Processo antimafia Beta. “Al tuo socio fraterno non far sapere….”

Un’immagine poco lusinghiera di un pezzo importante della borghesia peloritana. E’ quanto emerge dall’ultima udienza del processo antimafia Beta che vede imputati i presunti componenti del clan Romeo-Santapaola e alcuni noti professionisti che avrebbero fatto da consiglieri e prestanome del gruppo criminale per facilitarne la penetrazione nel tessuto economico, politico e sociale della provincia di Messina. All’esame dei giudici e della pubblica accusa ancora una volta la sospetta operazione di compravendita di quote sociali tra più o meno noti imprenditori per il controllo di un ampio appezzamento di terreno nel comune di Villafranca Tirrena in vista della realizzazione di un grande centro commerciale. Un’operazione finanziaria complessa, benedetta dalla filiale locale di un importante gruppo bancario, che avrebbe consentito ai leader del clan Romeo-Santapaola di mettere le mani, senza sforzo, su un bel gruzzolo di denaro. Peccato che le modalità della controversa transazione e la reale identità dei suoi destinatari siano rimasti ignote al tempo ai titolari, ai soci e agli amministratori della società che ha sborsato più di duecentomila euro contraendo un pesante debito con la banca.
A ribadire davanti a magistrati e difensori degli imputati di non aver capito, visto e sentito nulla o quasi dell’affaire Villafranca Tirrena, i due testi escussi: il primo appartiene ad una delle famiglie più in vista della città, con variegati interessi nel settore commerciale, finanziario, farmaceutico-cosmetico e della ristorazione; il secondo è invece un rinomato costruttore che ha ricoperto in passato pure il ruolo di presidente dell’associazione di categoria ANCE Sicilia. Entrambi – attraverso società finanziarie nella loro piena titolarità – sono soci della P & F di Messina, la s.r.l. protagonista della vicenda sotto esame, fondata il 20 marzo 2004 con oggetto sociale la compravendita di beni immobili.
“Mi chiamo Antonino Denaro e sono nato a Messina”, ha esordito il primo teste escusso al processo Beta. “Confermo di aver fatto parte della società P & F. Diciamo che tanti anni fa mi è stato proposto di partecipare con una piccola quota per l’acquisizione di un terreno e che in futuro si sarebbe potuto avere un ritorno economico. Ma non ho seguito mai questa in maniera attenta perché ho proprio una piccolissima parte”.
“Lei partecipò a questa società, perlomeno negli ultimi periodi, attraverso la Società Gestioni Immobiliari, So.Gest.Im S.r.l., è corretto?”, ha domandato il Pubblico Ministero, dottoressa Liliana Todaro”. Antonino Denaro: “Esatto, ero amministratore e socio unico”.
PM: Lei, quindi, gli eventi di questa società, della P & F, se ho compreso bene, non li seguì in modo particolare…
Denaro: Assolutamente, la massima fiducia di mio fratello, Giuseppe Denaro.
PM: Oltre a suo fratello qualche altro soggetto faceva parte o comunque era interessato nella gestione di questa società P & F?
Denaro: Conosco Pippo Puglisi nella qualità di amici di lunga data… Amico mio che di mio fratello Giuseppe.
PM: Anche Puglisi Giuseppe faceva parte di questa società P & F?
Denaro: Se devo essere sincero non mi ricordo, questo la dimostrazione che non l’ho mai seguita in maniera… Non mi crederà, però non…
PM: Quando lei è stato sentito l’11 maggio 2018 innanzi al ROS Carabinieri di Messina, ha dichiarato: L’investimento era seguito da mio fratello Giuseppe. Oltre naturalmente ai miei fratelli faceva parte della società anche Puglisi Giuseppe, amico di famiglia. Lei è stato sentito poco più di un anno fa e ha detto che di questa società faceva parte anche Puglisi Giuseppe...
Denaro: Sì, okay, allora diciamo lo riconfermo, nel senso che ho una vaga idea. Le cose per me sono peggiorate da allora ad oggi…
PM: Cosa è peggiorato?
Denaro: La mia salute.
PM: Lei ha mai conosciuto Grasso Biagio?
Denaro: No.
PM: Sa se questo soggetto sia stato in qualche modo coinvolto in questa società?
Denaro: No, ribadisco, è una società che io non ho mai seguito. Ricordo… proprio mai. (In verità, il costruttore Biagio Grasso, condannato al processo stralcio Beta perché ritenuto contiguo al clan Romeo-Santapaola, odierno collaboratore di giustizia, ha detenuto per un periodo un terzo delle quote sociali di P & F S.r.l., attraverso la controllata LG Costruzioni; nel luglio 2011, attraverso la Carmel S.r.l., le quote di P & F sono state girate al costruttore Fabio Lo Turco, odierno imputato di Beta perché ritenuto prestanome del clan Romeo-Santapaola, il quale le ha poi rivendute alla GDH S.r.l. dell’imprenditore Giuseppe Denaro, fratello di Antonino, NdA).
PM: Lei ha conosciuto Soraci Ivan?
Denaro: Soraci Ivan sì, perché lo conoscevo in quanto lavorava all’Irrera quando era mio fratello Giuseppe titolare. Io frequentavo il bar e lui, Soraci, era direttore.
PM: Senta, lei conosce Fabio Lo Turco?
Denaro: No.
PM: Non sa chi sia?
Denaro: No. Magari se vedessi una foto potrei dirle: sì, magari l’ho intravisto. Però non lo conosco.
PM: Senta, ci risulta che lei, Denaro Antonino, intervenuto in quest’atto quale amministrazione di questa Società Gestioni Immobiliari, So.Gest.Im, sottoscrive un atto di cessione di quote attraverso il quale atto suo fratello Giuseppe acquista quote della P & F dal signor Fabio Lo Turco.
Denaro: Io non ricordo.
PM: È una cessione di quote che risulta poi con autenticazione di firme, notaio Maria Flora Puglisi, il 16 novembre 2011…
Denaro: È probabile, cioè anzi è certo, se c’è un atto notarile e c’è la mia firma è certo. Io seguivo quello che mi veniva consigliato di fare; ribadisco: il mio interesse economico era così minimo, anche perché non ho mai visto un euro.
