War Games cyber-spaziali e nucleari. Ci sono pure due università italiane
Nuovo step del processo di rafforzamento del complesso militare-industriale-accademico italiano. Ha preso il via Joint Stars, il “più importante evento addestrativo annuale della Difesa”, come spiega lo Stato maggiore delle forze armate.
“Joint Stars è un’esercitazione a
carattere interforze e inter-agenzia disposta dal Capo di Stato maggiore
della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, pianificata e diretta
dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI)”, aggiungono
i vertici delle forze armate.
La
prima fase dei war games si svolge presso il Centro di Simulazione e
Validazione dell’Esercito (CESIVA) di Civitavecchia, ente responsabile
della “predisposizione dei posti comando, degli staff e delle
unità destinate all’impiego fuori del territorio nazionale” e della
sperimentazione dei nuovi sistemi di guerra previsti dal programma Forza NEC (Network Enabled Capacity) di “digitalizzazione del campo di
battaglia”.
“Questa
prima fase della Joint Stars, che terminerà il prossimo 27 gennaio,
consiste in un’attività di tipo Command Post Exercise preposta alla
verifica delle capacità di pianificazione di uno staff nazionale interforze in
operazione di difesa degli spazi aerei, terrestri e marittimi, di sicurezza
cibernetica e spaziale, di difesa da contaminazione chimica, biologica,
radiologica o nucleare e di contrasto alle minacce derivanti dalle tecnologie
emergenti tra cui quelle che coinvolgono l’utilizzo di droni anche sottomarini”,
spiega lo Stato maggiore.
Nel
corso del meeting inaugurale di Joint Stars, il comandante del COVI gen.
Francesco Paolo Figliuolo ha enfatizzato l’importanza di tenere conto nella
pianificazione di un’operazione militare degli
aspetti legali, culturali, politici, della prospettiva di genere e dei rapporti
con gli organi di stampa. “Avere
qui una platea che è composta non soltanto da personale delle Forze
Armate, ma che coinvolge altre realtà vicine alla Difesa, come la Guardia
di Finanza, la Croce Rossa, le Capitanerie di Porto, i Vigili
del Fuoco, la Protezione Civile e il mondo delle Università, ci
fornisce l’occasione di condividere, implementare e mettere in pratica tutti
quegli insegnamenti che ci saranno utili in futuro per affrontare l’insorgere
di una crisi”, ha concluso il gen. Figliuolo.
E
proprio per accrescere l’interoperabilità forze armate – istituzioni
accademiche, nello staff interforze a capo di Joint Stars sono stati “inquadrati” 11 studentesse e studenti
provenienti dalla Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido
Carli” (LUISS) di Roma e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “In questo
ambito, gli studenti dei due atenei hanno operato insieme al personale militare
affiancandosi ai cosiddetti advisors o consulenti del comandante nei
settori politico, giuridico e di pubblica informazione”, spiega la Difesa. “Per
gli studenti, lo scenario esercitativo e le dinamiche lavorative tipiche di uno
staff militare hanno rappresentato una valida opportunità per accrescere le
proprie esperienze e conoscenze delle missioni e dei compiti che lo strumento
della Difesa nazionale garantisce nella sua quotidiana opera a difesa dei
cittadini, del territorio dello Stato, degli obiettivi strategici nazionali e
di quelli dell’Alleanza Atlantica”.
L’impiego
di studenti universitari nello svolgimento di esercitazioni militari di
rilevante valenza strategica è un fenomeno sempre più frequente nel nostro
paese. Nel luglio 2022 tre team composti da iscritti delle università di Trieste,
Budapest e Lubiana, insieme ad ufficiali austriaci, italiani, sloveni e
ungheresi si sono fronteggiati in un serratissimo wargame organizzato dal Comando
della Brigata Alpina “Julia” di Udine. “Le squadre hanno emulato fazioni,
comunità, minoranze, autorità, forze di sicurezza locali e internazionali,
agenzie civili e media presenti in una fittizia area di crisi”, annota lo Stato
maggiore della Difesa. “L’esercitazione ha rappresentato la fase conclusiva di
un progetto pilota che vede la Multinational
Land Force e le università partner collaborare nell’attività di
analisi dell’ambiente operativo per scopi esercitativi e operativi (…) che
consentirà di condurre nuove attività formative e addestrative a favore della
forza multinazionale”.
Nello
scorso mese di ottobre, in occasione della maxi-esercitazione Mare Aperto svoltasi nelle regioni
centro-meridionali d’Italia e nello spazio aereo-marittimo compreso tra
Adriatico, Ionio, Tirreno e Canale di Sicilia (protagonisti 4.000 militari e
una cinquantina di unità navali e sottomarini NATO), erano presenti 50 studenti
di 13 università statali e private: gli atenei di Bari, Bologna, Catania,
Genova, Milano, Trieste, la Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il Politecnico
di Milano, la Federico II di Napoli, il Sant’Anna di Pisa, La Sapienza di Roma,
la LUISS di Roma e l’Università per Stranieri di Siena.
Commenti
Posta un commento