I dubbi d’oro di Capo Peloro


“Vorrei far notare che la decisione di quali progetti inserire nel Masterplan non è passata da nessun atto della giunta; non ci sono stati una delibera o un atto di indirizzo che ci hanno consentito di mettere nero su bianco i nostri pareri, quindi il fatto che io non mi sia espresso non vuol dire necessariamente che io abbia cambiato idea sul Pilone e sul modello di riqualificazione che immagino per quell’area”. Lo ha dichiarato domenica 24 gennaio a Tempostretto.it l’assessore all’ambiente del Comune di Messina, Daniele Ialacqua, soffermandosi sulla decisione dell’amministrazione Accorinti d’inserire nel Masterplan metropolitano il Piano di riqualificazione del Pilone di Capo Peloro, redatto dallo Studio di cui è co-titolare l’odierno assessore all’urbanistica, ingegnere Sergio De Cola, con la collaborazione della Buffi Associes e dell’architetto Pier Paolo Balbo di Vinadio. Sempre l’assessore Ialacqua ha precisato al quotidiano online che “comunque il progetto inserito nel Masterplan non è quello originario e che non dovrebbe dunque avere un impatto devastante sulla zona, ma limitarsi solo a interventi che daranno un nuovo volto al basamento dell’ex traliccio Enel”. In linea la successiva dichiarazione di un altro assessore della Giunta Accorinti, Sebastiano Pino, che ha confermato che quello di Capo Peloro è un “progetto rivisitato”. “La struttura – ha aggiunto Pino - necessita di interventi di manutenzione urgenti che avevamo quantificato in almeno 200 mila euro da spendere al più presto per evitare cedimenti o situazioni di pericolo viste le condizioni ormai vetuste del Pilone”.

Ferma restante la gravità dell’assenza di una doverosa analisi-discussione e approvazione del Masterplan e dei progetti inseriti da parte dell’Amministrazione, credo sia ormai doveroso che il sindaco Accorinti e l’assessore De Cola facciano finalmente chiarezza sulla portata progettuale e finanziaria del Piano di riqualificazione del Pilone di Capo Peloro a firma De Cola & C.. Nel comunicato n. 2000 emesso dal Comune di Messina il 24 dicembre 2015 (titolo: “Il Masterplan per il Mezzogiorno”: il vicesindaco Signorino invia la scheda degli interventi 2016-2017), si fa espressamente riferimento alla “riqualificazione funzionale e strutturale del Basamento del Pilone ex ENEL di Capo Peloro per la realizzazione di un polo di attrazione turistico/culturale del Pilone di Capo Peloro dell’ex elettrodotto Siculo-Calabro” e non certo a meri “interventi di manutenzione urgenti” da 200.000 euro come invece riferito dall’assessore Pino. Alcuni organi di stampa hanno riportato che gli investimenti previsti dal Masterplan per Capo Peloro si attesterebbero intorno ai 9 milioni di euro, ma ad onor del vero, il comunicato del Comune di Messina non fa alcun accenno agli importi di spesa. Di contro, quando l’amministrazione Accorinti pubblicò nell’agosto 2014 la cosiddetta “Agenda Messina sulle priorità infrastrutturali”, in cui fu inserito il Piano Particolareggiato di Capo Peloro (redatto dallo Studio de Cola & C. previo affidamento con delibera n. 47 del 12 marzo 2003 da parte dell’ex amministrazione comunale con sindaco Giuseppe Buzzanca), gli interventi nella delicatissima area di Capo Peloro prevedevano una spesa di 56.990.325 di euro. Soldi che l’amministrazione Accorinti riteneva dovessero essere “prelevati” dal Governo dalle somme stanziate per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, o meglio, dalle “opere compensative” previste per il Comune di Messina. Il valore delle opere previste dall’Agenda Messina è leggermente superiore a quanto stimato dal piano di “riqualificazione” di Capo Peloro (sempre quello dello Studio de Cola e associati), - 54.276.500 euro - che il General contractor del Ponte, insieme alla Società Stretto di Messina S.p.A., inserirono formalmente il 20 giugno 2011 tra le “opere compensative” da finanziare con la progettazione e realizzazione del Ponte. I tre anni trascorsi dall’approvazione del Piano “compensativo” della megaopera e l’Agenda dell’amministrazione Accorinti forse possono spiegare il lieve aumento dei costi del Piano di Capo Peloro. Sicuramente poi, la “nuova” riedizione del Piano è di dimensioni “ridotte” rispetto al progetto dello studio De Cola & C., risultato vincitore nel 2000 del Concorso europeo di idee per la riqualificazione ambientale e funzionale dell’area di Capo Peloro indetto dal Comune di Messina. Quel Piano che prevedeva al tempo una spesa complessiva di 140 milioni di euro; ancora oggi però gli impatti degli interventi appaiono comunque insostenibili per il territorio e l’ambiente costiero.

