Processo Beta. Giuseppe Denaro: “Ci conoscemmo tutti all’Irrera bar…”
“Ivan Soraci è stato il mio primo
collegamento con Vincenzo Romeo. A Soraci lo conosco dal 2007-2008. Lui era
dipendente di un mio ex socio all’interno della società P & F, il dottore
Giuseppe Denaro che all’epoca gestiva il bar Irrera a Messina e in questa
attività Ivan Soraci aveva la funzione di direttore commerciale. Quest’ultimo
mi aveva messo in contatto con il gruppo Santapaola-Romeo per fare investimenti
nel settore immobiliare e voleva riconosciuto per questo il 25% degli introiti.
Io ero comproprietario insieme a Denaro e all’ingegnere Giuseppe Puglisi della
P & F S.r.l. che aveva un terreno edificabile commerciale a Villafranca
Tirrena, acquistato da una società che aveva in gestione la liquidazione del
territorio dove sorgeva l’ex Pirelli (…) Nel 2011 sono stato costretto a
vendere le quote della P & F che detenevo per 220 mila euro, quindi quasi
ad un terzo del valore del mercato, allo stesso Giuseppe Denaro che a sua volta
è stato costretto ad acquistare sotto pressioni e minacce fatte da Ivan Soraci
in prima persona e poi da Maurizio Romeo, fratello di Vincenzo Romeo, il quale
gestiva con il Soraci il locale Bottegaia”. Così all’udienza del processo Beta del 12 marzo 2019, il costruttore
Biagio Grasso, già contiguo al gruppo criminale dei Romeo-Santapaola e odierno
collaboratore di giustizia, ha ricostruito una tortuosa transazione finanziaria
che avrebbe poi permesso al potente clan mafioso peloritano di incassare una
rilevante somma di denaro. Presunto prestanome per conto dei Romeo-Santapaola nella
gestione dell’affare un noto professionista, Fabio Lo Turco, oggi accusato al
processo Beta d’intestazione fittizia dei beni al fine di eludere le disposizioni in materia
patrimoniale. “Nel 2010 conobbi
attraverso Ivan Soraci tale Fabio Lo Turco”, ha riferito il costruttore sempre
all’udienza del marzo scorso. “Ho preso informazioni su di lui, veniva da una
famiglia per bene, lo zio era stato Presidente, mi pare, del Tribunale; il papà
è stato un medico importante; la sorella era giornalista…”.
A tratti
discordante la testimonianza resa davanti ai giudici del Tribunale di Messina
dall’ex socio indicato da Biagio Grasso, l’imprenditore Giuseppe Denaro, noto
in città per essere stato per anni il patron di uno dei bar-pasticceria più
rinomati, l’Irrera della centralissima Piazza Cairoli. Denaro ha negato di aver
ricevuto pressioni indebite o minacce da parte del clan mafioso o da Ivan
Soraci, già alle dipendenze delle società del gruppo Denaro con importanti
mansioni gestionali, anch’egli imputato eccellente nella seconda tranche del
procedimento penale contro la famiglia Romeo-Santapaola. Sempre secondo quanto
riferito da Giuseppe Denaro, quella della contorta transazione delle quote
sociali della P & F S.r.l. sarebbe stata una normale operazione finanziaria
che avrebbe pianificato con la speranza di ottenere importanti utili grazie
alla realizzazione di un centro commerciale a Villafranca Tirrena. Alla fine,
però, il progetto sarebbe sfumato e insieme ai contitolari di P & F (il
fratello Antonio Denaro e il costruttore Giuseppe Puglisi), l’imprenditore si
sarebbe ritrovato con un rilevante debito nei confronti del gruppo bancario che
aveva generosamente contribuito a finanziare l’affaire.
Ma ecco cosa
ha risposto in udienza il teste Giuseppe Denaro alle domande del Pubblico
Ministero, la dottoressa Liliana Todaro.
PM: Vuole riferire le vicende che hanno
riguardato la P & F con un acquisto di una quota di questa società che lei
ha operato?
Denaro: Sì, sono i fatti riconducibili a
quelli che sono gli interrogatori che ho già fatto con i ROS dei Carabinieri. Sostanzialmente
io ho acquistato una quota della P & F; ero già titolare di un quota al suo
interno indirettamente tramite la mia società, la GDH S.r.l.. Mi fu prospettata
l’ipotesi di poter acquistare una ulteriore quota di partecipazione, pari a
circa il 33%, che era detenuta da Fabio Lo Turco. Più che opportunità, questa
ipotesi mi venne prospettata da un mio ex collaboratore aziendale di nome Ivan
Soraci e io a quell’epoca valutai di poter acquisire questa quota anche non
avendone la disponibilità di denaro. In prima battuta sapevo che quella quota
era stata acquisita dal signor Lo Turco e che all’epoca era di proprietà della
società che conoscevo, la Carmel S.r.l., che faceva riferimento in qualche modo,
indirettamente o direttamente, non so esattamente quale fosse la compagine
societaria, al signor Biagio Grasso. In una prima battuta, non avendo la disponibilità
economica, valutai l’ipotesi di qualche imprenditore che potesse essere vicino,
in modo tale da poter accompagnare quella che era l’operazione immobiliare,
anche perché dalle mie informazioni il signor Lo Turco non aveva intenzione di intraprenderla.
L’acquisto che lui aveva fatto di questa quota non era finalizzato al voler
concorrere ad un’operazione immobiliare che si auspicava che potesse essere
portata avanti, ma che era derivante da una compensazione che lui aveva con la
società Carmel. Quindi deteneva questo bene, ma non era interessato a
continuare e quindi era disponibile a cederlo.
PM: Tutte queste cose lei come, da e in
che contesto le ha apprese? Cioè, chi era questo Fabio Lo Turco che ad un certo
punto diventa socio di una società che si chiama P & F ed è disponibile a
vendere a lei la quota che non ha i soldi per comprarsela?
Denaro: A me viene presentato da Ivan
Soraci, un mio ex dipendente da anni, quindi dove c’era anche un rapporto di
collaborazione maturato e quindi anche un senso di fiducia nell’interlocutore. Per
cui io non sospettai che ci potesse essere chissà altro. Quindi mi si prospettò
questa situazione; io la valutai da un punto di vista squisitamente
imprenditoriale. Né più e né meno.
PM: Cioè nel corso di questi colloqui
che lei ebbe con Ivan Sovraci, apprese che le quote erano di Grasso o lo sapeva
già lei?
Denaro: Allora io sapevo originariamente che
le quote erano della Carmel…
PM: Che era di chi?
Denaro: Devo dire la verità,
originariamente c’era un intersesse di Grasso su questa Carmel; poi se fosse
diretto o indiretto, non lo so. Se erano riconducibili o meno direttamente alla
persona fisica, oppure se erano intestati ad altri? Io non so esattamente chi
fosse la compagine societaria della Carmel, ma per me il riferimento era Biagio
Grasso, ecco. Non pensavo che potessero essere intestate al padre o intestate
ad altri, per me il riferimento storico è sempre stato quello.
PM: Di questa Carmel lei era socio?
Denaro: Di questa società Carmel
originariamente ero socio, perché la costituimmo allora e c’era anche Biagio
Grasso che intervenne, c’era anche l’ingegnere Puglisi, c’era anche mio
fratello… Fu costituita perché si pensava di dover fare non so quale operazione
di tipo immobiliare, ora non la ricordo.
PM: Non lo sa?
Denaro: No, proprio, perché fu un flash… Poi
superati i sei mesi circa, cinque mesi, non se ne fece più nulla. Forse era più
una intenzione o una manifestazione di intenzioni piuttosto che una realtà. Poi
questa cosa scemò, non ci fu nessuna situazione e ricordo che il signor Grasso
disse che, siccome aveva bisogno di costituire una società per un fatto
squisitamente e prettamente economico, fra mettere in liquidazione questa e
dover spendere soldi per costituirne un’altra, allora facemmo la cessione delle
quote al valore nominale. Se uno guarda l’atto costituivo figuro io, anzi credo
che fossi anche amministratore. Poi successivamente questa società è stata ceduta
per intero senza che avesse mai svolto nessuna attività e credo non ci siano
stati manco movimenti contabili. Quindi una scatola vuota che poi… Ecco, devo
dirle con sincerità, non riesco a ricordare all’epoca quale fosse la paventata
operazione…
PM: Esiste un collegamento tra la
Carmel e la P & F? Cioè, come arriva Lo Turco nella P & F?
