MUOS di Niscemi, il futuro delle guerre passa dalla Sicilia
Svettano spettrali su una
collina della riserva naturale di Niscemi le tre mega-antenne del MUOS, il
nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari che guiderà le guerre globali
delle forze armate Usa. Anni di mobilitazioni popolari, decine di cortei, sit-in,
azioni dirette nonviolente, blocchi stradali, uno sciopero generale
autogestito, invasioni di massa di una delle più grandi installazioni della
Marina militare degli Stati Uniti nel Mediterraneo, non sono stati sufficienti
a impedire la conclusione dei lavori del quarto terminale terrestre di uno dei
programmi strategicamente più rilevanti del Pentagono. Politici e ministri di
centrodestra e centrosinistra, generali, manager e azionisti del complesso
militare, industriale e finanziario nazionale hanno fatto fronte comune con la
borghesia mafiosa contro la popolazione siciliana e i numerosi comitati di base
locali sorti in opposizione alle logiche di guerra e in difesa della salute,
dell’ambiente e del territorio. Le azioni dei militanti No MUOS sono stato
brutalmente represse dalle forze dell’ordine, centinaia di giovani e donne sono
stati oggetto di vergognosi provvedimenti penali e sono fioccate multe e
sanzioni per migliaia di euro. Nell’Isola sempre più fortezza armata, sono stati
pesantemente ridotti gli spazi di agibilità politica e democratica e limitati le
libertà e i diritti d’espressione.
I governi succedutisi alla
guida del paese nell’ultima decade hanno fatto a gara per accontentare
qualsivoglia richiesta strategica del partner d’oltreoceano. L’Italia ha contributo
alle guerre permanenti in Iraq, Afghanistan e Corno d’Africa; ha autorizzato il
trasferimento della brigata aviotrasportata Usa dalla Germania a Vicenza e la
creazione della grande base al “Dal Molin”; ha legittimato la trasformazione di
Sigonella in capitale mondiale dei droni;
ha trasformato il Nord-Est e la Sicilia in piattaforme avanzate per gli
interventi armati di USAFRICOM nel continente africano; ha acquistato i
famigerati cacciabombardieri a capacità nucleare F-35; ha spianto la strada al
MUOS di Niscemi. Né impavido filo-atlantismo né supina subordinazione allo
strapotere economico di Washington quello delle classi dirigenti italiane. Ma
solo e semplicemente una logica di scambio ineguale sulla pelle, la salute e le
tasche degli italiani, in nome del perseguimento di facili profitti da parte dei
produttori bellici di casa nostra - a capitale pubblico e/o privato - come
Finmeccanica, Fincantieri, Beretta, Iveco, ecc.. Un do ut des che ha consentito l’apertura del mercato statunitense ai
mercanti di morte del Bel Paese, favorendo intrepide e dispendiose alleanze con
i giganti del complesso militare industriale Usa. Prima fra tutte Lockheed
Martin, poco meno di 50 miliardi di dollari di fatturato l’anno, artefice di
fittissime reti d’interessi corruttivi in più di un continente, produttrice del
MUOS e degli F-35, nonché partner di Finmeccanica nell’affaire dei
cacciabombardieri, del sistema missilistico “anti-missili” MEADS e, da qualche
giorno, di un sofisticato sistema di controllo e comunicazioni per il nuovo
comando Nato di Bruxelles.
Un’incomparabile differenza
di forze in campo: il Golia a stelle e strisce con i suoi mercenari a Roma e nel
governo regionale della Sicilia (fra tutti, gli ultimi due presidenti-governatori,
l’“autonomista” Raffaele Lombardo e l’“antimafioso” Rosario Crocetta, più
l’intero stato maggiore del Pd isolano); i cento-mille David che non si sono
piegati neanche di fronte le intimidazioni e le minacce delle cosche più
efferate di Cosa Nostra, le cui imprese sono state chiamate a realizzare le
piattaforme di cemento armato per i tralicci e antenne satellitari nella
“Sughereta”, in palese violazione delle normative ambientali, urbanistiche e
antimafia. Intorno, l’indifferenza delle forze politiche, sociali e sindacali e
i silenzi interessati o le omissioni dei grandi network editoriali e
radiotelevisivi. L’esito del primo round del conflitto contro il MUOStro di
Niscemi, in fondo, era scontato. Ma le mega-antenne montate (ma non ancora
funzionanti) non rappresentano la fine dell’Utopia di una Sicilia ponte di pace
e dialogo tra i popoli del Mediterraneo. Quello in atto è uno scontro epocale,
per la stessa sopravvivenza della specie umana, mai come adesso minacciata dai
folli piani di totale automatizzazione, dronizzazione e robotizzazione dei
conflitti armati. Comitati e attivisti sanno bene che la mobilitazione non può
che essere a medio e lungo termine e che sarà necessario affiancare il No al
MUOS al No ai Droni e il NO alle guerre alle migrazioni scatenate dall’Italia e
dall’Unione europea con l’Operazione Mare
Nostrum e il trasferimento in Sicilia e a Lampedusa e Pantelleria di un
enorme dispositivo militare aeronavale e di velivoli senza pilota anti-migranti.
Un impegno a 360 gradi contro militarizzazioni, militarismi e guerre, in rete
con tutte le soggettività in lotta contro il neoliberismo, le brutali politiche
di austerità e annientamento della spesa sociale e i tagli all’occupazione, all’istruzione
e alla sanità.
Il Movimento ha fissato le
prossime tappe per la controffensiva No MUOS. Depositato in Parlamento il testo
di una mozione per la sospensione immediata del progetto, nei prossimi giorni si
rafforzerà il pressing perché finalmente le Camere, in ottemperanza agli
articoli 11, 80 e 87 della Costituzione, deliberino contro l’installazione di
un sistema di distruzione di massa, di proprietà ed uso esclusivo delle forze
armate Usa. Sabato 22 febbraio, a Caltanissetta, un corteo e un presidio No
MUOS ribadiranno il sacrosanto diritto ad opporsi ai piani di morte Usa, Nato e
Ue, denunciando altresì il ciclone repressivo scatenato dalle forze di polizia
e dall’autorità giudiziaria - dalla Val di Susa a Niscemi - ai danni dei
singoli e delle realtà auto-organizzate che si oppongono alle Grandi Opere e ai
processi di militarizzazione dei territori. L’appuntamento per tutti, infine, è
per sabato 1 marzo ancora una volta a Niscemi, per una manifestazione di fronte
la megastazione di radiocomunicazione NRTF e satellitare MUOS. “L’installazione all’interno della riserva naturale di
Niscemi è da oltre vent’anni attiva con le sue 46 antenne apportando gravi
danni all’ambiente e alla salute delle persone” denunciano i Comitati No MUOS. “Il
primo di marzo ci muoveremo ancora una volta tutte e tutti verso la base
attraverso cui governi e militari credono di poter raggiungere i propri fini di
guerra e controllo passando sulle nostre vite. Determinati come abbiamo imparato ad essere, torneremo a
riprenderci ciò che è nostro, sempre più convinti che l’occupazione militare
non sia più tollerabile e che le scelte sui territori debbano essere
determinate dalle esigenze delle popolazioni che li abitano e non dai disegni geopolitici
delle potenze economiche”.
Articolo pubblicato in http://ghigliottinapuntoit.wordpress.com/2014/02/10/muos-di-niscemi-il-futuro-delle-guerre-passa-dalla-sicilia/
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