A Milazzo scende in campo il rugby da fascio-combattimento
Lo straordinario Promontorio di Capo Milazzo che si affaccia sulle
isole Eolie, sito di importanza comunitaria dall’aprile del 2000. Sino
a fine agosto, lo Stadio delle Palme della Fondazione “Barone Giuseppe Lucifero di S. Nicolò”
di contrada Baronia al Capo, ospiterà il Grest estivo di una piccola società di
rugby. Escursioni all’aria aperta nella Fondazione Lucifero, laboratori
creativi, manuali e di letture e tanto sport, le attività destinate a bambine e
bambini. “Il Grest è stato voluto
dall’Amatori Milazzo Rugby S.r.l., sodalizio che ha scelto anche di operare nel
sociale, e che si avvale del patrocinio di Parmareggio, dell’Acqua
Fontalba e di Pagnotta è salute dei Fratelli Presti, oltre che
di Aiuto Amico”, spiegano gli
organizzatori. Per poter utilizzare le strutture, l’Amatori si è affidata ad
un’altra società sportiva, la “Vincenzo Patti” di Milazzo, “titolare della
concessione rilasciata dalla Fondazione Lucifero”. Una specie di subappalto
dunque, di cui però non c’è traccia tra i documenti e gli atti pubblicati nel
sito istituzionale dell’ente di diritto pubblico.
Grest istituzionali e non
La Fondazione è stata
istituita in esecuzione al volere del barone Giuseppe Lucifero di S. Nicolò, ricco
proprietario terriero vissuto nella prima metà del secolo scorso. Riconosciuta come
“Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.)”, la Lucifero è
soggetta al controllo dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle
Politiche Sociali e del Lavoro ed è amministrata da un Cda presieduto dell’avv. Francesco Marullo di Condojanni, pure presidente degli
Ordini Forensi della Sicilia. “La Fondazione
espleta con mezzi finanziari propri attività a carattere
socio-assistenziale nonché educativo-didattico-ricreativo-ambientale in favore
di minori, anche mediante l’istituzione di centri diurni e/o
residenziali o colonie estive e/o permanenti”, riporta lo statuto. “È iscritta, fin dal 2012, ad Avviso Pubblico di Libera, l’Associazione contro tutte le
mafie, fondata da Don Luigi
Ciotti, che, in virtù delle sue numerose visite ed in qualità di
ambasciatore, detiene le chiavi di quella che prende il nome di Città dei bambini spensierati”. Le
attività a favore dell’infanzia rientrano nell’ambito del progetto “Gigliopoli”, svolto dalla Fondazione in
partnership con l’Associazione Il Giglio aderente al
Presidio nazionale di Libera. Ed è appunto solo al Giglio che è stata affidata
la colonia “negli immobili interni ed esterni
della Fondazione Lucifero”.
Ricapitolando,
a Capo Milazzo sono attivi due campi estivi per bambini: uno ufficiale,
affidato ad un’associazione no-profit e con contributi pubblici della
Fondazione; uno ufficioso, con tanto di sponsor privati, gestito da una società
sportiva dilettantistica a responsabilità limitata.
Il rugby per organizzare il modello di società
Fondata l’1
giugno 2017, l’Amatori Milazzo Rugby ha un capitale sociale di 1.500 euro
versato dai quattro soci fondatori. Il 22 settembre 2017 si è affiliata alla
FIR – Federazione Italiana Rugby, ma il 16 luglio 2019, su delibera del
Consiglio federale, l’Amatori si è vista revocare l’affiliazione per
il “comprovato mancato svolgimento delle attività ritenute da FIR obbligatorie
ai fini dell’iscrizione al Registro delle associazioni e società sportive
dilettantistiche del CONI”. Il 19 marzo 2020 la FIR ha comunque autorizzato una
“nuova affiliazione” della squadra milazzese.