Denaro: Esiste un collegamento tra la
Carmel e la P & F. Allora, della P & F la quota era detenuta dalla
Carmel; poi io vengo a conoscenza che il signor Lo Turco ha acquistato la quota
della Carmel. Ne vengo a conoscenza perché mi viene detto dal signor Soraci che
c’è questa situazione determinata da quell’elemento…
PM: Scusi se la interrompo, lei è socio
di una società che si chiama P & F?
Denaro: Sì.
PM: Ad un certo punto in questa società
entra il signor Lo Turco, tanto è vero che poi le vende le quote e lei questo
lo apprende da Soraci, cioè la proprietà è sua e Soraci le dice che lei ha un
socio…
Denaro: No, ascolti, il discorso è questo: la
P & F non è una società operativa, è una società che ha fatto un’operazione
squisitamente di tipo di cessione di una porzione di un terreno che aveva
acquisito, non ha una attività, è semplicemente un veicolo giuridico per la
gestione di quella che è un’operazione immobiliare, dell’acquisto e della
rivendita del terreno. Quindi diciamo che dopo avere venduto questa prima parte
di terreno, la società entrò in una situazione dormiente perché non c’era
nessuna opportunità, non c’era stata possibilità, nessun tipo di contatto per
poter portare avanti ancora l’operazione. Penso che forse era già passato più
di un anno, un anno e mezzo, per cui era una cosa lasciata lì come tante cose… Poi
uno ha altre attività, si occupa delle gestioni quotazione aziendali, non era
un’azienda in cui ogni giorno uno ci lavora e poi improvvisamente appare un
socio.
PM: Che si lavori o no a un certo punto
in questa società comunque entra il signor Lo Turco…
Denaro: Sicuramente.
PM: Chi è Lo Turco e come lei apprende
questa circostanza? Da Soraci?
Denaro: Io apprendo questa circostanza da
Soraci e la mia attenzione è rivolta principalmente a valutare se poteva essere
veramente un’opportunità e capire sulle prospettive di mercato se questo
acquisto potesse essere un elemento di vantaggio.
PM: Quindi lei dice che voleva aumentare
la sua partecipazione?
Denaro: Esattamente.
PM: Siccome lei è socio di suo fratello
e del signor Pugnisi, perché non ha chiesto a questi due di vendergli la quota
e l’ha chiesta al signor Lo Turco?
Denaro: È al contrario, mi scusi, io non
ero alla ricerca di un aumento della mia quota. Mi è stato proposto l’acquisto,
quindi non è che nasce da me che avevo desiderio di avere un quota superiore.
Mi nasce dall’opportunità, anche perché non c’era un elemento per cui qualcuno
volesse vendere, c’era questa volontà di dismissione della quota che per me
significava più che altro riuscire ad acquisire, perché aveva un suo peso,
avrei acquisito la maggioranza della società. Quindi sul prosieguo dell’operazione
avrei vestito un carattere di una maggiore autonomia…
PM: Quando lei acquista questa quota nel
novembre del 2011, che cosa ci dovevate fare con questa società? Cioè quale
doveva essere il progetto di sviluppo?
Denaro: Allora, il mio progetto di sviluppo
di questa società era legato a portare avanti l’approvazione di un progetto per
la realizzazione di una struttura commerciale.
PM: In che stato era questo progetto?
Esisteva già?
Denaro: Esisteva già, era già stato
presentato al Dipartimento urbanistico per una approvazione, era già stato discusso
allora anche con l’ufficio tecnico. Non distinguo esattamente il confine fra il
prima e dopo, perché me ne sono occupato indipendentemente da questo.
PM: Prima e dopo rispetto a cosa?
Denaro: Rispetto all’acquisizione della
quota. Nel senso che io mi sono occupato sia di questa operazione immobiliare e
anche quando...
PM: Scusi, siccome lei la paga 220.000
euro questa quota, che logica economica ha? Perché lei compra questa quota? Per
farci cosa?
Denaro: Le sto dicendo che c’era un
processo in corso di approvazione di un progetto per la realizzazione di una
struttura commerciale che doveva essere sinergica e di affiancamento a quello
che era già stato fatto nell’altra porzione di terreno, perché inizialmente la
società P & F era titolare di un terreno, un lotto unico, di questo ne ha
venduto metà alla società Eurospin che ha realizzato successivamente un
supermercato. Allora io mi occupai di fargli avere… chiaramente di fare
approvare il progetto, di avere anche la concessione edilizia, quindi il terreno
fu ceduto dopo avere completato tutto l’iter amministrativo delle concessioni. La
logica dell’altro terreno sarebbe stata esattamente speculare, cioè avere
l’autorizzazione, le concessioni edilizie, poi trovare un’opportunità sul
mercato di qualcuno che potesse acquistare completamente un’operazione conclusa
e non un semplice terreno.
PM: Era una operazione che era in piedi
da quanto tempo questa sulla parte di terreno non venduto? Perché abbiamo
appreso che un altro pezzo di terreno era stato già venduto all’Eurospin e
esisteva comunque un centro commerciale. È corretto?
Denaro: Un supermercato.
PM: La prospettiva imprenditoriale, il
progetto, l’operazione riguardante lo sfruttamento dell’altra metà del terreno,
che poi viene pignorato, da quanto tempo era in piedi e com’è che questa
operazione, che lei ci prospetta, ha un collegamento con la sua esigenza in
quel momento di comprarsi altre quote di una società di cui lei detiene già un
quota significativa di capitale?
Denaro: Sì, sì, ma il concetto era di
aumentare la mia partecipazione, perché se si fosse prospettata la stessa
soluzione del precedente ci sarebbe stata l’opportunità di guadagnare.
PM: In quel momento specifico c’era
qualche elemento, qualche dato che le facesse ritenere che l’operazione sarebbe
andata in porto in tempi celeri?
Denaro: Le condizioni del mercato in quel
momento non mi facevano presupporre ovviamente una situazione di tipo diverso,
io ero assolutamente fiducioso che si sarebbe potuto portare avanti. Certo,
cominciava già un po’ la crisi del sistema, però non era così evidente e così
forte, non si era manifestata nella sua reale portata. Sicuramente ne aveva
ridimensionamento quelle che erano le possibilità, però dall’altra parte io
ritenevo che quantomeno si sarebbe potuto raggiungere lo stesso obiettivo,
anche perché in qualche modo la vicinanza di una struttura articolata, che
funzionava, era d’aiuto su un ipotetico avviamento di chi si sarebbe dovuto
insediare successivamente. Per me c’erano tutte quante le condizioni affinché potesse
essere un’operazione, nella sua dinamica, da poter portare avanti. Il mio
interesse poteva essere, parliamoci chiaro, l’opportunità eventualmente di
poter, rischiando di più, ma di poter guadagnare di più. Questo era
l’obiettivo, semplicemente quello che mi guidava nella scelta…
PM: In quel momento quali erano i suoi
rapporti col signor Grasso Biagio?
Denaro: Economici…
PM: Lei fondamentalmente compra una
quota che fino a qualche tempo prima, non sappiamo neppure quanto, comunque era
di Grasso?
Denaro: Sì.
PM: Poi in qualche modo, formalmente,
diviene riferibile al signor Lo Turco?
Denaro: Il mio rapporto con Grasso chiaramente
ha una sua evoluzione nel tempo… C’era un momento di molta distanza, nel senso
che ci si era… All’inizio ci si frequentava, nel senso che non ci si
frequentava da un punto di vista amicale, da un punto di vista… Perché aveva
posizioni distanti, era semplicemente collaborazione di tipo squisitamente
lavorativo, rispetto al suo trascorso e quelli che potevano essere i miei intersessi,
poi il fatto di condividerlo in una compagine societaria condivisa. Però da
tempo io mi ero allontanato, nel senso che erano nate tutta una serie di
situazioni, di frizioni, derivanti da elementi della vita quotidiana o altra,
per cui non che gli fossi stato mai molto vicino… Poi se non sbaglio lui viveva
lontano, nel senso non ci si vedeva più, ma io mi ero raffrontato nella
gestione, tanto che, devo dirle la verità, era successo qualche fatto
increscioso che in qualche modo aveva incrinato, da me nei suoi confronti,
quella che poteva essere la gestione di un rapporto sereno.
