Imbarazzante visita del Presidente dell’antimafia siciliana al Comune di Falcone
Tappa
nel messinese del Presidente della Commissione regionale antimafia Nello
Musumeci per incontrare vecchi e nuovi sostenitori di destra ed estrema destra in
vista dell’imminente campagna elettorale per conquistare, finalmente, la
Presidenza della Regione siciliana. Lo scorso 19 ottobre, l’ex europarlamentare
Musumeci (prima Msi-Dn, poi An-La destra), già presidente della Provincia di
Catania dal 1994 al 2003 e sottosegretario di Stato al lavoro e alle politiche
sociali nell’ultimo governo Berlusconi, ha partecipato a Floresta a un convegno
sui prodotti tipici in agricoltura; ha
incontrato a Tripi il sindaco Giuseppe Aveni, assessori e consiglieri comunali;
ha visitato il locale museo con i preziosi reperti dell’antica Abacena; è stato
ricevuto in Municipio dagli amministratori del comune di Falcone; ha posato per
i selfie di rito in un noto locale falconese con il sindaco Santi Cirella, l’ex
parlamentare di An-Pdl Carmelo Briguglio (già assessore regionale alla
formazione dal 1996 al 1998) e Francesco “Ciccio” Gatto, presidente del
Consiglio comunale di Tripi. Per gli onorevoli Musumeci e Briguglio, il
frenetico tour pre-elettorale si è concluso a Messina con un incontro-pizza serale con gli amici e i simpatizzanti
impegnati localmente in impresa, università,
precariato, sport e sanità. Tra i temi
discussi Il non governo di Messina metafora
del non governo della Regione Siciliana, come riporta sul suo profilo facebook il rifondatore
di An, Carmelo Briguglio.
Perlomeno imbarazzanti gli incontri di vertice del
Presidente regionale antimafia nei comuni di Tripi e di Falcone. Sul sindaco Giuseppe Aveni pende infatti una
richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Barcellona
Pozzo di Gotto relativamente all’inchiesta sulla discarica sub-comprensoriale
di contrada Formaggiara di Tripi, realizzata a partire del maggio 2002 in violazione
delle normative ambientali vigenti. “A mio giudizio, quella di Tripi è
veramente una bomba ecologica, molto più della discarica di Mazzarrà
Sant’Andrea”, ha dichiarato il 14 luglio 2015 il sostituto procuratore di
Barcellona Giorgio Nicola, durante un’audizione in Commissione parlamentare
d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Oltre al
sindaco Aveni, nell’indagine sono stati coinvolti l’ex sindaco di Tripi Giuseppe
Carmelo Sottile e una ventina circa tra tecnici, geologi, funzionari comunali e
imprenditori dell’affaire spazzatura, tra cui il barcellonese Michele Rotella,
esecutore materiale delle opere di realizzazione della discarica, condannato a
otto anni nel processo di secondo grado scaturito dall’operazione “Vivaio”
della Procura Distrettuale Antimafia di Messina contro gli appartenenti alle “famiglie” di Barcellona Pozzo di Gotto e dei
cosiddetti Mazzarroti.
“Al
Comune di Falcone, con il sindaco avvocato Cirella abbiamo incontrato il nostro
gruppo guidato da Nuccio Calabrese”, scrive ancora su facebook l’on. Briguglio.
Sebastiano “Nuccio” Calabrese, già assessore comunale nella precedente
legislatura (guidata anche allora da Santi Cirella), è stato condannato a sei
mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena), con sentenza
irrevocabile del 10 novembre 2000 emessa dal Tribunale di Patti, per i reati di
falsità materiale in atti pubblici e tentata truffa, commessi a Falcone nel
1996. Calabrese e lo stesso sindaco Cirella risultano poi indagati
congiuntamente per abuso d’ufficio dal Tribunale di Patti a seguito
dell’affidamento di parte dei lavori per la rimozione dei fanghi causati dall’alluvione
che colpì il territorio di Falcone l’11 dicembre 2008 al noto
pregiudicato di Terme Vigliatore, Carmelo Salvatore Trifirò, al tempo
sottoposto a misura della custodia cautelare in carcere, a seguito anch’egli, dell’operazione
antimafia “Vivaio”. Il 24 dicembre 2014, il Pubblico ministero dott.ssa
Francesca Bonanzinga, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Patti, ha presentato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti
dell’avvocato Cirella, Sebastiano Calabrese, di altri tre ex assessori comunali
di Falcone (Pasquale Bucolo, Francesco Giuseppe Cannistraci e Mariano Antonino
Gitto), dell’odierno sindaco del Comune di Oliveri Michele Pino e dell’imprenditore Carmelo Salvatore Trifirò. L’udienza preliminare per accogliere o no la
richiesta è stata fissata dal Tribunale di Patti per il prossimo 18 novembre.