Nonostante la revoca dell’iscrizione federale, a fine
ottobre 2019 l’Amatori Milazzo ha sottoscritto una convenzione “a titolo
gratuito” con la dirigente dell’Istituto Comprensivo Primo Milazzo, dott.ssa
Elvira Rigoli, per realizzare il “Progetto sportivo Dalla Scuola alla Meta” per complessive 56 ore di attività con gli
alunni della primaria e della scuola media. Il progetto ha preso il via a
febbraio ma è stato sospeso a seguito dell’epidemia da Covid-19 e la chiusura
anticipata delle scuole. Con l’I.C. Primo Milazzo l’Amatori Rugby S.r.l. aveva
realizzato un analogo progetto sportivo-educativo nell’anno scolastico 2018-19,
“grazie
al sostegno della Raffineria di Milazzo e altri sponsor privati: l’azienda di
Acque oligominerali Fontalba e Idea Energia, azienda fornitrice di luce e gas
sul territorio nazionale, già sponsor della squadra femminile del calcio Napoli”,
come si legge nel comunicato della società sportiva.
“Il motivo che ci ha spinto a fondare una nuova società di rugby è la
convinzione che ognuno possa avere in mente una propria idea di società, un suo
modello di organizzazione e di gestione diverso”, ha spiegato il presidente del
consiglio d’amministrazione e socio-fondatore dell’Amatori Milazzo, Sergio
Chillè. Per tentare di comprendere quale possa essere il “modello di società”
agognato, abbiamo provato a leggere e decifrare i contenuti postati sul profilo
facebook del team sportivo. Tra generiche elencazioni di buoni principi, compaiono
pure alcuni commenti che lasciano intendere come oltre all’amore per la palla
ovale, i dirigenti condividano il sentire politico verso la destra estrema e
alcuni suoi rappresentanti politici.
Nostalgici in doppiopetto
Il 24 agosto 2019 veniva
pubblicata una foto che ritraeva il Chillé che consegnava un pallone da rugby al
governatore della Regione Siciliana, on. Nello Musumeci, leader storico
siciliano prima dell’MSI - Movimento Sociale Italiano e poi di Alleanza
Nazionale. Grazie Pres. Musumeci, il
titolo-commento. L’8 maggio 2020 è
l’Amatori Rugby a ricevere in regalo un piatto in ceramica con il logo del
sodalizio sportivo da parte dell’“amico artista Nicola Cristaldi, nonché
titolare dell’azienda Hajtoarte di Mazzara del Vallo (Tp)”. Cavaliere
dell’Ordine di Malta ed ex militante della Giovane Italia e del FUAN,
organizzazioni studentesche e universitarie dell’MSI, Nicola Cristaldi è stato
deputato alla Regione Siciliana del partito fondato dal fascista Giorgio
Almirante e poi di Alleanza Nazionale, nonché sindaco dei comuni di
Calatafimi-Segesta e Mazara del Vallo.
Sono stati riservati elogi pure
all’ex deputato ed odierno senatore della Repubblica Claudio Barbaro, già MSI, AN, PdL e oggi Lega-Salvini, ex dirigente del
Centro Nazionale Fiamma e presidente sin dalla fondazione nel 1994 dell’ente di
promozione sportiva di centro-destra ASI – Alleanza Sportiva Italiana. “Non si può
non condividere l’intervento di oggi al Senato del Sen. Claudio Barbaro. Lo
sport di base ha bisogno di far sentire forte la sua voce! Grazie Claudio”,
il post pubblicato dall’Amatori il
13 maggio 2020. “Avanti Tutta Pres. Barbaro, allo sport non si fa
l’elemosina”, quello di un mese prima.
