“Vi spiego cosa accade a Sigonella e cosa sono i droni killer”
Se vuoi capire cosa sta succedendo a Sigonella e
quanto l’Italia sia implicata nei nuovi scenari di guerra devi telefonare a
Messina, ad Antonio Mazzeo, tra i massimi esperti di geopolitica mediterranea,
autore di saggi fondamentali sul rapporto tra gli Usa e il nostro paese, uno che le denunce
sugli armamenti americani (e sui droni) presenti sul suolo italiano le fa da
anni.
Antonio, cosa succede a Sigonella e perché
improvvisamente se ne torna a parlare?
Succede che il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo in
cui riferisce di un accordo tra Usa e Italia per dislocare, nella base di
Sigonella, i cosiddetti droni killer: sono dei velivoli senza pilota dotati di
sistemi missilistici e bombe a guida laser. Non sono strumenti
difensivi ma hanno una funzione di attacco. E questo viola almeno un paio
di articoli della Costituzione.
Ti riferisci al famoso articolo 11 che recita
“L’Italia ripudia la guerra…?”
E non solo. Mi riferisco, per esempio, anche all’articolo 80. Ma vorrei aggiungere un’altra cosa a proposito del famoso
accordo Italia-Usa.
Prego…
Già nel 2011, durante la guerra in Libia, i droni
americani, senza alcun accordo formale, rientravano in Italia dopo le missioni.
Poi, nel 2013, questi accordi sono stati formalizzati ma soltanto per un
utilizzo temporaneo. Oggi, addirittura, Sigonella diventa una base operativa. E
tutto questo senza alcun passaggio parlamentare e senza che l’opinione pubblica
ne sia stata informata. Solo ieri, la ministra Pinotti è stata costretta a
riferire in sede parlamentare sulla presenza dei droni sostenendo che si tratta
di sistemi di difesa. Ma non è vero.
Torniamo ai droni. Cosa sono e come funzionano?
Ne esistono di due tipi: i Global Hawk, ospitati a
Sigonella dal 2008, che hanno funzioni di intelligence, sono dotati di
telerilevamento e monitorano aree enormi, individuando obiettivi e regolando
missioni di attacco. Poi ci sono i cosiddetti droni killer, come i Predator o i
Reaper: questi imbarcano bombe e sono teleguidati dalle basi statunitensi.
L’America li ha usati in più di 500 blitz, in Afghanistan, Pakistan, Iraq,
Siria, Libia, Africa sub-sahariana e Yemen facendo migliaia di vittime. E
non solo tra i combattenti o i sospetti terroristi ma anche tra i civili, nelle
scuole, negli ospedali. E questo pone grossi problemi di diritto umanitario. E
poi, colpire un obiettivo solo perché sospettato di essere un
terrorista equivale ad una condanna a morte senza processo.
Quali sono le basi da cui vengono teleguidati?
Fino ad oggi la base di Ramstein in Germania ma è
partito un bando per realizzare un altro centro a Sigonella.
Insomma, siamo in guerra…
Sì, c’è un’accelerazione dell’escalation
bellica verso la Libia. E in questa accelerazione rientra la presenza di
unità navali italiane a largo della Libia e l’utilizzo dei droni italiani (sono
dei Predator non armati) che partono dalla base di Amendola (Foggia), penetrano
nello spazio aereo libico e si spingono fino al Ciad.
E in questo scenario Sigonella che ruolo ha?
Sigonella si appresta a diventare una centrale di
controllo mondiale dei droni già nel 2017. Ma già oggi Sigonella e
Trapani Birgi sono utilizzate per le operazioni dei droni militari acquistati
dlal’Aeronautica Militare e con base di controllo ad Amendola (anche per
attività di controllo anti-migrazioni). La novità è che è
arrivata l’autorizzazione del congresso americano e presto
potranno essere armati e avere il loro battesimo di fuoco in Libia.
Intervista a
cura di Massimo Malerba, pubblicata il 6 febbraio 2016 in Il Post Viola,
http://violapost.it/2016/02/26/vi-spiego-cosa-accade-a-sigonella-e-cosa-sono-i-droni-killer/#sthash.vnZcR7uX.dpuf
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