Gli artigli della Marina sull’Università di Messina
Università
degli Studi di Messina con le stellette. Giovedì 31 maggio, presso il Comando
della Marina Militare ospitato nell’antico Forte di San Salvatore della città
dello Stretto, il contrammiraglio Nicola De Felice, Comandante Marittimo della Sicilia
ed il Magnifico Rettore dell’Ateneo di Messina, Salvatore Cuzzocrea, hanno
firmato un accordo per sviluppare “sinergie e rapporti di collaborazione” nelle
“diverse aree di comune interesse e potenziali partenariati strategici”.
L’accordo
enfatizza “il ruolo fondamentale del mare per l’Italia, quale elemento da cui
dipendono significativamente la sicurezza, l’economia, la prosperità del Paese
stesso ed il cui libero uso deve essere garantito”. Secondo il Comando della
Marina Militare per la Sicilia e l’Università degli Studi di Messina, la partnership
sinergica si snoderà in molteplici campi: dall’acustica subacquea alla ricerca,
innovazione, sperimentazione, formazione e istruzione; dall’educazione digitale
alla “storia e cultura del mare, della marittimità e della sicurezza marittima”,
alla tutela dell’ambiente e della salvaguardia del patrimonio marino e
marittimo “coniugando un consolidato ruolo nell’iter formativo dei giovani alle
carriere nazionali ed internazionali ad un’irrinunciabile sensibilità per l’interesse
nazionale nella dimensione marittima”.
Dal
testo dell’accordo si evince con chiarezza l’aspirazione a costituire a Messina
un vero e proprio complesso militare-industriale-accademico. Già dall’anno
accademico 2017-18, l’Ateneo peloritano ha avviato un Corso di Laurea triennale
in “Scienze e Tecnologie della Navigazione” presso il Dipartimento di
Ingegneria e con la collaborazione del Centro Universitario di Studi sui
Trasporti “Elio Fanara”, diretto dalla professoressa Francesca Pellegrino. Aperto
ai diplomati degli istituti superiori, agli studenti lavoratori e militari di Capitaneria
di Porto, Marina, Carabinieri e Guardia di Finanza, il corso in “Scienze e
Tecnologie della Navigazione” si avvale anche del supporto dei Dipartimenti di
Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche ed ambientali; Scienze matematiche
e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della terra; Scienze politiche e
giuridiche. “L’obiettivo è quello di formare figure professionali capaci di
rispondere alle esigenze del mercato del trasporto marittimo, ed intende fare
acquisire agli allievi le conoscenze e le competenze necessarie ad utilizzare
tecniche e strumenti in uso nel settore della navigazione ed avviarli ad
operare in contesti lavorativi marittimi, portuali e dei trasporti”, spiega il
Consiglio del Corso di laurea. “Il cluster marittimo è destinato a svolgere un
ruolo cruciale per la creazione di posti di lavoro e il rilancio dell’economia
del nostro Paese”, ha invece dichiarato il Rettore Salvatore Cuzzocrea. “Occorre
uno sviluppo coerente di politiche specifiche, anche e soprattutto nel mondo
accademico, tese in particolare, per quanto riguarda il nostro Ateneo, ad
assecondare la vocazione mediterranea ed europea della città e dell’area dello
Stretto”.
Nel
dettaglio, la collaborazione tra l’Università degli Studi di Messina e la Marina
Militare si incentrerà prioritariamente su “attività di ricerca, progetti,
iniziative legati alle reciproche esigenze nell’ambiente marittimo; tirocini
curriculari, workshop, seminari, master congiunti e corsi di formazione per
studenti, dirigenti, funzionari ed operatori e “di lectio magistralis di alti
rappresentanti delle parti su tematiche di interesse comune oltre che
produzione di pubblicazioni e documenti fìlmici congiunti su riviste
specializzate e di settore”. Ateneo e Marina avvieranno pure progetti di
scambio di dati e personale, nonché consulenze tecniche “per lo sviluppo e l’impiego
dei laboratori/sistemi imbarcati a bordo delle Unità Navali che operano per il
contrasto all’inquinamento da idrocarburi; la salvaguardia dell’ambiente marino
e l’esecuzione dei campionamenti in mare di livello base con eventuale rilascio
di attestati, ecc.”.
L’accordo
prevede inoltre lo sviluppo di “partenariati strategici in attività di ricerca
per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. Sono previsti infine seminari
ed esercitazioni da svolgere presso la sede della Marina Militare di Messina con
l’ausilio del personale in servizio e collaborazioni in alcuni progetti di
ricerca, con “particolare riferimento ai Programmi comunitari Horizon 2020,
Life, ERASMUS +, Fondi Strutturali e d’Investimento Europei 2014-2020, bandi nel
campo della difesa dell’ambiente ed altri progetti europei di cooperazione
territoriale e trans-regionale”.
Un po’ più di “ambiente” di
qua e di là, ma alla fine la ricerca scientifica accademica viene cooptata e
finalizzata a fini bellici, mentre sempre maggiori risorse finanziarie
nazionali ed europee vengono dirottate verso la produzione di sistemi d’arma, di
distruzione e morte.
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