Sigonella, la capitale mondiale dei droni da guerra
La
Nato punta su Sigonella per l’utilizzo sempre più ampio dei velivoli senza
pilota, sia nel settore militare, sia in quello “umanitario” nell’ambito del
nuovo sistema AGS, Alliance Ground Surveillance. Tra le aziende sotto contratto
per la realizzazione delle componenti compare, tra le altre, l’italiana Selex
Es, gruppo Finmeccanica.
Un anno al massimo e la base
militare siciliana di Sigonella si affermerà come la capitale mondiale dei droni, cioè in vero e proprio centro delle
forze armate USA e NATO per il comando, il controllo e la gestione delle flotte
di velivoli senza pilota chiamati a condurre i futuri conflitti globali. Entro
l’inizio del 2017 infatti, Sigonella sarà utilizzata per le missioni dei droni
di sorveglianza aeronavale del nuovo sistema AGS (Alliance Ground
Surveillance) dell’Alleanza
Atlantica.
L’AGS dovrà fornire
informazioni in tempo reale per compiti di vigilanza aria-terra a supporto
dell’intero spettro delle operazioni NATO nel Mediterraneo, nei Balcani, in
Africa e in Medio oriente. Il nuovo sistema si articolerà in stazioni di terra
fisse, mobili e trasportabili per la pianificazione e il supporto operativo
alle missioni e da una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo
remoto RQ-4 “Global Hawk” Block 40,
prodotti dall’azienda statunitense Northrop Grumman. La stazione aeronavale di
Sigonella ospiterà sia il Centro di comando e controllo dell’AGS che l’intero
apparato logistico e i velivoli senza pilota. I droni potranno volare in
qualsiasi condizione meteorologica per 32 ore consecutive, a 18,3 km d’altezza;
grazie al radar ad apertura sintetica ad alta definizione MP-RTIP, rileveranno
e tracceranno ogni oggetto a terra e i missili da crociera a bassa quota. Il
nuovo sistema s’interfaccerà con l’articolata rete operativa militare e con
tutti i centri di comando, controllo, intelligence, sorveglianza e
riconoscimento della NATO a livello planetario.
La prima simulazione
operativa dell’AGS è avvenuta nel luglio 2014 durante la grande esercitazione
aeronavale Unified Vision UV14 che la
NATO ha realizzato in nord Europa in cooperazione con il Comando delle forze USA per il continente
europeo. Il primo test di volo di uno dei
droni previsti dal nuovo programma si è svolto lo scorso invece lo scorso 19
dicembre: dopo essere decollato dalla base californiana di Palmdale, il “Global
Hawk” Block 40 è atterrato due ore e
mezzo dopo nella grande base dell’US Air Force di Edwards, anch’essa in
California. “Il successo del volo ha confermato la validità e il perfetto
funzionamento dei sistemi di controllo e di volo del sistema AGS, sei medi dopo
che il velivolo senza pilota è stato presentato al pubblico”, ha dichiarato Rob
Sheehan, manager di Northrop Grumman. “Il Global Hawk, già in funzione con
l’aeronautica e la marina militare degli Stati Uniti d’America, ha dimostrato
di essere capace di adempiere alle sue funzioni d’intelligence in Iraq e
durante i recenti attacchi aerei in Siria contro lo Stato islamico. L’AGS
supporterà un ampio ventaglio di missioni NATO come la protezione delle forze
terrestri e delle popolazioni civili, il controllo delle frontiere, la
sicurezza navale e l’assistenza umanitaria”.
Il
prossimo impegno per l’azienda produttrice dei “Global Hawk” versione AGS sarà
quello d’integrare e mettere in rete i diversi apparati radar e sensori
assegnati ai velivoli senza pilota. L’azienda statunitense prevede di
trasferire i primi droni nella main
operating base di Sigonella entro la fine del 2016, mentre per l’avvio
delle operazioni del nuovo sistema NATO si dovrà attendere il 2017. I cinque droni
che opereranno dalla base siciliana saranno i primi velivoli acquistati
direttamente dalla NATO dopo gli aeri radar AWACS entrati in funzione con
la NATO Airborne Early Warning & Control Force ai primi anni ‘80. Al programma AGS NATO, il
più costoso nella storia dell’Alleanza (1,7
miliardi dollari secondo le previsioni del 2008), hanno contribuito
finanziariamente però solo 15 paesi alleati: Bulgaria, Danimarca,
Estonia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia,
Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti.
Tra
le aziende contrattate dalla statunitense Northrop Grumman per la realizzazione
delle componenti dell’AGS compare, tra le altre, l’italiana Selex Es, gruppo
Finmeccanica. Selex, nello specifico, è chiamata alla progettazione e la
realizzazione delle stazioni terrestri trasportabili (Transportable General Ground System -
TGSS), della centrale operativa di Sigonella e degli apparati
di comunicazione e trasmissione dati e immagini, per un importo complessivo di
140 milioni di euro. “Il programma AGS non è soltanto militare, ma consente la
sorveglianza anche per scopi umanitari: basti pensare al problema del trasporto
illegale dei migranti”, ha dichiarato Fabrizio Giulianini, amministratore
delegato di Selex Es. “Si potranno assistere le popolazioni civili, migliorando
la gestione delle crisi e degli aiuti in situazioni di emergenza. Ma Selex Es
guarda già avanti, in particolare a tutti i programmi di supporto logistico che
saranno indispensabili quando Sigonella sarà interamente operativa. Ovviamente
è ancora prematuro valutare le ricadute economiche per l’azienda di
Finmeccanica, poiché devono essere definiti i limiti e le particolarità della
nuova fase. Ma, in ogni caso, essa sarà estremamente positiva per lo
stabilimento di Torino Caselle dove operano 350 persone che hanno rappresentato
il cuore del programma NATO AGS per la parte italiana. Sostenuti anche dagli
oltre 16 mila lavoratori dell’azienda nelle altre sedi e dalle aziende
coinvolte in Bulgaria e Romania”.
A Sigonella sono stati schierati da alcuni anni
dall’US Air Force pure 4-5 aerei senza pilota “Global Hawk” Block 20, utilizzati per le operazioni
d’intelligence in Africa e Medio oriente e uno stormo di droni-killer “Predator”
per le incursioni in Libia, Somalia, Mali e Niger. Presto però anche l’US Navy contribuirà
alla trasformazione di Sigonella in uno dei centri nevralgici mondiali per
l’uso in guerra dei velivoli senza pilota. La stazione aeronavale siciliana è stata prescelta infatti come base operativa avanzata del sistema aereo senza pilota (UAS) MQ-4C “Triton”,
anch’esso basato sulla piattaforma del “Global Hawk” della Northrop Grumman. Secondo
il Comando generale della Marina militare statunitense, i primi “Triton” inizieranno ad operare da Sigonella
a partire del giugno 2019, anche se le infrastrutture programmate per
ospitare i velivoli, costo 40.641.000 dollari, saranno completate già nel
luglio 2018.
Articolo pubblicato in La città futura il 31 dicembre 2015, http://www.lacittafutura.it/dibattito/sigonella-la-capitale-mondiale-dei-droni-da-guerra.html
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