“Abbiamo
informato personalmente il Presidente on. Nello Musumeci del procedimento
penale nei confronti del sindaco e degli ex amministratori di Falcone nel corso
di un incontro che tenemmo con lui a Palermo il 17 giugno 2015, negli uffici all’Assemblea
regionale siciliana”, raccontano alcuni consiglieri del gruppo d’opposizione Falcone Città Futura. “In
quell’occasione denunciammo pure i gravi rischi d’infiltrazione mafiosa nella
vita politica e amministrativa del Comune e l’on. Musumeci c’invitò a
presentare un esposto scritto da indirizzare alla Presidenza della Commissione
parlamentare regionale antimafia. Abbiamo inviato l’esposto il mese successivo
ma sino ad oggi non abbiamo ottenuto alcun riscontro dalla Commissione
antimafia né siamo stati convocati dal Presidente Musumeci”.
Nell’esposto, i consiglieri
di Falcone
Città Futura documentavano che il Tribunale di Patti ha contestato
agli indagati il reato di cui agli artt. 81, 110 323 c.p. “perché, in concorso
tra loro con più atti esecutrici di un medesimo disegno criminoso, Cirella Santi
nella qualità di sindaco pro tempore di Falcone, Bucolo Pasquale, Calabrese
Sebastiano, Cannistraci Francesco Giuseppe e Gitto Mariano Antonino nella
qualità di Assessori e Trifirò Carmelo Salvatore, quale extraneus e titolare della omonima ditta che, tramite procuratore
(delegato da Trifirò in data 29.4.2008 presso la Casa Circondariale di Messina
Gazzi), faceva istanza per realizzare i lavori di cui sotto, in violazione di
quanto previsto dagli artt. 10 e 12 del D.P.R. 252/1998 che prescrive il
divieto della P.A. di contrarre allorquando emergono elementi di infiltrazione
mafiosa all’interno delle imprese/società interessate indipendentemente dal valore dei lavori e delle opere, con
ordinanza del 14.12.2008 n. 30 a firma di Cirella e con delibere di
approvazione dei lavori della Giunta Municipale n. 203 del 31.12.2008 (presenti
Sindaco e i quattro Assessori) e n. 59 dell’8.5.2009 (presenti Sindaco e Bucolo
Pasquale, Calabrese Sebastiano e Gitto Mariano Antonino), precettando, quale
ditta esecutrice dei lavori di intervento di trasporto di pietre con pala
gommata e autocarri a seguito dell’alluvione verificatasi in Falcone l’11
dicembre 2008, la ditta individuale di Trifirò Carmelo Salvatore, nonostante
quest’ultimo risultasse gravato da precedenti penali e all’epoca sottoposto a
misura della custodia cautelare in carcere (…), intenzionalmente procuravano a
questi un ingiusto vantaggio consistito nell’affidamento di lavori per un
ammontare pari a 70.660 euro”.
Il 25
settembre scorso, i deputati del Movimento 5 Stelle Francesco D’Uva (membro della Commissione Parlamentare
Antimafia), Villarosa, Lorefice, Mannino, Dadone, Lupo, Sarti, Rizzo e
Cancelleri hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro
dell’Interno, chiedendo l’invio di una commissione d’accesso agli atti al
Comune di Falcone. “È necessario rilevare come nel territorio falconese sia
emerso, nel corso degli anni, un preoccupante quadro di legami tra politica e
criminalità organizzata, a seguito di numerose indagini e alcune dichiarazioni
di collaboratori di giustizia, i quali, deponendo in sede di alcuni procedimenti
giudiziari denominati Gotha e
riguardanti il sistema mafioso di gestione degli appalti nel territorio
barcellonese, avrebbero denunciato un sistema illecito attraverso il quale
garantire l’affidamento dei lavori ad aziende legate alla criminalità
organizzata”, scrivono i parlamentari di M5S. “In seguito alle numerose
indagini portate avanti in questi anni dalle varie procure siciliane dal 2008 a
oggi, tali dichiarazioni hanno potuto trovare effettivo riscontro nei numerosi
arresti per associazione mafiosa a danno di imprenditori titolari di alcune
delle ditte risultate vincitrici degli appalti; tra questi avvenimenti
particolare rilievo assume proprio l'affidamento di parte dei lavori per la
rimozione dal territorio dei fanghi causati dall’alluvione del 2008 a un imprenditore
ritenuto legato ad ambienti di tipo malavitoso, che ha condotto la magistratura
all’emissione di otto avvisi di garanzia nei confronti di alcuni esponenti
politici del comune di Falcone per i quali si ipotizza il reato di abuso d’ufficio
in concorso…”.
Sempre relativamente ai rischi d’infiltrazione criminale nel
territorio falconese, altre due dettagliate interrogazioni parlamentari erano
state presentate al Governo durante la scorsa legislatura: la prima il 12 novembre
2012 da parte dell’on. Antonio Di Pietro (Italia dei Valori); la seconda il 24
ottobre 2013 dal sen. Domenico Scilipoti (Forza Italia). “Appare grave – scriveva l’on. Di Pietro nell’atto
ispettivo – l’intreccio di responsabilità tra amministratori locali, funzionari
e personaggi in odor di mafia che, predisponendo in apparente sinergia atti
amministrativi, hanno concorso ad azionare un meccanismo che ha stravolto la
buona amministrazione del Comune di Falcone e, contestualmente, consentito di
liberare fiumi di denaro attraverso la realizzazione di opere non soggette ad
alcun sistema di gara d’appalto e finanziabili con la pratica della
discrezionalità”.
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