PM: Rispetto a questo acquisto suo delle
quote del Lo Turco, quand’è che Soraci le presentò Fabio Lo Turco?
Denaro: Prima mi prospettò che c’era questa
ipotesi e poi me lo fece conoscere.
PM: Quanto tempo prima rispetto alla
cessione delle quote? Risulta che a lei viene erogato un mutuo nel settembre
del 2011, è corretto?
Denaro: Sì, no… settembre? Le date esatte,
devo dirle la verità, non le ricordo, ma probabilmente se questo risulta è lui,
perché se c’è… Non ricordo esattamente, ma il documento chiaramente… Il tempo è
stato abbastanza breve, perché credo che tutto si sia chiuso… Diciamo che più
l’attesa da parte della banca che doveva deliberare quella che era l’emissione
del finanziamento, quindi probabilmente sarà passato un mese, due mesi, ma
questi qua più legati ai tempi tecnici… Diciamo che io lo incontrai, è chiaro ed
evidente che il mio interesse non era la persona, il mio interesse era
concentrato su che cosa sto facendo, cioè l’idea di avere un esborso di denaro…
Non avevo altra possibilità, ma con l’obiettivo in tempi brevissimi di riuscire
a rimettere in pista l’operazione.
PM: Quando Soraci le presenta questo
Fabio Lo Turco che cosa le dice di lui? È uno che è già socio di fatto della
sua società, della P & F? Che in qualche modo detiene le quote che erano
prima della Carmel?
Denaro: Me lo presenta, mi fa tutta una
premessa dicendomi che è una persona per bene, un persona di Messina, che ha
delle parentele riconducibili a persone, diciamo di quello che condivido come
mio ambiente, cioè riconoscibile, quindi me lo mostra come una brava persona.
Io poi quella volta che l’ho conosciuto mi è sembrato una persona a modo, ecco,
non ho paventato nessuna situazione particolare, come adesso apprendo dalla
stampa o da altro.
PM: Lei non ha assunto informazioni su
chi fosse questo Fabio Lo Turco, se fosse un imprenditore, per quale ragione
fosse nella sua società in quel momento e le vendesse poi le quote?
Denaro: No, informazione che…
PM: Che lavoro faceva questo Fabio Lo
Turco, per esempio?
Denaro: No, non ho assunto questo tipo di
informazione.
PM: Quindi lei diviene socio di uno che
non sa neppure chi è?
Denaro: Allora, a me viene presentata
questa persona, che io non conoscevo, so che tutto questo deriva da una
situazione in essere fra Biagio Grasso e questa persona di cui non ne conosco
quelli che possono essere i risvolti...
PM: Quale era questa situazione?
Denaro: Che avessero compensato delle
situazioni di crediti e debiti tra di loro e che tutto questo sarebbe stato
così, in qualche modo, mettere nelle condizioni il signor Lo Turco, perché non
era interessato a portare avanti l’iniziativa imprenditoriale, ricollocando
queste quote sul mercato, di avere l’opportunità di riuscire a recuperare
quelle che erano la liquidità o quelle che erano le sue spettanze.
PM: Quindi lei in quel momento ha
pessimi rapporti, se ho compreso bene, o comunque scarsi rapporti con signor
Biagio Grasso?
Denaro: Sì, sì, nel senso che io non lo
chiamo nemmeno.
PM: Però si relaziona con una persona
che è il signor Lo Turco, il quale ha comunque della pendenze, delle questioni
economiche con questo Grasso Biagio… Perché va avanti o non assume informazioni
più approfondite? Si fida di Soraci?
Denaro: Io devo dirle, il punto centrale è
che io l’ho fatto tanto per anni, mi fido di Soraci, ma perché più volte mi
sono affidato, in tutta l’attività imprenditoriale, per cui come dire è un
collegamento di una persona a cui ho dato anche ruoli di responsabilità, gli ho
affidato deleghe importanti, quindi in quel momento, per me, mi sta parlando un
uomo di fiducia che mi propone questa situazione… Dall’altra parte mi rendo
conto che sicuramente la situazione, la titolarità, poi la garanzia me
l’avrebbe data il notaio e quindi non avrei avuto motivo, perché
sostanzialmente il mio concetto era il bene è quello, il bene, è la quota della
partecipazione. Non le nascondo che ero probabilmente, anche forse ingenuamente,
molto più concentrato in quel momento a capire cosa questo mi avrebbe potuto
comportare nella gestione dell’opportunità imprenditoriale e tutto quanto il
resto l’ho vista come una cosa che passava.
PM: Anche in precedenti occasioni o
eventualmente successive il signor Soraci le prospettò, le segnalò degli
affari, delle vendite di quote, delle operazioni societarie?
Denaro: No. È l’unica volta che successe e
i nostri rapporti, perché quando successe lui aveva cessato di essere
dipendente mio. O quanto meno eravamo alla fine del rapporto di…
PM: Lei chiese a Soraci se
eventualmente, in questa vicenda, lui c’entrasse qualcosa, se avesse rapporti
con Lo Turco, se avesse rapporti con Grasso?
Denaro: No. No non chiesi, non ci fu motivo
di chiederlo.
PM: Perché non ci fu motivo di
chiedere?
Denaro: Non mi è stato prospettato; che
interessi ci dovevano essere, tra di loro? No, io so che era un rapporto di
conoscenza, tutto qua. Sapevo che Soraci conosceva anche Biagio Grasso, quindi
come dire nella trasparenza della persona di fiducia che mi propone una
situazione, ma come succede nelle realtà aziendali che tante volte mi proponeva
situazioni gestionali e nello scambio era facciamo
come dici tu, cioè non era un estraneo che mi sottoponeva questa cosa.
PM: Ma Soraci in questa vicenda cosa
c’entra? Cioè, è Soraci che le porta Lo Turco?
Denaro: Me la pone come possibilità, tutto
qua. Solo perché è una persona vicina a me, probabilmente ha pensato che
potesse esserci…
PM: Lei si mostrò da subito disponibile
ad acquistare questa quota o si risolve eventuali a altri? Parlò con qualcuno?
Denaro: Inizialmente, il mio primo pensiero
fu di trovare qualcun altro che potesse accompagnare l’operazione e mi rivolsi
all’ingegnere Arcovito, di nome Francesco, se ricordo bene, sì. Che avevo
conosciuto da poco, però…
PM: Quindi se ho compreso bene, lei non
ha i soldi per pagare questa quota?
Denaro: No, assolutamente, io non ho i
soldi. Gli prospetto questa situazione e gliela illustro, anche perché lui era
un costruttore e quindi aveva anche delle realtà operative, quindi lo vedevo
inizialmente che potesse essere sinergico nel portare avanti un’iniziativa. Avendo
dentro eventualmente un costruttore poteva essere funzionale anche a portarla
in un primo stato di avanzamento, prima della vendita, trovare delle soluzioni
che potessero essere, o avere contatti sul mondo dell’immobiliare, che potesse
essere strategico, o sinergico, su questa situazione. Lui inizialmente mi
prospettò una ipotesi di interessamento, infatti questa cosa andò avanti
probabilmente per almeno una settimana, perché gli portai le carte e ci
incontrammo e tutto il resto. Poi a un certo punto lui declinò l’invito dicendo:
No, guarda, in questo momento ho delle
difficoltà su altri fronti, per cui non riesco ad affrontarle, quindi la
sua scelta fu determinata da fatti, lui mi diceva di avere difficoltà su altri
cantieri, un cantiere di Roma o roba del genere. Vedendo questo mi sono un po’
messo in ballo io, ma…
PM: Ne parlò con gli altri soci
eventualmente per dividere o per ripartire l’acquisto dell’altra quota, cioè
suo fratello e il signor Puglisi?