Il 23 gennaio, copertina e amarcord per il
politico-rugbysta Benito Paolone, scomparso a Catania otto anni fa. “Sempre un passo avanti a Tutti. Ci manchi Tanto Benito davvero Tanto. Noi Grideremo
sempre più Forte: Aribba Aribba!”. A Paolone viene dedicato l’11
febbraio un video artigianale postato da Sergio Chillè su youtube in occasione
del match Italia-Inghilterra. “Compatti come l’acciaio!!!!”, il
commento. Benito Paolone è stato il fondatore e presidente dell’Amatori Catania
Rugby. Figlio di un funzionario delle dogane del regime fascista in Croazia poi
ucciso da una milizia partigiana jugoslava, Benito Paolone si trasferì a
Catania negli anni ‘50, dove divenne dirigente della Giovane Italia e del FUAN.
Successivamente venne eletto deputato regionale con l’MSI e parlamentare con AN.
Ok, nulla di male, in fondo
c’è solo un soft-support a favore di “ex” fascisti che hanno preferito la
cravatta e il doppiopetto alla camicia nera e al moschetto. Se però facciamo
una capatina sul profilo personale del presidente dell’Amatori Milazzo, foto e
sproloqui sono di ben altra portata. Già dipendente-collaboratore
del gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale dal 2004 al 2013, Sergio Chillé
vanta un’amicizia personale con l’on. Ignazio La Russa, anch’egli ex MSI e AN
ed ex ministro della Difesa nel IV Governo Berlusconi e con Alberto Giorgetti, prima
parlamentare di AN, poi con il Nuovo Centrodestra, viceministro dell’Economia e
delle Finanze dal maggio 2013 al febbraio 2014. In Sicilia il Chillè è stato pure
tra gli animatori
della Fondazione Alleanza Nazionale insieme all’ex senatore Domenico “Mimmo”
Nania, storico leader politico di destra di Barcellona Pozzo di Gotto e
dintorni.
Rugby da
fascio-combattimento
Il 13 marzo 2020, in piena pandemia, Sergio Chillè ha avuto
l’ardire di pubblicare un manifesto degli anni ‘30 con un giocatore di rugby in
corsa con la maglia della nazionale del tempo. “Il gioco del Rugby, sport da combattimento, deve essere praticato e
largamente diffuso tra la gioventù fascista…” Achille Starace, recita la
didascalia del poster. “Siccome le cose non
sono molto chiare si consiglia di uscire in tuta ginnica per attestare attività
motoria in corso, Achille Starace ne sarebbe contento ahahahah”, il commento di
Chillè. Dal 1931 al 1939 Starace è stato segretario
del Partito Nazionale Fascista, presidente del Comitato Olimpico Nazionale
Italiano, luogotenente generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza
Nazionale. “Nella veste di segretario operò per diffondere una
capillare presenza del partito nella vita della società, cercando di
coinvolgere nella fascistizzazione una parte più vasta dei ceti della media e
bassa borghesia e settori delle masse popolari”, si legge nella sua biografia
wikipedia. Achille Storace fu arrestato il 29
aprile 1945 a Milano da alcuni partigiani. Dopo un sommario processo in un’aula
del Politecnico fu condannato a morte per
fucilazione.
Sergio Chillè non ama occultare
la matrice ideologica-culturale di riferimento. Nell’immagine di copertina del
profilo personale compariva sino a qualche giorno fa un muro di mattoni con la
scritta Lanciando
sempre il cuore oltre le stelle. “Sempre
per Sempre. Mai un dubbio mai una esitazione. A
Carlo”, la dedica firmata dal presidente dell’Amatori. Il Carlo è Carlo Venturino, cantante e autore del
brano ripreso dal Chillè, fondatore degli “Amici del Vento”, una
delle band che negli anni ’70 diedero vita al fenomeno della “musica alternativa” nell’ambiente neofascista italiano.
