A Sigonella i droni britannici per colpire la Libia?
Dopo le forze armate Usa, anche la Gran Bretagna ha
già trasferito o sta per trasferire a Sigonella i droni killer per bombardare
in Libia. La presenza di velivoli britannici super armati nella grande stazione
aeronavale siciliana è stata paventata dal parlamentare David Anderson (Labour
Party) e non smentita dalla Segretaria di Stato per le forze armate, Penelope
Mary “Penny” Mordaunt.
Il
29 febbraio, David Anderson ha presentato un’interrogazione
urgente al governo per sapere se i “termini di riferimento del permesso concesso
all’uso della stazione aera di Sigonella si estendessero sia alle operazioni di
lancio e ricovero del sistema a pilotaggio remoto Reaper che alle missioni di
combattimento”. La Segretaria di Stato ha risposto alla Camera dei Comuni il 9
marzo. “Noi siamo presenti da lungo tempo nella Naval Air Station di Sigonella
e abbiamo fatto uso frequente di essa; tuttavia non è prassi normale fare commenti
sui dettagli degli accordi assunti con le nazioni ospitanti”, ha replicato “Penny”
Mordaunt.
Il parlamentare del Labour
Party aveva presentato un altro atto ispettivo il 19 febbraio, chiedendo se le
forze aeree del Regno Unito “hanno ricevuto il
permesso dalle autorità italiane o comunque richiesto l’autorizzazione a
utilizzare la base di Sigonella”. “Il nostro governo ha già il permesso di
operare dalla stazione aeronavale di Sigonella”, aveva risposto la Segretaria
di Stato. “Noi facciamo frequente uso di essa; ad esempio, nel 2015, tre
elicotteri Merlin sono stati dislocati in Sicilia per prendere parte all’operazione
Weald, che assicurava interventi di
ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Attualmente stiamo operando da NAS
Sigonella nell’ambito di un’esercitazione di guerra anti-sottomarini denominata
Dynamic Manta”.
A
fine gennaio, sulla stampa londinese era trapelata la notizia che il gabinetto
del premier David Cameron aveva assunto la decisione di utilizzare i droni
armati a supporto delle operazioni militari britanniche in Libia. Il 7 febbraio,
il leader laburista Jeremy Corbyn aveva espresso la propria contrarietà all’impiego
dei velivoli da guerra senza pilota. Adesso la responsabile del dicastero alla difesa
conferma implicitamente le attività dei droni nello scacchiere libico e il loro
possibile decollo dalla Sicilia.
I
droni killer della Royal Air Force (RAF) sono gli MQ-9 Reaper della General
Atomics Aeronautical Systems, aeromobili a pilotaggio remoto progettati per la
sorveglianza e le operazioni d’attacco, in grado di volare per 28 ore
consecutive a 7.500 metri di altitudine e ad una velocità massima di 482 km/h. Dotati
di sofisticati sensori elettrottici, scanner IR e radar ad apertura sintetica,
i Reaper sono armati con due bombe a guida laser GBU-12 “Paveway” da 500 libbre
o del tipo JDAM (Joint Direct Attack Munition) a guida GPS, con un raggio d’azione di
28 km dal punto di lancio, più otto missili aria-terra AGM-114 “Hellefire”
(fuoco infernale) per annientare veicoli
supercorazzati.
Sono ventidue i velivoli Reaper
in dotazione a due reparti RAF di stanza nella base aerea di Waddington, nei
pressi della città di Lincoln (Lincolnshire): il 39° Squadrone costituito nel
2005 e il 13° Squadrone attivato solo tre anni fa. I Reaper sono stati utilizzati
in Afghanistan dal 2007 al 2014 per operazioni d’intelligence, sorveglianza e
riconoscimento. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione del Congresso Usa ad armare
cinque MQ-9, alla fine del 2014 le forze armate britanniche hanno
iniziato ad impiegarli per gli strike, prima in Afganistan e poi in Iraq e
Siria.