Denaro: No, ero certo che mio fratello non
avrebbe potuto, o sicuramente non sarebbe stato interessato perché lui ha
sempre vissuto una vita molto marginale su queste cose. Il coinvolgimento che
fu allora di mio fratello era più di tipo affettivo o altro, è un modo per
condividere un qualche cosa, al di là del guadagno. Mentre per Puglisi sapevo
bene che lui non avrebbe avuto l’occasione o le disponibilità finanziarie per
potere affrontare una cosa di questo genere.
PM: Come lei… Ma se l’operazione era
allettante, perché significava aumentare la partecipazione al capitale potevano
essere interessati, tant’e e che Puglisi poi dà anche l’ipoteca sul terreno al
momento del finanziamento bancario…
Denaro: Sì. Devo dirle il discorso della
disponibilità finanziaria io lo intendo a quell’epoca maggiormente. Oggi il
discorso è diverso, ma proiettiamoci in quel contesto economico, per me
disponibilità economica significa disponibilità di accesso al credito, in quel
momento io non avevo disponibilità finanziaria ma avevo un potenziale accesso
al credito, quindi quando dico che Puglisi non aveva disponibilità nel senso
sia l’uno che l’altro, non aveva disponibilità di accesso al credito.
PM: Lei quindi fa un mutuo. Prende
dalla banca 220.000 euro da restituire in due anni; come li avrebbe restituiti
questi soldi?
Denaro: Allora, li avrei restituiti…
PM: È pacifico che lei non li abbia
restituiti; quanto meno una cifra consistente?
Denaro: No, ma infatti. Tecnicamente io
chiesi di fare un finanziamento di questi 220.000 euro con un preammortamento
di due anni, con la logica di andare a pagare nei primi due anni, semplicemente
la quota di interessi che era abbastanza contenuta, probabilmente alcune
centinaia di euro al mese, quindi facilmente sopportabile rispetto a quello che
era il mio contesto finanziario disponibile. Con l’aspettativa assolutamente
fondata che nel giro di questi due anni io avrei sicuramente portato a
compimento l’operazione e quindi, anzi pensavo che fosse anche più rapido, devo
dirle la verità. Oggi il discorso è diverso, però fu questa l’attenzione.
PM: Se ho compreso bene, nel momento in
cui lei acquista questa quota di Lo Turco, di altri imprenditori, di acquirenti
interessati a costruire su quel terreno non ce sono?
Denaro: No, in quel momento imprenditori
non ce ne sono perché il mercato non è stato sollecitato, perché l’obiettivo
era sempre quello di definire prima la concessione edilizia. Mettere
un’operazione sul mercato quando ancora la concessione edilizia non è stata
rilasciata non fa bene perché è meglio portarla già completa, perché possa
essere opportuna. Sicuramente però il contatto che c’era stato con l’Eurospin
presupponeva che ci potessero essere delle…. Cioè, in quel momento era una
economia molto più fluida, c’era grande interesse per quelle che erano le
strutture commerciali, quindi era più una sensazione che una ricerca di mercato
specifica, anche perché l’operazione indipendentemente da tutto, poteva prendere
anche diversi risvolti. Se si fosse riusciti a trovare la vendita anche di una
parte del fabbricato, anziché del terreno, si sarebbe potuto dire con il pezzo
di fabbricato che vendo sopporto i costi di costruzione e poi si vende
costruita, anziché vendere semplicemente il terreno. Le dinamiche che si sarebbero
potute sviluppare erano di vario genere, ma non c’era un interesse specifico o
la ricerca di qualcuno che volesse 5.000 metri di terreno edificabile.
PM: Quanto deve lei ancora alla banca?
Denaro: Allora, la banca, il debito GDH… è
stata fatta una transazione.
PM: È socio unico lei di questa?
Denaro: Sì, un anno e mezzo fa, a maggio,
una transazione per chiuderla a 110.000 euro, è stata rateizzata in 36 mesi,
quindi siamo a metà del percorso esattamente, la residua parte sarà circa
60.000 euro.
PM: Quindi la banca ha transato, si è
accontentata di 110, a fronte di?
Denaro: A fronte di… quale fosse in quel
momento il debito probabilmente intorno…
PM: Lei ha chiuso lo stralcio del 10%,
20%, 50%, quanto?
Denaro: Io non ricordo in termini di
percentuali, credo che fosse intorno ai 150.000 euro, ma le sto dando un numero,
perché orientativamente essere quello è il punto di arrivo… Ritengo che possa
essere stata una transazione di questa misura, non penso di più.
PM: Fu scelta questa banca per qualche
ragione particolare, per avere questo mutuo?
Denaro: No, fa casuale perché era una banca
con cui avevo rapporti con l’altra azienda che gestivo e quindi c’era un
rapporto di frequentazione dell’istituto.
PM: A noi risulta che anche Lo Turco
avesse un rapporto bancario presso questa banca; fu scelta anche per questa
ragione?
Denaro: No, no, rapporti con la banca era
perché io avevo i conti aziendali all’interno.
PM: Lei questo Lo Turco l’ha visto
quante volte nella sua vita?
Denaro: Forse tre. Non le conto, ma sono
stati pochissimi gli incontri. Sicuramente il momento dell’atto, il primo
incontro.
PM: Le risultava un rapporto di
frequentazione con il signor Soraci?
Denaro: Con Lo Turco? Di conoscenza sì, di
frequentazione no.
PM: Le risultava un rapporto tra Lo
Turco e Grasso, oltre a quanto lei apprese in quella circostanza?
Denaro: No, esattamente nei limiti e nella
situazione che le ho descritto.
PM: Soraci poi si è dimesso dalla
società del bar Irrera?
Denaro: Sì.
PM: Per qualche ragione particolare,
lei lo sa?
Denaro: No, non ci fu assolutamente. Me lo
chiese molto tempo prima di quando si è effettivamente realizzata; gli chiesi
di rimanere perché per me era, mi risolveva… aveva un ruolo gestionale che per
me in quel momento era importante. Poi permase altri cinque, sei mesi, un po’
di mesi in più… Poi ovviamente lo lasciai andare nella sua volontà di potersi
fare un’attività, perché aveva questa intenzione di farsi un’attività in
proprio.
PM: Quando lei apprende che Lo Turco ha
delle pendenze con Grasso e per questo ha la quota e intende rivenderla, è
presente anche Soraci? Quando lei discute con Lo Turco di questa cessione di quote,
è presente anche Soraci?
Denaro: No, al contrario, questa cosa non
me la dice Lo Turco, questo argomento con Lo Turco non l’ho mai trattato, io so
questa cosa da Soraci, perché mi giustifica il motivo per cui ce le ha… Io con
signor Lo Turco, guardi, i rapporti che ci sono stati non sono legati al fatto
che era deciso, era molto semplice cedere delle quote, ma è stato semplicemente
un fatto per conoscersi, la chiacchiera al bar, giusto per convenevoli, anche
perché non mi sono seduto con lui a fare una trattativa, non c’è stato il
processo, è stato semplicemente un’ipotesi, questo
è il prezzo e una mia valutazione, che forse è stata quella della ricerca
di risorse finanziarie più che altro. Ma non c’è stato motivo…
PM: Le ho chiesto del mutuo. Risulta
quando è stato erogato, ma complessivamente da quando Soraci le dice questa
cosa, al momento in cui si realizza la cessione delle quote e lei acquista,
quanto tempo passa?
Denaro: Le ho detto, sono tempi tecnici, ma
penso che sia stato breve, forse uno o due mesi, non penso di più. Il tempo di parlare
con…
PM: Soraci quando se ne andò, si dimise
dal bar Irrera, che fece?
Denaro: Si dimise dietro bar Irrera, lui
era nel contempo anche amministratore della struttura che gestiva il
laboratorio, che faceva la produzione per conto del bar Irrera… Poi si dimise
anche da amministratore e poi so che lui avviò questa attività che è sulla
Tommaso Cannizzaro, che aveva voglia di aprire questa attività legata al suo
vecchio mestiere, che era quello di addetto alla salumeria, quindi di questa
sua voglia di fare un attività di tipo imprenditoriale.
PM: Con chi la fece questa attività
imprenditoriale?