Venturino scomparve in un incidente stradale il 27 dicembre 1983, qualche
giorno dopo un concerto tenutosi all’Associazione Nazionale Paracadutisti in
memoria di due parà deceduti. Nel repertorio musicale preferito da Chillè compare
pure Skoll (“cantautore rock “identitario”, genere amato da neonazisti,
neofascisti e ultranazionalisti) e Rino Gaetano, definito dal milazzese “un cantautore
fuori dal coro” e riprodotto indebitamente con addosso la casacca di Casa Pound
Italia.
Di Casa
Pound, la nazi-organizzazione xenofobo-razzista che proprio a Milazzo ha aperto
per qualche tempo una delle sue prime sedi siciliane, Sergio Chillè si professa
estimatore e difensore tout court. “Siete
tristi ed al contempo patetici dei dinosauri. Non avete capito che non potete
buttar giù la Torre. Casa Pound è un avamposto di Italianità”, commenta il
presidente il 13 giugno. In tag un
articolo comparso su Il Primato
Nazionale che inneggia alla decisione di non procedere allo sgombero di Casa
Pound a Roma e alla scelta del Tribunale di non riconoscere il reato associativo finalizzato all’istigazione
all’odio razziale contro una decina di dirigenti neofascisti. Il Primato Nazionale è la rivista mensile di Casa Pound. Scrive Saverio
Ferrari dell’Osservatorio sulle Nuove Destre: “In essa vi si trova condensata
in rapida successione, articolo dopo articolo, la summa di un pensiero in cui
si affastellano cospirazionismo, sovranismo, populismo, pseudo-antagonismo e
pseudo-anticapitalismo, attacchi ossessivi alla Resistenza ed esaltazione del
ventennio mussoliniano”.
Fiume
e dintorni
Chillè si dichiara poi un accanito
lettore dello scrittore e saggista francese Louis-Ferdinand Céline, noto per le
sue posizioni filo-fasciste-naziste e antisemite e da lui stesso definito: “un rivoltoso senza speranze, libero da ogni schema e
preconcetto”. Nell’olimpo letterario non poteva mancare ovviamente Gabriele
D’Annunzio. Per omaggiare “Il Maestro, Il Poeta, Il Soldato, Il Vate”, il
presidente dell’Amatori descrive una “piacevole conversazione telefonica” con l’attore-regista Edoardo Sylos
Labini, autore del piece teatrale D’Annunzio segreto. “Gettiamo le basi per
diffondere la cultura Italiana. A Milazzo faremo certamente qualcosa di Bello”,
spiega Chillè. Due anni e mezzo fa, Edoardo Sylos Labini ha fondato a Milano il movimento CulturaIdentità e
l’omonimo mensile cartaceo che esce in edicola in allegato a Il Giornale. “CulturaIdentità è un’associazione che ha come scopo la difesa, la promozione
e la diffusione dell’Identità italiana e la valorizzazione del nostro
patrimonio culturale e artistico”, si legge nello statuto. “Siamo operatori
culturali, artisti, giornalisti, intellettuali e imprenditori che in un mondo
globalizzato vogliono riscoprire il valore della nostra italianità”.
Silenzio parla Gabriele D’Annunzio. O Hermione, scrive ancora Chillè a margine di un post di Azione
Dannunziana, altra organizzazione della costellazione dell’estrema destra
italiana. “Azione Dannunziana si prefigge l’obiettivo non
di preservare bensì di continuare l’opera sociale, culturale, politica e
spirituale del Vate d’Italia, Comandante di Fiume, Principe di Montenevoso,
Gabriele d’Annunzio”, spiegano i promotori. “Le nostre idee, in quanto libere ed audaci, non sono ghettizzabili
in sterili e democratiche etichette come destra
e sinistra. Azione Dannunziana agisce
pertanto all’interno del tessuto sociale ritenendosi al tempo stesso differente
e superiore alla macabra e mediocre società moderna ed attuale. Fa proprio l’arditismo del Vate e dei volontari fiumani, inteso
come massima ribellione ordinata, anarchia legionaria, disobbedienza
militaresca ai fini della giustizia, interna ed esterna. La nostra idea di Rivoluzione parte dal sacro per sconfiggerlo
dall’interno mantenendone la bellezza e rifiutandone ogni falsa morale degna di
chi fa gestire la propria vita ai falsi miti creati a tavolino”.