PM: Ora che io le ho rappresentato questa circostanza, cioè che lei nel 2011 partecipa comunque a quest’atto di cessione di quote, ricorda qualcosa di questa vicenda?
Denaro: Assolutamente no. Ho sempre avuto fiducia in ciò che mi veniva chiesto di fare da mio fratello… Ho un vago ricordo di una via vicino il Bar Spadaro, credo c’è lì un ufficio, forse era un notaio donna, possibile?
PM: Sì, sì, notaio Maria Flora Puglisi. Però quest’atto viene sottoscritto anche da questo signor Lo Turco Fabio che lei ha già dichiarato non conoscere…
Denaro: Sì, nel senso che materialmente non me lo ricordo neanche…
PM: Ma scusi, nella vostra attività imprenditoriale lei firma atti senza conoscere, senza sapere chi sono gli altri soggetti coinvolti nelle operazioni societarie?
Denaro: Allora, io forse non sono chiaro. Mi è stato chiesto di fare una cosa perché era un investimento che mi avrebbe potuto portare un ritorno economico, parliamo di forse quindici anni fa, non so quando, forse venti anche. E io, tanto che non ero neanche a Messina, ero fuori a una fiera a Milano, ricevetti una telefonata, dice: Sei d’accordo? Grazie, sì. E basta. Dopodiché io non ho seguito mai nulla, se non i bilanci della P & F ogni fine anno che il mio commercialista mi chiedeva. Per il resto mi sono affidato a quelli che erano, diciamo le richieste, i consigli…
PM: A noi interessa capire quello che succede nel novembre 2011, quando lei con suo fratello e con il signor Puglisi acquistate una quota del signor Lo Turco…
Denaro: Non mi ricordo chi è che mi disse di andare, ma sarà stato mio fratello, che mi ha detto sicuramente: C’è un atto da fare. Sono andato e ho messo una firma.
PM: Ho capito. Ha messo una firma senza sapere di cosa si trattasse, quale fosse l’interesse della società, quale fosse l’interesse di suo fratello ad acquistare questa quota… Non le disse nulla?
Denaro: Non mi riguardava, cioè non mi interessava, ecco.
PM: Condividete altri affari, altre operazioni economiche o societarie con suo fratello Giuseppe?
Denaro: Con mio fratello Giuseppe no. Solo questa, la P & F.
PM: E questa società risulta ancora attiva, è corretto?
Denaro: La P & F? Sì, che mi risulti sì.
PM: Lei ha appreso quale attività, quali operazioni eventualmente dopo che suo fratello acquista la quota del signor Lo Turco, la P & F intraprese, di cosa si occupò?
Denaro: Io so che aveva un terreno… che era tutto, l’investimento era relativamente a un terreno che è sito in Villafranca. E basta. Sapevo che hanno venduto al supermercato Eurospin.
PM: Quando questo?
Denaro: Eh, non lo so. Non me lo ricordo, non me lo ricordo. E poi so che c’è un altro pezzo di terreno dove c’è un canile, mi pare, qualcosa di questo genere, e aspetterei con ansia che si potesse vendere qualcosa lì per vedere almeno di rivedere di rientrare quell’investimento fatto.
PM: Scusi, lei sa questo terreno in quali condizioni si trova, se è gravato da ipoteche?
Denaro: Non lo so.
PM: Quindi lei di quali fosse eventualmente il progetto imprenditoriale, se ve ne fosse uno in quell’arco temporale, delle vicende che hanno riguardato un terreno di proprietà della P & F, non sa nulla?
Denaro: So che è stato venduto quasi metà, una parte, è stato venduto all’Eurospin…
PM: Quando più o meno?
Denaro: Non me lo ricordo, sarà stato… Boh, sei, sette anni fa, otto anni fa. Non lo so. È nato un supermercato.
PM: Quando lei partecipa a questo atto di cessione di quote, questa vendita era nell’aria?
Denaro: Non me lo ricordo, assolutamente no. Ribadisco, io eseguivo, eseguivo, seguivo ciò che mi veniva detto, tanto la mia quota è così superflua che non è che… Io feci un investimento all’epoca banale, di dieci mila euro… Oggi diecimila hanno un valore, per me, diverso. Erano altri tempi, all’epoca per me non erano una cifra iperbolica.
PM: Senta lei sa se in relazione a questo terreno è stato concesso un mutuo?
Denaro: No, non so nulla. Ma che io sappia su di me non grava nulla.
PM: La informo io, se non lo sa, a questo punto. Lei è partecipe di una società, la P & F, che ha un terreno in Villafranca che è ipotecato e pignorato dalla Banca Popolare del Mezzogiorno in relazione ad un mutuo che è stato concesso alla GDH e per il quale mutuo la P & F, che è sua, ha concesso un’ipoteca. La GDH, che è di suo fratello, non ha pagato questo mutuo, e la banca ha pignorato questo suo immobile. È circostanza che le viene assolutamente nuova? Ricorda qualcosa?
Denaro: Assolutamente nuova.
PM: Parlate con suo fratello? Avete buoni rapporti?
Denaro: Sì, come no.
PM: Aveva qualche ragione suo fratello per non informarla di questa vicenda?
Denaro: La superficialità per cui, diciamo, io tratto questa situazione. Ribadisco non è più di mio interesse, se potessi, cederei volentieri. Mi era stato detto che dopo sei mesi avrei triplicato o quadruplicato l’investimento; sono passati 20 anni, non lo so, quindi per me è diventata una cosa…
PM: Scusi, queste prospettive e queste aspettative di ritorni, di utili importanti, le furono rappresentate anche quando lei sottoscrisse questa cessione di quote?
Denaro: No, no, parliamo solo esclusivamente a quando fu costituita la società. Dopodiché da quel momento in avanti, so che c’erano delle complicazioni, ma che esistevano anche degli eventuali progetti. Avevo saputo nell’altro 50% del terreno...
PM: Lei sa chi materialmente predispose questo atto di cessione di quota?
Denaro: No, non so nulla.