Il 21 agosto 2015, a Raqqa, la RAF ha utilizzato i Reaper
per colpire una vettura e uccidere due giovani cittadini britannici, Reyaad Khan e Ruhul Amin, ritenuti di appartenere all’ISIS.
Il duplice omicidio extra-giudiziario è stato giustificato da David Cameron in
nome della “lotta globale al terrorismo”. L’uso dei droni in Siria è stato poi intensificato:
lo scorso 5 dicembre, i britannici hanno bombardato il campo petrolifero di
al-Omar, alle porte della città di Deir Ezzor, con i Reaper decollati da uno
scalo top secret e alcuni caccia Tornado ed Eurofighter provenienti dalla base cipriota
di Akrotiri.
Il
sistema di comando e controllo dei velivoli senza pilota britannici è
strettamente integrato con quello delle forze armate statunitensi. Il
39° Squadrone della RAF fu attivato ad esempio nella base aerea di Creech in
Nevada, la principale stazione guida dei droni di US Air Force, mentre
l’addestramento del personale del Regno Unito preposto al controllo a distanza
dei droni è condotto grazie ad un accordo con Washington nella base aerea di
Holloman, New Mexico.
Il centro operativo di
Waddington è inoltre sotto il controllo della base RAF di Marham, nei pressi di
Kings Lynn (città portuale della contea di Norfolk), dove è ospitato il
sofisticato sistema d’analisi e intelligence “Crossbow”, a uso congiunto dei
comandi e delle forze da combattimento britannici e statunitensi. “Crossbow”
riceve e trasmette le informazioni da e verso l’US Distributed Common Ground System (DCGS), il sistema chiave per la raccolta, l’analisi e l’elaborazione delle
informazioni raccolte dai velivoli spia U-2, dagli aerei senza pilota Global
Hawk, Predator e Reaper, dagli aerei MC-12 (versione militare dei Super King
Air 350 attualmente impiegati da Pantelleria e Catania Fontanarossa per azioni
coperte in Tunisia e Libia) e da tutte le altre piattaforme d’intelligence,
sorveglianza e riconoscimento (ISR) dell’US Air Force.
Ad
oggi sono cinque i siti militari mondiali DCGS preposti all’analisi integrata e
al trasferimento dei dati d’intelligence: le basi aeree di Langley, Virginia;
Beale, California; Hickam, Hawaii; Ramstein, Germania e Osan, Corea del Sud. In
Europa c’è poi un nodo centrale del sistema DCGS, connesso via satellite agli
Stati Uniti e alla base di Ramstein: la stazione aeronavale di Sigonella, base
operativa dei Global Hawk e dei Reaper statunitensi e - dal prossimo anno -
centro di comando e controllo del nuovo sistema AGS della NATO per la
sorveglianza terrestre con i droni Global Hawk di ultima generazione. Entro
il 2018, a Sigonella sarà anche realizzata l’UAS SATCOM Relay Facility per
coordinare insieme all’installazione “sorella” di Ramstein le
operazioni di telecomunicazione satellitare con tutti i droni Usa operativi a livello planetario.
Sigonella è già stata utilizzata
da altri alleati europei per missioni con aerei senza pilota. Il 18 agosto 2011,
ad esempio, l’aeronautica militare francese schierò nella base siciliana alcuni
droni Harfang, coprodotti da EADS e dall’industria israeliana IAI, per eseguire
attività d’intelligence nella Libia post-Gheddafi. Acquistati dalla Francia nel
2008, gli Harfang possono
operare in volo ininterrottamente per 24 ore, a un’altitudine di 7.500 metri. Al
tempo, a Sigonella furono distaccati anche venticinque tra operatori,
controllori e tecnici dell’Aeronautica militare francese e cinque cacciabombardieri
Dassault Rafale equipaggiati con complesse attrezzature di sorveglianza aerea.
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