“Noi siamo
l’eretico mondo degli abissi del dio Anubi; la gioia sprezzante del pericolo
che beffeggia il destino; la voglia di riscatto contro chi ha rubato i sogni di
una gioventù devoluta alla vecchiaia”, aggiunge l’associazione neo-dannunziana.
“Noi siamo al dì sopra di borghesia e proletariato, noi
siamo la spirituale Aristocrazia Rivoluzionaria che lotta contro il mondo della
mediocrità. Noi siamo la morte dell’orrido
e dell’ignoranza. Noi siamo Azione”.
Il 2 aprile 2020 Chillè
volge il suo sguardo culturale al di fuori dei confini nazionali e scrive: In memoria di Léon Degrelle Presente!
Fedeltà è più forte del fuoco. Léon Joseph Marie Ignace
Degrelle, nato a Bouillon il 15
giugno 1906 e morto a Málaga il 31 marzo 1994, è il fondatore
del cosiddetto “rexismo”, movimento ultranazionalista cattolico-reazionario,
indirizzatosi ideologicamente al nazi-fascismo. Dopo aver combattuto nella
Seconda guerra mondiale nel contingente vallone delle Waffen-SS, Degrelle si
rifugiò in esilio nella Spagna franchista, per divenire uno dei riferimenti teorici
più apprezzato da diversi movimenti neonazisti europei.
Busti e miti dell’Italia del Ventennio
Nel profilo
facebook del massimo dirigente dell’Amatori Milazzo Rugby non si contano le
pose e i frammenti discorsivi di Benito Mussolini. Il 18 marzo Chillè posta
l’immagine del duce in visita a Gardone,
località del bresciano, durante le ultime tragiche fasi della Repubblica
Sociale Italiana di Salò. “Questa foto mi è sempre piaciuta, e la trovo significativa”, scrive Chillè. “Siamo a
marzo del ‘45, alla vigilia della fine, cioè: il Capo del Governo si reca a
Gardone, trascura i suoi accompagnatori (si riconosce Graziani) e si ferma a
chiacchierare, sorridendo, con uno sconosciuto omino (forse un addetto alla
manutenzione). Perché M trattava con Capi di Stato, diplomatici, generali,
professori universitari, scienziati e via dicendo, ma rimase sempre un uomo del
popolo, che col popolo si trovava più a suo agio”.
Il 23 marzo 2020 Chillè
commemora il giorno in cui 101 anni prima Benito Mussolini aveva fondato i Fasci
italiani di combattimento. “È Storia patria”,
scrive. “Da acquisire, senza cesure e senza odiose censure. Senza miserabili
menzogne che vengono raccontate da 70 anni. Fatto questo, forse, torneremo ad
essere Nazione”. Innumerevoli gli omaggi anche per colui che è stato il miglior
erede del duce, Giorgio Almirante, tra i firmatari del Manifesto della Razza
che diede legittimità ai furori antisemiti e razzisti del fascismo, poi
capogabinetto del Ministero per la cultura popolare nella Repubblica di Salò e
fondatore dell’MSI - Movimento Sociale Italiano. Chillè lo ricorda il 27 giugno
in occasione dell’anniversario della nascita riportando una delle sue
esternazioni più note. La destra o è coraggio o non è, è libertà o non è, è nazione
o non è, così vi dico adesso, la destra o è Europa o non è. E vi dico qualcosa
di più: l’Europa o va a destra o non si fa. “Il grande Giorgio Almirante: Buon compleanno
segretario!”, conclude lo sportivo mamertino.