L’amministratore e socio unico della Società Gestioni Immobiliari, So.Gest.Im S.r.l. è stato poi contro-esaminato dall’avvocato difensore Antonio Salvatore Scordo. “Lei ha fatto riferimento anche alla cessione di una parte del terreno di questa società alla Eurospin”, ha esordito il legale. “In quell’occasione lei conseguì un profitto?”
Denaro: No.
Avv. Scordo: E come mai?
Denaro: Eh, non lo so.
Avv. Scordo: Lei non chiese?
Denaro: Ho chiesto e mi hanno detto che andavano coperte delle spese, giovavano per coprire delle spese.
Avv. Scordo: Chi glielo disse questo?
Denaro: Mio fratello Giuseppe.
Avv. Scordo: Sa quanto fu ceduto questo terreno?
Denaro: No. Non ho idea.
Avv. Scordo: Scusi, lei partecipa ad una società, mette soldi, ma poi non le interessa più altro?
Denaro: Sì, ecco, l’ho detto poco fa, sembrerò stupido, però è questione di fiducia… Ecco, io ho un fratello… Mi avevano detto che nel frattempo era passato tempo e che quindi si erano accumulati dei costi, delle cose, e furono coperti con questo. La speranza era di realizzare l’altro 50%, e forse da lì sarebbe potuto uscire fuori qualcosa.
Avv. Scordo: E poi uscì fuori qualcosa?
Denaro: No, perché il terreno è lì ancora, quindi non… Io vado a fare la spesa all’Eurospin e lo vedo quindi.
Avv. Scordo: Senta, la società che lei costituì insieme a suo fratello, dove aveva la sede legale?
Denaro: Non lo so.
Avv. Scordo: Aveva un conto corrente dedicato?
Denaro: Immagino di sì.
Avv. Scordo: Lei ha mai visto un estratto conto?
Denaro: No.
Avv. Scordo: Avevate un consulente, un commercialista?
Denaro: Immagino di sì, perché veniva interpellato dal mio commercialista per cercare di avere il bilancio ogni anno. Per la dichiarazione dei redditi della So.Gest.Im…
Avv. Scordo: E questa società nel corso degli anni, se le risulta, produsse profitti?
Denaro: No, a me no. A me sicuramente no.
Avv. Scordo: Al di là di quello che materialmente le fu consegnato, visto che lei aveva il commercialista, al momento della dichiarazione dei redditi le risultavano utili dalla stessa società?
Denaro: Non mi ha mai detto nulla il commercialista che c’erano utili, ma non credo.
Avv. Scordo: Di questa cessione di quote che risulta essere stata effettuata dal notaio Puglisi il 16 novembre 2011, si ricorda se questo atto fu preceduto da un’altra riunione sempre avente ad oggetto la cessione di quote?
Denaro: No. Ma io ero presente?
Avv. Scordo: La sua società è presente. Lei quindi ribadisce di non aver mai visto o conosciuto il signor Grasso Biagio? Ha sentito parlare una società che si chiama Carmel S.r.l.?
Denaro: No.
Avv. Scordo: Ha sentito mai nominare di una società che si chiama XP Immobiliare?
Denaro: No.
Avv. Scordo: È stato mai in uno studio su Viale Boccetta a fare qualche atto relativo alla cessione di quote? O comunque un’attività che riguardava la società di cui ci stiamo occupando?
Denaro: No, non mi ricordo. Mi ricordo più il no, però non posso essere certo.
Avv. Scordo: Lei la P & F S.r.l. la conosce?
Denaro: La P & F è di mio fratello.
Avv. Scordo: Questo nome chi lo decise di questa società?
Denaro: Mi deve perdonare. Io ricevetti una telefonata e mi disse: C’è la possibilità di guadagnare dei soldi. Hai diecimila euro a disposizione? Io ho detto: Ma guadagnare in che senso? Nell’arco di otto mesi, nove mesi, stiamo comprando un terreno, se tu investi diecimila euro... Ho ringraziato e ho detto va bene. Rientrando da Messina ho dato la disponibilità. Sicuramente avrò fatto un atto di costituzione di questa società e sarò stato presente. Siccome per me l’investimento era all’epoca esiguo, non aveva grande importanza. Dopodiché, nel vedere che sono passati secoli da allora, io ho più interesse a cedere che a continuare ad avere le scocciature di andare a chiedere…
La seconda parte dell’udienza ha visto la deposizione come teste del costruttore Giuseppe Puglisi, socio di P & F attraverso la controllata GPA S.r.l..
Pubblico Ministero: “Nel verbale che abbiamo acquisito, che fa riferimento a una vicenda relativa all’acquisto di quote della GDH, lei dice: Per l’accesso al finanziamento venne messa una ipoteca sul terreno che era rimasto in capo alla P & F S.r.l… Io rimasi sorpreso che la banca, oltre alle garanzie date dalla GDH, a Denaro Giuseppe avesse richiesto anche l’ipoteca sul terreno. Appresi ciò solo alla stipula dell’atto. Se non ricordo male il finanziamento era di circa 200.000 euro. Di cosa rimase sorpreso e cosa accadde poi in relazione a questa vicenda?
Puglisi: Rimasi sorpreso perché mi sembravano abbastanza sufficienti le garanzie che la GDH aveva fornito per avere concesso quel mutuo. Per altro erano delle garanzie, se non ricordo male, che aveva rilasciato sia il Denaro, sia come GDH e anche personali, quindi la richiesta di un’ulteriore garanzia da parte della banca nel volere iscrivere ipoteca sull’intero terreno e della quale non ero a conoscenza, mi lasciò sorpreso.
PM: Lei in quel momento era amministratore di questa P & F che è terzo datore di ipotesa in relazione a questo mutuo?
Puglisi: Terzo datore di ipoteca, certo.
PM: Questa sorpresa lei la manifestò a chi e eventualmente quali iniziative assunse in relazione a questa vicenda?
Puglisi: Nessuna iniziativa, rimasi sorpreso. Eravamo di fronte ad un atto, ero di fronte alla volontà di acquisto da parte della GDH di queste quote e naturalmente, avendo altre operazioni in corso con i signori Denaro che da anni sono stati soci in diverse altre operazioni insieme a me, alla fine ho accettato di firmare come terzo datore di ipotesa affinché fosse concesso il finanziamento alla GDH e affinché acquistasse le quote.