Denaro: Io non avevo notizie e non ho
notizie con chi la fece, io ho sempre visto che era lui che la faceva. Questo è
stato il suo racconto, nella fase preliminare in cui pensava di farla, che me
la descrisse e me la raccontò per come era intenzione di definirla, di
impostarla. Poi devo dirle che i rapporti, come succede, si sono allontanati,
per cui mentre prima ci si condivideva ogni giorno anche magari pure qualcosa
di personale, poi alla fine ci si separò del tutto.
PM: Lei apprese con chi?
Denaro: No, per me era lui, cioè non c’era
qualcun altro, per me era lui che faceva questo tipo di attività. Che ci fosse
un rapporto con qualcun altro o che fosse in società con qualcuno, non è mai
trapelata una situazione di questo genere. Io non ne sono venuto a conoscenza.
PM: Lei è stato sentito il 12 novembre
del 2018 da appartenenti al ROS Carabinieri e ha dichiarato: Sino al 2013, 2014, Soraci rimase con
l’incarico di essere ed era dipendente del bar, ma già da tempo si era
allontanato dalla gestione operativa. Io tentai di trattenerlo; dopo sei-otto
mesi lui decise di andare via e aprire il proprio locale, mi riferisco alla
salumeria Bottegaia di via Tommaso Cannizzaro. Il Soraci mi dice che si era
stancato di quell’attività e voleva lasciare il posto di lavoro presso la mia
società. ADR: Conobbi il socio di Soraci Ivan, Romeo Maurizio, in una occasione
in cui passavo da via Tommaso Cannizzaro, davanti alla loro salumeria….
Denaro: Sì, sì. Lo conobbi, nel senso che,
capiamoci, nella fase istituente, quando lui decise di andare via, io sapevo
che lui avrebbe fatto questa attività. Ci fu dopo che lui aveva aperto, ma
questo qua alcuni mesi dopo, perché mi ricordo che andai all’inaugurazione o
altro… Successivamente io incrociai uno dei signori, incrociai là di fronte, se
ricordo bene, uno dei signori Romeo di cui devo dirvi non ricordo il nome
perché sono tantissimi, e lui mi accennò questa cosa, che aveva un rapporto di tipo
societario.
PM: Lei qui dice Romeo Maurizio. Lei dice: Conobbi
il socio di Soraci Ivan, Romeo Maurizio.
Denaro: Incrociai a Soraci e Romeo Maurizio
nel tavolo… Il discorso di Maurizio, che si chiami Maurizio, io ricordo
perfettamente che nella mia dichiarazione dissi che siccome sono tanti, io non
li riconosco visivamente… Poi ho guardato anche le foto, dopo che mi è stata
posta la domanda per cui non potevo rispondere con cognizione, me ne sono
sembrati due che avessero un volto in termini di età più o meno simile, molto
probabilmente riconosco più in Maurizio, credo che sia Maurizio, rispetto a un
altro che in qualche modo si capisce che hanno un rapporto di parentela vicina.
Sicuramente che abbia la stessa età, ma probabilmente è Maurizio, dal mio ricordo
visivo è Maurizio, non perché io l’abbia chiamato di nome o mi sia stato
presentato… Per me è un viso a cui collego un nome. Quindi è legato soltanto al
mio ricordo visivo, non a una conoscenza.
PM: Su quale foto lo vide? Una foto che
faceva riferimento a cosa?
Denaro: Ho foto che c’era all’interno del…
pubblicata dalla stampa, che pubblicizzava chiaramente e divulgava quelle che
erano le informazioni relative a questo processo.
PM: Cioè che Romeo Maurizio era stato
arrestato?
Denaro: Che c’era un processo in corso, che
c’erano stati degli arresti e ho visto delle classiche foto, nel guardare ho
riconosciuto una di quelle foto. Fra due, quella più probabile era lui.
PM: E l’ha riconosciuto come quel
soggetto che le era stato presentato da Soraci Ivan come suo socio, è corretto?
Denaro: Sì, a questi anni di distanza,
visivamente.
PM: Lei poi disse a Soraci: Sì, che avrebbe comprato… E come avrebbe
pagato, in che forma?
Denaro: La forma allora fu anche quella
indicata all’interno, lo comunicai al notaio, perché ovviamente andava indicata
nell’atto. C’era una prima parte un po’ più modesta, che era inserita in prima
battuta, che fu pagata, penso, in assegno bancario e il resto, la parte più
importante, che poi ho accertato che è stata fatta con bonifico.
PM: Di queste circostanze Soraci fu
informato?
Denaro: No, non ricordo di averlo
informato. Che motivo c’era? Per me era un atto conclusivo. Sulla modalità di
pagamento?
PM: Sì.
Denaro: Sì, nel senso che credo che sarà
stato più facile che io l’abbia condiviso con lui che avere chiamato… Lui si
era posto un po’ come interfaccia fra una persona che non conoscevo. E’ chiaro
che c’è stato un punto di incontro per il pagamento, ma è stato un pagamento
che anziché essere all’atto sarà stato dopo dieci, venti giorni, una cosa di
questo genere.
PM: Io le ho chiesto: lei informò
Soraci che effettivamente aveva acquistato? Sì o no?
Denaro: Che avevo acquistato? Penso di sì,
nel senso che il giorno in cui si sarebbe fatto l’atto lui sarà venuto a
conoscenza.
PM: Per quale ragione?
Denaro: Non c’era un motivo, non ricordo.
PM: C’è uno che le dice: comprati questa quota perché ti presento
questo che la vuole vendere? Che ragione c’è di dire a questa persona: Sì, ho comprato e magari dirgli anche
come?
Denaro: No, ma nel momento in cui avevo…
Sul come no, probabilmente no…
PM: Riferì lei a Soraci come
eventualmente avrebbe fatto fronte a questo acquisto?
Denaro: Devo dirle la verità, non riesco a
ricordare, nel parlare… Il concetto che voglio esprimerle in questo momento è
che io su questo argomento mi sentivo con Soraci e mi vedevo quelle poche volte
con Lo Turco. Dico, non escludo che ci sia stata l’occasione di parlarne con
lui, perché era un fatto naturale, dato che… E’ come se c’è un agente
immobiliare che ha optato per l’acquisto e la vendita di un appartamento, cioè
era come un intermediario in quel momento.
PM: Sì, solo che non faceva l’agente
immobiliare e in genere gli agenti immobiliari percepiscono un compenso. Percepì
un compenso per questa vicenda?
Denaro: No, assolutamente. No, facevo
l’assimilazione nel senso che è un rapporto triangolato, non è un rapporto
singolo. Quindi gestito con la logica che sono tre soggetti che partecipano…
PM: Lei ha detto che non si ricorda o
comunque non disse a Soraci?
Denaro: Sicuramente lui lo seppe, lo
comunicai, ma non come un fatto importante… Ecco, lo comunicai come un fatto
di… perché si era in attesa che ci fosse questo finanziamento e ci fu il
momento in cui poi, alla fine, il finanziamento fu concesso, ci fu il
beneplacito da parte della banca di erogarlo.
PM: Lei dice, in questo verbale, a
contestazione parziale, 12 novembre 2018: Allora
parlai con Francesco Arcovito, al quale feci vedere il terreno… Lei riferì
a Soraci di questa trattativa con Arcovito e del suo esito?
Denaro: Penso di sì.
PM: Pensa di sì?
Denaro: Sì, sì, no, cioè non ne ho un
ricordo… Lo deduco, perché è un fatto…
PM: Leggo quello che lei ha dichiarato,
a contestazione, visto che ha detto penso, non ricordo… Mi occupai di verificare se vi fosse qualcuno interessato all’acquisto;
allora parlai con Francesco Arcovito, al quale feci vedere il terreno. Inizialmente disse sì, ma poi
successivamente si tirò indietro in quanto affermò di avere dei problemi
relativi alla propria azienda. Quando dissi a Soraci del mancato affare, gli
riferii che mi sarei dato da fare per trovare un nuovo acquirente.
Successivamente riferii al Soraci che se la banca mi avesse concesso un
finanziamento avrei potuto acquistare io stesso le quote…
Denaro: Sì, ci sta.
PM: Quindi Soraci sa che Arcovito non
compra e sa che lei vuole chiedere un finanziamento in banca?
Denaro: Sì.
