’Egitto
nell’ottobre 2017. Dopo la ENS Port Said, entro la fine del 2021 è
prevista la consegna della terza unità (ENS Al-Moez) da parte dell’Alexandria Shipyard Company, mentre la produzione
della quarta corvetta (ENS Luxor) è
stata avviata a metà maggio 2020.
Qualche mese fa la stampa egiziana ha
reso noto che i sistemi missilistici prodotti dal consorzio MBDA armeranno
anche le nuove quattro fregate “Meko A200” destinate al regime del dittatore Al-Sisi:
in particolare ancora una volta quelli a lancio verticale anti-aereo e a medio
raggio VL-MICA. MBDA sta pure negoziando con la Marina egiziana la vendita
delle versione navale del missile guidato di quinta generazione MMP a corto
raggio, mentre ha già fornito all’Aeronautica militare i missili MICA
multi-bersaglio aria-aria per armare i cacciabombardieri Rafale e Mirage 2000-5.
In dirittura di arrivo ci sarebbe infine una maxi-commessa per la fornitura di
sofisticati sistemi di difesa aerea e costiera.
Affari multi-milionari per MBDA e Oto
Melara / Leonardo sono stati assicurati anche grazie alla commessa delle due
fregate della classe FREMM che Fincantieri si è assicurata con l’Egitto in
barba alle richieste di embargo delle ONG e delle associazioni in difesa dei
diritti umani, dopo il barbaro eccidio di Giulio Regeni. L’accordo per l’export
delle FREMM prevede infatti la configurazione delle unità per imbarcare un
cannone leggero Leonardo da 127/64, un cannone multiruolo Otobreda (ancora
Leonardo) da 76/62 mm “Super Rapido” e il sistema di “difesa missilistica”
superficie-aria “SAAM-ESD” di MBDA in grado di lanciare i missili della famiglia “Aster”, anch’essi di
produzione MBDA.
Secondo il sito sudafricano
specializzato in questioni militari Defenceweb,
la seconda fregata FREMM dovrebbe essere consegnata da Fincantieri entro la
fine di quest’anno. Per il comparto militare-industriale italiano ci sarebbero all’orizzonte
altre commesse miliardarie con il regime egiziano: nuove fregate
multi-missione, una quarantina tra cacciabombardieri “Eurofighter Typhoon” e
caccia-addestratori M346 e finanche un satellite per la sorveglianza terrestre,
che si aggiungerebbero all’ordine per un valore di 871 milioni di euro che
Leonardo ha ricevuto per la fornitura al Cairo di ventiquattro elicotteri AW149
e otto AW189, alcuni dei quali saranno imbarcati nelle nuove navi da guerra egiziane.
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