PM: In relazione a questo mutuo di una certa consistenza, la P & F cosa doveva fare in quel periodo, novembre 2011, in cui fu realizzata questa cessione di quote? Denaro Giuseppe acquistò queste quote da tale Lo Turco Fabio?
Puglisi: Cosa doveva fare la società? La società è stata costituita con possibilità di acquisizione e vendita di terreni, manufatti, immobili e anche costruzione. La società aveva già in corso degli investimenti fatti sull’immobile che avevamo comprato, appunto il terreno, e doveva continuare a sviluppare un progetto di investimento che era finalizzato alla costruzione di un piccolo centro commerciale, sull’area di cui trattasi.
PM: Nel novembre 2011 questo progetto in che fase era? Esisteva, era programmato? Troviamo tracce eventualmente di questo sviluppo?
Puglisi: Nel novembre 2011, non ricordo se avevamo già venduto una prima parte del terreno in questo momento e comunque eravamo con un progetto approvato presso il Comune di Villafranca Tirrena, certamente, sull’altro terreno… Adesso non ricordo esattamente la data o il periodo. Il progetto era per la realizzazione di questo piccolo centro commerciale. Non ricordo se nel 2011 avevamo già venduto il 50% del terreno, perché questo alla fine era composto da due parti. L’abbiamo diviso in due: una parte è stata ceduta all’Eurospin, abbiamo ceduto terreno più progetto e l’hanno costruito poi loro; poi restava una seconda parte sulla quale c’era sempre un progetto già approvato…. Il centro commerciale che era stato già realizzato era con finalità che poi esiste, un supermercato; la parte rimanente avrebbe dovuto riguardare esercizi commerciali di altri settori.
PM: Vi erano trattative, accordi? Da chi fu fatto questo progetto?
Puglisi: Il progetto fu fatto dal sottoscritto se non ricordo male, come professionista.
PM: Riguardava lo sfruttamento dell’altra metà del terreno?
Puglisi: Riguardava anche la possibilità di sfruttare la seconda parte del terreno, sulla quale però poi a tutt’oggi non si è potuto fare nulla.
PM: Perché non fu fatto nulla?
Puglisi: Perché la domanda purtroppo è crollata dal 2008, perché le attività commerciali e imprenditoriali di costruzioni, naturalmente, hanno avuto un calo enorme. Non c’è più una domanda, quindi non essendoci la domanda…
PM:  Questo progetto che riguardava lo sfruttamento della metà del terreno libero, risaliva a quando?
Puglisi: A quando abbiamo eseguito il progetto, ora non mi ricordo a quale anno. Fu fatto un progetto sull’intera area: era previsto un manufatto con destinazioni a supermercato, che è quello che abbiamo venduto a Eurospin, era forse il 2010; la restante parte dello stesso progetto approvato, sulla quale è stata richiesta anche concessione edilizia, non è stato mai realizzato.
PM: Tra il settembre e il novembre del 2011 in questa P & F è subentrato un certo Fabio Lo Turco. Poi questo signor Lo Turco nel novembre del 2011 cede la sua quota della P & F al signor Denaro Giuseppe, quell’operazione per la quale viene rilasciato un mutuo garantito da ipoteca. Lei cosa sa, cioè aveva contezza che questo signor Fabio Lo Turco era divenuto socio di una sua società?
Puglisi: No, per altro me ne sono accorto dopo, in occasione, mi pare, dell’atto di cessione delle quote, tanto che credevo che fosse stata la Carmel a cedere le quote alla GDH; invece poi mi sono accertato che non è stata la Carmel ma è stato questo signor Lo Turco.
PM: Quando, come e perché lei si è accertato di questa circostanza che a un certo punto lei è divenuto socio di un signore che si chiama Lo Turco? Siccome in genere uno i soci se li sceglie, come ha appreso questa circostanza?
Puglisi: No, non sono stato messo al corrente della cessione delle quote a questo signor Lo Turco. Io questo signor Lo Turco se lo vedo non lo riconosco perché credo di averlo visto in una sola occasione, il giorno in cui dal notaio c’è stato il trasferimento delle quote da parte di lui alla GDH. Quindi l’ho conosciuto in quel giorno, io non sapevo dell’esistenza, tanto è vero che credo di avere partecipato a quell’atto solo per la rinuncia al diritto di prelazione.
PM: In questo senso è la sua dichiarazione laddove lei dice, quando le viene mostrato il documento relativo alla cessione di quota tra Lo Turco Fabio e Denaro Giuseppe del 16 novembre 2011: Sinceramente non ricordo tale atto, ero convinto che la cessione fosse avvenuta tra la Carmel e la società facendo capo a Denaro Giuseppe. E questa Carmel di chi era?
Puglisi: La Carmel era di Biagio Grasso.
PM: Che rapporti aveva lei con il signor Grasso?
Puglisi: Lo conoscevo, ero amico del signor Biagio Grasso.
PM: Del signor Lo Turco, a fronte di questo acquisto, poi viene concessa una ipoteca su un terreno della società di cui lei è amministratore. Lei chiede a Denaro, o comunque viene ad apprendere qual è la ragione per la quale Denaro debba acquistare per 220.000 euro una quota ulteriore di una società della quale già fa parte con quota di capitale significativa?
Puglisi: Il Denaro chiese anche a me se ero interessato ad acquistare la quota o ad acquistarla eventualmente in compartecipazione con lui stesso. Io non avevo la disponibilità economica in quel momento, né mi interessava passare dal 33% che avevo e che ancora detengo, a una quota superiore a quella che già era in mia proprietà. Tanto è vero che poi la mia rinuncia al diritto di prelazione è conseguente anche al mio non interesse ad aumentare le mie quote di partecipazione dell’epoca.
PM: Io le ho chiesto perché Denaro acquistò.
Puglisi: Questo lo deve chiedere a lui, non ha me.
