Giulio Regeni? Ignorato… L’Italia mostra i muscoli in un’esercitazione militare in Egitto con l’Egitto
Al di là della retorica i diritti umani restano sempre in secondo piano. Roma ha partecipato con due navi da guerra e con truppe da sbarco della Marina. Tutto tenuto segreto finché i giochi di guerra non si sono conclusi
di Antonio Mazzeo
Bright Star 2023, la più grande esercitazione militare della storia in terra d‘Egitto:
l’Italia vi partecipa con due navi da guerra e con le truppe da sbarco della
Marina ma lo tiene segreto fino alla conclusione dei war games.
Dal 31 agosto al 14 settembre si è tenuta nella regione settentrionale della
Repubblica Araba d’Egitto l’esercitazione multinazionale Bright Star (Stella luminosa)
a cui hanno partecipato 8.400 militari di 34 paesi con 140 velivoli aerei, 17
unità navali e 250 tra blindati e carri armati.
Il
numero maggiore di uomini e mezzi sono stati forniti dal paese ospitante,
l’Egitto (oltre 2.300 unità più un imprecisato numero di agenti delle forze di
Polizia), e dagli Stati Uniti d’America (1.500). Alla maxi-esercitazione erano
presenti inoltre reparti di Arabia Saudita, Camerun, Cipro, Francia, Germania,
Giordania, Grecia, India, Kuwait, Malawi, Pakistan, Qatar, Regno Unito, Sud
Africa e Italia. Hanno inviato propri osservatori le forze armate di Australia,
Bahrain, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Nigeria, Oman, Polonia,
Repubblica del Congo, Rwanda, Sudan, Tanzania, Tunisia, Uganda e Ungheria.
Presente infine pure una delegazione del Comitato Internazionale della Croce
Rossa. Quartier generale dell’esercitazione la base militare “Mohamed Naguib” a
circa 150 km di distanza dalla città di Alessandria.
“Bright Star è la più vecchia
esercitazione militare multilaterale in Medio Oriente e in Africa: viene svolta
ogni due anni a partire dal 1980 sotto la supervisione dell’U.S. Central
Command (USCENTCOM) di stanza a Tampa, Florida”, spiega in una
nota il Dipartimento della Difesa Usa. “Organizzata inizialmente per
costruire una relazione strategica nel settore difesa tra l’Egitto e gli Stati
Uniti, essa è cresciuta nel tempo fino a diventare l’esercitazione guida per la
sicurezza dell’intera regione”.
“La
partecipazione ad essa rafforza le relazioni militari tra le forze armate Usa e
i nostri partner egiziani nell’area sotto la responsabilità del Central
Command, così come quelle con le altre nazioni partecipanti”, aggiunge
Washington. “L’esercitazione migliora la cooperazione, la stabilità regionale e
l’interoperabilità nella guerra irregolare contro le minacce moderne”.
Nel
corso di Bright Star 2023 è stato
svolto un ampio ventaglio di attività e simulazioni belliche: manovre combinate
di tiro a fuoco, sicurezza marittima, difesa integrata aerea e missilistica,
sbarchi anfibi, assalti aerei, controterrorismo, controllo tattico aereo,
operazioni di cyber security e pianificazione
congiunta su diversi livelli tattici, manovre integrate di unità terrestri,
controllo delle frontiere. Per i war games l’US Air Force ha trasferito in
Egitto i cacciabombardieri a capacità nucleare F-16 “Fighting Falcon” e i micidiali
aerei d’attacco al suolo A-10 “Thunderbolt II”.
“La
qualità e la varietà delle opportunità addestrative in sede multinazionale con 34
nazioni dimostra il valore di Bright Star”,
ha espresso il generale Michael “Erik” Kurilla, alla guida dell’U.S. Central
Command. “Portare qui queste numerose nazioni, persone, equipaggiamento ed
esperienze è anche un testamento per la leadership dell’Egitto nella regione.
La conclusione con un’esercitazione a fuoco dal vivo è un esempio di
interoperabilità tra uomini e mezzi, con più di 70 carri armati, aerei ed
elicotteri d’attacco, artiglieria e difesa aerea schierati in maniera integrata
da multipli reparti in un’unica formazione. Questa esercitazione militare
continua ad offrire un contributo chiave alle attività di anti-terrorismo nella
regione e agli sforzi per combattere la diffusione dell’estremismo violento”.
