Il grande affare del MUOStro di Niscemi
Per coloro che non lo sapessero il
M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di
telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da
cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra (di cui una a Niscemi),
dotate ognuna di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne
alte 149 metri.
La sua finalità è quella di coordinare in modo
capillare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in
particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche nella vicina
Sigonella.
A Niscemi nonostante la strenua opposizione degli attivisti, i lavori del M.u.o.s. non si sono fermati, anzi; alla data odierna tutte e tre le parabole sono state installate.
A Niscemi nonostante la strenua opposizione degli attivisti, i lavori del M.u.o.s. non si sono fermati, anzi; alla data odierna tutte e tre le parabole sono state installate.
Del M.u.o.s. parliamo con Antonio Mazzeo,
giornalista, scrittore ed attivista antimilitarista, che dal 2005 ha raccolto
in un dossier le informazioni sull’opera Usa; dossier poi diventato un libro
dal titolo Un eco Muostro a Niscemi.
- Mazzeo, ci spiegherebbe in sintesi
quali sono gli interessi che si celano dietro il Muos?
In primo luogo interessi bellici: è ovvio che
siano gli Usa ad avere l’interesse primo ad ultimare e rendere funzionante
questa installazione, funzionale ai propri progetti di supremazia nella
gestione dei conflitti del 21° secolo. Gli interessi di tipo economico poi sono
enormi, basti pensare che per la multinazionale Lockeed Martin (Prime
Contractor del sistema), il Muos rappresenta un affare da 10 miliardi di
dollari. L’Italia invece non ci guadagnerà nulla, ma in compenso le società
produttrici di tecnologie belliche avranno la strada spianata negli accordi
commerciali col Pentagono e tra le aziende più accreditate in tal senso ci sarà
sicuramente la Finmeccanica.
- L’installazione delle parabole di cui
abbiamo letto in questi giorni, non rischia di estirpare il già provato
entusiasmo del movimento No Muos?
Sicuramente questo rappresenta un duro colpo per
il movimento, ma in momenti come questi occorre essere razionali; chi è
addentro la protesta sa bene che questa è una strada in salita. Ma una
battaglia persa non implica che sia persa anche la guerra: tutt’ora il Muos non
è ancora ultimato e funzionante. Ci vorranno almeno altri due anni prima che
diventi operativo: ci sono tutte le condizioni per far sì che si innesti un’
inversione di tendenza. L’esempio a cui guardare è Comiso, prescelta come base
in cui installare missili nucleari: anche lì in un primo momento si parlò di
sconfitta, ma alla lunga il movimento pacifista la ebbe vinta.
-La politica regionale e nazionale
sembrano intenzionalmente disinteressarsi della questione, avvallando così
facendo le posizioni americane. Crocetta che nelle sue dichiarazioni iniziali
si era mostrato così ostico al Muos, sembra aver progressivamente invertito la
rotta. Insomma perché secondo lei un cosi rapido dietrofront?
E’ stato appena pubblicato il mio libro “Il
MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo”, in cui dedico
proprio a Crocetta un intero capitolo. Io non definisco il suo un dietrofront,
anzi: il suo è un percorso lucidamente portato avanti e l’iniziale revoca delle
autorizzazioni non era altro che una mossa propagandistica per ottenere consenso
popolare. Crocetta sapeva già quali sarebbero state le prossime mosse. Non si
spiegherebbe altrimenti la scelta di delegare all’Istituto Superiore di Sanità,
anziché ad un altro soggetto terzo, la relazione sulla pericolosità del Muos
sulla salute pubblica. L’Istituto che dipende direttamente dal Ministero della
Sanità ha avuto sempre posizioni notoriamente moderate sulla pericolosità
dell’elettromagnetismo. E questo, nonostante ci siano state relazioni
scientifiche condotte da enti autorevoli che abbiano affermato l’esatto
contrario.
-Nella manifestazione nazionale tenutasi
Palermo alcuni mesi fa, il numero dei partecipanti niscemesi sembrava esiguo.
Cittadinanza niscemese dunque e politica sembrano essere un po’ distanti; ma
davvero si può lasciare la prerogativa di una lotta così ardua solo sulle
spalle di un movimento, per quanto organizzato lo stesso possa essere?
Non sono d’accordo in merito al punto della bassa
partecipazione popolare niscemese: lo scorso 31 maggio a Niscemi c’è stato uno
sciopero generale che ha visto il totale blocco delle attività economiche e la
chiusura delle scuole. La partecipazione della gente è stata massiccia. La
totalità dei Niscemesi è contro il Muos e lo si è visto anche nel corso delle
altre manifestazioni. A Comiso invece lì si che la popolazione era spaccata.
Chiaramente la prosecuzione dei lavori ha portato sconforto e demoralizzazione.
Sull’assenza della politica sono d’accordo: quello che sta accadendo è
principalmente una sconfitta delle organizzazioni politiche e sindacali ed
anche di molti rappresentanti di enti locali che si sono limitati a
dichiarazioni di principio senza però voler entrare nel conflitto. Sono queste
le componenti che dovranno rispondere in futuro di quello che sta accadendo a
Niscemi.
Intervista
a cura di Francesco Fustaneo, pubblicata in Link
Sicilia il 28 gennaio 2014 , http://www.linksicilia.it/2014/01/m-u-os-intervista-al-giornalista-antonio-mazzeo/
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