“Ciao
Teodoro, son passati 7 anni. Con quella voce roca dammi una sigaretta un modo de dì. Una, due, tre. Poi mi chiamavi
dall’Aula per dirmi stasera ceniamo alla Capannina dai miei corregionali
Abruzzesi poi partita a scopone. Mi manchi canaglia di un Er Pecora”. Teodoro Er Pecora? E’ l’esponente di
estrema destra Teodoro Buontempo, il primo segretario del Fronte della Gioventù di Roma, fondatore e conduttore negli anni
settanta di “Radio Alternativa”, emittente ospitata nella sede dell’organizzazione
giovanile dell’MSI. Teodoro Buontempo è stato poi parlamentare
dell’MSI, di Alleanza Nazionale e de La Destra e anche pluri-candidato a
sindaco della città capitale d’Italia.
Infatuazioni
para-esoteriche e deliri storici
Tra le
amicizie vantate del presidente del sodalizio mamertino ci sarebbe anche quella
con la seconda figura istituzionale della Repubblica italiana. “Parlando col
Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati sui simboli Bretoni,
mi consigliava di chiedere eventuale realizzazione al Maestro Ferdinando
Cotognotto”, scriveva qualche settimana fa Sergio Chillè. “Eccolo già a casa. Il
Quartier Generale Casa Chillè si arricchisce sempre di più. Grazie Maestro
Cotognotto per la realizzazione della Croce Bretone in legno di Cirmolo o Pino
cembro”. Coincidenza vuole che la Croce Bretone sia stata assunta come
emblema anche da Azione Studentesca, l’odierno movimento degli studenti medi di
estrema destra. “La Croce Bretone è il nostro simbolo e racchiude in
sé la continuità della Vita, l’infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno
e notte”, riporta A.S.. “La morte è solo l’abbandono delle forme da parte di
questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere”.
Sergio
Chillè ama rivisitare e rielaborare pagine molto meno antiche della Storia.
Come ad esempio quelle relative alle disavventure coloniali italiane in terra
d’Africa. “1 luglio 1942. Inizio della prima battaglia di El Alemein. Il mito
dietro il valore del Soldato Italiano. Mancò
la fortuna, non il valore”, scriveva meno di un mese fa. Ancora meno
digeribili, i commenti del presidente della società di rugby sulla Resistenza
al fascismo e all’occupazione nazista. Lo scorso 25 aprile Chillè ha pubblicato
in modo convulsivo una serie di post anti-Liberazione. “Si festeggia San Marco ed il Compleanno di Francesca
Mambro. Altro non c’è”, il primo di essi, dove la persona citata è la (ex) esponente dei NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari, autrice di
numerosi crimini e condannata complessivamente a nove ergastoli, 84 anni e 8
mesi di reclusione (la pena si è estinta dal 2013).
Il
secondo post è di qualche ora dopo. “Il governo del Contagio e Miseria autorizza la
libera manifestazione del 25 aprile agli assassini strupratori (sic) di donne e bambine......mentre
hanno negato agli italiani di festeggiare la Pasqua in chiesa o all’aperto!!!
Vergogna. Mi Fate Sempre Più Schifo”. In calce un manifesto con Sofia Loren
nell’indimenticabile interpretazione de “La Ciociara”. Peccato che mani nere lo
abbiano profanato con la scritta 25
aprile 1945. 25.000 donne stuprate. Cosa festeggiate?
“Buon giorno a Tutti Belli e Brutti. Oggi suona
così giornatina ideale.
Arriverà anche il 29 Aprile ma statene certi Pioveranno Fiori a Piazzale Loreto”, scrive ancora Chillè il giorno della Liberazione con l’aggiunta dell’ennesima foto col faccione di Benito Mussolini. “Sì alla Pacificazione Nazionale. Nessun Odio”. Poi ancora un post indirizzato all’amica P. “Ti pensavo in questo giorno autarchico, in questo giorno di Vili, di Traditori, di Codardi. Chiamami”.