Nel comunicato n. 2 del 4 gennaio 2016, emesso dall’Ufficio Stampa del Comune di Messina, l’assessore Sergio De Cola ha respinto ogni possibile “conflitto d’interessi” relativamente all’inserimento nel Masterplan del (suo) progetto di “riqualificazione” e ha negato l’esistenza di “vantaggi, anche e non solo economici, che deriverebbero a se stesso, o a persone a lui vicine professionalmente, dall’eventuale accoglimento delle proposte inserite nel Masterplan”. “La prestazione professionale richiesta – concludeva De Cola - si è definitivamente conclusa, con la validazione da parte del RUP, prima dell’insediamento di questa Giunta, e quindi la situazione contrattuale non potrà in nessun modo variare indipendentemente da qualunque scelta sarà assunta dall’Amministrazione, attuale o futura, in merito al progetto”.

Stando però a quanto si legge all’articolo 13 del bando del Concorso europeo di idee per la riqualificazione ambientale e funzionale di Capo Peloro, indetto dal Comune di Messina e pubblicato integralmente sulla rivista Città e Territorio (n. 1 gennaio-febbraio 1999), “l’Amministrazione si impegna a conferire al 1° classificato l’incarico inerente la progettazione esecutiva all’atto dell’ottenimento delle necessarie concessioni demaniali e dei finanziamenti dell’opera”. Nel comma successivo si aggiunge che “l’Ente Banditore si riserva la facoltà di fare apportare, a cura e spese del concorrente prescelto, le modifiche alla soluzione progettuale prescelta che l’Ente stesso riterrà necessario per il perseguimento degli obiettivi prefissi; inoltre l’Ente Banditore si riserva di istituire eventuali ulteriori rapporti professionali per le successiva fasi di carattere progettuale”. Cioè, il bando impone al Comune di Messina, in caso di finanziamento del piano, di affidarne la progettazione esecutiva allo studio De Cola & C. (il 1° classificato al concorso). Secondo le stime del General Contractor del Ponte sullo Stretto, nel maggio 2011, si trattava di un importo pari a 1.030.000 euro.
Va ricordato che proprio questa “clausola” di relazione diretta ed esclusiva Comune-progettisti vincitori è stata utilizzata dalla ex Giunta comunale di centro-destra per giustificare la delibera n. 1491 del 15 dicembre 2011 che ha affidato allo studio De Cola e partner la “redazione del progetto preliminare delle opere di riqualificazione funzionale e strutturale del basamento del Pilone”. Il relativo contratto con lo Studio De Cola Associati e l’arch. Gianpiero Buffi, per un importo di 128.000 euro, fu poi firmato il 14 giugno 2012 dall’allora assessore Gianfranco Scoglio e registrato presso la Segreteria generale del Comune di Messina con il n. 3911. Anche in questo caso, però, i conti non tornano del tutto. Con delibera di Giunta n. 178 del 25 marzo 2014, oggetto “Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale”, fu approvato lo schema relativo ai debiti fuori bilancio del Comune di Messina predisposto dal Dipartimento Lavori Pubblici – Area tecnica. Nella tabella veniva riportato, tra gli altri, un credito di 172.639,68 euro vantato da Buffi Giampiero – Pier Palo Baldo di Vinadio e Studio e Cola Associati, relativo al “pagamento competenze tecniche lavori di riqualificazione Capo Peloro Transazione G.M. 770/2012”. Nello schema allegato alla delibera c’è poi un secondo debito fuori bilancio a favore del gruppo Buffi-Baldo-De Cola di 128.2012,34 euro, stavolta relativo alla “sistemazione del basamento del Pilone per la realizzazione di opere per la fruizione del mare e attrezzature turistiche”. Ma non è arrivata l’ora che l’amministrazione Accorinti-De Cola spieghi quanto costerà alla fine il Pilone “riqualificato” di Capo Peloro?

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