PM: Visto che risultano evidentemente dei rapporti imprenditoriali importanti tra lei e il signor Denaro, chiese mai o Denaro glielo disse, o lo apprese da qualche altro, perché Denaro avesse, nel novembre del 2011, l’esigenza di aumentare la sua quota di capitale in una società che già era sua?
Puglisi: Io credo che qualunque imprenditore se ha deciso di comprare una quota o di aumentare una quota che già aveva, era perché probabilmente ne aveva la disponibilità certamente, ma che credeva nell’operazione a tal punto che poi l’ha acquistata. Penso che un imprenditore, quando acquista qualcosa, l’acquista o per farne un uso proprio o per investire dei soldi con la speranza di poterne ricavare ancora di più di quanti ne ha investiti.
PM: In quel momento Denaro che cosa le dice? Guarda, io voglio comprare questa quota di Lo Turco, perché voglio fare questa cosa… Glielo disse?
Puglisi: No, a me non me lo disse che la comprava da Lo Turco. A me disse che avrebbe acquistato, tanto è vero che ho partecipato all’atto per rinunciare al diritto di prelazione…
PM:  Quale fu la ragione economica, imprenditoriale, per la quale Denaro Giuseppe aumentò la sua partecipazione al capitale?
Puglisi: Le rispondo subito. Lo chieda al signor Denaro, non a me che non sono in grado di risponderle.
PM: Questa società P & F in quel momento aveva una attività economica attiva?
Puglisi: Certo.
PM: Ha una operatività, produce utili? Che cosa fa? Quale attività economica svolge?
Puglisi: Nel caso della P & F l’attività che svolgeva e che svolge questa società è quella di sviluppare progetti su delle aree edificabili, che possono essere con destinazione industriale, commerciale, direzionale. Cosa si fa? Si compra un terreno, se è edificabile si presenta un progetto, quindi si fa un progetto. Nel momento in cui viene approvato un progetto viene richiesta una concessione edilizia; sulla scorta della concessione edilizia si investe nel costruire e quindi questo è quello che fa la P & F.
PM: In quel momento che faceva?
Puglisi: Aveva comprato un terreno, aveva fatto un progetto, se l’era fatto approvare e quindi si accingeva a costruire per poter vendere i manufatti che successivamente avrebbe costruito. Uno l’abbiamo venduto, non costruendolo, bensì cedendo solo l’area con il progetto approvato. Sulla restante area di cui trattasi, insisteva sempre un progetto che non è stato mai realizzato.
PM: Al momento in cui lei partecipò a questa cessione, dando il suo assenso, lei sapeva come e dove Denaro avrebbe preso i soldi per pagare questo Lo Turco?
Puglisi: Sì, mi pare che chiese un mutuo, un finanziamento in banca, sì, alla Banca di Crotone mi pare.
PM: Lei più o meno quanto tempo prima viene a sapere che il signor Denaro ha questa esigenza di acquistare la quota di Lo Turco, di aumentare la sua partecipazione in questa società?
Puglisi: Ora non ricordo bene, però sicuramente forse qualche mese prima, una cosa del genere. Non ricordo esattamente quanto tempo prima, su questo non riesco ad essere preciso.
PM: Perché in questa scrittura privata si dà atto che Denaro Giuseppe, nella sua qualità, avrebbe pagato diecimila euro con un assegno di conto corrente, che tra l’altro risulta già emesso, il 30 settembre 2011; ventimila euro con un altro assegno di conto corrente sempre alla Banca di cui discutiamo, 31 ottobre 2011 e poi centonovantamila euro. Denaro si obbligava a pagarli entro venti giorni dalla stipula di questo atto con assegni circolari, non trasferibili. Non sa nulla di questo? Di come avrebbe regolamentato?
Puglisi: No, non è una cosa che né mi riguardava né mi riguarda, voglio dire.
PM: Un pochino la riguarda perché in realtà il mutuo viene garantito da una ipoteca che lei concede come terzo datore…
Puglisi: No, mi poteva riguardare il rischio del futuro, non certo del presente. Io nel momento in cui mi rendo terzo datore di ipoteca sto assumendo un rischio su ciò che avverrà dal momento in cui presto la mia disponibilità a firmare una fideiussione o a consentire che venga emessa una ipoteca sul terreno di cui in parte ne sono proprietario. Quindi il mio rischio è nel futuro, non nel passato. Il passato riguarda chi vende e chi compra in quel momento…
PM: Il problema è che chi compra si fa dare un mutuo in relazione al quale lei dà un’ipoteca. E come è finita questa operazione?
Puglisi: E’ finita che è ferma, nel senso che non abbiamo costruito e quindi non abbiamo portato avanti la restante parte del progetto. Sia per assenza di fondi sia per assenza di mercato.
PM: Lei è a conoscenza del fatto che l’immobile della società che lei ha concesso in ipoteca è stato pignorato?
Puglisi: Assolutamente sì, purtroppo.
PM: Quando l’ha appresa questa circostanza?
Puglisi: Nel momento in cui mi è stato notificato prima il precetto e poi il pignoramento. Ora non ricordo quando è accaduto questo, però immagino nel 2017.
PM: Negli anni precedenti lei non sapeva come stava andando questo mutuo in relazione al quale aveva dato ipoteca?
Puglisi: Negli anni precedenti no, sapevo che era stata fatta una rimodulazione del mutuo perché le rate che si era impegnato GDH a pagare erano alte, delle rate mensili molto alte, credo diecimila euro al mese e penso che il Denaro non sia riuscito a sopportare questo costo e abbia avuto una rimodulazione, abbattendo quel diecimila mensile non ricordo in quanto. Insomma gli hanno rimodulato il mutuo ma non era una cosa mia, quindi ho avuto solo questa informazione.
PM: E l’ha pagato poi, Denaro?
Puglisi: No, perché poi ci è arrivato il pignoramento, quindi poi ho appreso che non l’ha più pagato e quindi…
PM: Avendo appreso queste circostanze, lei non si è confrontato con il signor Denaro, non gli ha chiesto: Ma com’è che abbiamo fatto questo mutuo, abbiamo esposto un immobile della società…?
Puglisi: Sì, certo che mi sono confrontato.