Arriverà anche il 29 Aprile ma statene certi Pioveranno Fiori a Piazzale Loreto”, scrive ancora Chillè il giorno della Liberazione con l’aggiunta dell’ennesima foto col faccione di Benito Mussolini. “Sì alla Pacificazione Nazionale. Nessun Odio”. Poi ancora un post indirizzato all’amica P. “Ti pensavo in questo giorno autarchico, in questo giorno di Vili, di Traditori, di Codardi. Chiamami”.
A
fine giornata un’altra offensiva farneticazione. “La serata volge al termine,
anche questo giorno se lo semo levato dalle palle”, esordisce Chillè. “Vi siete
affacciati al balcone un tempo odiato ora osannato, ve siete fatti Belli per
cantare bella ciao, mo rintanatevi. Questo video oggi vi
calpesta vi brucia dentro…”. A seguire le immagini di un brutto videoclip infarcito
di manifesti del Fronte della Gioventù.
“Non sono mai esistiti ‘sti partigiani, ieri come oggi sono dei nani e
ballerine che calcano la scena della politica italiana”, scrive ancora Chillè,
incapace di occultare il suo odio per gli antifascisti combattenti. E aggiunge
un aneddoto su una conversazione avuta al Teatro Argentina con l’attore e
regista Giorgio Albertazzi. “Ascoltare il Maestro mi incantava. Mi raccontò di
quel brevetto da paracadutista preso a Tarquinia, quei lanci, quell’esser
pronto al portellone a luce verde controllando il paracadute. Del Camerata che
ti precedeva. Chi era quel Camerata che mi precedeva? Un Giullare un uomo che
si rivelò un pagliaccio di nome Dario Fo. Mi disse la mia Tristezza più Grande
di quegli anni: vedere un Camerata che rinnega. Concluse dicendomi caro Sergino
ricorda sempre c’è ci è nato per
combattere chi per fare il burattino. Io mi definisco un perdente di
successo. Tornai a casa molto più ricco perché un camerata mi aveva fatto una
Lectio Magistralis sull’esser Uomo”. Fascista pure in vecchiaia il maestro Giorgio Albertazzi, già sottotenente
nella Legione Tagliamento della Repubblica di Salò…
Una
tremenda voglia di gridare: Boia Chi Molla!
Non poteva certo mancare il
panegirico sulle vittime delle foibe nei territori di Istria e Dalmazia
liberati dal terrore nazifascista. “Oggi
è il compleanno della martire Norma Cossetto – scrive Chillè - nata il 17
maggio 1920 e trucidata tra il 4 ed il 5 ottobre 1943 gettata in una foiba da
criminali comunisti dopo inaudite violenze, torture e sevizie che non è il caso
di ricordare oggi... Nel giorno del suo compleanno vogliamo solo ricordare il
suo bel sorriso”. In linea al revisionismo di questi ultimi anni, manca
qualsivoglia accenno al drammatico contesto storico di quegli anni: il di lei
padre, Giuseppe Cossetto, era un dirigente del Partito Nazionale
Fascista e ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e
ricoprì a lungo l’incarico di segretario politico del Fascio e podestà della
cittadina croata di Visinada.
Altro
post in memoria delle vittime del “terrore rosso” il 17
giugno. “Roma 16 giugno-1979: oggi è il giorno
in cui si ricorda il vile omicidio di Francesco Cecchin”, ricorda Chillè.
“Per chi non conosce la storia la può trovare in
rete. E le retate furono infinite in
quegli anni, come quelle subite dalla sezione del MSI Balduina... e delle altre
nei quartieri popolari di Roma... Francesco aveva 17 anni. Oggi è morto un
Camerata ne rinascono altri cento. Presente!”. A corollario la foto di una
lapide voluta dai neofascisti romani per ricordare Francesco Cecchin: Caduto per la rivoluzione. Il popolo lo
onora. Militante del Fronte della Gioventù, Cecchin fu gravemente
ferito da due persone la notte tra il 28 e il 29 maggio 1979; morì dopo diciannove
giorni di coma. Il giorno prima del ferimento, il giovane aveva avuto un
violento diverbio con alcuni militanti del PCI durante un attacchinaggio di
manifesti elettorali. Gli inquirenti non sono stati in grado di identificare gli
esecutori della mortale aggressione.