Grande
enfasi per gli esiti di Bright Star 2023
anche nelle parole dello Stato maggiore egiziano. “L‘esercitazione ha dimostrato
l’abilità dell’Egitto a combinare differenti dottrine militari delle scuole di
guerra orientali e occidentali”, hanno dichiarato i leader delle forze armate
del Cairo a dailynewsegypt.com. “Gli Stati Uniti d’America e i paesi della NATO considerano
Bright Star un’esercitazione fondamentale
per combattere nelle aree desertiche. L’Egitto a tanti altri paesi ne
beneficiano inoltre per ottenere nuove conoscenze sulle armi e le tattiche di
guerra dell’Occidente”.
Il
governo italiano, presumibilmente imbarazzato per la ripresa in grande stile
delle relazioni militari ed economiche con il repressivo regime di Abdel Fattah
al-Sisi, ha tenuto top secret la presenza delle forze armate nazionali in
territorio egiziano. Solo lo scorso 18 settembre, quattro giorni dopo la fine
di Bright Star 2023, lo Stato
Maggiore della Marina Militare ha diffuso un comunicato stampa in cui vengono
riportati i nomi delle unità partecipanti: la nave anfibia da sbarco “San
Giorgio”, il cacciatorpediniere lanciamissili “Francesco Mimbelli”, i marò
della Brigata Marina “San Marco”.
“L’obiettivo
dell’esercitazione è stato quello di addestrarsi in maniera congiunta simulando
il moderno scenario d’impiego nel quale sono chiamate ad operare le forze
marittime”, esordisce lo Stato Maggiore. “In particolare è stata valorizzata l’integrazione
di navi, incluse quelle anfibie, impegnate congiuntamente in un contesto di crisis response in presenza di diversi
rischi e di minacce anche asimmetriche”.
Le
prime attività delle unità italiane si sono svolte dal 4 al 9 settembre, nel
poligono di Mohamed Naguib e nella Naval
Force Base di Alessandrina, congiuntamente alle navi e al personale militare
di Egitto, Stati Uniti d’America, Cipro, Grecia, Giordania, India, Emirati
Arabi e Qatar. La seconda fase delle esercitazioni è stata condotta in mare dal
10 al 13 settembre.
“In
particolare, nel primo periodo sono stati svolti incontri, conferenze, seminari
teorici e attività pratiche su temi di comune interesse, quali: training di
combattimento in aree costiere, procedure e tattiche di force
integration e boarding, sicurezza a terra e a bordo, corsi
di sopravvivenza e di primo soccorso, organizzazione ed impiego delle squadre
di pronto intervento per il contrasto del danno in caso di incendio e allagamento
provocato da falla”, aggiunge lo Stato Maggiore della Marina Militare. “La fase
underway, seconda parte dell'attività
addestrativa, ha offerto la possibilità di mettere in pratica quanto di teorico
appreso, con simulazioni di eventi reali di attacco asimmetrico, difesa contro
sabotaggi sottomarini, esercitazioni di guerra elettronica, ecc.”.
“Le
attività anfibie dal mare a terra, con protagonisti i Leoni dalla
brigata marina San Marco, sono state uno degli elementi cardine
dell’attività addestrativa, con esercitazioni di assalto anfibio,
conduzione attività di superficie e controllo traffici mercantili”, spiega la
nota della Difesa. “Immancabile, inoltre, la fase di addestramento nel campo
della condotta dell’unità in mare, mediante l'esecuzione di manovre cinematiche
in formazione tattica”.
La
missione italiana in Egitto si è conclusa con una parata alla presenza del
colonnello generale Mohamed Ahmed Zaki, alla guida del Ministero della Difesa egiziano.
Zaki ha espresso il proprio “ringraziamento per l’ospitalità ricevuta e la
conferma della solidità dei rapporti di cooperazione internazionale sempre viva
e in crescita fra i Paesi partecipanti”, conclude lo Stato Maggiore. Il barbaro
omicidio del ricercatore Giulio Regeni e gli ignobili depistaggi da parte delle
massime autorità egiziane sono ormai acqua passata e l’oblio assoluto regna tra
gli alti comandi della Difesa e il governo Meloni-Crosetto-Tajani.
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