PM: Che risposte le sono state date?
Puglisi: Che non poteva pagare. E che posso fare?
PM: Il progetto di sviluppo imprenditoriale su questo terreno ipotecato non ha avuto nessun seguito?
Puglisi: No, purtroppo in questo momento non ne può neanche avere, perché il terreno non è più nella disponibilità della società.
PM: Mi riferisco al periodo precedente al pignoramento che va dal 2011 fino a quanto meno al 2017, se non il 2018. Cinque, sei, sette anni; che cosa ci avete fatto con questo terreno?
Puglisi: Glielo ripeto, non abbiamo fatto nulla, perché non essendoci una domanda sull’investimento fatto, sono io ora a chiedere a lei, se mi consente, che cosa avrebbe fatto lei su un terreno dove…  Le chiedo scusa. Mi accingerò a cercare di rispondere soltanto. Non abbiamo fatto nulla perché non potevamo fare nulla, perché non avevamo né la finanza per fare nulla e perché non esisteva alcuna domanda affinché si giustificasse, qualora trovassimo i fondi, a investire su quel terreno.
PM: Quindi fate un mutuo, o meglio Denaro fa un mutuo per acquistare le quote di una società che già detiene?
Puglisi: Esatto.
PM: E lei acconsente a dare una ipoteca sul terreno. E l’utile di questa operazione è stata che il terreno è stato pignorato?
Puglisi: Bravo! E l’unico che ci ha perso sono io.
PM: Questo ovviamente non ha determinato una interruzione, delle problematiche, nei rapporti con il signor Denaro Giuseppe?
Puglisi: No. Capisco che oggi purtroppo nella società nella quale viviamo è difficile che possano mantenersi dei rapporti di stima e di lealtà anche fra soci, però siccome la storia che ci ha contraddistinto in tutte le operazioni che abbiamo fatto insieme ai Denaro, che fortunatamente hanno avuto più successo di questa, naturalmente ha fatto sì che se un imprenditore si trova nelle difficoltà, che l’attività di un imprenditore ha alti e bassi, in questo caso come li ha avuti lui in quel momento in cui non ha potuto pagare li avevo avuto io prima, nel momento in cui non ho potuto partecipare all’acquisto della cessione della quota, quando mi fa proposta dal Denaro stesso. La vita dell’impresa, dell’imprenditore, è questa.
PM: Ma perché questa quota doveva essere vendita o comprata? Se Denaro lo propose anche a lei di comprarla, perché doveva essere venduta o comprata?
Puglisi: Ma perché probabilmente l’altro socio, che era la Carmel, aveva deciso di venderla e quindi naturalmente, se io decido di vendere un qualcosa all’interno di una società in cui sono socio con altri, buoncostume vuole che uno chieda prima di venderla a qualche altro di chiederlo ai soci, anche perché avrebbe dovuto sempre ottenere un diritto, una rinuncia alla prelazione da parte di noi soci. A me non è stata proposta, è stata proposta al Denaro e il Denaro mi ha detto: Ma puoi comprarla tu?, come si normalmente si fa.
PM: A lei non fu proposta mai?
Puglisi: No, a me mai.
PM: Perché lei, quando è stato sentito in questo verbale che abbiamo acquisito, dell’11 maggio 2018, ha dichiarato: Se non vado errato entrò nella società in un certo periodo Grasso Biagio, attraverso la società Carmel facente a lui capo. Sempre se non ricordo male credo di averlo presentato io alla famiglia Denaro. In quel periodo fu lo stesso Grasso Biagio a chiedermi di partecipare ad un investimento, a noi tornava utile inserire un socio nella P & F. Cedemmo infatti un terzo della società. In un periodo Grasso Biagio propose la vendita a noi soci, delle sue quote. Io non ero nelle condizioni finanziarie per partecipare all’acquisto e se non ricordo male trovarono un accordo con Giuseppe Denaro, quest’ultimo acquistò le quote riferibili a Grasso Biagio.
Puglisi: Avrò detto male in quel verbale. No, evidentemente ricordavo male, a me non è stata mai proposta, anzi.
Presidente, dott.ssa Letteria Silipigni: Scusi, ce la può giustificare questa divergenza?
Puglisi: Sì, nel senso da quello che ho sentito adesso leggere dal verbale da me fatto in quell’occasione ai ROS, mi sarò espresso male o ricordavo male. Io non ho mai avuto direttamente offerta la quota da parte di Biagio Grasso e da nessun altro. A me fu proposto in una discussione da Denaro se per caso ero interessato ad acquistarla o in parte o in tutto, come normalmente si fa in questi casi.
PM: Lei non era interessato e Denaro se la comprò lui con un mutuo che però prevede la sua dazione di ipoteca…
Puglisi: Sì, purtroppo.
PM: Quindi, scusi, lei dei motivi della vendita né da parte di chi vendeva né da parte di chi acquistava, non fu mai informato?
Puglisi: No, le ripeto, la vendita mi fu proposta… La possibilità di acquistare questa quota mi fu proposta da parte di Denaro, ma come più atto di cortesia, perché sapeva che non avrei potuto sicuramente, o non ero interessato ad acquistarla. Mi propose anche il 50% della quota, ma le ripeto non fui né interessato né ero nella possibilità di acquistarla. Quindi quanto scritto o quanto…
PM: Questo che dice lei: Soltanto con la Carmel posso essermi confrontato… Si è confrontato con qualcuno? Ha chiesto i motivi della vendita?
Puglisi: Sì, parlai con Biagio Grasso… Anzi mi ha ricordato un particolare: ero molto seccato con Grasso, perché io non sapevo nulla della vendita della quota che lui intendeva fare. E al che gli dissi: Scusa, ma perché stai vendendo questa quota? Lui dice: Perché voglio fare cassa perché voglio fare altri investimenti. Ho detto: Perché, questo non ti sembra buono? Dice: No, ho la possibilità di investire in altro, qua già abbiamo avuto… Ecco, mi ricordo questo particolare. Io non ho avuto mai offerto direttamente la proposta di acquisto della quota. E mi ricordo anche che chiesi al Grasso come mai non ero informato della sua volontà di cessione della quota.