“No,
nessuno rimane mai indietro fino a quando resta il suo ricordo, e il testimone
é solo passato di mano e non caduto a terra... A Peppe Dimitri – Combattere è
un destino”. Il 29 marzo Chillè commemora l’anniversario della morte di Giuseppe
Dimitri detto Peppe, terrorista neofascista e militante storico di Avanguardia Nazionale, il movimento fondato da
Stefano Delle Chiaie e, dopo un primo scioglimento, rifondato nel 1970 da un
gruppo di fuoriusciti dall’MSI come Adriano Tilgher e Guido Paglia. Peppe Dimitri
fu pure tra i fondatori di Lotta Studentesca e Terza Posizione e successivamente
divenne membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari. Deposti casco e mimetica,
l’estremista nero si iscrisse alla moderata Alleanza Nazionale, ricoprendo il
ruolo di consulente di Gianni Alemanno, durante il suo incarico di ministro
alle Politiche Agricole (2001-2006).
“Appassionato
di tattica militare e di guerriglia urbana, allestì campi in boschi
abbandonati o in montagne dai sentieri impervi, allo scopo di addestrare i
giovani militanti alla lotta corpo a
corpo, temprarne la resistenza fisica e abituarli alla sopravvivenza in
situazioni estreme”, si legge su Giuseppe Dimitri in Wikipedia. “Insegnava
anche l’uso di armi bianche, come
bastoni e soprattutto martelli. Imbevuto di mitologia nibelungica era solito
massacrare a colpi di martello i suoi avversari politici, i rossi, in omaggio all’arma preferita da Thor,
gridando Per Odino. Nell’aprile
del 1978 ridusse in fin di vita, colpendolo a martellate davanti ad un liceo romano
e sfondandogli il cranio, lo studente Stefano Borsini, di quindici anni”.
L’ambiente capitolino che Peppe Dimitri frequentò sino alla sua morte nel 2006 in
un incidente stradale, era pure quello dei “neri” borderline come Massimo
Carminati e Salvatore Buzzi. E la sua agenda conteneva il numero personale di
Pietro Musumeci, agente dei servizi segreti e membro della loggia
massonica deviata P2, condannato per i depistaggi durante le indagini
sulla strage fascista alla stazione ferroviaria di Bologna del
2 agosto 1980.
Lasciamo al Cda della
Fondazione Lucifero e alle istituzioni che lo compongono (Regione Siciliana, Comune
di Milazzo, Corte d’Appello del Tribunale di Messina, Provveditorato agli
Studi, Diocesi di Messina e Santa Lucia) la valutazione sulla legittimità e
l’opportunità di concedere le proprie infrastrutture alla società sportiva
presieduta da chi rivendica quotidianamente il suo essere fascista e che il 2
giugno arriva a scrivere che l’unica Repubblica è quella sociale. Di certo riteniamo incredibile che una scuola pubblica
dell’Italia democratica e antifascista possa affidare all’Amatori Milazzo Rugby
le attività ludico-sportive ed educative con bambini e pre-adolescenti. E a chi
sembra aver la memoria troppo labile, suggeriamo di rileggere un’inchiesta
giornalistica che pubblicammo neanche tanto tempo fa. Oggetto uno dei processi
più rilevanti della storia della criminalità mafiosa peloritana. Il link è
questo: https://www.stampalibera.it/2019/10/28/il-clan-romeo-santapaola-pigliatutto-combine-calcio-scommesse-e-progetti-anti-ludopatie/. Buona lettura….
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