Disertare i guerrafondai, scegliere il voto dell’alternativa alle guerre

 


Questa maledetta guerra in Ucraina e i suoi devastanti effetti militari, sociali ed economici nel nostro paese, ci impone scelte chiare. Senza se e senza ma, senza colpevoli ipocrisie o inaccettabili opportunismi. Dobbiamo stare dalla parte della pace e del disarmo, contro la guerra, contro tutte le guerre, contro i sistemi di morte e le spese militari. Vale anche per chi a metà giugno sarà chiamato a votare per il rinnovo delle amministrazioni comunali delle due città metropolitane della Sicilia, Palermo e Messina.

Non si può stare, né candidarsi, né votare con quelle forze politiche che hanno indossato elmetto e moschetto, armano e finanziano gli attori armati e contribuiscono alla drammatica escalation dei combattimenti e alla crescita esponenziale del numero delle vittime. Non si può stare con chi sta convertendo a uso bellico ampi territori del paese (pensiamo solo ai processi di militarizzazione a Sigonella e Coltano-Pisa) o ha votato di fissare al 2% del PIL la quota del bilancio statale destinato alle spese militari. E non è per mera scelta idealista.

Elevare a 26-28 miliardi di euro all’anno le spese della Difesa comporterà tagli draconiani alle spese sociali, all’istruzione e alla sanità; saranno ridotti ancora più drasticamente i trasferimenti finanziari dello Stato agli enti locali, imponendo nei fatti la cancellazione dei servizi minimi, asili nido, mobilità urbana, manutenzioni ordinarie del patrimonio pubblico, ecc..

No, non si può certo stare con quelle stesse forze politiche che hanno progressivamente svilito il decentramento amministrativo, sabotando qualsivoglia possibilità di sviluppo economico dei territori auto centrato, basato cioè sui bisogni reali e sulle necessità delle popolazioni, con le loro scelte guerrafondaie decretano la morte dei Comuni. Come possono allora proporsi alla guida delle amministrazioni locali sapendo benissimo che non c’è futuro per gli enti locali in un’economia di guerra  dove le risorse diventano patrimonio del complesso militare-industriale e delle holding “cugine” del sistema energetico (ENI in testa) che hanno goduto di detassazioni di favore e colpevole impunità per conseguire enormi profitti, dividendi miliardari per manager azionisti e, contemporaneamente insostenibili rincari per i cittadini dei servizi base come luce e gas e, a effetto domino, di generi alimentari primari come pane, pasta, ecc.?

Chi ha prodotto miserie e povertà generalizzata, chi ha favorito arricchimenti illeciti e speculazioni utilizzando la scure per demolire il walfare e la stessa vita degli enti locali, oggi si propone come “attore” del cambiamento e motore del rilancio di Palermo e Messina.

I pochi in buona fede che ci credono sono affetti perlomeno da schizofrenia. La stramaggioranza mente: sposa la guerra e genera morte.

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