PM: E cosa le fu risposto?
Puglisi: Niente, su questo sorvolò e poi, quando io gli dissi: Scusa, ma perché la vuoi vendere?, mi disse invece che voleva investire in altro, voleva fare cassa per investire in altro.
PM: Quali altri investimenti? Glielo disse?
Puglisi: Questo non lo può chiedere a me, perché io non lo so.
PM: Lei chiese a Grasso, con il quale siete soci: Scusa Biagio, ma in che cosa devi investire?
Puglisi: No, assolutamente.
PM: Questa decisione di Grasso le stimolò una reazione?
Puglisi: No, ci rimasi male.
PM: Ci rimase male lei per cosa?
Puglisi: Perché non mi aveva informato, nel senso non mi aveva detto: Voglio vendere la quota. Per questo ci rimasi male, perché io lo appresi dal Denaro.
PM: Nonostante questa sorpresa, però, lei sostanzialmente acconsente all’operazione e dà l’ipoteca?
Puglisi: Sì. Ma scusi, no, va be’ non posso fare domande, le chiedo scusa.
PM: Lei conosce Ivan Soraci?
Puglisi: Sì. Era dipendente del Bar Pasticceria Irrera che era stato rilevato da me e dai soci Denaro. Era un dipendente già di Denaro, mi pare quando aveva il supermercato a Maregrosso e che poi se lo portò anche all’Irrera.
PM: Che ruolo aveva da Irrera?
Puglisi: Mi pare responsabile del personale… Non lo so, perché io in Irrera ho solo fatto un semplice investimento economico e non mi sono mai occupato di nulla. Avevo una semplice partecipazione azionaria.
PM: È a conoscenza di circostanze che hanno riguardato l’interruzione del rapporto di lavoro tra Soraci e questa società che gestiva il Bar Irrera?
Puglisi: No, io andai via da Irrera prima ancora che… lo sto apprendendo adesso, che succedesse… Non lo so, si sono interrotti i rapporti di dipendenza da parte di Soraci con la gestione Irrera?
PM: È a conoscenza di queste circostanze?
Puglisi: No, ero a conoscenza soltanto perché frequentavo naturalmente l’irrera e anche se non avevo nessun ruolo gestionale naturalmente conoscevo quasi tutti i dipendenti e Soraci era uno di questi.
PM: Che rapporti vi erano tra Grasso Biagio e il signor Soraci?
Puglisi: Questo non lo so, perché onestamente io devo dirle che già da quando vendetti, o non ho sottoscritto aumenti di capitale in Irrera, non ho avuto più rapporti con nessuno di tutti loro. Né nel vedere più Soraci, né nell’avere più… Da quando vendette le quote Grasso neanche con lui, quindi non so che rapporti avessero. Si conoscevano, questo glielo posso dire perché all’Irrera naturalmente, quando si frequentava, ero lì.
PM: Che rapporti esistevano tra il signor Soraci e Denaro Giuseppe?
Puglisi: Denaro Giuseppe era l’amministratore di Irrera, quindi era il datore di lavoro di Soraci.
PM: Per quello che lei ne sa, se lo sa, Soraci aveva in qualche modo un ruolo di segnalatore di affari, per conto del signor Denaro Giuseppe?
Puglisi: Credo di no.
PM: Siccome sorride, le viene da ridere, vorrei capire…
Puglisi: Perché mi sembra strano, nel senso io me lo ricordo come un dipendente di Irrera.
PM: Lei qui dice, se ce lo può specificare, in questo verbale: Credo che Grasso Biagio e il Soraci si conobbero al bar Irrera. Il credo che cosa riguarda?
Puglisi: No si conobbero, almeno vedevo che si conoscevano, che si sono conosciuti là non lo so… Vedevo che si conoscevano perché quando due persone si parlano presumo che si conoscano.
PM: Oltre a questa vicenda, diciamo non positiva, questo pignoramento del terreno, cinquemila e cinquecento metri quadrati a fronte di questo mutuo, lei o comunque società da lei amministrate hanno avuto altri pignoramenti, problematiche di questo genere?
Puglisi: No.
PM: Quindi è, come dire, un episodio occasionale?
Puglisi: Sì.
Anche il costruttore Giuseppe Puglisi è stato sottoposto al controesame da parte del difensore Antonio Salvatore Scordo.
Avv. Scordo: Invece il signor Denaro ha avuto problemi finanziari, a prescindere da questo fatto, che le sappia?
Puglisi: Non mi risulta.
Avv. Scordo: La società Irrera andava bene che le sappia?
Puglisi: Non benissimo. Quando sono andato via abbiamo chiuso credo in perdita.
Avv. Scordo: Quindi chiudere in perdita significa andare bene da un punto di vista imprenditoriale?
Puglisi: No, significa… A volte sì, può voler significare anche andare bene.
Avv. Scordo: Ma nel caso di specie, può essere considerata come una società che va bene, una società in perdita? Parliamo di Irrera...
Puglisi: Dell’Irrera, onestamente le dirò non lo so. Credo che fosse in perdita, quando uscii io sicuramente era in perdita, perché io poi non fui più socio perché fu fatta una ricostituzione del capitale che non ho sottoscritto.
Avv. Scordo: Quindi solitamente una ricostituzione del capitale significa che, appunto, c’è carenza di liquidità, quindi ci sono dei debiti da coprire, giusto?
Puglisi: C’è perdita.
Avv. Scordo: Torniamo un attimo indietro. Quanto acquistate il terreno di Villafranca per intero?
Puglisi: Guardi, vado a memoria, credo settecentocinquantamila euro.
Avv. Scordo: Quanto avete venduto la porzione di terreno all’Eurospin?
Puglisi: All’Eurospin l’abbiamo venduta un milione.
Avv. Scordo: Quindi diciamo che già, senza considerare l’altra parte, avete guadagnato duecentocinquantamila euro o sbaglio?
Puglisi: Se facciamo i conti alla femminina sì. Nel senso, se io compro due mele e poi… allora sì. Una azienda non funziona così.