Presidente, dott.ssa
Letteria Silipigni:
Lo conferma questo?
Denaro: Sì, sì, assolutamente. Nel senso
che si trattava di una vendita e quindi lo aggiornavo come se fosse non un
fatto così determinante e importante.
PM: Ma aggiornava a che titolo? Non
siete soci, non lo siete mai stati, è un suo ex dipendente… Lo informava a che
titolo?
Denaro: Perché è un mio ex dipendente, è
una persona che è stata vicina a me per dieci anni. Era come condividere un
fatto con una persona con cui ho sempre avuto rapporti di collaborazione giornalieri,
quotidiani, di sei, sette ore al giorno… Non era un estraneo o una persona che
occasionalmente… o un amico, era una persona su cui io condividevo i processi
aziendali complessi, ma con riunioni, cioè era un rapporto forte quello mio con
Soraci, nella dinamica. Quindi il fatto di.. era come se gli raccontassi, come
gli potevo raccontare i fatti miei, della festa del bambino, piuttosto che del…
Era legato nella gestione del rapporto personale, non necessariamente
finalizzato al fatto in sé; in mezzo a questo gli avrò raccontato anche fatti
miei, che sono partito, ho fatto un viaggio, piuttosto che altre cose.
Nell’insieme….
PM: A proposito di questi fatti che vi
raccontavate, il signor Soraci la informò mai che era andato a Milano?
Denaro: Milano per cosa?
PM: Questo glielo chiedo dopo, intanto
mi dice se lei sa che è andato a Milano.
Denaro: No.
PM: Visto che avevate questo rapporto
così confidenziale, non ha mai appreso di un viaggio a Milano di Soraci?
Denaro: No, no.
PM: Con Lo Turco lei non ebbe rapporti,
quindi immagino non fu informato di un viaggio che fece Lo Turco a Milano?
Denaro: No.
PM: Senta, la liquidazione a questo
signor Soraci fu pagata?
Denaro: Certamente.
PM: Di che cifre parliamo?
Denaro: Le risultanze delle buste paga,
della liquidazione degli anni di servizio o altro, quello che risultò.
PM: Come si determina più o meno? Lo
sappiamo quanto fu pagato?
Denaro: L’importo non lo ricordo.
PM: Ci furono dei problemi, delle
questioni?
Denaro: Assolutamente no.
PM: Soraci era informato del fatto che
lei intratteneva rapporti bancari con la Banca del Mezzogiorno, quella di via
Tommaso Cannizzaro accanto al Royal?
Denaro: Gli avrò detto sicuramente che
avevo fatto la richiesta.
Denaro: Gliel’avrà detto, è un soggetto che
gode di un particolare fiducia, l’abbiamo compreso…
Denaro: È un fatto storico, quindi non si
preclude, poi magari è chiaro che i rapporti si sono allontanati, ci si vedeva
solo occasionalmente, ma in quell’occasione, io non… Ero molto sereno nella
gestione di questo rapporto, senza sovrastrutture, senza…
PM: C’erano delle ragioni di acrimonia,
problemi tra lei e il signor Grasso?
Denaro: Tra me e il signor Grasso c’era
stato un allontanamento per fatti successi a livello di tipo squisitamente personale.
Se mi chiede quali fossero stati io le dico non è che lo ricordo, ma
sicuramente è come se si era rotto una sorta di feeling tra di noi. Per cui io
non avevo più… Mi si era rotto il rapporto fiduciario con il signor Grasso.
PM: Quando avvia questa attività
Soraci, questa del Bottegaia, ha ancora rapporti economici con lei?
Denaro: No. Si era già dimesso da tempo.
PM: Ma era rimasto comunque in qualche
gestione di una sua attività? Non necessariamente sul bar Irrera, su altre
attività economiche che facevano capo a lei...
Denaro: Lui era amministratore di questa
società e gestiva il laboratorio, dalla quale si dimise. Ricordo che formalizzò
le dimissioni in un tempo successivo al suo interessamento preminente. Diciamo
che già si era un po' allontanato, per cui era presente molto occasionalmente.
Ora esattamente, quindi per me era già, come si suol dire in gergo, più su un
altro fronte che all’interno dell’azienda; ora questa linea di demarcazione
temporale esatta io non la ricordo. Sicuramente non era dentro l’azienda, non
lo sentivo vicino a me quando ha cominciato quell’attività, anche perché non
avrebbe potuto farlo nella misura in cui la loro posizione era operativamente
non possibile.
PM: Lei prima di leggere queste cose
sul giornale, prima di vedere queste fotografie, sapeva chi era Romeo Maurizio?
Denaro: Assolutamente no. Assolutamente.
PM: Chi predispose la cessione di
quote, quella con cui lei acquistò la parte di Lo Turco? Da chi fu fatto
materialmente?
Denaro: Il notaio Maria Flora Puglisi.
PM: Come mai andaste da questo notaio?
Denaro: Perché in quel periodo era il
notaio dove io mi rivolgevo per fare gli atti.
PM: Da questa cessione di quote risulta
che lei a fronte di questo acquisto rilascia un assegno di euro diecimila di
conto corrente emesso sulla Banca Popolare del Mezzogiorno che ha una data del
30 settembre 2011 e un altro assegno che ha una data del 31 ottobre 2011. Diecimila
il primo, ventimila il secondo, il resto del prezzo della cessione, i restanti centonovantamila
euro, si conviene che vengano pagati con assegni circolari. In realtà, come ha
detto lei, non vi saranno assegni circolari, ma un bonifico. Scusi, ma perché
esistono degli assegni a fronte di questa cessione, o meglio un assegno già in
data 30 settembre?
Denaro: C’è un assegno in data 30 settembre
con la data dell’atto?
PM: La data dell’atto è del 16 novembre
2011, o meglio la data dell’atto in realtà non esiste, è una scrittura privata
autenticata il 16 novembre 2011. Le chiedo: quando viene fatta questa cessione?
Contemporaneamente all’autentica delle firme? Prima? E soprattutto perché, se
la scrittura privata viene autenticata il 16 novembre del 2011 ci sono degli
assegni che risultano emessi già in data 30 settembre?
Denaro: Questa è una bella domanda, non
ricordo esattamente, probabilmente…
PM: Che in effetti risultano incassati
dal signor Lo Turco su un conto corrente della stessa banca…
Denaro: Allora, mi lego a quella che può
essere la prassi, probabilmente io ho dato qualche acconto come forma
preliminare prima della formalizzazione della cessione.
PM: Su queste modalità, sulla
trattativa relativa alla corresponsione delle somme, questi acconti di
diecimila un assegno, ventimila un altro assegno, centonovantamila, lei con chi
interloquì?
Denaro: Io di questa cosa ne parlai in un
incontro sicuramente con Lo Turco.
PM: Soraci fu presente a questa
trattativa?
Denaro: Il buon senso e la logica mi dice
di sì, perché di solito io non lo… Ci siamo sempre…
PM: Perché il buonsenso e perché la
logica?
Denaro: Perché io ricordo, sono passati
tantissimi anni, quindi molte cose più che, come dirle, perché non ne ho un
ricordo lucido, mi viene più da pensare di… E poi, probabilmente mi sbaglio
pure nel dare le risposte, mi viene più da pensare cosa era più naturale piuttosto
che perché mi ricordo effettivamente quel fatto. Vado per… cerco di trovare il
senso, come penso che sarebbe stato più logico che andasse, anche perché l’ho
visto così poche volte e ricordo, penso di averlo visto sempre in quelle due
occasioni che ci sono state e che c’era Soraci, però non glielo posso
confermare in maniera piena.
PM: Non c’erano ragioni di
riservatezza? Lei discute con un socio, la cui quota lei sta rilevando come, in
che forma, in che termini la paga?
Denaro: Sì.
PM: Questo ovviamente non ha nessuna
riservatezza commerciale? Soraci che non c’entra nulla può partecipare a questi
incontri?
Denaro: Sì, le ripeto, Soraci ha
partecipato a centinaia di incontri commerciali, quindi non era un fatto
innaturale. Era uno che gestiva le aziende, quindi era un fatto naturale.
PM: Ha partecipato ad altre vicende in
cui lei ha acquistato o ceduto quote societarie?
