Il Leone Africano delle forze armate Usa nuova vittima del Coronavirus
A
meno di una settimana dalla data fissata per il suo inizio, il Comando delle
forze armate Usa nel continente africano (US Africom) ha annunciato la
cancellazione dell’imponente esercitazione multinazionale che si sarebbe dovuta
tenere in nord Africa e nel Sahel. “Dopo un’attenta valutazione e in accordo con
i paesi partecipanti e le nazioni partner africane ospitanti, l’esercitazione African Lion 2020 è stata annullata”,
riporta la nota dell’ufficio stampa di US Africom. “Nonostante le precauzioni
assunte, la decisione di cancellare l’esercitazione è stata fatta dopo le
restrizioni ai viaggi internazionali determinate dal nuovo coronavirus
(COVID-19) e per ridurre al minimo il rischio di esposizione del personale
militare statunitense e di quello delle nazioni partner. US Africom continua a
lavorare con gli alleati per assicurare stabilità e sicurezza nel continente
africano. Per questo prosegue la pianificazione dell’edizione 2021 di African Lion”.
Qualche
giorno fa il Comando delle forze armate Usa aveva affermato che nonostante la
pandemia da coronavirus, l’esercitazione si sarebbe tenuta anche se con la
riduzione degli uomini e dei mezzi impegnati. African Lion era programmata dal 23 marzo al 3 aprile in Marocco,
Tunisia e Senegal: originariamente prevedeva la presenza di 3.800 militari
statunitensi provenienti dai reparti d’èlite dell’esercito, della marina e
dell’aeronautica (101st Airborne Division, 1st Security Force Assistance
Brigade, 173rd Airborne Brigade di stanza a Vicenza, 31st Fighter Wing di
Aviano, 100th Air Refueling Wing, Utah e Michigan National Guard, ecc.) e di
oltre 5.000 unità di una decina di paesi europei e africani tra cu Marocco, Senegal,
Tunisia, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Spagna. I militari statunitensi e
decine di carri armati erano già sbarcati nel porto di Agadir (Marocco) l’1
marzo scorso, così come erano state trasferite nel Golfo di Guinea le navi da
guerra di Usa, Spagna e Brasile che avrebbero dovuto partecipare a una
contemporanea esercitazione aeronavale, Obengame
Espress 2020, anch’essa cancellata un paio di giorni fa dal Comando delle
forze armate statunitensi in Europa.
“African Lion è la più imponente
esercitazione militare in Africa”, riporta il sito di US Africom. “Essa viene
panificata per rafforzare l’interoperabilità tra le nazioni partner contro le
minacce transnazionali e quelle provenienti dalle organizzazioni estremiste
violente. L’edizione 2020 prevederà operazioni aeree, navali e terrestri, l’uso
di munizioni, attività d’intervento sanitario e CRBN (guerra chimica,
radiologica, biologica e nucleare, Nda),
ecc.. Tutto ciò permetterà di testare l’abilità dei militari Usa nel proiettare
la potenza di combattimento aldilà dell’oceano per condurre operazioni anche in
cooperazione con team multinazionali”. In vista di African Lion 2020, il Pentagono aveva stanziato 21 milioni di
dollari e autorizzato il trasferimento in Marocco dagli Stati Uniti d’America
di 46 velivoli da supporto aereo e un centinaio di carri armati e blindati.
Mentre sono definitivamente
abortite le due grandi esercitazioni programmate nel continente africano, il
Comando Usa in Europa è sempre più ostinato a voler mantenere in vita Defender Europe, la maxi-operazione
militare in funzione anti-Russia avviata con lo sbarco in Olanda, Belgio e
Germania di centinaia di mezzi pesanti e 6.000 militari, molti dei quali hanno poi
raggiunto la Polonia utilizzando la rete ferroviaria e stradale nord-centro
europea. Alcune delle attività previste nell’ambito di Defender Europe 2020 erano state cancellate dopo la defezione di
alcuni partner europei (Dynamic Front,
Joint Warfighting Assessment, Saber Strike e Swift Response). “Alla luce dell’odierna epidemia
di Coronavirus, modificheremo l’esercitazione riducendo il numero dei
partecipanti Usa; le attività associate all’esercitazione saranno rimodulate in
stretto accordo con gli Alleati e i partner per andare incontro alle nostre
maggiori priorità degli obiettivi addestrativi”, aveva annunciato il 13 marzo
scorso il Comando Usa in Europa. “Possiamo anticipare che la brigata da
combattimento che è stata schierata in Europa condurrà esercitazioni con
l’artiglieria e altre attività addestrative congiuntamente ai nostri alleati
nell’ambito del programma modificato Allied
Spirit, mentre i reparti che avrebbero dovuto partecipare alle altre
esercitazioni collegate rientreranno negli Sati Uniti”, ha reso noto qualche
ora fa il portavoce Usa. Nonostante la “mutilazione” di Defender Europe, alcuni bombardieri strategici B-2 “Spirit” a
capacità nucleare sono stati schierati qualche giorno fa da US Air Force nello
scalo aereo di Lajes Fied nelle Azzorre (Portogallo) e nella base britannica di
Fairford. Altri B-2 affiancano i cacciabombardieri F-35 dell’Aeronautica
Militare italiana nei war games con tanto di bombardamenti in corso in queste
ore in un enorme poligono nel deserto del Nevada. Nonostante il coronavirus, il
ministero della Difesa non ha annullato infatti la partecipazione di centinaia
di uomini e decine di velivoli militari a Red
Flag, la maxi-esercitazione multinazionale in svolgimento nella base Usa di
Nellis. Red Flag ha preso il via il 9
marzo e si concluderà giorno 20; ad essa partecipano Stati Uniti, Germania,
Spagna e i gruppi di volo italiani provenenti dalle basi di Pisa. Grosseto,
Pratica di Mare, Amendola e Trapani-Birgi. Un imponente e costosissimo impegno
militare che è stato sfacciatamente rivendicato pubblicamente dallo Stato maggiore.
“Il deployment operativo e logistico in Nevada è stato portato avanti
dalla nostra Forza Armata come pianificato, nonostante i concomitanti sforzi
organizzativi in campo nazionale nell’ambito delle attuali azioni di contrasto
e gestione dell’emergenza COVID-19”, riporta l’Ufficio stampa dell’Aeronautica
militare. L’irresponsabilità e il cinismo imperano anche al tempo della pandemia.
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