Avv. Scordo: Allora mi spiega perché non funziona così in questo caso? Mi scusi, lei compra un terreno settecentomila, lei intanto oltre che comprare non fa niente da un punto di vista di investimenti materiali, perché non costruisce, non spende soldi per materiali, per capitali, per operai, quindi lei fa un acquisto cartolare di un terreno, settecentomila, e lo vende a un milione di euro, è corretto questo?
Puglisi: È sbagliato. Perché lei deve tenere conto che quando compra un terreno, se comprasse un terreno agricolo oggi cento e domani lo rivende così come è duecento, ha ragione lei. Nel momento in cui invece si investe su un terreno, nella fattispecie un terreno a destinazione industriale o commerciale, che necessita naturalmente di tutta una serie di attività, sia professionali e altro, affinché questo terreno possa acquisire valore…
Avv. Scordo: Nel suo caso specifico che attività ha fatto in questo terreno per fargli acquisire valore? E cosa ha speso soprattutto a questo punto arrivato? Dobbiamo pensare che abbia speso dei soldi…
Puglisi: E certo, ha speso soldi per la progettazione, per le indagini geologiche…
Avv. Scordo: Sì, che faceva lei, la progettazione la faceva lei, giusto?
Puglisi: Sì, ma io sono il professionista ingegner Giuseppe Puglisi…
Avv. Scordo: Ma anche socio della società che acquista?
Puglisi: Sono socio della società che acquista, il 33%; sono amministratore della società. Sono ruoli totalmente diversi, il professionista svolge una attività, che fattura…
Avv. Scordo: Quanto l’ha fatturata la sua attività alla P & F?
Puglisi: Ora non ricordo, comunque parte sarà stata fatturata, parte naturalmente dovrò fatturarla nel momento in cui ci saranno i costi, nel momento in cui ci saranno i ricavi, perché è inutile che fatturo qualcosa di cui so…
Avv. Scordo: Come lei dice alla femminella, quanto avete speso rispetto ai settecentomila euro di acquisto?
Puglisi: Almeno duecentocinquantamila euro.
Avv. Scordo: Quindi è corretto dire che già vendendo metà del terreno di fatto siete rientrati con i vostri soldi o sbaglio?
Puglisi: No, ma questo è corretto, non quello che ha detto lei prima. Allora, una cosa sono settecentocinquantamila, una cosa sono un milione. Ora ci siamo capiti (…) Ma se lei mi dice: io compro un terreno un milione, prendo un milione ed è affari, allora mi consenta, non è possibile che lei non sappia che nel momento in cui compro una cosa ci sono tasse da pagare! Ci sono interessi in banca da pagare, ci sono oneri finanziari, ci sono costi amministrativi, ci sono dipendenti, ci sono studi geologici, ci sono studi geognostici, quindi non mi può fare un discorso…
Avv. Scordo: Quindi sostanzialmente vendendo mezzo terreno di quanto è riuscito a rientrare nel capitale investito?
Puglisi: Ma almeno del 65%, 70, ora insomma, giù di lì.
Avv. Scordo: Lei ha detto che conosce Grasso Biagio. Oltre in queste, ha avuto altre operazioni commerciali con il signor Grasso?
Puglisi: Guardi, io conosco Biagio Grasso almeno dal 2000 certamente. Mentre Giuseppe Denaro da quarant’anni, forse cinquanta. Lui è più piccolo di me, il Giuseppe; il Filippo è poco più grande. A Biagio Grasso l’ho conosciuto come piccolo imprenditore. Lui svolgeva attività nel ristrutturare o costruire capannoni industriali. Le uniche attività che abbiamo fatto insieme con un’altra società, credo quindici anni fa, abbiamo acquistato dei terreni che abbiamo poi rivenduto.
Avv. Scordo: Lei poc’anzi, a domanda mi sembra del Pubblico Ministero, ha detto che Denaro aveva il supermercato a Maregrosso, giusto?
Puglisi:  Sì.
Avv. Scordo: Intanto in che anno siamo? Rispetto a questa operazione del 2011, prima o dopo? Cioè l’aveva già ceduto il supermercato?
Puglisi: Sì, mi pare che nel 2011, credo che sì, l’avesse già ceduto il supermercato.
Avv. Scordo: Forse la SMA?
Puglisi: Sì, la SMA.
Avv. Scordo: Ricorda se il Denaro, in quell’occasione quando aveva il supermercato a Maregrosso, poi fece anche un investimento relativamente, credo vendesse elettrodomestici, non so che cosa?
Puglisi: No, elettrodomestici no. Non ricordo neanche se all’interno del supermercato vendessero elettrodomestici.
Avv. Scordo: Nel progetto del Denaro, quando acquista queste ulteriori quote, vi era di fare un’attività sua in quel terreno di Villafranca?
Puglisi: No, no, nel senso mai parlato di questo, no. Lo escludo nel senso che non ne abbiamo mai parlato. Poi se lui magari aveva un’intenzione del genere non ci sarebbero stati problemi perché avrebbe acquisito all’interno…
Avv. Scordo: Il Denaro è lo stesso che ha a che vedere con le profumerie Grasso? Aveva una sua partecipazione alle profumerie Grasso?
Puglisi: Fa parte della famiglia Grasso, la mamma è una Grasso, le profumerie Grasso fanno parte della famiglia Grasso.
Avv. Scordo: Sa come è finita con le profumerie Grasso, se hanno avuto problemi economici e finanziari?
Puglisi: Le hanno chiuse, so che hanno avuto sì, qualche problema, esattamente che tipo di problema non lo so. Se si riferisce a fallimento e a altro non ne sono al corrente, certamente le hanno chiuse perché avranno avuto, hanno avuto difficoltà economiche da quel punto di vista.
Avv. Scordo: Sa se anche in queste profumerie avesse una quota di partecipazione il signor Denaro Giuseppe, o qualche altro fratello?
Puglisi: No, questo non lo so proprio, non ho idea.

Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 9 gennaio 2020, http://www.stampalibera.it/2020/01/09/processo-beta-al-tuo-socio-fraterno-non-far-sapere-nellultima-udienza-sentiti-gli-imprenditori-antonio-denaro-e-giuseppe-puglisi/

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