Denaro: No. Fatti gestionali solo interni
all’azienda.
PM: Che è un cosa diversa dall’acquisto
di quote.
Denaro: Fornitori, acquisto merce, tutto
quello che…
PM: Nell’ambito della funzione che
esercitava, evidentemente.
Denaro: Esattamente.
PM: Tra il momento in cui Soraci si
dimette dal bar Irrera e il momento in cui inizia a gestire l’attività della
Bottegaia con Maurizio Romeo, fa altro il signor Soraci?
Denaro: No. No, da quando si dimette le
uniche cose nostre erano…
PM: Non era chiara la mia domanda. Svolse
altre attività, che lei ricordi, o smise di lavorare per lei e avviò questa
attività della Bottegaia?
Denaro: No, che io sappia no, non svolse
altre attività. Non sono a conoscenza di nulla.
Successivamente il teste Giuseppe denaro è stato
controesaminato dai difensori di alcuni degli imputati del processo Beta, gli
avvocati Franco Rosso, Antonio Salvatore Scordo e Pierfrancesco Continella.
Avv. Rosso: Nel momento in cui Soraci le
presenta Lo Turco, da quanto tempo lavora Soraci con lei? Stiamo parlando
dell’Irrera, immagino?
Denaro: Soraci lavora con me da oltre dieci
anni, penso, perché prima lavorava all’interno di una altra struttura e poi
successivamente ha iniziato la collaborazione all’interno dell’Irrera. Diciamo
che ci sono due fasi di collaborazioni con il signor Soraci. Quindi penso a
occhio e croce, le butto una data, un tempo abbastanza lungo. Con qualifiche diverse
e con posizioni diverse.
Avv. Rosso: Le dice, nel presentarle questa
persona o nel parlarle di Lo Turco, che è di Messina?
Denaro: Sì.
Avv. Rosso: Questa domanda la faccio perché lei
ha detto: E’ come le persone che
frequento io… Siccome l’espressione mi ha colpito, volevo capire cosa significava.
Denaro: Era il modus, nel senso che mi fu
presentato come un persona, io non ricordo esattamente che tipo di parentela e
di appartenenze familiari avesse, probabilmente in questo momento non lo ricordo,
ma mi ricordo che questo fu un elemento che mi ingraziò la persona e che
probabilmente contribuì ad abbassare anche le mie difese. Nel senso che non… fu
un atteggiamento abbastanza… di appartenenza, non so se fosse legato a
professionisti, in questo momento non ricordo, o che tipo…
Avv. Rosso: Magistrati può essere?
Denaro: Sì, perfettamente. Non lo volevo
dire, ma io ricordo questo, però non vorrei dire una stupidaggine.
Avv. Rosso: Quindi in sostanza lei da solo
decise per il sì piuttosto che per il no nel senso di questo acquisto? Trovò
questa convenienza, decise lei o venne indotto, magari venne rafforzata questa
sua decisione da un intervento esterno, da chiunque esso sia?
Denaro: No, no, assolutamente.
Avv. Rosso: Fu una sua decisione libera, spontanea?
Denaro: Una mia decisione.
Avv. Rosso: Incondizionata?
Denaro: Spontanea, lungamente meditata.
Avv. Rosso: In relazione a una domanda di
poc’anzi che le ha posto il Pubblico Ministero, c’era questa discrasia tra data
assegno e la scrittura privata… Prima ha parlato di acconti: vorrei capire la
significazione di questo acconto? Perché non voleva farsi scappare l’affare o
vi era un altro motivo? Perché questo assegno prima, con data precedente?
Denaro: Nel momento in cui mi è stato
citato non lo rammentavo assolutamente che ci fosse questo, quindi è come se ne
venissi a conoscenza adesso, ma che posso associare anche a una modalità che ho
sempre utilizzato, che possa essere legato a un dare un segno di manifestazione
importante versando una somma che in qualche modo desse poi la certezza di una
continuità di questa operazione. Quindi nella logica dell’acconto come se fosse
stato un preliminare, o roba del genere.
Avv. Rosso: Una caparra in sostanza? Una cosa
del genere?
Denaro: Sì, ma su questa logica. Però devo
dirle che lo sto deducendo da miei usuali comportamenti nelle prassi
commerciali, non lo ricordavo assolutamente.
Avv. Rosso: Torniamo un attimo su Soraci. Quindi
c’era questo rapporto di conoscenza… Che tipo di attività, cosa faceva lui lì
dentro da Irrera? Di che si occupava Soraci?
Denaro: Soraci si occupava della attività
di direzione, iniziò in un suo primo ingresso a occuparsi principalmente magari
di quello che era l’attività di coordinamento del personale e poi però piano
piano questo suo raggio d’azione all’interno dell’azienda fu sempre di maggiore
portata. Collaborava con l’amministratore delegato, si occupava principalmente
della parte relativa agli acquisti, quindi principalmente della gestione del
personale, dell’organizzazione, dei rifornimenti, di tutto ciò che riguardava
la vita interna all’azienda. Era uno dei due uomini di punta all’interno.
Avv. Rosso: Poteva segnalarle la particolare convenienza
o meno di un acquisto-affare? Che peso aveva questa indicazione che le dava, sia
nell’ambito concreto sulla gestione dell’Irrera, come per esempio nel fatto
ovviamente per il quale presentò Lo Turco?
Denaro: Sì, sì, l’attitudine naturale di
dover condividere nella realtà commerciale una continua valutazione economica
su un fatto piuttosto che un altro anche sull’organizzazione del personale in
termini di costi… Costantemente era chiaro che era tutto legato alle dinamiche
economiche, faceva anche un po’ di controllo di gestione, in senso semplice,
però era assolutamente attento nel predisporre tutte quelle che erano le
informazioni necessarie per le valutazioni economiche dell’andamento
dell’attività. Quindi c’era, come dire, una implicita valutazione continuativa
sui fatti, se avessero avuto dei risvolti di tipo economico. Tutto qua.
Avv. Rosso: Lei poc’anzi, sempre a domanda del
Pubblico Ministero, ha detto che si decise per l’acquisto di queste quote
perché lo vide come un vantaggio. E’ così?
Denaro: Un’opportunità che potevo
intraprendere.
Avv. Rosso: Lei ritiene di dover trarre anche
un vantaggio in questo acquisto per la presenza del Lo Turco?
Denaro: No, no. Per me il vantaggio è
semplicemente di avere un maggiore peso nell’attesa di possibile
ridistribuzione di utili futuri all’interno della società con un peso maggiore.
Avv. Rosso: Tra la data in cui Soraci le
presenta il Lo Turco e la data in cui lei sostanzialmente acquista da Lo Turco,
che periodo di tempo abbiamo?
Denaro: Io ricordo che fu abbastanza
rapido, più legato ai fatti tecnici, ricordo l’attesa... Siano stati uno o due
mesi, devo dirle che non ho una visione, ma sicuramente un tempo molto breve,
ecco.
Avv. Rosso: Sono dei tempi che dipendono dagli
accertamenti tecnici o dipendono da altre attività nei confronti del Lo Turco
che lei ha inteso svolgere?
Denaro: No, no, è semplicemente che,
superato il tirarsi indietro di Arcovito, i tempi tecnici che la banca
esaminasse la pratica di affidamento che era svolta non in sede locale
ovviamente, ma in sede centrale e quindi che arrivasse il benestare per l’erogazione
delle risorse sulla società che poteva affrontare l’investimento.
Avv. Scordo: Lei ha detto che questi rapporti di
Soraci risalgono a dieci anni. Soraci, oltre a lavorare da l’Irrera, per chi
aveva lavorato? Cioè in quale sua società, che gestiva che cosa?
Denaro: Nella società Miper che gestiva dei
supermercati. Io ero l’amministratore delegato. (Giuseppe Denaro è stato
socio unico e presidente del consiglio d’amministrazione della Miper S.r.l.,
società a capo di una rete di supermercati tra Messina e Roccalumera con sede
legale in via Maregrosso, cancellata nel giugno 2008 per incorporazione in SMA
S.p.A., NdA). Lui iniziò l’attività lì come addetto
al reparto specializzato di salumeria e poi diventò anche un responsabile di
reparto nella sua crescita professionale, che io seguii. Cioè l’azienda aveva
abbastanza dipendenti, quindi lui su quel comparto era una delle persone di
riferimento. Quindi, da allora, comincia il rapporto che assume delle valenze
di tipo diverso anche su elementi di tipo gestionale e non semplicemente
operativi. Per molti anni è rimasto all’interno di questa struttura, poi successivamente
fu portata avanti l’attività relativa all’Irrera.
