Messina. L’Esercito nelle scuole in emergenza Covid. “Non vedo, non sento, non parlo”
Martedì 10 gennaio 2023 nel Tribunale di Messina si è tenuta la seconda udienza del processo che mi vede imputato di “diffamazione a mezzo stampa” perché, - secondo l’accusa - nell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi, “commentando la circostanza che, per evitare assembramenti, erano stati inviati militari dell’esercito a presidiare l’ingresso dell’istituto scolastico, offendeva la reputazione della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Paradiso, dottoressa Eleonora Corrado, affermando che quest’ultima “…oltre a essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e l’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario ed autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”.
Nel corso dell’udienza è
stata sentita la dirigente scolastica che mi ha querelato. Non è questa la sede
per entrare in merito alle dichiarazioni rese dalla dott.ssa Eleonora Corrado in
risposta alle domande dal Pubblico Ministero e del mio legale di fiducia, l’avv.
Fabio Repici. C’è stato tuttavia un passaggio che mi ha profondamente scosso,
turbato e amareggiato e che ritengo doveroso mettere a conoscenza dell’opinione
pubblica.
Confermando la presenza dei
militari dell’Esercito italiano “in divisa ed armati” nella scuola di
titolarità, la dott.ssa Corrado ha rivelato un fatto fino ad oggi inedito: “Mi
risulta che i militari sono stati inviati anche in altre scuole di Messina”. A specifica
domanda dell’avv. Repici, la dirigente ha fornito il nome di due noti istituti
comprensivi (scuola elementare e media di primo grado) di centro città. “La circostanza
mi è stata personalmente riferita dalla insegnante vicaria del primo istituto e
dal dirigente scolastico del secondo)”, ha dichiarato la dott.ssa Corrado che
ha fornito le generalità dei due rappresentanti istituzionali.
Non sarebbe stata dunque
solo la scuola primaria di Paradiso ad essere illecitamente “attenzionata” dai
militari della Brigata meccanizzata “Aosta” (reparto di guerra d’élite dell’Esercito
italiano utilizzato in ambito NATO) per “impedire gli assembramenti” di bambine
e bambini e genitori all’ingresso di scuola.
Non posso che ritenere
gravissimo che ciò sia emerso solo due anni dopo e incidentalmente in un
processo penale. Perché i dirigenti e il personale scolastico degli istituti “militarizzati”
(non si sa ancora oggi da chi e con quali “regole d’ingaggio”) non hanno denunciato
pubblicamente (e nelle opportune sedi istituzionali) un intervento delle forze
armate che ha palesemente violato i principi costituzionali e le stesse norme
di legge approvate in periodo di emergenza da pandemia, e che ha causato gravi effetti
psicologici sui minori? Perché mentre i genitori, i giornalisti, i consiglieri comunali
e il Garante dell’Infanzia stigmatizzavano la presenza dell’Esercito all’intero
della scuola Paradiso – ottenendo immediatamente la revoca dell’insostenibile provvedimento
- la comunità scolastico-educativa di Messina ha scelto – fino ad oggi - di non
vedere, non sentire e non parlare?
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