Avv. Scordo: Forse poi questo supermercato, dove
lei dice che lavorava il signor Soraci, fu ceduto?
Denaro: Il supermercato poi fu ceduto, ma
in un tempo successivo rispetto a quando Soraci transitò in Irrera. Egli transitò
prima in Irrera.
Avv. Scordo: Ah ecco, quindi successivamente... Quindi
prima lo fece transitare in Irrera e poi diciamo ha ceduto l’attività del
supermercato?
Denaro: Diciamo che non sono legate le due
cose. Il suo passaggio all’Irrera era determinato dalla necessità di avere una
figura all’interno che avesse capacità gestionali. In quel momento io
individuai in lui la persona che poteva ricoprire quel ruolo all’interno
dell’Irrera. A quel punto raggiungemmo l’accordo, lui si dimise da una società
e fu assunto nell’altra società.
Avv. Scordo: Lei poi ha detto anche che era
amministratore della società che gestiva il laboratorio sempre dell’Irrera…
Denaro: Sì, dell’Antica Pasticceria Irrera,
che sostanzialmente è una S.r.l. separata, che gestiva invece tutta la parte
produttiva dell’Irrera e quindi il laboratorio con tutte le maestranze di
produzione. (Ivan Soraci risulta aver ricoperto il ruolo di amministratore
unico dell’Antica Pasticceria Irrera S.r.l.,
dal 15 febbraio 2007 al 14 settembre 2011; alla cessazione dell’incarico è
stato sostituito da Giuseppe Denaro, titolare della sorella Irrera 1910 S.r.l., tramite la società cassaforte GDH
S.r.l., NdA).
Avv. Scordo: Perché scelse Soraci?
Denaro: Perché c’era necessità di tipo
gestionale importante, perché il laboratorio aveva bisogno di una persona di
riferimento che potesse occuparsi della direzione. Allora io preferii ridurre
la sua presenza all’Irrera in modo che si occupasse prevalentemente di elementi
organizzativi, quindi evitandogli tutti quei fatti operativi e liberai così del
tempo per potere essere invece inserito in quel ruolo squisitamente gestionale
aziendale, che era quello del laboratorio, un punto nevralgico per l’azienda,
che aveva le sue necessità.
Avv. Scordo: Lei ha poi anche assunto e in quale
attività la moglie di Soraci Ivan?
Denaro: Assolutamente sì. Lei era assunta
in uno dei supermercati.
Avv. Scordo: Da quanti anni?
Denaro: Da quando iniziai questa attività,
quindi parliamo più o meno che fu lo stesso periodo. Io non ricordo se si
conobbero lì, mi viene da pensare… Cioè la moglie diventa la moglie. È stata
una mia collaboratrice. Tanti anni. (Da quanto riportato nel suo profilo
linkedin personale, anche Valeria Lo Turco, sorella di Fabio Lo Turco, ha
lavorato per conto dell’Irrera 1910 S.r.l. di Giuseppe Denaro, in qualità di
“responsabile dei clienti” dal settembre 2015 all’ottobre 2017, NdA).
Avv. Scordo: Veniamo un attimo a questo mutuo.
Lei ha spiegato il significato di questo preammortamento ed è abbastanza
chiaro. Fino a quando ha pagato regolarmente le rate di mutuo?
Denaro: Io le ho pagate regolarmente. Per
tutto il periodo del preammortamento sono rimasto in forma regolare. I primi
due anni. Poi ricordo che ci fu il periodo di grande crisi economica...
Avv. Scordo: Mi interessa sapere quando la banca
avvia una procedura esecutiva nei suoi confronti, della sua società, per il
mancato pagamento del mutuo...
Denaro: No, no, perché poi c’è stato quel
provvedimento legislativo che consentiva per altri due anni di pagare solo gli
interessi. Io lo colsi al volo e quindi continuai su questa scia. Quindi mi
trascinai probabilmente per i primi quattro anni così.
Avv. Scordo: Quindi è corretto dire che lei ha
pagato il mutuo per almeno sei anni? Cinque e mezzo?
Denaro: Era il 2011, cinque, sei anni,
2017. Sì, diciamo che forse probabilmente i sei, sette, otto mesi prima del
transattivo, fu quello il momento in cui... Ricordo che però ero rimasto un po’
sotto, poi riuscii a recuperare qualche rata arretrata e... Comunque poi alla
fine, sì. Fu un periodo abbastanza travagliato.
Avv. Scordo: Lei ha fatto un’affermazione
significativa, ha detto: Rispetto per
esempio all’ingegnere Puglisi, io avevo un credito bancario. Vuole spiegare
perché aveva un credito bancario? Lei intanto è parente della profumeria Grasso?
Denaro: Diciamo che la mia famiglia di
appartenenza era la storica famiglia che ha gestito le profumerie Grasso negli
anni del suo massimo splendore. Possiamo dirlo con serenità. Abbiamo fatto dei
bei momenti. Andiamo avanti…
Avv. Scordo: Quindi la sua famiglia aveva questa
attività, poi lei aveva un’attività legata appunto ai supermercati. Lei era una
persona da un punto di vista imprenditoriale solida?
Denaro: Solida, solvibile, senza nessun
tipo di problematica. Mai avuta, assolutamente.
Avv. Scordo: Invece l’ingegnere Puglisi è il
figlio, o è lui stesso quello del fallimento Puglisi? Del grosso fallimento
Puglisi?
Denaro: È figlio di Puglisi. Poi se ci sia
un fallimento in corso, mi...
Avv. Scordo: Queste sono notizie che magari ho
io, potrebbe anche non essere vero. Comunque invece Puglisi aveva difficoltà di
accedere al credito bancario, lei ha detto, mi sembra di avere capito?
Denaro: No, quello che volevo dire, e ho
specificato, non che lui mi avesse detto che avesse difficoltà. Il concetto che
difficoltà non significa non avere i soldi, significa... La mia sensazione è
che lui avesse difficoltà anche all’accesso al credito, non solo alla disponibilità
liquida.
Avv. Scordo: Quindi le risulta che aveva questa
difficoltà l’ingegnere Puglisi.
Denaro: A me risulta questa difficoltà, sì.
Avv. Scordo: Soraci Ivan, in questa vicenda
legata appunto a questo famoso acquisto, in qualsiasi modo, guardandola male,
mandandogli una email, con un urlo, un sospiro, l’ha mai minacciata? Le ha mai
detto: La devi prendere, punto e basta?
Denaro: Assolutamente no.
Avv. Scordo: Personalmente, o per interposta persona,
le ha mai fatto capire: Vedi che io sono
buono, ma ci potrebbe essere chi è cattivo al posto mio?
Denaro: No, no, assolutamente no.
Avv. Continella: Con riferimento al suo rapporto con
il signor Biagio Grasso, lei ha fatto riferimento nel corso del suo esame a
fatti personali, a fatti incresciosi, che determinarono a non frequentarlo
ancora. Cosa intendeva riferire?
Denaro: Le dico, io non rammento quali
siano stati. Non sono dei fatti specifici, sono fatti che riguardano proprio il
quotidiano. È un fatto proprio di sensazione epidermica, di fiducia. È come se
io avevo una rappresentazione, poi tutta una serie di situazioni me l’hanno
fatta cambiare. Ma non riesco ad associarla a un termine o a un qualcosa di specifico.
Sono quelle situazioni che si vivono, ma non ricordo un fatto. Probabilmente
anche legato a fatti minimi, il cesto di Natale non pagato, cioè possono essere
anche fatti di questo tipo spicciolo, ma che in qualche modo mettono un po’ in
crisi la fiducia nel rapporto…
Articolo pubblicato in Stampalibera.it l'11 gennaio 2020, http://www.stampalibera.it/2020/01/11/96893/
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